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Autore: Rijaa    23/07/2014    1 recensioni
1967.
[ ... ] Quella tale cercava di mostrarsi a lui gentile e ben disposta a chiacchiere, quando in realtà il corvino sapeva benissimo che si trattava di una mera maschera sotto la quale si nascondeva; aveva parlato più e più volte con lei - a dire il vero, la lasciava parlare a ruota libera, mentre lui pensava a tutt'altro. Aveva scoperto che era un'allieva della Santa Caterina, che era figlia di due immigrati arrivati in Inghilterra dalla Grecia, che avevano trovato un posto di lavoro ben retribuito e che avevano investito gran parte del loro danaro nell'istruzione della figlia, ragion per cui avevano deciso di mandarla in un collegio prestigioso del genere.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Gabriel, Tony Banks
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Un bussare insistente alla porta - così insistente da essere quasi insopportabile - fece sussultare Peter dal letto, sul quale era letteralmente buttato a piangere a dirotto da ormai un buon quarto d’ora.
Di certo non era dell’umore per ricevere eventuali visite, e non era tantomeno presentabile visti i capelli arruffati, gli occhi gonfi di lacrime e i vestiti tutti sfatti e pieghettati.
Lasciò bussare alla porta per una buona manciata di minuti, non trovando forza e voglia di alzarsi dal letto e di accogliere chissà chi nella sua stanza; magari era Mike, che voleva rassicurarlo un po’ alla vista di quello che era successo, ma lui non era neppure dell’umore giusto per intrattenere una conversazione amichevole con lui, che era nientemeno che il suo migliore amico.
Questo poteva solo significare che era veramente, veramente distrutto e col cuore frammentato in un milione di pezzi.
 
“Posso entrare?” esordì una voce femminile, e dato che l’unica ragazza in quell’appartamento era Rena, Peter non aveva alcun tipo di dubbio su chi potesse essere. 
 
“Rena, vattene” lanciò il cuscino verso la porta, così come se potesse in qualche modo scalfire la ragazza che vi era nascosta dietro.
Non riusciva veramente più a sopportarla, e a dirla tutta non l’aveva sopportata fin dalla prima volta che si era presentata a lui; aveva assunto una sorta di atteggiamento prepotente, che gli era stato indigesto già dal primo sguardo che le aveva elargito.
Le altre ragazze con cui era stato Tony erano a modo ed abbastanza taciturne, ma questa sembrava essere incredibilmente dispettosa e con serie manie di protagonismo.
 
Aveva rifiutato di farla entrare per ovvie ragioni, sì,ma poi gli venne in mente l’accordo che aveva preso con la greca, e quest’ultima stava continuando a bussare con insistenza, come se sapeva che prima o poi il ragazzo si sarebbe deciso finalmente ad aprire quella porta.
Peter pensò, e se magari l’avesse lasciata fuori a marcire dietro la porta, lei si sarebbe talmente arrabbiata da rivelare comunque tutto a Tony, e ogni suo sforzo di mostrare disinteresse fino a quel momento si sarebbe rivelato vano.
“Entra …” si fece coraggio, e decise di accoglierla un po’ a malincuore.
Ma non ne valeva la pena di buttare al vento tutti gli sforzi e sacrifici che aveva fatto fino a quel momento soltanto per un piccolo capriccio ; decise di sopportare ancora per qualche istante, serrando i pugni e cercando di non dare a vedere gli occhi completamente arrossati dal passaggio non proprio transitorio delle lacrime.
 
“Stai andando benissimo, complimenti, ma manca ancora qualcosa per essere perfetto” la ragazza entrò a fatica nella stanza, tanto che stava per incapparsi nel cuscino che qualche minuto prima Peter aveva scaraventato verso la porta.
Fece comunque finta di nulla, aggiustandosi con frivolezza il ciuffetto di capelli che le ricadeva sulla fronte. Si sedette sul letto accanto a lui, con uno sguardo quasi di sfida, che Peter accolse incrociando le braccia; Rena si riferiva senza ombra di dubbio ad una cosa che Peter sapeva benissimo, ma aveva cercato di bypassare fino a quel momento
 
“Faccio quello che diamine ti pare … ma se lo faccio dovete andarvene subito” asserì, scuotendo la testa e sentendo di nuovo le lacrime scorrere in modo incontrollabile dagli occhi.
Rena sparì da dove era tornata, mettendolo per l’ennesima volta alle strette e costringendolo ad accettare; stava iniziando a non reggere più quella situazione e si chiedeva per quanto altro tempo si sarebbe protratto quel supplizio, e poteva solamente pregare che sarebbe tutto passato velocemente e senza cicatrici.

Peter si alzò dal letto, dapprima recandosi verso il bagno e sciacquandosi il viso con acqua gelida; si guardò per un attimo allo specchio, e vide un ragazzo moralmente distrutto, dagli occhi rossi e gonfi e i capelli increspati come se si fosse appena svegliato dopo il più terribile degli incubi durante la notte.
Si asciugò il viso con un morbido asciugamani bianco, premendo con cura sopra agli occhi così da liberarli finalmente da quella fastidiose lacrime che si erano ormai impastate sulle sue ciglia; prese una spazzola e si diede una sistemata veloce ai capelli, giusto per rendersi presentabile e per non far capire a Tony e alla sua fidanzata che fino ad un attimo prima se n’era stato chiuso in camera sua, non facendo altro che piangere a dirotto.

A lui bastava questo, sciacquarsi il viso con acqua quanto più fredda possibile e tentare di fare un sorriso allo specchio, per riuscire a sentirsi leggermente risollevato.
Ma quella volta il sorriso non poteva colmare l’enorme frattura che era andata creandosi nel suo cuore, e che si stava espandendo anche in quel preciso istante.
Mise a posto l’asciugamani e la spazzola, con non moltissima cura, dandosi un’ultima occhiata allo specchio e rendendosi conto che adesso sembrava completamente un’altra persona rispetto a quando era entrato: un sorrisetto sulle labbra, le sopracciglia inarcate e gli occhi che parlavano d’orgoglio.
 
Camminò a testa alta, tornando nel soggiorno ed afferrando Tony per un braccio, come a volerlo prendere da parte e dirgli qualcosa di importante; Rena non se ne preoccupò proprio per niente, perche faceva tutto parte del piano.
 
Peter portò a forza Tony nella stanza adiacente al salotto, ma quest’ultimo non sembrava dispiaciuto dallo staccarsi dalla greca, anzi , emise un piccolo sospiro di sollievo che al cantante non passò inosservato; le luci nella stanza erano tutte spente, e ciò conferiva una connotazione ancora più mistica alla situazione, ancora abbastanza indefinita.
Tony poggiò le mani sui fianchi del compagno, perché credeva di aver capito quale fosse il suo intento, o almeno poteva cercare di addentrarsi nella sua mente e di immaginarlo.
Avvicinò le loro labbra, fino a farle quasi sfiorare, e per un attimo Peter ebbe voglia di mandare al diavolo quel cavolo di ricatto e di baciarlo, ma sentire il sapore di un’altra ragazza sulle labbra del suo amato gli faceva letteralmente torcere lo stomaco.
Rimasero per un po’ in quella posizione, fin quando il cantante non trovò finalmente il coraggio di aprire bocca e di spiccicare parola.
 
“Tony …” sussurrò, non accennando a sciogliere quel contatto, ed assunse un tono pacato e calmo per preparare il tastierista a quello che stava per dirgli.
  
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