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Autore: Madness in me    24/07/2014    5 recensioni
Una ragazza, un po' strana e complicata, con degli amici stravaganti.
La ragazza non crede nell'amore, non ci ha mai creduto eppure, in qualche modo, quel sentimento è riuscito a fregare anche lei.
Una storia che si intreccia tra amicizia, amore, paura, confusione e milioni di altri sentimenti che si svolgeranno all'interno di una trama di avventure stravaganti.
"She's a dwelling place for demons.
She's a cage for every unclean spirit, every filthy bird and makes us drink the poisoned wine to fornicating with our kings." -Avenged Sevenfold; Beast and the Harlot
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
"If he's the beast, am i supposed to be his harlot ?"

 

 

 

 

 

 

 

Diedi una veloce occhiata all’enorme pila di libri di fianco a me poi, sospirando, lessi la lista.
Dovevo sistemare ancora le tre enciclopedie, i dieci volumi di storia, i tre romanzi gialli e quattro dizionari poi avrei potuto timbrare il cartellino e godermi il meritato weekend.
Sospirai ancora poi ripresi a sistemare.
Amavo lavorare nella biblioteca di Huntington e poi il signor Charles, il proprietario, era un vecchietto d’oro.
Mi aveva presa a lavorare li senza soffermarsi sui miei lunghi capelli rossi fuoco o sui due piercing al labbro, non gli importava dei dilatatori ai lobi delle orecchie o delle braccia tatuate e neppure del mio modo di vestire; a lui importava solo che fossi puntuale, silenziosa ed educata con i clienti.
Erano ormai due anni che lavoravo lì e la cosa mi piaceva sempre più, inoltre la paga era buona, o almeno mi bastava per pagare le bollette, fare la spesa e comprarmi le dannate sigarette.
Quando finii di sistemare erano ormai le otto di sera, timbrai il cartellino poi salutai il vecchio Charles vedendolo rispondere con un sorriso, raccolsi le mie cose ed infine uscii per le strade semi deserte accendendomi una sigaretta.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca e lo accesi, diedi una veloce occhiata alle chiamate perse, sorridendo.
Sempre lo stesso numero.
Aspirai una gran boccata di fumo mentre facevo partire la chiamata e rimanevo in attesa.
“Santa merda, bimba, che fine avevi fatto ?”  la voce profonda e familiare del mio migliore amico quasi mi stordì.
“Sono uscita ora da lavoro, Matt, calmati.”
“Ora ?! Ah, quel vecchio rimbambito finirà per sfiancarti!” sorrisi.
“Nah, non preoccuparti. Allora, piani per la serata ?”
“Nessuno. Le ragazze ci hanno dato buca, di nuovo, e non ho intenzione di portarti alla festa in spiaggia se non c’è almeno Alice quindi, dato che torna la settimana prossima dal suo viaggio di lavoro, stasera niente festa.”
Inarcai un sopracciglio, “Ma andiamo, starò con voi!”
“No e il discorso è chiuso. Se non hai le ragazze a farti compagnia o Alice a tenerti buona, noi ci ubriacheremo e succederà il finimondo ma tranquilla, ho un piano alternativo.”
“E sarebbe ?” domandai, svoltando l’angolo per imboccare la via con tutte le villette tra cui c’era casa mia e mi illuminai in un enorme sorriso.
Matt era subito fuori dal cancelletto di casa mia che mi salutava sorridendo mentre Brian e Zacky subito dietro di lui, sventolavano in aria le birre e i cartoni della pizza e JC mi chiamava a gran voce.
Li raggiunsi lasciandomi stringere in un abbraccio da Matt poi diedi un bacio sulla guancia agli altri tre ed estrassi le chiavi di casa dalla tasca, avviandomi alla porta, ignorando la figura che, a braccia incrociate al petto, stava ferma, poggiata al muro di fianco alla porta.
“Siamo qui da due ore, la pizza è fredda.” Borbottò, infastidito.
“Ho il forno in casa” risposi, acida.
“Non è la stessa cosa” puntualizzò.
“E allora non mangiare.” Dissi, esasperata,  facendo girare la chiave nella serratura e aprendo la porta.
“Fanculo, io volevo andare alla festa.” Borbottò ancora mentre i ragazzi entravano in casa.
Mi voltai a guardarlo, stringendo i pugni, stando ben attenta a non incrociare mai l’azzurro dei suoi occhi.
“Sullivan, nessuno ti obbliga a stare qui.” Dissi, lentamente, senza fargli notare il mio nervoso.
“Sono obbligato dato che i miei migliori amici sono qui.” Rispose, infastidito, per poi entrare in casa e andare a sedersi, come al solito, sulla poltrona davanti la TV.
Sospirai poi entri chiudendomi la porta alle spalle, dirigendomi in cucina e accendendomi una sigaretta mentre, seduta sul mobile, liberavo i piedi doloranti dalle mie amate creepers.
“Ehi, nana, avete già discusso ?” domandò Brian, entrando in cucina col suo classico sorriso da stronzo e l’immancabile Marlboro tra le dita.
Annuii sbuffando fuori una nuvoletta di fumo.
Poggiai la fronte alla sua spalla non appena venne a circondarmi la vita con le braccia e lo sentii poggiare il mento alla mia testa, sospirando.
“Gli hai parlato di Sabato sera ?” mi domandò, cullandomi appena.
“No, Brì. Non serve. Non intendo farlo.” Sussurrai, nascondendo  a fatica la tristezza nella mia voce.
“Az..” sospirò, rimproverandomi appena ma mantenendo un tono di voce dolce.
Sbuffai e sciolsi l’abbraccio, scendendo svelta dal mobile e lasciando la sigaretta nel posacenere.
“Lascia stare, ne parliamo dopo. Vado a fare una doccia, mangiate pure.” Sorrisi appena, gli lasciai un veloce bacio sulla guancia poi sgusciai svelta fuori dalla stanza, fiondandomi al piano di sopra ed entrando in bagno aprendo l’acqua della doccia, mi spogliai in fretta e mi infilai in doccia, chiudendo gli occhi e lasciando indietro la testa mentre il getto d’acqua calda mi scivolava addosso, sospirai.
Conoscevo i ragazzi da, ormai, quattro anni e il mio rapporto con Matt, Brian, Zacky e Johnny era stupendo, loro erano i miei fratelloni e io ero la loro piccola sorellina da difendere e coccolare e gli volevo un bene enorme.
Poi c’era l’incognita più grande della mia vita, il tasto dolente, James.
Con quei fottuti occhi azzurri, alto quattro volte più di me, con quel suo modo di fare che.. mi aveva rubato il cuore dal primo giorno che Matt me lo aveva presentato ma lui non ricambiava, anzi.
Lui stava con quell’oca odiosa di Leana e inoltre non mi sopportava.
Io e Jmmy litigavamo sempre e lui era stato chiaro, non voleva vedermi ed era costretto a frequentarmi solo per i ragazzi.
Mi ero messa il cuore in pace o meglio fingevo di averlo fatto, nonostante Brian e Matt sapessero l’amara verità.
Eppure, dopo quattro anni di sentimenti nascosti a gran fatica, il Sabato passato Jimmy, come su solito, si era divertito a confondermi e massacrarmi un altro po’ il cuore già calpestato, mandandomi in palla il cervello giù confuso.
Quel Sabato sera, come spesso capitava, Alice era fuori per lavoro e le ragazze non c’erano e io non ero riuscita a controllare i ragazzi che si erano ubriacati di brutto e, come al solito, quella sera avevo ringraziato mentalmente Matt che mi aveva insegnato a guidare, aiutandomi a passare l’esame della patente.
Avevo caricato, non senza fatica, i ragazzi in macchina e li avevo portati a casa mia.
Avevo messo tutti a letto e, per abitudine, avevo lasciato Jimmy sul divano ma, mentre gli stavo sfilando il giacchetto di pelle per mettergli una coperta addosso, lui aveva aperto gli occhi, mi aveva afferrata saldamente per le spalle e mi aveva tirata a se, baciandomi con una foga incredibile.
Poi mi aveva spinta sul divano, spingendomi col peso del suo corpo e senza smettere di baciarmi nemmeno un secondo.
Ero lì lì per lasciarmi andare quando avevo realizzato che poteva trattarsi, anzi, era sicuramente tutta colpa dell’alcool e, a fatica, mi ero liberata dalla sua presa ed ero schizzata al piano di sopra, piangendo e chiudendomi in stanza.
Ed era lì che Matt e Brian mi avevano trovata, ancora in lacrime, la mattina successiva.
E, dopo avergli raccontato tutto, eravamo scesi per fare colazione.
Brian e Matt mi avevano riempita di speranze, per quel motivo quando chiesi a Jimmy “Che intenzioni avevi, ieri notte ?” e lo vidi rispondere, acidamente, aggrottando un sopracciglio, confuso “Di che parli ? L’ultima cosa che ricordo di ieri è la bionda del bar che infilava la sua lingua nella mia bocca”, tutte le mie stupide speranze mi erano crollate addosso come un carico di mattoni, schiacciandomi fino a frantumarmi le ossa e togliermi il respiro.
Ora, dopo una settimana passata a piangere, non dormire, tentare di evitare il più possibile ogni tipo di contatto o discussione con Jimmy, nascondendo le occhiaie con chili di matita nera, il vuoto nel mio stomaco non mi dava pace.
Finii di lavarmi e poggiai, sconfortata, la fronte alla parete, rimanendo sotto il getto d’acqua e sospirando.
Dopo poco chiusi l’acqua ed uscii dalla doccia legandomi addosso un asciugamano e prendendo ad asciugarmi i capelli con l’asciugamano.
Ero di spalle alla porta con la testa rivolta verso il basso e mi asciugavo i capelli quando sentii la porta aprirsi e chiudersi di scatto e mi tirai su in fretta, confusa, spostandomi i capelli dagli occhi.
Jimmy era in piedi davanti al water, dandomi le spalle, intento a tirarsi giù la lampo dei jeans.
Sgranai gli occhi e la bocca.
“Cosa.. diavolo fai ?” domandai, stupita.
“La pipì, tu non la fai ?” domandò, acido come suo solito.
“E non potevi aspettare che io uscissi dal bagno ?!” continuai.
Finì di fare pipì e si chiuse i jeans voltandosi e guardandomi con un sopracciglio inarcato.
“Perché avrei dovuto ?” domandò, come fosse veramente una domanda logica.
“JAMES, SONO NUDA. E SE FOSSI STATA ANCORA NELLA DOCCIA ?!” mi mandava in bestia quel suo modo di fare, soprattutto quando mi trattava come io fossi una povera pazza appena uscita da un manicomio e detestavo quando mi fissava come se stessi parlando di cose assurde.
“Guarda, ragazzina, che non mi sarei certo messo a fissarti mentre ti lavavi.” Poi fece un passo verso di me e si piegò, avvicinando il viso al mio e sussurrò “nonostante io sappia che la mia presenza nella tua doccia potrebbe farti solo piacere..” ghignando.
Sentii le guance ribollire ma mi sforzai di mantenere un certo contegno.
Si divertiva sempre così, tentando di stuzzicarmi.
Ma lo faceva con tutte.
Lo avevo visto, lo vedevo sempre quando, se Leana non c’era, ci provava con tutte le ragazze, istigandole senza pietà e ghignando da perfetto stronzo.
“Forse farebbe piacere a te, Sullivan. Non sono una delle tante sgualdrine che ti porti a letto e la tua presenza mi da solo fastidio. Ora esci, grazie.” Conclusi il tutto sbuffando e voltandomi, riprendendo ad asciugarmi i capelli.
Quando mi tirai su e guardai allo specchio per vedere se fosse uscito, sobbalzai.
Jimmy era ancora in piedi, vicino a me, così vicino che poggiava la pancia sulla mia schiena e mi guardava, ghignando, dallo specchio.
Deglutii a fatica, la gola secca e rimasi a fissarlo riflesso nello specchio.
Improvvisamente poggiò le mani sui miei fianchi e si piegò di scatto, prendendo a baciarmi il collo ed io mi irrigidii.
Tra un bacio e l’altro lo sentii sussurrare, sulla mia pelle “Quindi vuoi dirmi.. che non ti farebbe piacere.. fare la doccia con me ? Sfiorare la mia pelle bagnata mentre io ti bacio e ti stringo a me ?”
Rabbrividii, sussurrando a fatica “N-no.”
Lo faceva solo per prendersi gioco di me, solo perché si divertiva a vedermi in difficoltà o forse perché cercava una qualche sgualdrina da portarsi a letto.
“Ah.. no ?” sussurrò ancora poi mi morse il collo, forte fino a farmi tirare un leggero urlo e si staccò svelto, serio.
“Meglio così, ragazzina.” Concluse, uscendo svelto dal bagno e sbattendo la porta.
Rimasi a fissarmi il collo dal riflesso dello specchio, sconvolta.
Sulla pelle bianca ora c’era, chiaro, il segno dei denti di Jimmy, rosso come non mai, come se fosse sporco di sangue.
“PEZZO DI MERDA!” gridai, fuori di me, voltandomi verso la porta sentendolo poi ridere dal piano di sotto.
Mi misi seduta a terra, forzandomi di non piangere.
La porta si spalancò e Matt si fiondò nel bagno, prendendomi in braccio preoccupato.
“Che diavolo è successo ?!” domandò mentre dal piano di sotto sentivo Brian rimbeccare Jimmy mentre quest’ultimo rideva.
Inclinai appena la testa lasciando vedere a Matt il segno lasciatomi sulla pelle da Jimmy e lo sentii irrigidirsi, sfiorandomi la pelle con le dita.
“L’ha.. fatto Jimmy ?” domandò, confuso.
“Sì! Sono stanca, Matt! Sono stanca di essere trattata come un gioco da lui, porca puttana. Deve lasciarmi in pace.” Dissi, furiosa, raccogliendo il pacchetto di sigarette dai miei jeans per terra e accendendone una.
Matt sospirò.
Quando quest’ultimo stava per parlare qualcosa attirò la mia attenzione.
Zacky, in piedi sulla porta del bagno, aveva tossicchiato per farci notare la sua presenza nella stanza.
“Posso ?” domandò, inarcando un sopracciglio.
Sbuffando, annuii e lo vidi entrare e chiudersi la porta alle spalle.
Ci raggiunse mentre io lanciavo un’occhiata confusa a Matt vedendolo poi alzare le spalle, confuso anche lui.
Zacky si mise seduto davanti a noi e mi guardò di sfuggita il segno sul collo e sospirando per poi puntare i suoi occhi cerulei nei miei.
“Non serve spiegarmi niente. Lo sappiamo tutti, non solo Matt e Brian, di ciò che provi per Rev. Rev stesso l’ha capito ed è per questo che ci si diverte, con te, nonostante io non riesca affatto a capire perché si comporti in questo modo. Ma sono stanco di vederlo giocare con te.” Disse, serio.
Rimasi a fissarlo, confusa ma allo stesso tempo incuriosita.
“Che hai in mente, Vee ?” domandò Matt.
Zacky sorrise, per poi dire “Restituiamogli ciò che lui sta dando ad Az.”
Inarcai un sopracciglio, sempre più curiosa, portando un dito davanti la bocca di Matt che, contrariato, stava già provando ad intervenire.
“Giochiamo suo stesso gioco e vediamo come reagisce. Ci stai ?” domandò poi, sorridendo.
Rimasi pensierosa per qualche istante poi arricciai appena il naso, “E perché dovrei farlo ?”
Zacky sospirò poi riprese a guardarmi “Conosco bene Jimmy e deve esserci un motivo dietro questo suo continuo metterti a disagio. Lo hai mai notato come si comporta con Leana quando non ci sei ? Ovvio, non puoi farlo perché quando non ci sei non noti la differenza, bene, te lo dico io. Quando è da solo con noi e c’è Leana e tu non ci sei, è tranquillo, distaccato. Sembra quasi infastidito da Leana stessa ma quando ci sei.. oh, le cose sono diverse. Sembra tentare di darti fastidio.” Sbuffai, interrompendolo, già pronta a mandare al diavolo lui e le speranze che stava per darmi ma Zacky mi prese per mano, guardandomi negli occhi “Ascoltami. Non sto dicendo che tu debba riempirti di speranze, assolutamente. Sto solo dicendo che Jimmy nasconde qualcosa e io voglio sapere cosa, in più e la mia idea funziona, ti prenderai la tua piccola vendetta su tutte le volte che lui si è preso gioco di te.” Concluse, serio.
Rimasi a fissarlo, indecisa.
Tutte le immagini delle nottate passate a piangere per lui per poi ricevere indietro sempre scherzetti come quello di quella sera cominciarono a passarmi davanti agli occhi come le scene di un film e allora capii.
Jimmy non sarebbe mai stato innamorato di me ma io non potevo permettergli di giocare con i miei sentimenti come fossi una bambola.
Annuii, seria “Spiegami il piano” dissi, accendendomi un’altra sigaretta.
“Quando usciremo da quella porta, io e te staremo insieme. Almeno per Jimmy e le ragazze. Puoi dire tutto ad Alice ma solo perché so che la pensa come me e sarebbe d’accordo. E anche perché non riusciresti a nasconderglielo. Pensi di farcela ?” domandò, sorridendo teneramente ed io annuii.
“Perché tu ?” domandò Matt, iperprotettivo come sempre.
“Perché tu stai con Valary, Johnny sta con Lacey e Brian sta con Alice. Mentre io mi sono lasciato da poco con ..Gena.” sussurrò il nome come scottato, poi prese fiato e continuò “E quindi potremmo usarlo come una scusa, magari la mia tristezza per la rottura improvvisa potrebbe avermi portato a scoprire sentimenti che non conoscevo per Azriel. Reggerebbe come scusa.” Disse, guardandomi poi cercando conferma.
I ragazzi lo sapevano, mi conoscevano bene quasi quanto Alice e sapevano il rapporto che avevo con l’amore.
Io non ci credevo, non ci avevo mai creduto fino a quando non avevo incontrato Jimmy.
Io ero più la tipa da una notte e via, giusto per divertimento, per istinto umano.
E per una volta che mi ero innamorata ? Tutto era finito solo per crollarmi addosso e ferirmi.
Sorrisi radiosa a Zacky alzandomi dalle gambe di Matt, guardando Zacky “Ci sto.”
Zacky e Matt si tirarono su, uno sorridente e l’altro sbuffando.
“Allora andiamo a preparare a tavola, le pizze sono quasi pronte.” Disse Vee, dandomi un bacio sulla fronte e scendendo.
“Sei.. sicura ?” Mi chiese Matt non appena Zacky uscì dalla stanza ed io annuii, legandomi i capelli in una coda alta.
“Sicurissima. Deve smetterla di prendersi gioco dei miei sentimenti.” Conclusi.
Matt fece per dire qualcosa ma poi si limitò a sospirare e uscire dal bagno.
Sorrisi appena andando in camera per cambiarmi.
Matt odiava pensare che io potessi partecipare ad una cosa simile, non gli piaceva l’idea di me che mi comportavo da troia, era abituato a vedermi come la sua piccola sorellina e lo mandava in bestia perfino l’idea che io potessi baciare qualche ragazzo, era come un papà apprensivo.
Ridacchiai mentre mi infilavo il reggiseno in pizzo nero e le mutandine uguale, poi infilai dei jeans strettissimi e una canottiera degli Slipknot che mi fasciava alla perfezione, mi infilai le scarpe e mi truccai svelta.
Scesi al piano di sotto e sorrisi delle espressioni stupite di Zacky, Matt, Brian e Johnny.
“Ehi, bambola, dove te ne vai così bella ?” disse Johnny, sorridendomi.
Jimmy teneva lo sguardo fisso sulla TV, la birra in mano.
“Beh, è una serata speciale, bisogna festeggiare.” Dissi, affiancando Zacky che, sorridendo, mi circondò le spalle con un braccio e mi strinse a sé.
Jimmy si voltò appena, guardandoci con un sopracciglio inarcato.
“Festeggiare.. cosa ?” domandò Brian, confuso.
“Il fatto che io e Zacky stiamo insieme.” Annunciai, fiera.
Johnny sgranò gli occhi, imitato da Brian mentre Jimmy, con tutta la calma del mondo, tornò a voltarsi verso la TV, sbuffando appena.
“Tu e Zacky.. ?” chiese Johnny, confuso e stupito e Zacky annuì.
“Ma per favore..” borbottò Jimmy, sbuffando.
“Qualcosa non va, Rev ?” domandò Zacky, ghignando.
“Sei caduto in basso, fratello.” Continuò Jimmy, voltandosi ed io accusai il colpo senza cambiare espressione.
“E perché mai ?” domandò Zacky, stringendomi a sé.
“Sei finito con una ragazzina pazza. Era meglio quella troia di Gena.” Disse Jimmy, sorridendo.
In tutta risposta, Zacky mi tirò a sé baciandomi ed io mi aggrappai alla sua maglietta, più per lo stupore che per altro, chiudendo gli occhi e ricambiando il bacio.
Quando ci staccammo Zacky sorrideva, radioso.
Johnny e Brian, ancora confusi, presero posto sul divano mangiando la pizza mentre Matt si sedeva sul tappeto e prendeva una birra.
Zacky mi diede un altro bacio veloce poi andò a sedersi vicino a Matt, accendendo l’xbox ed io rimasi al centro della stanza, accendendomi una sigaretta.
Quando alzai gli occhi dalla sigaretta, però, incrociai, per mia enorme sorpresa, lo sguardo di Rev che mi fissava, un’espressione indecifrabile in faccia.
Inarcai un sopracciglio, chiedendogli silenziosamente cosa volesse e lo vidi scuotere appena la testa, infastidito poi sbuffò e tornò a guardare la TV, visibilmente più nervoso.
Ti brucia, Sullivan, essere il giocattolo e non il giocatore, mh ?
Sorrisi, soddisfatta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi qui, yup lo so, non ho pace.
Sono tornata con una nuova fanfiction.
Istigata da cosa ? Come al solito troppi pensieri e una nottata passata ad ascoltare Beast and the Harlot a ripetizione.
Spero di riuscire ad aggiornare regolarmente.
Spero di aver attirato la vostra curiosità.
Spero piacerà la storia.
Somuchlove,
Sah. 

  
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