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Autore: anqis    25/07/2014    2 recensioni
È questione di una manciata di secondi ma è come prendere una boccata d'aria dopo esser stata sott'acqua e i polmoni si infiammano e hai male a respirare; allora mi domando: è sempre stato così prima di te?
2/4 della serie Skinny Love [Harry/Birdy]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Skinny Love'
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(02) In the morning 


In the morning when you wake up
I like to believe you are thinking of me
And when the sun comes through your window
I like to believe you’ve been dreaming of me

| Tee Shirt, Birdy 






Ciao,
è tardi sai? Dovrei svegliarti perché ieri sera mi hai promesso di scendere a prendere le brioche calde e so che ti scoccia non riuscire a mantenere la parola. 
Sto pensando a come potrei destarti, mentre uno sbuffo di aria scosta le finestre accostate e le tende bianche mormorano fruscii in questa camera di luci e ombre.
Potrei carezzarti il viso, tracciare con l'indice la linea precisa della mascella, soffermarmi sullo zigomo alto e sprofondare nella fossetta che ti compare quando riposi con la guancia contro la fodera del cuscino. Dormi sempre così, mi sono accorta svegliandomi la mattina con te: un braccio sotto di esso e l'altra mano che mi cerca e mi trova, ché sono sempre qui, vicino a te. E se non ci sono, mi cerchi tu e mi tieni con te, anche quando fa caldo senza le lenzuola, o freddo e allora forse sono io che con le dita sempre fredde ti vengo incontro. 
Potrei lasciarti dei baci, sulla nuca dove le ciocche si fanno più ricce, poi sulle spalle nude e scenderei lungo la schiena, soffiando e ridendo nella fossetta tra le scapole, dove mi piace nascondermi dopo che abbiamo fatto l'amore e tu mi hai appena detto che ti piace come sussurro il tuo nome, aggrappandomi alle tue spalle sudate, come se fosse l'unico appiglio. Sai come mi sento fragile ogni volta? Però tu ridi e mi piace come trema il tuo petto tra le mia braccia, le mani congiunte sopra il tuo cuore che a volte ho l'impressione che rida anche lui. Mi dai della stupida per questo mio pudore, ti districhi dalla mia stretta solo per voltarti e intrappolare me. È questione di una manciata di secondi ma è come prendere una boccata d'aria dopo esser stata sott'acqua e i polmoni si infiammano e hai male a respirare; allora mi domando: è sempre stato così prima di te? Che mi sale la paura di dover vivere con questo dolore al petto forse non per sempre, ma per troppo tempo, con la fatica di vivere di aria che non sa di te. Invece, la tua pelle profuma un po' di me  e di quell'amore consumato tra le lenzuola mentre ci affondo il viso.  
Potrei svegliarti in tanti modi e godermi il verde confuso e liquido dei tuoi occhi, la gote arrossata e le tue labbra ancora gonfie dai baci di una notte, con una mia mano incastrata tra i capelli e un mugolio tra le corde vocali della tua gola; e mi innamorerei ancora una volta del sorriso gentile che stireresti sul viso per darmi il buongiorno, un po' assonnato, ma consapevole delle parole celate che nessuno conosce il peso e l'effetto che hanno su di me e la mia mente. Ti guarderei con le guance arrossate e riderei di gusto nel vedere l'allarme sondare i tratti del tuo viso nel dirti che sono già le nove e chissà se le brioche ai frutti di bosco ci sono ancora. In quella confusione di braccia e gambe che sei, ti vestiresti della maglietta bianca e troppo leggera per il mese di marzo che ho cercato di toglierti, ma poi ci hai pensato tu stringendola dal retro e tirandola con un gesto veloce e impaziente. Gli skinny jeans che ci hanno tolto minuti che hai recuperato poi e gli stivali da buttare. 
Correresti verso la porta e poi torneresti indietro per lasciarmi un bacio - che a chi importa del fiato mattutino? - di peso, travolgendomi e strappandomi una risata; e nell'andare via, ti prendere il viso tra le mani e ti tratterrei, ignorando le tue proteste.
"Odio quando fai così"
"Rimani"
Lo faresti? Rimanere, dico. Vorrei chiedertelo, ma il timore che tu rigiri la domanda è palese nella pelle d'oca quando ci penso e socchiudo la bocca, ma poi taccio. Perché forse, nonostante tutto, potrei dirti di no e penso capiresti. Perché infondo abbiamo una agenda di appuntamenti, delle scale da salire e un volo prenotato; delle persone che ci aspettano seduti sui cigli dei marciapiedi, nelle felpe larghe e nell'intrepida attesa che i cancelli si aprano. Hai un microfono con il tuo nome scritto, io un pianoforte da suonare; noi poco tempo l'uno per l'altro.
Ti chiedo scusa allora mentre mi sollevo e vado a recuperare la maglietta a terra che mi sta due volte grande, e torno per incastrarmi sotto la mano che si é allungata sul lato del letto. Per non svegliarti, per l'egoismo di volerti tenere qui con me, ma non essere pronta a rimanere per te. Spero ti accontenterai di questo, dei biscotti secchi con cui faremo colazione e delle nostre mani intrecciate. 




   
 
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