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Autore: CriSnix    25/07/2014    4 recensioni
Era passato quasi un anno e mezzo da quando si era laureato in legge alla Hansei University con il massimo dei voti.
Un anno e mezzo durante il quale era cambiato tutto e che aveva perso tutto.
Rabbrividì per il freddo e si accese un’altra sigaretta mentre entrava nell’atrio del suo palazzo, non poco distante dallo studio legale Kim & Co.
Sorrise sghembo ripensando a quante cose erano cambiate e la prima che gli venne in mente era appunto il fumo. Ma quello era la conseguenza di tante altre cose avvenute in quell’anno e mezzo.
E’ buffo pensare quanto uno stupido pensiero, uno stupido ricordo possano cambiare la tua vita.

DISCLAIMER
I fatti narrati sono frutto di fantasia, con il mio scritto non intendo urtare la sensibilità degli artisti. I personaggi non mi appartengono in quanto reali.

SPIN-OFF de "Le beau garçon sans mercì"
[KyuSung ♥]
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Kyuhyun, Yesung
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Le beau garçon sans mercì'
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Una cosa bella è una gioia per sempre :
si accresce il suo fascino è mai nel nulla
si perderà; sempre per noi sarà
rifugio quieto e sonno pieno di sogni
dolci, e tranquillo respiro di salvezza.

Endimione-John Keats

 

Aveva da poco terminato di nevicare e Kyuhyun si apprestava a concludere anche quella giornata di stage formativo presso uno studio legale che, per la gioia del fresco laureato, apparteneva ad uno dei più importanti avvocati di tutta Seoul. 
Si accese una sigaretta, la quinta di quell’interminabile giornata, mentre concludeva un rapporto su una causa di stupro: il suo secondo caso da quando aveva iniziato a lavorare presso lo studio legale Kim & Co.  Gli ci volle un’altra ora di lettura di tutti i rapporti sulle prove e sulle testimonianze per scrivere il suo rapporto che stampato sarebbe venuto lungo una quindicina di fogli.
Quando finalmente terminò, premette il tasto di avvio di stampa e rilassato si distese sulla sedia girevole terminando la sesta sigaretta. Raccolse in un unico fascicolo i faldoni di fogli stampati mentre spegneva la sigaretta nel posacenere colmo.
Si alzò dalla scrivania in vetro del suo ufficio colmo di scartoffie e fascicoli ordinatamente posti sugli scaffali delle due librerie presenti, e uscì dirigendosi verso quello dell’avvocato Kim. Bussò alla porta in legno scuro con sopra un cartellino con il nome dell’avvocato e aspetto che il suo capo gli desse il permesso di entrare.

“Avanti.”  Rispose una voce grossa e profonda dall’interno.  Kyuhyun si aggiustò la cravatta ed entrò tenendo saldamente il fascicolo tra le mani facendo un inchino rispettoso all’avvocato.
L’avvocato Kim era un omaccione sulla sessantina: aveva una corporatura robusta, dei capelli grigiastri e degli occhiali rotondi che mettevano in risalto le sopracciglia folte e scure.

“Ho terminato il fascicolo sul caso DL567 sajangnim Kim” disse rispettoso Kyuhyun consegnando il fascicolo nelle mani dell’avvocato. 
L’uomo diede un rapida occhiata e sorrise leggermente facendo muovere i baffi folti, poi alzò lo sguardo e si rivolse a Kyuhyun sorridendo: “Come sempre hai fatto un ottimo lavoro. Puoi andare Cho.”
Kyuhyun si inchinò rispettoso “Grazie, sajangnim.”  Aggiunse fermo sorridendo leggermente per poi uscire chiudendo piano la porta ritornando nel suo ufficio per indossare il suo cappotto e per mettere i fascicoli da studiare nella sua borsa. Spense il suo computer ed uscì dallo studio dirigendosi verso il suo appartamento, alzandosi il bavero del cappotto per coprirsi meglio dal freddo glaciale di Dicembre.

Era passato quasi un anno e mezzo da quando si era laureato in legge alla Hansei University con il massimo dei voti.
Un anno e mezzo durante il quale era cambiato tutto e che aveva perso tutto.
Rabbrividì per il freddo e si accese un’altra sigaretta mentre entrava nell’atrio del suo palazzo, non poco distante dallo studio legale Kim & Co.
Sorrise sghembo ripensando a quante cose erano cambiate e la prima che gli venne in mente era appunto il fumo. Ma quello era la conseguenza di tante altre cose avvenute in quell’anno e mezzo.

E’ buffo pensare quanto uno stupido pensiero, uno stupido ricordo possano cambiare la tua vita. Kyuhyun sorrise amaro a quel pensiero mentre entrava nell’ascensore salendo al terzo piano dove abitava.
Ecco, quella era una delle tante cambiate e nuove della sua vita: l’appartamento in cui abitava affittato con il suo primo stipendio.
Arrivato al piano, inserì il codice di sicurezza aprendo la porta di ingresso per finalmente entrare nella sua dimora. Era un appartamento piuttosto grande, arredato in uno stile moderno con delle grandi finestre che davano sulla strada illuminata dagli addobbi di Natale.

“Tra poco è Natale...” pensò ad alta voce Kyuhyun gettandosi stancamente sul divano chiudendo gli occhi massaggiandosi la fronte.
E lo passerai da solo.
Già, lo avrebbe passato da solo o quanto meno a sbronzarsi da qualche parte.

Si alzò dal divano e si diresse alla sua scrivania per metterci sopra i due faldoni di un vecchio caso che, mentre girovagava negli archivi della procura avevano mosso la sua curiosità. Si sedette e iniziò a leggerne uno distrattamente poi sospirò stancamente portandosi le mani sulle tempie per massaggiarle.  Dopo, il suo sguardo, quasi come fosse un magnete, venne attirato dalla fotografia incorniciata sulla sua scrivania: ritraeva Kyuhyun seduto al centro, al suo fianco Sungmin che gli teneva la mano e dietro di loro Hyukjae e Donghae che sorridenti si tenevano stretti. Ricordava dove avevano scattato quella foto: una sera d’estate di un anno prima, quando Kyuhyun vide per l’ultima volta quel bel ragazzo senza grazia, almeno dal vivo.

Sospirò amaramente e abbassò la cornice come se quel gesto potesse cancellare tutto quello che era successo in quell’anno con l’amara consapevolezza che non aveva più nessuno, era rimasto solo con i fantasmi di un tempo, con il riflesso di una vita perfetta.

Solo, fottutamente e tristemente solo.

Si alzò indispettito da quel pensiero dirigendosi in bagno per sciacquarsi il viso pallido e tirato per la stanchezza.  Si guardò allo specchio e sorrise sghembo:
“Dio Kyuhyun, quanto sei patetico.” si disse irrisorio mentre si asciugava il viso. Non era cambiato nemmeno di una virgola, forse solo lo  sguardo che se prima era vivace e furbo, in quel momento era semplicemente stanco e spento.

Dio Kyuhyun, quanto sei solo.

Scosse la testa scacciando via quel pensiero, non era quello il momento di piangersi addosso: infondo se l’era cercata inseguendo una stupida e vana illusione. Sbuffò contro il suo riflesso e uscì dal bagno irritato per poi prendere la sua giacca e uscire. Non poteva restare un minuto di più in quella casa, troppo ricordi, troppe persone che aveva perso, troppi errori che ogni giorno, costantemente gli dilaniavano il cervello con innumerevoli domande senza senso.  
Prima di uscire si avvicinò alla scrivania per prendere il suo portafogli e di sfuggita, il suo sguardo cadde su quella fotografia incorniciata: guardò i volti sorridenti dei suoi amici, di Sungmin pensando con amarezza che quei tempi erano finiti. Con uno scatto stizzoso, abbassò la cornice volgendo la foto sulla scrivania, come se volesse chiudere per sempre con il passato; poi uscì di casa inserendo il codice di sicurezza.

Il freddo era così pungente che Kyuhyun sentì le ossa irrigidirsi; si alzò il bavero del cappotto e si incamminò nelle vie illuminate di Seoul. La città, nonostante l’ora tarda, era ancora viva di gente che entrava e usciva dai negozi con delle vetrine abbellite con motivi natalizi.
Ancora una volta Kyuhyun guardò con invidia la felicità di quelle persone sentendosi ancora più solo. Avrebbe potuto chiamare la sua famiglia ma per orgoglio non l’avrebbe mai fatto, avrebbe preferito passare il Natale da solo piuttosto che essere compatito dalla sua famiglia.
Si mise le mani in tasca e vagò per le strade alla ricerca di un bar poco affollato guardando dritto a se facendo attenzione alle persone che gli andavano contro. Camminò per un dieci minuti fino a quando non si decise ad entrare in un piccolo bar con poca gente, per lo più frequentato da uomini disperati, proprio come lui.  Si sedette su una poltrona rossa imbottita e sgualcita al bancone in legno di noce rigato e gonfio per tutti i liquidi caduti sopra durante quegli anni, poi ordinò del whisky con ghiaccio bevendolo lentamente senza pensare a nulla cercando solo di dimenticare.
Si massaggiò la fronte per poi ordinarne un altro nella speranza di sbronzarsi al più presto.

“Non ci credo... Kyuhyun-ssi! Sei tu?!”  
Kyuhyun si voltò lentamente verso la voce che lo aveva chiamato e strabuzzò gli occhi non appena lo vide. Non era cambiato di una virgola, sempre sorridente e con lo sguardo dolce.

“Donghae?!” chiese il bruno sorpreso mentre l’altro si avvicinava a lui sorridendo entusiasta saltandogli al collo. Kyuhyun ci mise un po’ a ricambiare quell’abbraccio così spontaneo, proprio com’era Donghae. Infondo al bruno non piacevano i contatti umani, non più.

“Ma che fine hai fatto? Sei sparito io e Hyukjae volevamo telefonarti ma penso che tu abbia cambiato numero.”  Disse Donghae staccandosi dalla stretta e sedendosi sulla poltrona affianco a quella di Kyuhyun.

“ Ho avuto molto da fare in questo periodo, scusami.” Rispose secco sorseggiando il suo drink lentamente e leggermente a disagio. Donghae era l’ultima persona che avrebbe immaginato di trovare in un luogo del genere e iniziò a pregare che ignorasse tutto ciò che era successo in quell’anno.

“Lo so, ti hanno assunto in uno studio legale.” Sorrise ordinando anche lui del whisky “Congratulazioni!” aggiunse poi sorseggiando anche lui la bevanda.
Kyuhyun sorrise leggermente sorseggiando anche lui un piccolo sorso dell’alcolico, poi mordendosi le labbra,  si voltò verso l’altro ragazzo guardandolo atono.

“Cosa ci fai qui?” chiese con un tono burbero come era suo solito mentre Donghae fece una smorfia divertita ridendo appena. Sapeva che infondo quell’atteggiamento di Kyuhyun era solo apparenza, quindi non si offese più di tanto per quell’atteggiamento così oppositivo verso di lui.

“Potrei fare la stessa domanda anche a te.”

“Touchè.”

Donghae sorrise furbo e bevve un altro sorso del suo alcolico gustandolo soddisfatto mentre Kyuhyun  lo guardava con la coda dell’occhio sfiorando con la punta delle dita il bordo del bicchiere di vetro. Provava una strana sensazione di disagio stando affianco a Donghae, infondo poteva sapere tutto e aspettare che lui confessasse i suoi “errori” per poi denigrarlo in difesa del suo migliore amico. Ma stranamente così non fu.
Chiacchierarono del più e del meno, degli argomenti più futili come se entrambi girassero intorno all’argomento centrale, al fatto che entrambi sapevano perché Kyuhyun era cosciente che Donghae era a conoscenza degli eventi accaduti: non era proprio possibile che non sapesse.

“E con  Sungmin, come va?”

Eccola, la domanda che Kyuhyun sperava non arrivasse mai. Deglutì a vuoto cercando di nascondere l’espressione di terrore che gli si era stampata in volto e fece finta di bere un piccolo sorso di whisky per poi sospirare silenziosamente.
Stava temporeggiando, come aveva imparato durante quell’anno.

“Va tutto bene, siamo felici. Grazie.”

Stava bluffando, come aveva sempre fatto.

Enorme bugia. Un’enorme e la più stupida delle bugie che un essere umano potesse dire.
Stare bene.
No, Kyuhyun non stava bene per niente; non stava bene dall’ultima volta che aveva visto Yesung e lo aveva ammesso proprio in quel momento a se stesso.
Donghae sorrise e Kyuhyun si fece un calcolo probabilistico in mente: o davvero non sapeva o anche lui era un ottimo bluffatore.

Calò il silenzio trai due ragazzi dedicandosi ai loro drink in silenzio. Il bruno guardava con la coda dell’occhio l’altro che giocava con il ghiaccio semi-sciolto sul fondo del bicchiere guardandolo pensieroso mentre si mordeva le labbra, come se stesse nascondendo qualcosa.
Kyuhyun finì di bere il whisky e fece per alzarsi alzando già la mano in segno di saluto verso Donghae ma poi quest’ultimo lo bloccò puntandogli lo sguardo negli occhi.

“Hai sentito di Yesung?”

Il cuore gli si fermò appena udì quel nome e il sangue si gelò nelle vene mentre il suo respiro accelerava sempre di più. Si sedette di nuovo, ormai Donghae sapeva tutto e a Kyuhyun non bastava ammetterlo a se stesso.
Lui e Sungmin si erano lasciati.
Perché.
Perché Kyuhyun era ancora perdutamente e stupidamente innamorato di Yesung.

Cercò di regolarizzare quanto meno il respiro lasciando perdere i tremori e il cuore che ormai galoppava impazzito; deglutì passandosi una mano trai capelli cercando di apparire totalmente disinteressato quando non era così. Non aveva notizie di Yesung da un anno, non aveva saputo niente su di lui, poteva solo immaginare che fosse finalmente felice con Ryeowook e... provava una feroce invidia verso quel ragazzo che lo aveva portato sull’orlo della follia e della morte.

“No, non so niente...” rispose atono cercando di non far trasparire il tremore nella sua voce e guardando il fondo del bicchiere ormai vuoto.

Donghae si fece riempiere di nuovo il bicchiere di whisky e ne bevve un sorso prima di rispondere al minore, come se volesse in qualche modo vendicarsi di lui per il dolore che ben sapeva di aver procurato al Sungmin tanto da fargli frequentare un master in Europa, lontano da lui.

“Dobbiamo allontanarci, non posso starti vicino mentre tu continui a pensare a lui...”
Il malinconico messaggio che Sungmin gli aveva lasciato sul comodino qualche settimana dopo la sua confessione.
Lo stracciò gettandolo nel cestino.

“Pare che si sia cacciato nei guai...” disse dopo aver posato il bicchiere sul bancone delicatamente  “Droga, spaccio... insomma ci è di nuovo ricaduto.” Aggiunse poi il bruno impassibile quanto mai era stato prima.

Kyuhyun si voltò piano verso di lui con gli occhi sbarrati per la paura e lo stupore non riuscendo nemmeno a parlare, restando con la bocca leggermente dischiusa respirando di nuovo affannosamente con le mani che gli tremavano.

Droga.
No, non era possibile. Quella sera sembrava felice, diverso, sereno.
Spaccio.
Cos’era andato storto? Cosa non era funzionato? Perché era successo? E lui dov’era mentre accadeva tutto quello?
Insomma  ci è di nuovo ricaduto.
Kyuhyun iniziò a sudare freddo iniziando a pensare a tutte le possibili ragioni che avessero condotto Yesung di nuovo su quella dannata strada. Solo una gli venne in mente e pregò con tutte le forze per il suo hyung che non era quella.

“E’ stato in galera per qualche mese e ora è in libertà vigilata...” concluse poi Donghae finendo il whisky in un unico sorso.
Kyuhyun restò in silenzio per svariati minuti con la gola secca, il cuore che gli batteva a mille e un cumolo di pensieri che si accavallavano l’uno sull’altro.
Dove cazzo eri Kyuhyun?! Oh, già a scopare con una persona che manco amavi!

Si alzò di scatto e lasciò dei soldi sul bancone con la mancia al barista: sapeva dove andare o almeno sperava di trovarlo nel suo solito appartamento ma conoscendo Yesung, quello era l’unico posto in cui poteva se la sua idea era fondata.
Fece nuovamente per andarsene quando Donghae gli si parò davanti guardandolo severo e truce. “Io lo so.”  Gli disse duro mentre Kyuhyun pensava unicamente a Yesung. Sostenne lo sguardo del maggiore e lo sorpassò facendogli un cenno di saluto con la mano infischiandosene di cosa sapeva o di cosa non sapeva perché in quel momento la sua priorità era il suo hyung.

 

Corse a perdifiato per tutta Seoul incurante dei passanti che imprecavano quando lui non riusciva ad evitarli. Ricordava perfettamente il quartiere dove Yesung abitava: era uno di quei quartieri periferici conosciuti per la presenza di numerosi night club e di spacciatori.
Quel quartiere non era cambiato più di tanto se sembrava che il Natale non era arrivato come nelle altre zone della metropoli, solo una cosa non era rimasta immutata: il palazzo dove si trovava l’appartamento di Yesung: era completamente ricoperto di graffiti.
Come sempre il portone era aperto e senza esitare Kyuhyun entrò nell’ingresso malmesso salendo le scale velocemente fino arrivando al piano dell’appartamento di Yesung. Fino a quel momento non aveva fatto che ricordare tutti i momenti in cui il volto del maggiore lo tormentava, come il suo corpo lo aveva attirato per mesi ma in quel momento, di fronte a quella porta, non riusciva più a pensare a nulla. Provava un senso di terrore e anche un’inspiegabile rabbia perché sapeva cosa avrebbe assistito una volta che avrebbe varcato quella porta.
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro; come sempre la porta era leggermente accostata e Kyuhyun entrò senza bussare con il cuore che gli batteva a mille e le mani che gli tremavano tenendo ancora con gli occhi chiusi.  
Quello che vedi non appena aprì gli occhi non era nemmeno lontanamente immaginabile. L’appartamento era sempre uguale, con lo stesso letto sfatto in un angolo sotto la finestra e un comodino al fianco, ricoperto di posacenere pieni e con alcuni residui di una polvere bianca che Kyuhyun sapeva bene cosa fosse. Il piccolo tavolo rotondo  era colmo di bottiglie dei più svariati alcolici vuote come lo era il lavandino della cucina. L’aria come sempre era intrisa di fumo di sigaretta e come sempre l’unica finestra dell’appartamento era chiusa.
Poi lo vide e il cuore gli si fermò, come sempre.
Era rannicchiato in un angolo dell’appartamento che distrattamente si mangiava un misero pacchetto di noccioline con lo sguardo fisso sul pavimento senza nemmeno accorgersi della presenza del bruno.
Non era cambiato, aveva i capelli rossi proprio come l’ultima volta che lo vide e la solita matita sotto agli occhi per intensificare uno sguardo che il quel momento era vuoto.
Era il solito Yesung, con la sua solita devastante bellezza.
Avrebbe voluto correre da lui, stringerlo tra le sue braccia e nella sua patetica immaginazione avrebbe potuto portarlo via con sé e magari ricominciare da capo, a vivere con lui, ma non lo fece: il suo stupido orgoglio sempre in casi del genere si faceva sentire.
Chiuse la porta alle sue spalle con  forza per fare rumore portandosi poi le braccia al petto incrociandole senza distogliere lo sguardo da Yesung.

Dio, quanto sei bello...

“Che ci fai lì a terra?”  chiese il bruno cercando di non far trasparire alcune emozione dalla sua voce. Era preoccupato, in ansia e con l’unico desiderio di baciare Yesung.
Il maggiore alzò lo sguardo corrugando la fronte meravigliato guardando il minore negli occhi. Erano spenti e aveva delle profonde occhiaie, che sicuramente non erano dovute al poco sonno. Non c’era nemmeno più quella punta di malizia e sensualità che aveva attirato da sempre Kyuhyun.
Niente. Erano solo spenti e vuoti.

“Kyuhyun...?” Chiese l’altro rispondendo titubante “Che ci fai qui?” aggiunse guardandolo stupito e dubbioso, forse non essendo certo se fosse reale o meno.

“Ti ho chiesto, cosa ci fai lì a terra.” Ripeté il minore indurendo ancora di più il tono di voce e lo sguardo.  

E perché non sei tra le mie braccia...?

Yesung lo guardò magnetico ancora interdetto per quella presenza così inaspettata per lui eppure al tempo stesso quanto aveva agognato di poter rincontrare quel ragazzo così orgoglioso ma al tempo così fragile che inevitabilmente gli aveva rubato il cuore.
Abbassò nuovamente lo sguardo concentrandosi di nuovo sul piccolo pacchetto di noccioline ormai vuoto.

“Sono caduto.”  Ammise sorridendo amaro portandosi alla bocca persino le briciole tenendo lo sguardo basso, non riuscendo a sostenere quello sguardo così fiero che solo un anno fa era colmo di desiderio che ardeva solo per lui.
Ma non era più così, purtroppo.
Solo quando aveva lasciato Kyuhyun per seguire soltanto un ricordo, un’illusione.

“E perché non ti sei alzato?” 

“Perché non ci sono riuscito.”

Kyuhyun  sentì le vene sul collo gonfiarsi per la rabbia e le mani stringersi con forza in due pugni.
No, non poteva vedere di nuovo in quello stato Yesung e di certo non l’avrebbe nemmeno più compatito. Doveva reagire, doveva vivere e glielo avrebbe insegnato lui e lo avrebbe fatto per sempre.
Prese una bottiglia vuota e la scagliò contro la parete su cui era rannicchiato Yesung che si chinò in avanti proteggendosi il viso dai pezzi di vetro per poi alzare lo sguardo verso il minore sconvolto e arrabbiato.

“Queste però riesci a berle tutte!” sputò con rabbia mentre ne scagliava un’altra con ancora un dito di alcolico dentro quindi bagnando anche Yesung nonostante si fosse di nuovo protetto con le braccia guardandolo ancora una volta sconvolto non sapendo cosa dire o come reagire.
Kyuhyun gli scagliò tutte le bottiglie, bagnandolo completamente,  poi prese anche i pacchetti di sigarette lanciandoli verso il ragazzo colpendolo e inveendo contro il maggiore per poi in ultimo, prendendolo dal cassetto del comodino ribaltandolo, un sacchetto di cocaina: lo strinse nelle mani con rabbia e fu l’ultima cosa che gettò contro il suo hyung respirando affannosamente.
Yesung lo guardava sconcertato ogni volta che lo vedeva lanciare tutte quelle cose contro di lui come se ogni volta gli stesse lanciando pezzi del suo cuore.
Che anche lui... non avesse dimenticato?
No, smettila di farti film mentali JongWoon.
Continuarono a guardarsi in silenzio respirando affannosamente entrambi e Yesung in quegli occhi, forse per l’effetto dell’alcool, del fumo o della droga oppure per una momentanea follia, rivide il desiderio, l’attrazione e l’amore che solo un anno provava per lui.
Non farti film mentali...
“Kyuhyun...”  non riuscì a terminare la frase che improvvisamente sentì le labbra di Kyuhyun premere sulle sue tenendogli il viso tra le mani, in bacio disperato e passionale.
Yesung aveva aspettato forse un’intera vita per sentire quelle labbra così carnose e morbide premere sulle sue screpolate.  Si aggrappò al collo del minore attirandolo ancora di più a se succhiandogli le labbra con una dolcezza inaspettata per entrambi.  Sentì delle scariche elettriche lungo la schiena e i battiti del cuore diventare sempre più veloci.  Le loro lingue, quando finalmente si trovarono, si intrecciarono lentamente esitanti mentre le mani del bruno esploravano il corpo del maggiore accarezzandogli il petto ricordandosi che almeno quello era rimasto lo stesso: tonico e asciutto.
Si baciarono per molto tempo forse per ore o giorni, tuttavia nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi. Yesung portò Kyuhyun sulle sue gambe facendolo mettere a cavalcioni su di se senza staccarsi dalle labbra di lui che ormai il minore non le sentiva nemmeno più per quanto fosse intenso quel bacio. Poi, per riprendere fiato, Kyuhyun si staccò piano dalle labbra dell’altro tenendo ancora le mani sul suo viso tenendo gli occhi chiusi. Yesung respirava affannosamente mentre lo guardava ancora sorpreso accarezzandogli il collo con la punta delle dita titubante.
Stava succedendo davvero? Era solo un sogno per Kyuhyun poter baciare Yesung, eppure sembrava che quel sogno si fosse avverato.

“Hyung... io... scusami non volevo.”  Balbettò il minore rosso in viso non riuscendo a distogliere lo sguardo dagli occhi dell’altro e dalle sue labbra adesso arrossate per il bacio.

“Tu volevi.” Rispose Yesung guardandolo intensamente salendo con le mani nei capelli bruni del minore accarezzandoli dolcemente “Come volevo io e come voglio ancora.”  Aggiunse per poi impossessarsi di nuovo delle labbra di Kyuhyun con lo stesso impeto, facendo aderire i loro corpi maggiormente attirandolo per i fianchi.
Adesso Yesung  sapeva che non erano solo dei film mentali e quella non era un’illusione: era la realtà, Kyuhyun era finalmente reale ed era davanti a lui in quel momento seduto sulle sue gambe che lo baciava dolcemente.

“Hyung... io...”  Kyuhyun si mordeva le labbra distogliendo lo sguardo dal viso del maggiore mentre giocava con i ciondoli dell’altro appesi al collo.  Voleva dirgli tante cose, fargli capire tante cose e per una volta aprirgli finalmente il cuore: tutto quello che avrebbe dovuto fare un anno prima.
Si alzò lentamente aiutando poi il rosso ad alzarsi per poi sedersi sul divano e far sedere anche il maggiore, al suo fianco, che lo guardava curioso inclinando leggermente la testa.
Puoi essere così dolce, hyung? Lo sei davvero? Voglio scoprirlo.
Il minore prese un respiro per darsi coraggio mentre si torturava le labbra come faceva sempre quando era in presenza del suo hyung. 
Yesung lo guardò preoccupato per poi impacciato gli prese una mano tenendola tra le sue accarezzandola. Il minore rabbrividì, come faceva sempre quando il suo hyung lo toccava.

“Vorrei dirti tante cose...”  sorrise imbarazzato mentre con le dita solleticava quelle del maggiore. Yesung lo guardò facendosi attento per poi arricciare l’angolo della bocca in un sorriso che per Kyuhyun sembrò per la prima volta gentile.

“L’ultima volta che ti ho visto, quella sera in quel pub, qualcosa è di nuovo cambiato in me o forse non era cambiato proprio nulla.” Iniziò il bruno guardando le loro mani intrecciate non riuscendo a non pensare che stava accadendo tutto per davvero. “Non sono riuscito a dimenticarti ne tanto volevo farlo. Ti pensavo ogni giorno anche se ero con Sungmin, pensavo solo a te. Sempre solo a te.”  Si interruppe per un secondo chiudendo gli occhi ricordandosi le discussioni avute con Sungmin in quell’anno. Anche se Kyuhyun non gli aveva mai detto nulla dei suoi sentimenti ancora presenti verso Yesung, Sungmin sapeva.
Come sapevano tutti.

“Non è difficile capire il motivo: io ti amo hyung.”  

Yesung sentì il cuore in gola e rabbrividì sentendo quella dichiarazione non sconvolgendosi del modo: sapeva che Kyuhyun non piaceva girare intorno alle parole, andava dritto al sodo.
E lo amava per questo.

“Se non tu non ricambi, ti prego di dirmel-...”  Yesung lo interruppe mettendo un dito sulle sue labbra guardandolo profondamente con quegli occhi neri così scuri che Kyuhyun, come sempre, veniva inghiottito.  Il maggiore guardò ancora addolcendo leggermente lo sguardo mentre gli accarezzava con le dita le sue labbra, poi iniziò a parlare anche lui.
Gli raccontò che tra lui e Ryeowook non aveva funzionato, gli raccontò che aveva preso a drogarsi e per questo Ryeowook lo aveva lasciato. Gli raccontò di quei sei mesi in cui era stato in galera e di tutte le notti in cui si svegliava pronunciando il nome di Kyuhyun dopo averlo sognato.
No, nemmeno lui l’aveva dimenticato.

“Perché ti amo anche io Kyuhyun, dalla prima volta che ti ho visto. Ti amavo ogni notte e ogni mattina che ti guardavo prima di uscire dalla porta della tua stanza.”  Concluse quindi il maggiore guardando negli occhi del minore che inevitabilmente erano umidi  mentre sorrideva emozionato accarezzando i capelli rossi dell’altro.

“Questa volta Kyuhyun, non ti lascio andare...” sorrise sensuale ghignando appena mentre accarezzava il collo del minore con dolcezza e baciandogli la fronte, stringendolo poi a sé.

Kyuhyun si lasciò stringere adagiando la testa sul petto del maggiore sorridendo rilassato mentre si beava del contatto delle mani di Yesung strette sui suoi fianchi che lo accarezzavano dolcemente. Restarono così per molto tempo sentendo il profumo dell’altro e il calore del corpo dell’altro a contatto con il proprio. Giocò con le dita sul petto di Yesung pizzicandoglielo e sorridendo quando ogni tanto il maggiore gli dava dei baci dolci sui capelli inspirando il loro profumo, poi sciolse quella stretta dolcemente con un dubbio che nonostante tutto quello che aveva ascoltato, lo attanagliava ancora.

“Hyung, perché non ha funzionato con Ryeowook-ssi?” chiese Kyuhyun al maggiore guardandolo negli occhi con fermezza, come se stesse provando la gelosia che ogni volta sentiva quando si parlava del suo hyung con quel ragazzo.
Yesung lo guardò interrogativo leccandosi le labbra leggermente senza malizia poi accennò un sorriso indescrivibile, smaliziato e molto dolce.

“Perché non era te.” Rispose il maggiore accarezzando il viso dell’altro che sorrise luminoso non appena udì quelle parole. “Ricominciamo di nuovo, ti va?” Concluse poi sorridendo anche lui nello stesso modo di Kyuhyun accarezzandogli i capelli mentre il minore annuiva emozionato abbracciandolo di nuovo e baciandogli il viso dolcemente . Successivamente Yesung gli prese il viso tra le mani guardandolo per un secondo negli occhi per poi scendere con lo sguardo alle labbra sfiorandole con le proprie.

“Voglio fare l’amore con te, Kyuhyun.” Sussurrò sulle labbra del bruno accarezzandogli i capelli facendo combaciare le loro fronti

“Per davvero...?”  chiese Kyuhyun chiudendo gli occhi e inspirando il profumo di sigaretta misto a quello di menta del dopobarba del maggiore.
Yesung sorrise e lo fece stendere sul letto delicatamente baciandogli dolcemente il collo mentre gli sfilava il capotto lasciandolo poi cadere sul pavimento sbottonandogli poi la camicia con cura, senza fretta, volendo godere di quel momento che aveva tanto atteso.
Kyuhyun aprì le gambe facendo accomodare il maggiore tra le sue per una posizione più comoda e gli sfilò la maglia scoprendo il petto nudo e liscio, senza una sola imperfezione. Si alzò quanto bastava per baciarlo con dolcezza e con amaro stringendo le mani sulle scapole di lui mentre Yesung rabbrividì inarcando la schiena e il collo accarezzando le braccia del minore per poi farlo di nuovo stendere percorrendo con le labbra il petto del minore scendendo al basso ventre accarezzandoglielo con il viso, dunque iniziò a sbottonargli i pantaloni sfilandoglieli, sfilando anche i suoi aiutando Kyuhyun. Lo guardò negli occhi cercando la sua approvazione mentre gli divaricava ancora di più le gambe; Kyuhyun annuì sicuro aspettando quel momento da quando aveva conosciuto Yesung.

Quando Yesung lo penetrò il più piano possibile, Kyuhyun non sentì dolore anzi, era come se avesse ritrovato il suo posto nel modo e sotto alle spinte del maggiore ansimava per il piacere godendo nell’orecchio dell’altro avvinghiato a lui mentre continuava a spingere godendo con lui.
Raggiunsero il limite entrambi giungendo insieme al punto di piacere rimanendo stretti ancora per alcuni attimi, poi Yesung uscì piano dal corpo di Kyuhyun e lo strinse tra le sue braccia comprendo entrambi con le lenzuola baciando ancora la fronte del minore.

E’ questo che significa amare ed essere amati, hyung? Io voglio amare te.

Fecero molte volte l’amore quella sera scoprendo entrambi il corpo dell’altro come se fosse la prima volta ripentendo sempre l’uno all’altro il loro amore che era vero e sincero.
Quando poi Kyuhyun chiese a Yesung: “Hyung, sei felice?”, Yesung gli rispose sincero guardandolo negli occhi innamorato “Si, adesso lo sono.”  E lo era, lo era per davvero.

Perché la sua felicità era Kyuhyun e lo sarebbe stato per sempre.

 


Angolo della pazzoide scatenoide (aka l'autrice)

Pensavate che vi sbarazzavate di me eh? AH SCIOCCHI, NON LIBERERETE MAI DI ME FACILMENTE! *risata malvagia*
Ma adesso passiamo alle cose serie, un minimo di serietà.
Vi starete chiedendo: Dopo mesi che ci hai fatto sbattere per la YeWook e la KyuMin tu che fai? Scrivi uno spin-off dove fai mettere la KyuSung?!
La risposta è semplice: si. 
Perchè? Perchè li shippo ♥
Adesso mi ritroverò migliaia di pomodori in faccia ma i miei feelings non cambiano :3
Spero che comunque possa piacervi lo stesso perchè ritengo (come ho sempre detto) una storia è bella perchè ti fa emozionare, e non per il parings scelto ed io spero che la mia vi abbia fatto emozionare ^^

Per chi non avesse letto "Le beau garçon sans mercì " bhè fatelo lol xD

Vi ringrazio come sempre per chi abbia letto e spero che vi sia piaciuta ^^
Alla prossima

Cri_Snix
   
 
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