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Autore: Jade_Horan    24/07/2014    5 recensioni
23 luglio 2024.
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La storia parla di un Liam Payne ormai padre, che ricorda con felicità e malinconia i momenti della band, raccontandoli a sua figlia come se fossero una favola.
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Dalla storia:
«Ogni 23 luglio, la band si riunisce per fare un concerto. I cinque ragazzi ormai sono tutti sposati, e molti di loro hanno figli. Ma amano incontrarsi, cantare assieme, raccontarsi le loro giornate, proprio come facevano tanti anni prima. Gli One Direction non si sono mai sciolti. E finchè l’amicizia tra i cinque sarà forte e bella proprio come lo era all’inizio, gli One Direction continueranno ad essere una band.»
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Generale, Fluff, Malinconico, Sentimentale.
Scritta il 23.7.2014, per i quattro anni di quella band che sta vivendo ancora il suo sogno, e che ha fatto in modo di realizzare il mio.
Non smetterò mai di ringraziarli per questo.♥
~Jade_Horan.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Story Of My Life.


 
La luna e le stelle non erano coperte dalle nuvole, in quella notte del 23 luglio, una data molto cara a Liam Payne.

L’uomo era appena tornato a casa, e se ne stava seduto sul divano, sfinito. “Non sono più giovane come una volta!” pensò, nonostante non avesse nemmeno quarant’anni e la sua energia fosse ancora tanta.
In quel pomeriggio aveva tenuto uno di quei rari concerti che, ogni tanto, faceva con i ragazzi.
Di solito la band si riuniva in tutti i 23 luglio, per cantare qualcuna delle loro canzoni più celebri, e Liam si stupiva sempre di come, col passare degli anni, la gente venisse sempre numerosissima, e la notizia della loro straordinaria riunione circolasse sempre su tutte le riviste, le radio e le televisioni.
Era importante, per lui, sapere che nonostante non facessero più album e concerti a non finire, qualcuno si ricordasse ancora di loro.



Quel 23 luglio, dopo circa un paio di mesi che non li vedeva, Liam Payne aveva rincontrato incontrato i ragazzi.
Erano rimasti amici, ovviamente, ma ormai ognuno di loro aveva una famiglia con cui passare del tempo, dei figli da accudire, ed altre cose per cui la loro “band” passava inevitabilmente in secondo piano.

Liam aveva rivisto Harry e sua figlia, trovando incredibile – per l’ennesima volta –  la somiglianza dei suoi occhi con quelli del padre.
Aveva rivisto Louis, il quale aveva spalancato la porta urlando e salutando tutti con un tono di voce tre volte più alto del normale.
Aveva rivisto Niall, il quale aveva parlato per una buona mezz’ora del fatto che la barba lo facesse apparire più vecchio, e – dulcis in fundo – Zayn che, a parte per i tatuaggi, era cambiato davvero poco dallo Zayn di una decina d’anni prima.
 

Erano cinque uomini, adesso, ma amavano rincontrarsi e parlare di come andavano le cose, di come fosse la loro vita “normale”.

Alcune volte si riunivano ancora attorno al fuoco e cantavano qualcosa, proprio come quei giorni in cui si erano conosciuti davvero.
Quei giorni trascorsi nella casa in montagna del padrino di Harry, quei giorni in cui era nata la loro amicizia.

Erano solo cinque “bambini” che vivevano ogni singolo momento al meglio, e che volevano vivere al meglio anche la loro opportunità: quella di essere una band.


Liam lasciò scorrere una lacrima di gioia sul suo viso, ricordando quei tempi in cui nessuno di loro sapeva cosa sarebbe successo in futuro.
Quei tempi in cui erano così increduli di essere nel programma, di poter cantare davanti a tutta quella gente e di poter salire su un palco ogni settimana.


Era davvero molto sentimentale quando si trattava dei suoi ricordi, specialmente di quei ricordi,  e non si vergognava del fatto che si fosse commosso.

Anzi, succedeva spesso. Per lui, quei momenti erano stati i più belli della sua vita, ed amava ricordarne ogni singola sfaccettatura.



«Papà?» due occhioni color nocciola ed una massa di ricciolini castani fecero capolino dalla prima porta a destra del secondo piano.
«Cosa ci fai ancora sveglia, Nicole?» le chiese Liam dolcemente, asciugandosi quella lacrima che si era lasciato scappare col palmo della mano.
«Volevo darti la buonanotte…» disse, mortificata, come se avesse fatto qualcosa di male.

Liam ridacchiò, e – dopo aver salito le scale – si avvicinò alla bambina, accovacciandosi di fronte a lei, in modo da rendere più o meno uguali le loro altezze.
Le posò un bacio sulla fronte, che lei asciugò con la mano in un gesto buffo ed impacciato, tipico della madre. «Somigli alla mamma, sai?» le chiese, sorridendole appena.
«Me lo dici sempre, papà!» sbuffò lei, con la sua vocina acuta e le mani sui fianchi, facendo ridere di nuovo Liam. «Perché non mi racconti più le storie, papà?» chiese innocentemente, cogliendo l’uomo alla sprovvista.


Liam ci pensò un po’ su e, dopo qualche secondo, pronunciò le parole che la bambina avrebbe voluto sentire. «Se vuoi oggi posso raccontartene una. Ma…» aggiunse «… sarà una di quelle storie di cui non ti ho mai parlato!»
«Si!» esclamò entusiasta lei, saltando tra le braccia del castano. Liam rise, poiché la risata di sua figlia faceva stare bene anche lui.


La prese in braccio ed entrò nella sua cameretta.
Accese la luce fioca del lume che si trovava sul comò e, con estrema attenzione, appoggiò la bambina sul letto. La sistemò per bene tra le coperte, sedendosi accanto a lei.

Sentiva già i brividi all’idea di raccontarle quella storia e, non appena si schiarì la voce «Non prendi il libro delle storie, papà?» lo interruppe la bambina.
«No, principessa, questa storia è talmente bella che la conosco a memoria. Sicura di volerla sentire?»
«Più che sicura!» esclamò lei felice.
«Okay.» e sorrise, Liam, perché quella storia gli stava davvero a cuore.

Si schiarì per un’ultima volta la voce e, non sapendo come cominciare, iniziò con un classico «C’era una volta» detta quella frase la bambina sorrise, mettendosi a sedere in una posizione più comoda. «un ragazzo. Era un ragazzo come tanti. Si chiamava… Liam.»
«Come te, papà?» chiese sorridendo. Aveva un’aria così innocente che faceva apparire un sorriso anche sulle labbra del padre.
«Si, si chiamava come me. Si chiamava Liam. Quando era più piccolo, questo ragazzo veniva preso in giro dai suoi compagni di scuola, perché andava bene in tutte le materie e perché trovava un po’ di difficoltà nel fare amicizia con le persone. Nessuno veniva mai ai suoi compleanni. Liam era vittima di giudizi ed insulti, ogni giorno. Ed era triste, Liam, per via di queste prese in giro…» il castano sistemò una ciocca dei capelli della bambina, che era scivolata sul suo viso angelico, anche se lei era troppo presa dalle parole del padre per accorgersene. «Un giorno, la famiglia di Liam si trasferì, e fu così in tutte le estati. Liam affrontò varie volte il fatto di essere “quello nuovo” a scuola. Le uniche due cose positive, nella vita di Liam, erano la sua famiglia e la musica. Il padre di Liam diceva sempre a tutti che suo figlio sapeva cantare, e che un giorno avrebbe sfondato nel mondo della musica.»
«E Liam riuscì a realizzare il suo sogno?» chiese la bambina, sorridendo, impaziente di sapere il finale.
«Ehi, un secondo!» ridacchiò, dato che quello non era nemmeno l’inizio. «Liam, quando cantava, si sentiva bene e sicuro di se stesso. Il sogno di questo ragazzo, infatti, era diventare un cantante. Per realizzare questo sogno, a quattordici anni, Liam partecipò alle audizioni di X Factor, quel programma che vediamo sempre io e te alla tv, il venerdì sera.» la bambina sorrise, annuendo. Era il suo programma preferito, e Liam lo sapeva eben. «Ma, il ragazzo, non venne preso. Ci riprovò ancora, due anni dopo, ma non venne preso nemmeno quella volta.»
«Ma papà, questa è una storia triste!...» notò la bambina, con una smorfia di tristezza sul viso.
«No, non è affatto triste. Perché Liam, precisamente il 23 luglio del 2010, alle 8 e 22 del pomeriggio, vide il suo sogno avvicinarsi sempre di più, così vicino che gli pareva quasi di toccarlo…»
«Era diventato un cantante?»
«Quasi. Ma soprattutto, la cosa più importante di tutte, aveva conosciuto delle persone bellissime. Aveva quattro nuovi migliori amici, con cui aveva formato una band. Insieme a questi quattro ragazzi, Liam poteva partecipare ad X Factor. La seconda volta che provò ad entrare ad X Factor come solista era stata un disastro, ma – con questi quattro ragazzi – avrebbe potuto cantare sul palco di quel programma, e partecipare assieme a loro come un gruppo. Era strano, per Liam, cantare in una band anziché da solo, ma quei cinque ragazzi, insieme, erano più forti, poiché ognuno di loro, proprio come Liam, sognava di essere un cantante.»
«Quindi Liam era stato rifiutato da solista, e poi era stato messo insieme ad altri ragazzi in un gruppo?»
«Proprio così, piccola.» le sorrise «La loro amicizia, col passare del tempo, era diventata sempre più forte. Passavano le settimane, e gli One Direction – così si chiamava la band dei cinque –  cantavano ad ogni puntata di X Factor. Piacevano alla gente, e Liam non riusciva a spiegarsi perché.»
«Erano bravi, papà?»
«Bravissimi, tutti e cinque, ma erano molto più bravi insieme. Era l’essere sempre uniti, che li rendeva così straordinari.»  sorrise malinconicamente, ricordando quei giorni. «Un giorno…» narrò «arrivò la finale del programma, ed i cinque ragazzi…»
«…vinsero e diventarono famosi!» esclamò la bambina, felice, alzando le braccia in aria. Il padre sorrise – anche se nel suo sorriso c’era un accenno di tristezza – , guardando un punto impreciso delle coperte color lavanda che ricoprivano il letto della figlia.

Fece un leggero cenno di negazione, e continuò a narrare la storia. «No, gli One Direction non vinsero X Factor. Arrivarono al terzo posto, che era comunque un buon risultato. Ma, per diventare dei cantanti e realizzare il loro sogno, dovevano arrivare primi, a tutti i costi. Loro ci credevano davvero così tanto in quel sogno, e…»
«…e la storia finisce così, papà? Finisce male?» chiese lei, con voce incredula.
«No, non finisce qui, anche se Liam ed i suoi amici avevano creduto che fosse così. Gli One Direction rimasero uniti, uniti in quel legame forte chiamato “amicizia”. Grazie a questa i ragazzi riuscirono ad andare avanti. Firmarono un contratto, incisero il loro primo singolo, per poi passare a fare un album e persino un tour. Liam ed i suoi amici non potevano crederci. Avevano tantissime fans, che ogni giorno li sostenevano e li facevano sentire amati. E’ soprattutto grazie a queste fans che la band è andata avanti. Si, avevano talento, ma senza le fans non sarebbero andati da nessuna parte. Tutte loro, ogni singola persona, aveva cambiato la vita ad i cinque componenti della band.»
«E a loro piaceva essere così famosi?»
«Certo, ma per loro la fama non era tutto. Per loro l’amore delle fans era la cosa più importante.»
«E non trovarono difficoltà? In tutte le storie ce ne sono…» Liam ridacchiò. La bambina era sempre stata curiosa.
«Certo! Dovettero affrontare i pregiudizi, i temibili paparazzi, i giornalisti bugiardi e…» cominciò con un tono che faceva sembrare la storia più avventurosa.
«Un drago!» esclamò lei, facendo ridere il padre. «Come mai ridi, papà? Sei cattivo!» mise il broncio, tirandogli un leggero pugno sul braccio.
«No, tesoro, i draghi non esistono in questa storia.» le sorrise «Liam ed i suoi quattro migliori amici, col passare del tempo, divennero sempre più famosi. Così velocemente, che nessuno di loro riusciva a crederci. Era come vivere in un sogno, in un bellissimo sogno che sembrava non avere mai fine. Gli One Direction ormai giravano il mondo, cantavano nei più grandi stadi esistenti, e vincevano moltissimi premi. Per loro, però, era ancora troppo strano per essere realtà. Fino a qualche anno prima, quello era sempre e solamente stato un sogno, chiuso a chiave in un cassetto. Ma questo sogno, in qualche modo, si era realizzato.»


Ci fu qualche secondo di silenzio, finchè la domanda di Nicole non lo interruppe. «E come è finita la storia, papà? Liam ha mai trovato l’amore?»
«Certo! Liam aveva conosciuto una ragazza bellissima, gentile e solare. Sempre pronta a farlo sentire unico e speciale come nessun’altro. Liam la amava davvero moltissimo. La bellissima ragazza faceva la ballerina, e si chiamava…»
«Danielle!» esclamò la bambina, facendo ridacchiare Liam.
«Come la mamma!» sorrise «Danielle e Liam si erano innamorati nello stesso periodo in cui lui stava diventando famoso, mentre lei lo era già. Liam le dedicava le proprie canzoni e, quando era in tour, le spediva regali per non farle sentire la sua mancanza. Si amavano molto e, un giorno, decisero di sposarsi. Ebbero anche una bellissima bambina, di nome Nicole.»
«Come me?!» esclamò contenta ed incredula la bambina, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto «e la storia come finisce, papà?»
«Ogni 23 luglio, la band si riunisce per fare un concerto. I cinque ragazzi ormai sono tutti sposati, e molti di loro hanno figli. Ma amano incontrarsi, cantare assieme, raccontarsi le loro giornate, proprio come facevano tanti anni prima. Gli One Direction non si sono mai sciolti. E finchè l’amicizia tra i cinque sarà forte e bella proprio come lo era all’inizio, gli One Direction continueranno ad essere una band.» Liam sentì gli occhi farsi fin troppo umidi e, cercando di non far notare il suo tono di voce tremante, continuò a narrare la sua storia. «Le fans li amano ancora, e loro amano ancora i fans. Non è mai cambiato nulla, in tutti questi anni. La loro amicizia è rimasta la stessa, e sempre rimarrà così. E vissero tutti… felici e contenti.» la voce di Liam si spezzò non appena disse la parola “tutti”, ed una lacrima gli rigò il viso, nonostante stesse sorridendo.

«E’ bellissima, papà. La storia più bella che tu mi abbia mai raccontato.» disse la bambina, con voce sottile ed il sorriso sulle labbra.
«Sono felice che ti sia piaciuta, principessa.» rispose il padre, con la voce leggermente modificata dalle altre. Sua figlia sapeva scaldargli il cuore come nessun’altro riusciva a fare.

«Papà, ma se la storia è bella, perché stai piangendo?» chiese lei, innocentemente.
«Perché questa storia mi piace davvero tanto, principessa.» sorrise, asciugandosi le lacrime. Quelle lacrime fatte di emozioni talmente pure che, imbottigliandole, avrebbero potuto rappresentare la concretezza di sentimenti come la contentezza, la malinconia e l’amore. «Adesso papà va a dormire, okay?»
«Va bene papà, buonanotte.» disse lei, posandogli un bacino umido sulla guancia, per poi ridere. «la tua barba mi fa il solletico.»
Liam sorrise. Anche Danielle glielo ricordava sempre. «Buonanotte» le sorrise un’ultima volta, per poi alzarsi dal letto.


Aveva una sensazione bellissima, all’altezza del petto, nonostante le lacrime.

Quella era la sua storia, e l’amava in ogni sua singola sfaccettatura.


«Papà, aspetta!» esclamò lei, facendolo girare
«Cosa c’è?» chiese, pazientemente, guardandola.
«Non mi hai detto come si chiama questa storia.»
«Oh, scusami, me ne sono dimenticato. La storia si chiama come una canzone degli One Direction: “Story of my life”»
Si sorrisero, entrambi.
Liam, lasciò un bacio sulla fronte alla bambina e le spense la luce.

«Me la racconterai anche domani, papà?» la voce della bambina risuonò un’ultima volta nella camera color lavanda.
«Certo, te la racconterò anche domani.» socchiuse la porta e, pensando ai ricordi, sorrise tra sé e sé.
 
 
“La storia della mia vita, la porto a casa, guido tutta la notte,
 per cercare di tenerla al caldo… ed il tempo è congelato.
La storia della mia vita, le do speranza, spendo il suo amore,
finchè non ne ha più dentro…
La storia della mia vita.”
 - One direction,  Story Of My Life.

 
Note d'autrice 
(se così posso definirmi)
 
Ciao a tutti :)
Mi presento: Jade Horan qui su efp e Martina nella vita di tutti i giorni.
Cecherò di essere breve, anche se non è proprio il mio forte:
Ho scritto questa storia ieri, per il quarto "compleanno" dei ragazzi.
Hanno fatto davvero davvero tanto, per me.
Sono la mia ispirazione, il mio sogno, il mio pensiero fisso, il mio sorriso ed il mio orgoglio.
Perchè si, loro sono una delle poche cose che mi rende orgogliosa di questo mondo.
Sono la cosa più speciale e preziosa che io abbia, e li amo infinitamente.
Mi ritrovo parecchio in molte cose di Liam, ed ho voluto scrivere questa storia che - sinceramente non mi piace moltissimo - spero vi abbia lasciato qualcosa di positivo. 

Posso solamente aggiungere che ho messo degli accenni Peazer perchè quei due erano davvero troppo teneri, e che la figlia di Liam si chiama 'Nicole' dal nome di Nicole Scherzinger. Il figlio, invece, si sarebbe chiamato 'Simon'.

Ho scelto il momento peggiore per pubblicarla, poichè sono in pigiama ma devo uscire e prepararmi, truccarmi per rendermi presentabile, e cercare di nascondere l'evidente bruciatura dovuta a tre ore e mezza passate in acqua a giocare a schiaccia sette con mio cugino di diciannove anni e molta altra gente.
(e voi state pensando "ma cosa ce ne importa?!)", lo so ahah


Posso solo ringraziare l'ennesima volta i ragazzi per ciò che hanno fatto per me, ed augurarvi una splendida estate:)


 Vi lascio qualche mia One-Shot recente nel caso vi andasse di leggere qualcosaltro di mio, un bacio!

Chuck vs. le piccole cose (Chuck, serie tv)
Inaspettato I tasselli del puzzle (originali)
Heart's on fire (originale)

  
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