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Autore: luna_storta    25/07/2014    0 recensioni
Questa è una storia che riprende il fantastico Cameron Briel, dopo tutta la sua esperienza con Luce e Daniel, quando loro ormai sono solamente dei comuni mortali innamorati. Cam conoscerà per caso una ragazza che esercita su di lui un fascino particolare. Inizierà a viaggiare nel tempo e conosce una seconda ragazza, con cui nasce qualcosa in una Germania barocca. Ad un certo punto però, farà una scoperta che cambierà completamente il loro rapporto. Sarà la loro fine? Oppure semplicemente un nuovo inizio?
Quella sera, quando chiuse gli occhi, non sognò tenebre, ma vide dei capelli color grano volare secondo le decisioni del vento e due occhi verdi sorridere. Per lui.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cam si era diretto nel bar dove aveva avuto il primo appuntamento con Luce fuori dalla Sword & Cross. E anche l'ultimo, ad essere precisi.
Si era rintanato lì dopo che la ''bella'' notizia sulla mortalità di Luce e Daniel era passata alle orecchie di chiunque. Ormai ne aveva fin sopra i capelli. Erano due comuni innamorati adesso, perché continuare a parlarne? "Perché la loro storia d'amore sarà eterna e vivrà per sempre'' dicevano tutti. 
Ogni tanto c'erano ancora delle volte in cui si perdeva a rimuginare sulla sua storia fallita con Luce. Lui l'avrebbe davvero potuta rendere felice. In quei 5000 anni aveva imparato ad amarla davvero. Si pentiva di ogni secondo in cui avrebbe potuto farla innamorare di sé perdutamente, ma non l'aveva fatto. Si pentiva in particolar modo del libero arbitrio che aveva lasciato alla felicità di Daniel mentre lui aveva passato secoli a piangere sul fallimento con Lilith.
<< Un altro bicchiere. >> disse al barista.  
Era ormai il quinto bicchiere che buttava giù tutto d'un sorso. O forse il decimo o l'undicesimo. A dire il vero non gli importava. Voleva bere. Certo, non voleva essere ubriaco, voleva solo bere.
<< Adesso io vado, a domani Clive. >> disse con voce melanconica.
<< A domani. >> 
Così fu. Cameron si presentò da lui, il giorno seguente. E anche quello dopo. E quello dopo ancora. Fino a quando, passarono due mesi.
♦ ♦ ♦
Quel giorno entrò dicendo: << Il solito, grazie. >>
Nella vita le cose belle accadono in due momenti: quando meno te lo aspetti e quando non le cerchi, quel giorno, era uno di quelli.
Cam aveva un'aria notevolmente trasandata. La barba era abbastanza lunga per l’uomo fascinoso che era abituato a essere, faceva veramente vergogna! I suoi capelli erano messi allo stesso modo: lunghi, incurati, ed era abbastanza evidente che era passato un bel po' di tempo dal suo ultimo bagno. I suoi occhi erano tristi, ma di rado si vedevano; poiché un lungo ciuffo ribelle li oscurava. Il suo andamento era ogni giorno sempre più ciondolante e ogni giorno più triste. Qualcosa era successo, evidentemente.
<< Cam, sono ormai due mesi che vieni, giorno dopo giorno...>>
<< Ho detto: il solito. >>
Dopo un paio di bicchieri, il barista se la sentì di riprendere: << Cam, cosa ti succede? Che fine ha fatto quella ragazza? Fammi vedere che sei ancora tu. Prendi a pugni qualcuno, fai rissa, fai baldoria ma dammi dei segni vitali, dimostrami che non sei morto. Per favore. >> era strana tutta quell'umanità da parte di Clive. Cam rise. Non avrebbe fatto rissa di nuovo con quegli zoticoni.
<< Lei ha preferito un altro, ecco cos'è successo. E poi, certo che sto ancora vivendo, d’altra parte, non posso morire: sono immortale. >> alle parole del barista suonò molto strano… dal momento che lui non sapeva poteva pensare tranquillamente che lui fosse ubriaco.
<< Cam forse è meglio che tu la smetta di bere, dico sul serio. >> ci furono un paio di minuti di silenzio, interrotti da qualche ordinazione e dell'aprirsi della porta. Nonostante fosse marzo dentro il bar faceva caldo e Cam si sentiva il sangue bollire nelle vene come se si trovasse in piena estate.  
Apparve in fondo alla sala una ragazza dai lungi capelli castano chiaro raccolti in uno chignon. Alla sua immediata entrata dai tavolini si erano sollevati alcuni fischi di apprezzamento. I suoi occhi guardavano in basso e lei non sembrava voler intraprendere una conversazione. Si diresse verso uno sgabello, e lì si sedette. Cam non si accorse di lei, fino a quando Clive non disse << Ehi bellezza, cosa ti posso servire? >>, chiaramente lui e suoi amici seduti ai tavoli erano delle stesse opinioni e delle stesse intenzioni su di lei e ve lo assicuro, non c’era nulla di casto in tutto ciò.
<< La cosa più forte che avete. >> rispose cupamente. Era quasi distratta dal mondo, sembrava non vedere nessuno. 
<< Questo una volta era un locale accesso tappezzato di risse! Adesso sembra solo un ritrovo di depressi! >> esclamò il barista << senza offesa! >> aggiunse dopo aver sentito i grugniti provenienti dalla sala, ma chiaramente non era rivolto a loro.
<< Sta' zitto Clive. >> tuonò Cam.
<< Ecco a te, bellezza. É vodka, non berla tutta d'un sorso ma non…Champagne! >>
Aveva smesso di ascoltare ciò che il barista farneticava, chiaramente intendo a provarci in un modo assolutamente pietoso, ma la sua attenzione era spuntata non appena aveva sentito quella parola: ChampagneEra quello che Luce aveva bevuto al loro appuntamento... nonostante tutto il tempo passato, il ricordo era ancora vivo dentro di lui. Ricordava ogni minimo dettaglio, il profumo della sua pelle, i suoi capelli adorabili come in tutte le sue vite... perfino i loro dialoghi; ogni singola parola. Tutti gli errori che aveva fatto, ora erano così evidenti. Avrebbe voluto potervi rimediare un istante dopo averli commessi. La nostalgia e i sensi di colpa lo stavano divorando. Per quello andava tutti i giorni in quel bar, forse voleva dimenticare, forse voleva cercare qualcosa di nuovo (anche se trovare qualcosa in un bar disperso lungo la costa era un'impresa assurda), o forse per qualcosa che non sapeva nemmeno lui.
Luce gli mancava, ma ormai non l'amava più. Aveva capito che c'erano altre donne. Forse anche più meritevoli di lei.
Tentò di pensare ad altro.
Che dire della ragazza seduta vicino a lui? Non era male, ma niente di spettacolare.
Era facile, pensò. Non sarebbe mai stata sua finché gli altri l’avrebbero guardata in quel modo, l’avrebbe sempre dovuta condividere. Per una volta in tutta la sua vita, voleva avere qualcosa di esclusivo, una ragazza tutta per sé, come mai ne aveva avute.  
Beveva lentamente ogni sorso, quasi fosse indecisa se farlo o no.                                                                                 
Qual era il suo nome?
<< Dolcezza, tutto bene? Cosa ci fai qui, sola soletta? >> disse in tono rozzo il barista.
La ragazza non rispose, ma come faceva ogni cinque minuti tirò fuori il cellulare e lo controllò; guardando semplicemente lo schermo e rimettendolo poi via con cura. Nulla, apparentemente.
<< Perché interessarsi del perché io sia sola? Non le basta sapere che le sto dando da vivere? Perché ammettiamolo, con questo misero bar che puzza di alcool guadagnerà giusto ciò che spende in prodotti. >> disse lei acida. Era carino il modo in cui sapeva mostrare gli artigli e allo stesso tempo rimanere composta e perfetta, dando persino del Lei a un uomo rozzo come Clive.                         
Ovviamente l’uomo era andato su tutte le furie e si era sporto oltre il bancone pronto a…a…già…a fare cosa? L’atmosfera del locale era completamente concentrata su di loro due.  
Fece per andarsene quando Clive esclamò: << Ehi ragazza, e il conto?! >> ancora tutto adirato.
<< Domani sarò ancora qua, pagherò domani. >> quella risposta suscitò improvvisamente l’attenzione di Cam.
La guardò uscire, i suoi jeans le aderivano perfettamente e davano alla perfezione l’idea della sua silhouette. La sua canottiera a righe bianche e rosse lasciava intravedere la schiena scottata. Aveva uno strano fascino e comprese i pensieri dei suoi conoscenti.   
Era strano, per i comuni mortali non aveva mai provato una tale curiosità, perché, era curiosità quella, vero? Aveva deciso: l'indomani le avrebbe parlato. Un sorriso eccitato gli comparve sul viso. Dopo mesi, aveva qualcosa da fare per intrattenersi.
  
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