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Autore: SilverKiria    23/07/2014    5 recensioni
Albus Silente. Se qualcuno avesse chiesto chi Tom Riddle temeva, l'unico che temeva, chiunque avrebbe risposto lui. Albus Percival Wulfric Brian Silente.
Ma si sarebbero sbagliati, tutti.
Sì perché prima, molto prima di Silente, ci fu un'altra persona che infastidì Tom Riddle.
Che gli fece dubitare di sé stesso.
O del destino che si era prefissato.
Una persona che era stata talmente simile a lui, per certi versi, da fargli paura.
Un passato e un futuro in comune.
Il presente?
Una continua sfida.
Qualcuno l'avrebbe chiamato amore, ma Riddle avrebbe riso.
No, era molto più di quello.
Quello stupido e lodato amore.
Riddle rispettava Meredith.
Riddle detestava i suoi ideali.
Riddle stimava Meredith.
E temeva i suoi poteri.
Perché?
Perché quegli occhi verdi l'avevano colpito più di tutti gli incantesimi che aveva ricevuto nella sua vita.
E non nel modo che ci si aspetterebbe.
DAL PROLOGO:
«Sei mia.»
«Io non sono di nessuno, Tom. Una persona non può appartenerti.»
«Questo lo credi tu.»
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Abraxas Malfoy, Albus Silente, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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PROLOGO

 


«Non stiamo giocando a nascondino, Harry»  disse la voce gelida di
Voldemort, avvicinandosi, mentre i Mangiamorte sghignazzavano. «Non
puoi nasconderti da me.» (1)
 
 
Nessuno poteva nascondersi da lui.
Dal Signore Oscuro.
Da Lord Voldemort.
Da Tom Riddle.
Sì perché ancora prima che il mondo temesse di pronunciare il suo nome, prima ancora che qualcuno osasse ostacolarlo; lui riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva.
Eppure…
Eppure c’era stato qualcuno che non aveva avuto paura di lui.
Eppure c’era stato qualcuno che anzi gli era sempre corso incontro sfrontatamente.
Eppure c’erano stati degli occhi che invece di abbassarsi al contatto con quelle iridi verdi si erano alzati fieri, senza timore.
… C’erano stati degli occhi che erano riusciti a far abbassare il suo, di sguardo.
 
[31 Ottobre 1981]
 

Tom Riddle entrò nella casa con un pigro gesto di bacchetta. Quell’inetto di Codaliscia era finalmente servito a qualcosa e ora lui poteva pregustarsi la gloria eterna a cui anelava da sempre.
L’ultimo ostacolo sarebbe stato distrutto quella notte.
L’ultima speranza infranta.
L’ultimo miracolo spazzato via, lontano. Schiacciato dalla forza del potere che lui, Tom Riddle, aveva acquisito nel corso di quegli anni.
Partito senza nulla se non un nome da babbano che detestava e un destino che gli stava stretto; era riuscito a far crescere la sua fama e il suo successo più di molti altri.
Oltre ogni immaginazione.
Ora conosceva incantesimi dimenticati da secoli, possedeva poteri incredibili e la mente prodigiosa per far combaciare le due cose in un solo, meraviglioso, cammino verso l’immortalità.
Aprì la porta e si ritrovò un uomo di appena vent’anni dagli arruffati capelli mori e degli occhiali in precario equilibrio.
Si doveva essere appena svegliato.
Si doveva essere svegliato giusto in tempo per morire.
Quel pensiero gli arricciò le labbra in un ghigno crudele, mentre con un veloce gesto della bacchetta  di tasso dava inizio al suo sonno eterno e non si degnò nemmeno di guardare il corpo che cadeva inerme, colpito dalla luce verde che tanto amava.
Verde.
Il colore che l’aveva sempre accompagnato durante la sua vita.
Verde il vecchio e sudicio grembiule del Wool’s Institute.
Verde il sinuoso corpo di quei serpenti che lo venivano a trovare nel profondo della notte, rispondendo alle sue chiamate.
Verdi gli occhi di lei.
No, non doveva pensarci.
Verdi i suoi di occhi, pronti ad ammaliare chiunque fosse utile ai suoi scopi.
Verde lo stendardo della sua nobile casa, della sua illustre famiglia.
Verde il vestito di lei, quella notte.
Tom Riddle scosse la testa, infastidito.
Si concentrò sulla porta, l’unico ostacolo rimasto tra lui e la sua indiscussa vittoria.
E quando la spazzò via con un gesto della stecca non poté che stupirsi di ciò che vi trovò dietro.
Verde.
Due enormi occhi verdi lo fissavano terrorizzati, umidi ma senza nessuna intenzione di piangere.
Fieri, nonostante il terrore che li invadeva.
Vivi, nonostante la morte che alitava loro sopra.
«Ti prego, prendi me ma lascia Harry!»
Sarebbe bastato un movimento, un secondo, perché quella chioma rossa cadesse a terra dove doveva stare.
Ai suoi piedi, come ogni Sanguesporco.
Tutti tranne lei; lei che quella notte di una vita fa l’aveva fatto inchinare. L’aveva umiliato. L’aveva incastrato con la forza di poche, stupide parole.
«Provalo. Provalo, Tom, se ne hai il coraggio.»
Il viso di Severus gli piombò di fronte, mentre gli supplicava pateticamente di risparmiare la vita alla sua amata.
Che sentimento inutile, l’amore.
«Spostati. Spostati e non ti verrà fatto nulla.»
«Ti prego, risparmia Harry, il mio Harry!»
Mio.
Lord Voldemort aveva sempre amato rimarcare la proprietà.
La sua proprietà sulle cose, sulle persone, sui destini e sulle vite.
«Tu sei mia.»
«Io non sono di nessuno, Tom. Una persona non può appartenerti.»
Sciocchezze, lui possedeva chi voleva.
Ne aveva i mezzi, un piccolo ‘Imperio’ e chiunque si sarebbe sentito felice di stargli accanto.
Come se non dovesse già sentirsi onorato, dopotutto.
«Questo lo credi tu.»
Sentiva ancora, a distanza di anni, il bruciore allo sterno che il sorriso di scherno rivoltogli gli aveva causato.
Rideva.
Rideva di lui.
«Non te lo ripeterò più, lurida Sanguesporco. Spostati ora!»
Ma lei rimase lì, fiera e decisa, con le braccia aperte davanti alla culla.
Fiera come solo un’altra persona era stata di fronte a lui.
Il getto verde la colpì al petto, facendola crollare come un pupazzo inanimato.
Persino la fierezza si inchina di fronte alla morte.
E quando la scavalcò disgustato, avvicinandosi alla culla, non poté trattenere una smorfia nel vedere che anche quegli occhi erano verdi.
Il verde mi insegue dall’inizio della mia vita fino al culmine della mia vittoria.
Il bambino di fronte a lui non piangeva.
Lo guardava curioso, lasciandogli addosso una sensazione di inadeguatezza.
“Facciamola finita”.
«Avada Kedavra!»
L’incantesimo lo pronunciò questa volta,  voglioso di ascoltare la sua voce sibilante mentre suggellava il patto col destino che attendeva da troppo tempo.
In un modo che, però, nemmeno la sua mente geniale aveva saputo prevedere.

 
[2 Maggio 1998]
 
Era finita.
Harry Potter aveva vinto.
E lui era morto, colpito dal suo stesso incantesimo.
Quando aveva visto il getto di luce verde fiondarsi verso di lui anziché contro l’avversario, sapeva esattamente cosa sarebbe successo.
E mentre sentiva chiaramente ogni pezzo di sé sgretolarsi, ogni frammento della sua dilaniata anima disperdersi; lasciò che il dolore lo facesse sprofondare in uno stato di insensibilità.
Gli occhi di Potter, quegli occhi verdi, sprizzavano felicità da tutti i pori mentre lo vedeva accasciarsi al suolo, finito.
Ma non videro gli occhi rossi di Lord Voldemort diventare più chiari e tondi, fino a tornare verdi come le spire di un serpente.
Un serpente ormai in fin di vita.
Del grande e oscuro Lord Voldemort ormai rimaneva solo quella filastrocca, cantata da Pix in ogni angolo del castello.
Nessuno si preoccupò di prendere il suo cadavere, di seppellirlo, di fare qualsiasi cosa differente dall’avvicinarcisi sprezzanti, ormai senza più paura.
Risero di lui, lui che fino a poco fa riempiva i loro incubi.
Nessuno si accorse del piccolo ciondolo d’argento a forma di volpe che cadde dal suo mantello.
Nessuno lo raccolse.
E nessuno sentì l’ultima parola che le labbra diafane pronunciarono prima di chiudersi per sempre.
 
Meredith.


 
* Angolo Autrice *
 
(1) E' una frase tratta da Harry Potter e il Calice di Fuoco

Ciao a tutti! E grazie di cuore già per aver letto il prologo di questa storia! Scrivere di Voldemort è tremendamente difficile e so già che sarà una sfida ardua, ma è un personaggio davvero interessante e sono curiosa di scriverci sopra. Ci tengo a precisare la mia intenzione di rimanere il più possibile IC, ma se pensaste che non ci sto riuscendo avvisatemi e metterò l'avvertimento OC. Non so davvero quando aggiornerò, spero presto, perché devo chiarire un paio di cose nella mia idea della trama. Sappiate che la storia vera e propria sarà ambientata principalmente al quinto anno di Tom, quando scopre e apre la Camera dei Segreti; ma ci saranno vari flash-back sia nel passato (epoca orfanatrofio/anni passati) che flash-forward (quindi salti nella mente del futuro Tom Riddle, durante la Seconda Guerra Magica); ma sempre con cognizione di causa e con senso, tranquilli! Di Meredith ne parleremo nel prossimo capitolo, ma voglio assicurarvi che non sarà assolutamente una storia d'amore banale. Meredith possiede un potere che Tom teme molto, aldilà dei sentementalismi, e da qui nascerà il suo interesse (nel vero senso della parola, non sentimentale) per lei. Quello che poi succederà, beh... sta a voi scoprirlo! Recensite in tanti e fatemi sapere per favore come vi è sembrato questo inizio e se avrete voglia di leggere il seguito ;) Alla prossima e grazie ancora!
  
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