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Autore: Jeade__    24/07/2014    1 recensioni
“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
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La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
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"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
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Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo 19-


 

-A blue shirt.-

-Una camicia blu.-



 

Una luce fioca, che si diramava, tenue, attraverso le lunghe tende che si estendevano davanti all'ampia finestra, iniziò pian piano a diffondersi nel piccolo abitacolo in cui si trovava. Benché le palpebre erano ancora sigillate dal sonno, rivolse inconsciamente, lo sguardo all'alto soffitto permettendo alla luce passante, di baciarle e avvolgere quei lineamenti spigolosi del viso leggermente marcati.

La brezza estiva, le dette il buon giorno, facendola stringere e accovacciare di più tra quelle profumate e soffici lenzuola.
Ma nel compiere il movimento di avvicinare le ginocchia allo stomaco, come ero suo solito fare sin da bambina, poté percepire una sensazione inusuale.
Un fastidioso dolore, iniziò a contorcersi al livello del suo ventre piatto.

Poggiò una mano sulla zona dolorante e un'ulteriore scarica, più fastidiosa della precedente, la fece finalmente svegliare. Si alzò, appoggiandosi alla testiera di quel letto gigantesco. Strofinò con le mani mingherline, i propri occhi, scacciando via quel residuo di sonno ancora presente sul suo volto. Voltò lo sguardo verso la finestra, provando a scrutare dalla sua posizione, che tempo ci potesse essere al di là di quei numerosi metri di stoffa pendenti davanti agli unici lucernari di quella stanza. Abbassò gli occhi color nocciola, cogliendo il color bianco di quelle lenzuola perfette. Ma c'era una cosa che non le andava a genio di quella stoffa, così soffice.

Non era sua.
Lei, non era nel suo letto.

Non che non si fosse mai risvegliata in un letto non suo, dopo una nottata particolarmente accesa. Anzi.
Il dato particolare e fondamentale di questa sua osservazione -che oltretutto, aumentò il terrore quel in quel momento la sovrastava- era il fatto che qualsiasi ricordo, riusciva a riformulare nella mente, la riportava a quel volto.

Quel volto maligno, di cui solo nominare il proprietario, le recava un'infernale sensazione di disagio e paura.

Il panico prese il sopravvento del suo gracile corpo, che notò con orrore, ri-tastandosi il ventre, essere abitato da una miriade di lividi violacei e di orribili graffi.

Ma la cosa che le fu più sconcertante vedere, su la lesione che riportava all'altezza dell'ombelico. Era ancora ricoperta di sangue, in parte secco, mentre dell'altro continuava a colare dai punti dove lei portava più dolore.

 

Cercò istintivamente il telefono. Doveva andarsene da lì, ma le gambe non glielo permisero.
Erano come bloccate.
Tolse del tutto il lenzuolo, che l'aveva avvolta in un sonno profondo, quella fatidica notte, permettendo di scorgere quelle gambe dritte e snelle, ma ornate da macchie violacee e arrossate da chissà quali atti di crudeltà. Una sensazione di smarrimento, disagio e paura le si bloccarono alla bocca dello stomaco.
Voleva piangere, piangere come non mai, ma le lacrime erano bloccate come se tutto quel liquido salmastro, che avrebbe voluto far scorrere sulle sue guance lentigginose, fosse esaurito da tempo or sono.

Ad un tratto una suoneria a lei familiare, si fece udire in quel silenzio accompagnato solamente dal battito accelerato e dai respiri affannati, dalla paura.
Scorse finalmente, quello che sembrava essere il suo cellulare, all'altezza di un comodino a lei non familiare, adiacente al letto su cui era ancora immobilizzata.

Senza nemmeno controllare il mittente, rispose. Qualsiasi forma di aiuto o conforto sarebbe stata bene accetta.

 

-p-pronto?- udì la sua stessa voce. Distrutta, impaurita, roca.
-Scarlett! Grazie al cielo mi hai risposto, dove sei finita?!- Una voce, a lei troppo familiare e così voluta accanto in quel momento, fece eco dall'altra parte del telefono.
-Zayn..io..non lo so, non so dove mi trovo, devi aiutarmi i-io son..- l'amico non le permise di continuare a parlare poiché, la bloccò.
-Come non sai dove sei? Non ti ricordi cos'è successo ieri sera? Hai parlato con Dave?- Poteva scommetterci: era preoccupato. Era solito del suo amico, domandare a raffica senza seguire un filo logico del discorso.

Non ebbe nemmeno il tempo di proferire parola, che quel nome, che era stato pronunciato, le lasciò un ricordo alla mente, riportandole alla luce fatti successi la sera precedente. E così una paura incontrollabile fece capolino, non permettendole di formulare una frase a senso completo, se non un pianto interrotto, alternato da singhiozzi strozzati.

-Scarlett, che succede? Ti prego dimmi cos'è successo- Poté vedere lo sguardo dell'amico, accigliato dalla preoccupazione. Ma come faceva a spiegarglielo, se in quel momento non aveva nemmeno a disposizione l'aria per respirare tranquillamente?
-D-dave mi..- lasciò la frase a metà poiché già pronunciare quel nome, le era costato troppo fiato.

Anche dall'altra parte della cornetta poté udire un silenzio tombale, finché la voce di Zayn non si rifece udire:

-Quel figlio di puttana.- sospirò, e l'amica poté immaginare la sua mano chiudersi a pugno, mostrando le nocche bianche per la pressione dovuta alla stretta potente,-non hai idea di dove ti trovi adesso.. vero?- mormorò una voce fin troppo premurosa e spaventata.
-N-no..- balbettò lei tirando su con il naso. -Adesso provo ad uscire dalla stanza.- affermò cercando di tirare fuori dal letto le gambe, per poi tastare la moquet morbida con le dita dei piedi.
-Okay, appena scopri o riconosci qualcosa, dimmi che ti vengo a prendere immediatamente- affermò con fare deciso.
-Grazie..- disse lei sussurrando. Gli era grata per tutto. Si ficcava sempre nei casini, e lui era sempre pronto a salvarla.
Decise di alzarsi in piedi, ma le gambe a quanto pareva, non le permisero di compiere nemmeno un passo poiché cadde rovinosamente a terra.

-Scarlett tutto okay? Cos'è successo?- domandò preoccupato, Zayn dall'altro capo del telefono.
-Sono caduta. Non riesco a reggermi in piedi..-
-...non riesci ad alzarti?- domandò con un timore e una preoccupazione palpabile persino udendolo in quel momento.
-no..- mormorò la ragazza scrutando nuovamente le lesioni presenti sul suo gracile corpo.
Decise di far forza sugli avambracci, prendendo in considerazione quei pochi muscoli che aveva. Si sollevò con il busto poggiando i gomiti sul letto, posando poi il telefono sul morbido materasso.
Non ebbe il tempo di poggiare le doloranti ginocchia sul pavimento, che un oggetto catturò la sua curiosità.

Era un oggetto comune.
Per essere più espliciti, un indumento. Un indumento poggiante sulla possente testiera del letto, posta proprio alla fine del materasso.


Una camicia, blu, a pallini bianchi.

 

 

 

 


-E quindi Marghe lavora qui?-
-Si, da qualche mese. Ha bisogno di mettersi dei soldi da parte.-
-Oh- disse la ragazza per poi poggiare le labbra rosate, sulla tazza di coccio contenente il caffè fumante che aveva precedentemente ordinato.
-Dunque..- pronunciò la bruna che sedeva nel suo stesso tavolo, dinnanzi a lei -tu e Niall..- lasciò in sospeso la frase, ammiccando con uno sguardo birichino, l'amica.

Ysabel interdetta, frenò immediatamente le fantasie dell'amica e domandò -Io e Niall, cosa?- accennò con un sorriso perplesso.
-Oh, suvvia. In tutta una serata non è successo nulla nulla?- chiese curiosa.
La diretta interessata, rise divertita benché imbarazzata dalla situazione bizzarra. Era la seconda persona che dubitava della nuova amicizia con il biondino. Ma che c'era di male?
-Non è successo nulla, Emma. Niall non mi piace.- sorrise sincera.
-Uhm- commentò l'amica, poco convinta -sarà. Ma secondo me gli piaci.- affermò mescolando con la cannuccia rossa, il milkshake che aveva ordinato.
La ragazza dalla parte opposta del tavolino in metallo, potè solamente lasciare l'amica tra le sue fantasie, senza commentare accennando solamente una disapprovazione con il capo.

-Ragazze, il capo mi ha concesso qualche minutino di pausa, visto che non c'è molta gente- affermò una testolina bionda catapultandosi al tavolino, tenendo in mano un succo di frutta e una brioche nell'altra, sedendosi tra le due more.
Le amiche, di rimando, le sorrisero, e insieme iniziarono a chiaccherare del più e del meno. Emma continuò a blaterare a proposito di Niall cercando di dissuadere Ysabel, la quale chiedeva pietà e tregua, mentre Margot mangiava assorta nei suoi pensieri, gustandosi la sua umile colazione.

-.. e stamattina mi ha svegliata uno sconosciuto.- finì di raccontare Ysabel suscitando sguardi interrogativi sui volti delle amiche.
-E poi cos'è successo?- chiese Emma, come se stesse aspettando il proseguimento di una saga epica.
-Beh, istintivamente mi sono rigirata in malo modo..- proseguì Ysabel, che però venne interrotta dalla biondina.
-In malo modo, intendi dire.. l'hai menato di santa ragione?- rise divertita, suscitando le risa delle altre due amiche.
-Diciamo che gli ho tirato un pugno in pieno naso- affermò ripensando alla scena di quella mattina e a quel punto le risate provenienti dal trio, si sparsero per tutto il locale.
-Oddio, non ci posso credere- rise Emma -e poi?- domandò, avvicinandosi a Margot, stringendo la cerchia di conversazione.
-Beh, poi ho avuto modo di vedere meglio chi fosse. Ed era un ragazzo..- disse abbassando lo sguardo, dopo che le due pronunciarono un “uuh” come esclamazione, all'arrivo del personaggio maschile del racconto.
-Che avete fatto nella camera mh?- domandò alzando e abbassando le sopracciglia, Emma.
-Guarda che poi Niall è geloso!- sghignazzò, Margot.
-No! Assolutamente no!- mise in chiaro, facendo intravedere un rossore sulle gote, dovuto al tremendo imbarazzo che provava in quel momento -Non pensate male. Abbiamo parlato, e mi ha aiutato a rinfrescarmi le idee su quello che era successo la sera precedente- affermò, Ysabel.

Le due amiche incrociarono i loro sguardi, che condivisero, poi, con la diretta interessata. Margot a quel punto chiese

-E tu, non ti ricordavi nulla vero?-
-No, se non quando Niall ed io eravamo al bancone degli alcolici insieme..-
A quel punto le raffiorò alla mente quella scena alquanto curiosa.

Tastò una consistenza differente dal vetro alla base dell'oggetto e vi trovò attaccato un piccolo biglietto, che presentava una serie di numeri.
-Appena riesci a liberarti puoi sempre farmi uno squillo, dolcezza- sentì una voce nuova. Alzò lo sguardo e vi trovò il ragazzo al di là del bancone. -Mi chiamo Ashton- sorrise quest'ultimo. E dovette ammettere, che aveva un sorriso niente male. E anche il resto non era niente male. Era proprio un bel ragazzo. -E tu?- domandò quest'ultimo, sorridendole nuovamente.
Prima che la ragazza potesse pronunciare quelle sei lettere, che appartenevano al suo nome, il nuovo amico accanto, non aspettò un momento di più. La prese per mano, trascinandola in un'altra stanza. La ragazza rimase interdetta a tale reazione, ma contemporaneamente, provò una nuova e strana sensazione. Come un formicolio alla bocca dello stomaco. Non sapeva ben definire cosa potesse essere.


-Brava Ysabel, Horan non si tradisce!- affermò Emma suscitando uno sguardo scocciato da parte della narratrice del racconto.
-No.. non è successo nulla..

Nel medesimo momento, abbassarono lo sguardo nel punto di unione tra di loro e in un momento paragonabile a pochi millesimi, le loro mani si slegarono.
Niall portò lo sguardo lontano da quello della ragazza al suo fianco, posando la mano, che poco fa aveva potuto provare il contatto della pelle morbida e delicata di ella, dietro la nuca. E con fare decisamente imbarazzato balbettò un -S-scusami, pensavo che volessi andare da Louis e gli altri e così..- disse per poi accorgersi che come scusa, non poteva di certo stare in piedi. Credeva veramente che non se ne fosse accorta?

...anche perché l'alcool faceva già effetto e mi ricordo solo di essere entrata nella pista da ballo- finì di raccontare Ysabel.

-Scusatemi ragazze se interrompo le chiacchere ma devo tornare a servire- affermò sbuffando.
-Va bene Marghe, a dopo!- le disse Emma scoccandole un bacio sulla guancia.
-Ciao Marghe- pronunciò Ysabel salutandola con la mano.

La bionda salutò altrettanto le amiche, per poi dirigersi verso quello che sembrava essere la sua postazione di lavoro.


Ysabel si voltò verso il ripiano che aveva di fronte, notando che il suo caffè non era ancora finito. Avvolse tra le proprie mani la tazza in coccio e vi poggiò le proprie labbra sorseggiando quella bevanda oramai non così fumante.
Guardò dinnanzi a sé e poté scrutare i lineamenti dell'amica.

Emma era veramente una bella ragazza, aveva una cascata di capelli lunghi e castani. Di un castano ramato, quasi bronzato. Gli occhi avvolti da quelle folte e lunghe ciglia erano sede di due iridi color terra. Erano bellissimi.

La studiò, e vide che il suo sguardo era rivolto allo schermo del suo telefono. Stava messaggiando.

-Con chi parli?-domandò spontaneamente, pentendosi subito di non essere stata troppo invadente nei suoi confronti.
La brunetta, alzò lo sguardo e immediatamente ripose il telefono nella tasca posteriore dei jeans.
-Oh, mia madre. Voleva che passassi da lei più tardi. Giusto per farle un saluto e conoscendola, anche quattro chiacchere- spiegò sorridendo gentilmente. -Anzi, forse è
meglio che vada.-

-Oh, va bene-
-Vuoi che ti accompagni a casa?- chiese l'amica alzandosi dalla sedia di quel piccolo bar.
-Oh, non c'è n'è bisogno, mi farò una camminata e poi tornerò a casa- sorrise di rimando, Ysabel.
-Come preferisci, io vado. Ciao bella- disse Emma avvicinandosi e lasciandole un bacio sulla guancia per poi salutarla nuovamente con la mano.
-Ciao- sorrise Ysabel.

Si voltò verso il bancone, dove vi erano esposte diverse pietanze e leccornie varie.
Puntò lo sguardo su dei pasticcini.


-Scusi? Mi potrebbe incartare questi?-







IMPORTANTE, LEGGERE!!

Jeade's point of view:

Ehi tesori!
Eccomi qui! Dopo una lunga assenza.. lo so! E mi dispiace.
Purtroppo ho avuto, come dire, un blocco dello scrittore. Non avevo la minima idea di cosa scrivere. Volevo creare qualche colpo di scena, ma in mente avevo solo scenette monotone e alquanto noiose. Infatti, non so per certo come sia risultato ai vostri occhi questo capitolo.
E francamente, ho un pò paura di avervi annoiate.

Dunque, che dire a proposito dei capitoli successivi?
Vi annuncio che stò già buttando giu il ventunesimo capitolo e quindi, non mancherà molto alla pubblicazione del ventesimo (ma ovviamente questo, dipende da voi e dalle vostre bellissime recensioni che spero di trovare. Vi dico, siete stupende e ogni volta che mi scrivete è un emozione unica. Siete gentilisse, spiritose e carinissime nei miei confronti e non so davvero come ringraziarvi per tutto questo appoggio).

Vi spoilero alcuni eventi che spero vi faranno piacere.
Dunque:
Nel ventesimo capitolo usciranno due personaggi (benché non siano personaggi emergenti, saranno uno sbocco per capire diversi fatti che non vi ho ancora del tutto presentato).
In più nel ventunesimo capitolo, come vi ho promesso da troppo tempo, finalmente torneranno alla carica  Margot ed  Harry!  Così riuscirò ad accontare tutte quelle che gli shippano da sempre!
Ps: decidete voi il nome da affidare alle coppie, io non sono molto abile in queste cose haha!

Detto questo vi mando un bacione, buon proseguimento delle vacanze! xx
Pps: tra una settimana, finalmente mollo tutto e parto! Ma non preoccupatevi, riuscirò ad aggiornare la sera.
Tanto il pc lo dovrò portare dietro per continuare le maladettissime mansioni da studente!

Un saluto generale da Jeade xx
   
 
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