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Autore: Mizuazu    24/07/2014    1 recensioni
Makoto ha deciso che all'Iwatobi i suoi sogni non hanno futuro.
Decide dunque di partire per Tokyo.
Riuscirà a prendere il treno oppure verrà fermato?
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Il treno che parte dall’Iwatobi diretto per Tokyo sta per partire, ultima chiamata. Si consiglia ai signori passeggeri di raggiungere immediatamente il binario designato-
                        
Arrivato al binario, Makoto con un borsone a tracolla e una valigia accanto a sé fissava quel treno che lo avrebbe portato ad una nuova vita.
Una vita senza Haruka Nanase.
Salì a bordo, mostrando il proprio biglietto al controllore che lo accompagnò alla propria cabina.
Per ora non c’era nessuno, ma sperava d’incontrare gente simpatica e ben educata, che gli facesse passare il viaggio senza pensieri. Si sedette dopo aver sistemato le valigie  e con la testa si poggiò al vetro freddo del finestrino. Volse lo sguardo tra la folla di persone che attraversavano la stazione in un via vai frenetico e per un attimo chiuse gli occhi.
 
Li riaprì e una scena inaspettata gli si presentò davanti.
Vide Haruka che si destreggiava tra la folla, guardando ovunque come se cercasse qualcuno. Makoto si alzò di scatto e poggiò le mani sul vetro, non riuscendo comunque a farsi notare, allora cominciò a chiamarlo battendo ripetutamente il pugno contro il vetro.
Haruka non vide né sentì l’altro ragazzo ma lo percepì, come succedeva sempre tra loro da quando si conoscevano. Haru gli fece cenno di scendere e Makoto, prendendo valigia e tracolla scese di nuovo dal treno.
Una volta l’uno di fronte all’altro si fissarono per interminabili secondi, come se si vedessero per la prima volta.
Makoto pensò che gli occhi di Haru non fossero mai stati così belli e ricchi di sentimenti come quel momento.
- Makoto…- Haruka spostò un attimo lo sguardo di lato, per poi tornare a guardarlo, mentre una lacrima gli solcava la guancia destra.- Non andare-
Il castano allora non ce la fece più e abbracciò il moro piangendo, promettendogli di non andarsene più.
 
Il loro primo bacio avvenne come Makoto aveva sempre immaginato potesse piacere ad Haru: circondati dall’acqua da lui tanto amata, che li racchiudeva nel loro piccolo mondo. Il loro fu uno sfiorarsi di labbra, molto timido e consapevoli che in riva gli altri stavano giocando a palla e che sarebbe bastato che uno di loro si fosse girato nella loro direzione per notare la loro assenza in superficie.
Quell’acqua sarebbe stata la protettrice del loro segreto.
 
Dirlo successivamente ai loro amici fu tutto sommato semplice.
Il piccolo Nagisa, così  spensierato e allegro disse di aver sempre saputo che i loro sentimenti li avrebbero spinti in quella direzione.
Gou era letteralmente entusiasta, li abbracciò e gli augurò ogni bene e, sorridendo furba, gli chiese se in futuro l’avrebbero invitata al loro matrimonio.
Rei rimase un attimo attonito, ma successivamente si complimentò con loro perché insieme erano davvero bellissimi.
Rin li fissò per tutto il tempo e dopo un messaggio veloce al cellulare si alzò, dando una pacca sulla spalla a Makoto e poggiando la mano sulla spalla di Haruka porgendogli le sue felicitazioni. Li guardò per tutto il tempo con sguardo triste e rassegnato andandosene poi quando lo venne a prendere Nitori, forse pensò Makoto, per Rin quel giorno fu l’inizio di una nuova storia dove la controparte era qualcuno che lo poteva amare.
 
Con i loro genitori fu un po’ più complicato e decisamente più imbarazzante.
I genitori di Haruka già molto assenti di per sé continuarono a vivere le loro vite come se nulla fosse accaduto, ignorando di avere un figlio e rifiutandosi per mesi di andare a trovarlo, ma alla fine dovettero arrendersi all’evidenza dei fatti.
Quelli di Makoto invece a parte una leggera preoccupazione, dovuta più che altro alla decisione di loro figlio di abbandonare i progetti di studiare a Tokyo per stare con l’altro ragazzo, ma vedendo il sincero amore tra i due ne furono solo felici.
 
Decisero di vivere insieme una notte, quando Makoto, scostata la tenda per vedere se l’altro fosse andato a dormire, lo vide sul balcone mentre una leggera pioggia primaverile scorreva su di lui rendendogli i vestiti fradici a fargli da seconda pelle.
Il castano preoccupato andò a casa sua e lo riportò dentro. Poi con un telo gli asciugò la testa, mentre lo rimproverava con veemenza.
- Si può sapere cosa facevi lì?! Potevi prenderti un accidente!-
Il moro, con il volto parzialmente coperto dal telo, afferrò le mani del più grande.
- Io...volevo vederti...-
Makoto lo fissò con occhi sbarrati.
- Ma... perchè non mi hai chiamato?-
- Non volevo disturbare.-
- Tu non disturbi mai!- alzò la voce stavolta Makoto, scuotendo l'altro con forza.
Haruka lo fissò, come quella volta alla stazione davanti al treno in partenza.
- Makoto, vieni a vivere con me. Qui.- 
Il ragazzo trattenne il respiro non credendo alle proprie orecchie e piangendo abbracciò Haruka, ripetendo sì così tante volte, da sincronizzarsi con ritmo dei loro cuori, che ormai battevano all'unisono.
 
 
Erano anni armai che stavano insieme, stessa casa e stesso portico.
Seduti per terra con le mani intrecciate, agli anulari dei sottili anelli in oro bianco e proprio lì in quel momento, quando tutto era perfetto a Makoto venne in mente che lui e Haru non si erano mai dichiarati i propri sentimenti come farebbe una qualsiasi coppia.
Decise, così a cuor leggero, dettato dalla loro unione ormai solida, di esporre la questione al suo compagno.
Haruka lo guardò con una strana espressione in viso, come se fosse addolorato dal discorso intrapreso dall’altro.
- Haru... Io ti amo.- mormorò con un piccolo sorriso, vi si potevano vedere le orecchie rosse per l'imbarazzo.
Il moro chiuse gli occhi con espressione sofferente, di chi aveva appena ricevuto un colpo fisico. 
Poi lo guardò e con mani tremanti gli afferrò il viso in modo che l'altro non potesse distogliere lo sguardo e Makoto stranamente notò che la figura del compagno si faceva sempre più sfocata e tremolante come se lui avesse iniziato a piangere senza rendersene conto.
Haruka prese fiato.
- Ma-ko-to... io…-
Ma la voce lo raggiunse come un eco lontano.
E poi fu il buio.
.
.
.
.
.
.
Makoto aprì i suoi verdi occhi e si ritrovò appoggiato nel freddo vetro di quel treno che pensava di aver perso anni fa.
E invece era lì, in corsa diretto verso Tokyo.
Era stato tutto un sogno.
Una risata, dapprima un risolino, per poi aprirsi in una vera e propria risata isterica che scosse le sue grandi spalle.
Fu improvviso il primo singulto che lo colpì, i singhiozzi e le lacrime successivamente si sommarono bagnando il vetro su cui era ancora appoggiato, come se non avesse la forza nemmeno di muoversi.
Fissò il suo riflesso, gli occhi rossi e i capelli totalmente stravolti, e un'ultima lacrima scese sul suo viso, così simile a quella che aveva visto scorrere nella sua fantasia sul volto dell'uomo che da sempre amava.
Si asciugò le guance umide e si focalizzò sul paesaggio che veloce scorreva.
Diretto verso una nuova vita. 
 
 
 
 
 
 






*Scoppia una palla fumogena dai colori arcobaleno*
Ehm, salve! Sono Alba(ma va?) e finalmente riesco a ricordarmi di mettere l’angolo autore nella mia storia yeah! E soprattutto sono sbarcata anche nel fandom di Free! *abbraccia i ragazzi in tenuta da nuoto palpeggiandoli per “sbaglio”*
Ma non sono qui per fare l’idiota.(?)
Parliamo di cose serie,(??) avete visto com’è allegra la mia storia si? L’idea l’avevo sempre avuta, ma con la nuova stagione di Free! E la paura concreta che il mio marito ideale (Makoto per chi non l’avesse capito) parta davvero per Tokyo ho deciso di mettere loro due come volti della storia.
Vi consiglierei di leggere la storia con cuffie alle orecchie e “Where Is My Mind - Yoav (feat. Emily Browning)” a palla(Si è quella che si sente anche in Sucker punch).
Devo a questa versione il titolo e soprattutto tutta la storia che è nata, spero che anche a voi trasmetta gli stessi angoscianti sentimenti che ha espresso a me ( se avete bisogno di un fazzolettino ve li presto volentieri).
Ora passiamo al ringraziamento ufficiale alla donna che sopporta i miei flash e soprattutto la mia punteggiatura a random XD (per non parlare del mio modo di esprimermi) la sola ed unica----- Mitsuki no Kaze *scoppiano petardi attorno a lei* davvero se non fosse per lei a quest’ora il vostro cervello sarebbe andato in pappa dopo aver letto la mia storia u.u (quindi ringraziatela come si deve andando a leggere le sue storie u.u anche di questo stesso fandom!) bene, devo dire altro? *fissa il vuoto* non penso quindi me ne vado(ma tornerò). commentate se vi piace, ma anche se non vi piace io non mi offendo XD (Vi amo anche se leggete soltanto <3)
Cià ----
 
- Alba
 
*Sparisce con un altro fumogeno colorato*  
   
 
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