Una ragazza con i capelli lunghi biondi, la fronte coperta da una leggere frangetta,  gli occhi azzurri, vestita in modo aristocratico, alta, snella e affascinante: il suo nome è Emilie Rochefort.  
Fin da bambina Lili visse in una famiglia molto agiata, ma la sua vita fu condizionata dal volere del padre di farla primeggiare su tutto e tutti. Questo plasmò in lei un brutto carattere, facendola diventare snob, presuntuosa e vanitosa, motivo per cui non ha avuto molti amici. 
Ogni ordine che incaricava veniva eseguito,  soprattutto dal suo maggiordomo Sebastian - che più che maggiordomo, sembrava un cagnolino- nonostante si volessero un gran bene da sempre.
Anche se spesso la si vede disobbedire al padre, Lili nutriva un gran rispetto nei suoi confronti, tanto da combattere di nascosto per non procurargli alcun dispiacere, il quale le ha da sempre vietato di combattere. Non voleva una teppista in casa!
La sua rivale è, da sempre, Asuka Kazama, una ragazza orientale, mora e con occhi scuri –al contrario di Lili.- 
Il motivo di questa sua rivalità con la giapponese era la sconfitta subìta nel quinto Torneo. 
Una volta che il genitore venne a sapere della sua partecipazione al 5° torneo,  si adirò e, senza pensarci due volte, rinchiuse la figlia in casa, poiché gli aveva disobbedito. 
Non è da Rochefort!
Quando finalmente la punizione giunse al termine, Emilie decise di uscire di casa per prendere un po’ d’aria fresca. Quelle giornate chiuse in casa sembravano non finire mai e alla ragazza non facevano affatto bene. 
Mentre passeggiava per strada, tutti la guardavano male e mormoravano l’un l’altro i “Quella è Lili Rochefort. “ 
La ragazza, senza degnarli neppure di una sguardo, vide un manifesto: “6° Torneo del Re del Pugno di Ferro” c’era scritto. I suoi occhi erano inchiodati su quella locandina. 
Euforica,  si precipitò ad iscriversi al torneo, sia per aiutare il padre sia per sconfiggere Asuka e Jin Kazama, quest’ultimo responsabile della perdita dei pozzi petroliferi del padre. 
Iniziò ad esercitarsi duramente, tutti i giorni senza fare mai nessuna pausa, con lo scopo di diventare più forte e di migliorare la tecnica. 
“Stavolta non mi umilierai, Kazama!” esclamò, facendo rimbombare quelle parole nella stanza e tirando un calcio al sacco.  
Sperava principalmente di riuscire a sconfiggere Jin al torneo, dato che era più forte e possedeva il devil, ma il suo sesto senso le diceva che avrebbe incontrato prima Asuka. 
Quei pensieri furono interrotti proprio da quest’ultima che entrò nella stanza dove poco prima si stava allenando.
“Parli del diavolo…” asserì, squadrando la mora dalla testa ai piedi con disprezzo, ma sempre con quel ghigno stampato sulle labbra che la caratterizzava.
Il suo obiettivo era proprio lì davanti . Questa volta non si sarebbe fatta sfuggire questa occasione e, soprattutto, non si sarebbe fatta sconfiggere ancora una volta.
“Are you so sure you can beat me?” disse alla ragazza, la quale, innervosita per tutta quella sicurezza, girò il volto da un lato, alzando il labbro superiore in una smorfia, mentre la bionda le camminò affianco nella direzione opposta, ridendo e dirigendosi verso la strada di casa, lasciando l’orientale sola.
“Ci vediamo al Torneo, Kazama!”