Una
cosa bella è una gioia per sempre :
si accresce
il suo fascino è mai nel nulla
si
perderà; sempre per noi sarà
rifugio
quieto e sonno pieno di sogni
dolci, e
tranquillo respiro di salvezza.
Endimione-John
Keats
Aveva da poco
terminato di
nevicare e Kyuhyun si apprestava a concludere anche quella giornata di
stage
formativo presso uno studio legale che, per la gioia del fresco
laureato,
apparteneva ad uno dei più importanti avvocati di tutta
Seoul.
Si accese una sigaretta, la quinta di quell’interminabile
giornata, mentre
concludeva un rapporto su una causa di stupro: il suo secondo caso da
quando
aveva iniziato a lavorare presso lo studio legale Kim & Co. Gli ci volle
un’altra ora di lettura di tutti
i rapporti sulle prove e sulle testimonianze per scrivere il suo
rapporto che
stampato sarebbe venuto lungo una quindicina di fogli.
Quando finalmente terminò, premette il tasto di avvio di
stampa e rilassato si
distese sulla sedia girevole terminando la sesta sigaretta. Raccolse in
un
unico fascicolo i faldoni di fogli stampati mentre spegneva la
sigaretta nel
posacenere colmo.
Si alzò dalla scrivania in vetro del suo ufficio colmo di
scartoffie e
fascicoli ordinatamente posti sugli scaffali delle due librerie
presenti, e
uscì dirigendosi verso quello dell’avvocato Kim.
Bussò alla porta in legno
scuro con sopra un cartellino con il nome dell’avvocato e
aspetto che il suo
capo gli desse il permesso di entrare.
“Avanti.”
Rispose
una voce grossa e profonda
dall’interno. Kyuhyun
si aggiustò la
cravatta ed entrò tenendo saldamente il fascicolo tra le
mani facendo un
inchino rispettoso all’avvocato.
L’avvocato Kim era un omaccione sulla sessantina: aveva una
corporatura
robusta, dei capelli grigiastri e degli occhiali rotondi che mettevano
in
risalto le sopracciglia folte e scure.
“Ho
terminato il fascicolo sul caso DL567 sajangnim Kim”
disse rispettoso
Kyuhyun consegnando il
fascicolo nelle mani dell’avvocato.
L’uomo diede un rapida occhiata e sorrise leggermente facendo
muovere i baffi
folti, poi alzò lo sguardo e si rivolse a Kyuhyun
sorridendo: “Come sempre hai fatto
un ottimo lavoro.
Puoi andare Cho.”
Kyuhyun si inchinò rispettoso “Grazie,
sajangnim.” Aggiunse
fermo
sorridendo leggermente per poi uscire chiudendo piano la porta
ritornando nel
suo ufficio per indossare il suo cappotto e per mettere i fascicoli da
studiare
nella sua borsa. Spense il suo computer ed uscì dallo studio
dirigendosi verso
il suo appartamento, alzandosi il bavero del cappotto per coprirsi
meglio dal
freddo glaciale di Dicembre.
Era passato
quasi un anno e
mezzo da quando si era laureato in legge alla Hansei University con il
massimo
dei voti.
Un anno e mezzo durante il quale era cambiato tutto e che aveva perso tutto.
Rabbrividì per il freddo e si accese un’altra
sigaretta mentre entrava
nell’atrio del suo palazzo, non poco distante dallo studio
legale Kim & Co.
Sorrise sghembo ripensando a quante cose erano cambiate e la prima che
gli
venne in mente era appunto il fumo. Ma quello era la conseguenza di
tante altre
cose avvenute in quell’anno e mezzo.
E’
buffo pensare quanto uno stupido pensiero, uno
stupido ricordo possano cambiare la tua vita. Kyuhyun sorrise
amaro a quel pensiero mentre entrava
nell’ascensore salendo al terzo piano dove abitava.
Ecco, quella era una delle tante cambiate e nuove della sua vita:
l’appartamento in cui abitava affittato con il suo primo
stipendio.
Arrivato al piano, inserì il codice di sicurezza aprendo la
porta di ingresso
per finalmente entrare nella sua dimora. Era un appartamento piuttosto
grande,
arredato in uno stile moderno con delle grandi finestre che davano
sulla strada
illuminata dagli addobbi di Natale.
“Tra
poco è Natale...” pensò
ad alta voce Kyuhyun gettandosi stancamente sul
divano chiudendo gli occhi massaggiandosi la fronte.
E lo passerai da solo.
Già, lo avrebbe passato da solo o quanto meno a sbronzarsi
da qualche parte.
Si
alzò dal divano e si
diresse alla sua scrivania per metterci sopra i due faldoni di un
vecchio caso
che, mentre girovagava negli archivi della procura avevano mosso la sua
curiosità. Si sedette e iniziò a leggerne uno
distrattamente poi sospirò
stancamente portandosi le mani sulle tempie per massaggiarle. Dopo, il suo sguardo,
quasi come fosse un
magnete, venne attirato dalla fotografia incorniciata sulla sua
scrivania:
ritraeva Kyuhyun seduto al centro, al suo fianco Sungmin che gli teneva
la mano
e dietro di loro Hyukjae e Donghae che sorridenti si tenevano stretti.
Ricordava dove avevano scattato quella foto: una sera
d’estate di un anno
prima, quando Kyuhyun vide per l’ultima volta quel bel ragazzo senza grazia, almeno dal
vivo.
Sospirò
amaramente e
abbassò la cornice come se quel gesto potesse cancellare
tutto quello che era
successo in quell’anno con l’amara consapevolezza
che non aveva più nessuno,
era rimasto solo con i fantasmi di
un
tempo, con il riflesso di una vita perfetta.
Solo,
fottutamente e tristemente solo.
Si
alzò indispettito da
quel pensiero dirigendosi in bagno per sciacquarsi il viso pallido e
tirato per
la stanchezza. Si
guardò allo specchio e
sorrise sghembo:
“Dio Kyuhyun, quanto sei
patetico.” si
disse irrisorio mentre si asciugava il viso. Non era cambiato nemmeno
di una
virgola, forse solo lo sguardo
che se
prima era vivace e furbo, in quel momento era semplicemente stanco e spento.
Dio
Kyuhyun, quanto sei solo.
Scosse la testa
scacciando
via quel pensiero, non era quello il momento di piangersi addosso:
infondo se
l’era cercata inseguendo una stupida e vana illusione.
Sbuffò contro il suo riflesso e uscì
dal bagno irritato per poi prendere la
sua giacca e uscire. Non poteva restare un minuto di più in
quella casa, troppo
ricordi, troppe persone che aveva perso, troppi errori che ogni giorno,
costantemente gli dilaniavano il cervello con innumerevoli domande
senza senso.
Prima di uscire si avvicinò alla scrivania per prendere il
suo portafogli e di
sfuggita, il suo sguardo cadde su quella fotografia incorniciata:
guardò i
volti sorridenti dei suoi amici, di Sungmin pensando con amarezza che
quei
tempi erano finiti. Con uno scatto stizzoso, abbassò la
cornice volgendo la
foto sulla scrivania, come se volesse chiudere per sempre con il
passato; poi
uscì di casa inserendo il codice di sicurezza.
Il freddo era
così pungente
che Kyuhyun sentì le ossa irrigidirsi; si alzò il
bavero del cappotto e si
incamminò nelle vie illuminate di Seoul. La
città, nonostante l’ora tarda, era
ancora viva di gente che entrava e usciva dai negozi con delle vetrine
abbellite con motivi natalizi.
Ancora una volta Kyuhyun guardò con invidia la
felicità di quelle persone
sentendosi ancora più solo. Avrebbe potuto chiamare la sua
famiglia ma per
orgoglio non l’avrebbe mai fatto, avrebbe preferito passare
il Natale da solo
piuttosto che essere compatito dalla sua famiglia.
Si mise le mani in tasca e vagò per le strade alla ricerca
di un bar poco
affollato guardando dritto a se facendo attenzione alle persone che gli
andavano contro. Camminò per un dieci minuti fino a quando
non si decise ad
entrare in un piccolo bar con poca gente, per lo più
frequentato da uomini
disperati, proprio come lui. Si sedette su una poltrona
rossa imbottita e
sgualcita al bancone in legno di noce rigato e gonfio per tutti i
liquidi
caduti sopra durante quegli anni, poi ordinò del whisky con
ghiaccio bevendolo
lentamente senza pensare a nulla cercando solo di dimenticare.
Si massaggiò la fronte per poi ordinarne un altro nella
speranza di sbronzarsi
al più presto.
“Non
ci credo... Kyuhyun-ssi! Sei tu?!”
Kyuhyun si voltò lentamente verso la voce che lo aveva
chiamato e strabuzzò gli
occhi non appena lo vide. Non era cambiato di una virgola, sempre
sorridente e
con lo sguardo dolce.
“Donghae?!”
chiese
il bruno sorpreso mentre l’altro si avvicinava a lui
sorridendo entusiasta
saltandogli al collo. Kyuhyun ci mise un po’ a ricambiare
quell’abbraccio così
spontaneo, proprio com’era Donghae. Infondo al bruno non
piacevano i contatti
umani, non più.
“Ma
che fine hai fatto? Sei sparito io e Hyukjae
volevamo telefonarti ma penso che tu abbia cambiato numero.” Disse
Donghae
staccandosi dalla stretta e sedendosi sulla poltrona affianco a quella
di
Kyuhyun.
“
Ho avuto molto da fare in questo periodo, scusami.” Rispose secco
sorseggiando il suo drink lentamente e
leggermente a disagio. Donghae era l’ultima persona che
avrebbe immaginato di
trovare in un luogo del genere e iniziò a pregare che
ignorasse tutto ciò che
era successo in quell’anno.
“Lo
so, ti hanno assunto in uno studio legale.” Sorrise
ordinando anche lui del whisky
“Congratulazioni!” aggiunse poi
sorseggiando anche lui la bevanda.
Kyuhyun sorrise leggermente sorseggiando anche lui un piccolo sorso
dell’alcolico,
poi mordendosi le labbra, si
voltò verso
l’altro ragazzo guardandolo atono.
“Cosa
ci fai qui?” chiese
con un tono burbero come era suo solito mentre Donghae fece una smorfia
divertita ridendo appena. Sapeva che infondo
quell’atteggiamento di Kyuhyun era
solo apparenza, quindi non si offese più di tanto per
quell’atteggiamento così
oppositivo verso di lui.
“Potrei
fare la stessa domanda anche a te.”
“Touchè.”
Donghae sorrise
furbo e
bevve un altro sorso del suo alcolico gustandolo soddisfatto mentre
Kyuhyun lo guardava
con la coda
dell’occhio sfiorando con la punta delle dita il bordo del
bicchiere di vetro.
Provava una strana sensazione di disagio stando affianco a Donghae,
infondo
poteva sapere tutto e aspettare che lui confessasse i suoi
“errori” per poi
denigrarlo in difesa del suo migliore amico. Ma stranamente
così non fu.
Chiacchierarono del più e del meno, degli argomenti
più futili come se entrambi
girassero intorno all’argomento centrale, al fatto che
entrambi sapevano perché
Kyuhyun era cosciente che Donghae era a conoscenza degli eventi
accaduti: non era proprio possibile che non
sapesse.
“E
con Sungmin,
come va?”
Eccola, la
domanda che
Kyuhyun sperava non arrivasse mai. Deglutì a vuoto cercando
di nascondere
l’espressione di terrore che gli si era stampata in volto e
fece finta di bere
un piccolo sorso di whisky per poi sospirare silenziosamente.
Stava temporeggiando,
come
aveva imparato durante quell’anno.
“Va
tutto bene, siamo felici. Grazie.”
Stava bluffando,
come aveva sempre fatto.
Enorme bugia.
Un’enorme e
la più stupida delle bugie che un essere umano potesse dire.
Stare bene.
No, Kyuhyun non stava bene per niente; non stava bene
dall’ultima volta che
aveva visto Yesung e lo aveva ammesso proprio in quel momento a se
stesso.
Donghae sorrise e Kyuhyun si fece un calcolo probabilistico in mente: o davvero non sapeva o anche lui era un
ottimo
bluffatore.
Calò
il silenzio trai due
ragazzi dedicandosi ai loro drink in silenzio. Il bruno guardava con la
coda
dell’occhio l’altro che giocava con il ghiaccio
semi-sciolto sul fondo del
bicchiere guardandolo pensieroso mentre si mordeva le labbra, come se
stesse
nascondendo qualcosa.
Kyuhyun finì di bere il whisky e fece per alzarsi alzando
già la mano in segno
di saluto verso Donghae ma poi quest’ultimo lo
bloccò puntandogli lo sguardo
negli occhi.
“Hai
sentito di Yesung?”
Il cuore gli si
fermò
appena udì quel nome e il sangue si gelò nelle
vene mentre il suo respiro
accelerava sempre di più. Si sedette di nuovo, ormai Donghae
sapeva tutto e a
Kyuhyun non bastava ammetterlo a se stesso.
Lui e Sungmin si erano lasciati.
Perché.
Perché Kyuhyun era ancora perdutamente e
stupidamente innamorato di Yesung.
Cercò
di regolarizzare
quanto meno il respiro lasciando perdere i tremori e il cuore che ormai
galoppava impazzito; deglutì passandosi una mano trai
capelli cercando di
apparire totalmente disinteressato quando non era così. Non
aveva notizie di
Yesung da un anno, non aveva saputo niente su di lui, poteva solo
immaginare
che fosse finalmente felice con Ryeowook e... provava una feroce invidia verso quel ragazzo che lo aveva
portato sull’orlo della follia e della morte.
“No,
non so niente...” rispose atono
cercando di non far trasparire il tremore
nella sua voce e guardando il fondo del bicchiere ormai vuoto.
Donghae si fece
riempiere
di nuovo il bicchiere di whisky e ne bevve un sorso prima di rispondere
al
minore, come se volesse in qualche modo vendicarsi di lui per il dolore
che ben
sapeva di aver procurato al Sungmin tanto da fargli frequentare un
master in
Europa, lontano da lui.
“Dobbiamo
allontanarci, non posso starti vicino mentre
tu continui a pensare a lui...”
Il malinconico messaggio che Sungmin gli aveva lasciato sul comodino
qualche
settimana dopo la sua confessione.
Lo stracciò gettandolo nel cestino.
“Pare
che si sia cacciato nei guai...” disse dopo aver
posato il bicchiere sul bancone
delicatamente “Droga, spaccio... insomma ci
è di nuovo ricaduto.” Aggiunse poi il
bruno impassibile quanto mai era stato prima.
Kyuhyun si
voltò piano
verso di lui con gli occhi sbarrati per la paura e lo stupore non
riuscendo
nemmeno a parlare, restando con la bocca leggermente dischiusa
respirando di
nuovo affannosamente con le mani che gli tremavano.
Droga.
No, non era
possibile. Quella sera
sembrava felice, diverso, sereno.
Spaccio.
Cos’era andato storto? Cosa non era funzionato?
Perché era successo? E lui
dov’era mentre accadeva tutto quello?
Insomma
ci è di nuovo ricaduto.
Kyuhyun iniziò a sudare freddo iniziando a pensare
a tutte le possibili
ragioni che avessero condotto Yesung di nuovo su quella dannata strada.
Solo
una gli venne in mente e pregò con tutte le forze per il suo
hyung che non era
quella.
“E’
stato in galera per qualche mese e ora è in
libertà
vigilata...” concluse poi
Donghae
finendo il whisky in un unico sorso.
Kyuhyun restò in silenzio per svariati minuti con la gola
secca, il cuore che
gli batteva a mille e un cumolo di pensieri che si accavallavano
l’uno
sull’altro.
Dove cazzo eri Kyuhyun?! Oh, già a
scopare con una persona che manco amavi!
Si
alzò di scatto e lasciò
dei soldi sul bancone con la mancia al barista: sapeva dove andare o
almeno
sperava di trovarlo nel suo solito appartamento ma conoscendo Yesung,
quello
era l’unico posto in cui poteva se la sua idea era fondata.
Fece nuovamente per andarsene quando Donghae gli si parò
davanti guardandolo
severo e truce. “Io lo so.” Gli disse duro mentre
Kyuhyun pensava
unicamente a Yesung. Sostenne lo sguardo del maggiore e lo
sorpassò facendogli
un cenno di saluto con la mano infischiandosene di cosa sapeva o di
cosa non
sapeva perché in quel momento la sua priorità era
il suo hyung.
Corse a
perdifiato per
tutta Seoul incurante dei passanti che imprecavano quando lui non
riusciva ad
evitarli. Ricordava perfettamente il quartiere dove Yesung abitava: era
uno di
quei quartieri periferici conosciuti per la presenza di numerosi night
club e
di spacciatori.
Quel quartiere non era cambiato più di tanto se sembrava che
il Natale non era
arrivato come nelle altre zone della metropoli, solo una cosa non era
rimasta
immutata: il palazzo dove si trovava l’appartamento di
Yesung: era
completamente ricoperto di graffiti.
Come sempre il portone era aperto e senza esitare Kyuhyun
entrò nell’ingresso
malmesso salendo le scale velocemente fino arrivando al piano
dell’appartamento
di Yesung. Fino a quel momento non aveva fatto che ricordare tutti i
momenti in
cui il volto del maggiore lo tormentava, come il suo corpo lo aveva
attirato
per mesi ma in quel momento, di fronte a quella porta, non riusciva
più a
pensare a nulla. Provava un senso di terrore e anche
un’inspiegabile rabbia
perché sapeva cosa
avrebbe assistito
una volta che avrebbe varcato quella porta.
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro; come sempre la porta era
leggermente accostata e Kyuhyun entrò senza bussare con il
cuore che gli
batteva a mille e le mani che gli tremavano tenendo ancora con gli
occhi
chiusi.
Quello che vedi non appena aprì gli occhi non era nemmeno
lontanamente
immaginabile. L’appartamento era sempre uguale, con lo stesso
letto sfatto in
un angolo sotto la finestra e un comodino al fianco, ricoperto di
posacenere
pieni e con alcuni residui di una polvere bianca che Kyuhyun sapeva
bene cosa
fosse. Il piccolo tavolo rotondo era
colmo di bottiglie dei più svariati alcolici vuote come lo
era il lavandino
della cucina. L’aria come sempre era intrisa di fumo di
sigaretta e come sempre
l’unica finestra dell’appartamento era chiusa.
Poi lo vide e il cuore gli si fermò, come
sempre.
Era rannicchiato in un angolo dell’appartamento che
distrattamente si mangiava
un misero pacchetto di noccioline con lo sguardo fisso sul pavimento
senza
nemmeno accorgersi della presenza del bruno.
Non era cambiato, aveva i capelli rossi proprio come l’ultima
volta che lo vide
e la solita matita sotto agli occhi per intensificare uno sguardo che
il quel
momento era vuoto.
Era il solito Yesung, con la sua solita devastante bellezza.
Avrebbe voluto correre da lui, stringerlo tra le sue braccia e nella
sua
patetica immaginazione avrebbe potuto portarlo via con sé e
magari ricominciare
da capo, a vivere con lui, ma non lo fece: il suo stupido orgoglio
sempre in
casi del genere si faceva sentire.
Chiuse la porta alle sue spalle con
forza
per fare rumore portandosi poi le braccia al petto incrociandole senza
distogliere lo sguardo da Yesung.
Dio,
quanto sei bello...
“Che
ci fai lì a terra?” chiese
il bruno cercando di non far trasparire alcune emozione dalla sua voce.
Era
preoccupato, in ansia e con l’unico desiderio di baciare
Yesung.
Il maggiore alzò lo sguardo corrugando la fronte
meravigliato guardando il
minore negli occhi. Erano spenti e aveva delle profonde occhiaie, che
sicuramente non erano dovute al poco sonno. Non c’era nemmeno
più quella punta
di malizia e sensualità che aveva attirato da sempre Kyuhyun.
Niente. Erano solo spenti e vuoti.
“Kyuhyun...?”
Chiese
l’altro rispondendo titubante “Che
ci
fai qui?” aggiunse guardandolo stupito e dubbioso,
forse non essendo certo
se fosse reale o meno.
“Ti
ho chiesto, cosa ci fai lì a terra.” Ripeté
il minore indurendo ancora di più il tono di voce
e lo sguardo.
E
perché non sei tra le mie braccia...?
Yesung lo
guardò magnetico
ancora interdetto per quella presenza così inaspettata
per lui eppure al tempo stesso quanto aveva
agognato di poter rincontrare quel ragazzo così
orgoglioso ma al tempo così
fragile che inevitabilmente gli aveva rubato il cuore.
Abbassò nuovamente lo sguardo concentrandosi di nuovo sul
piccolo pacchetto di
noccioline ormai vuoto.
“Sono
caduto.” Ammise
sorridendo amaro portandosi alla bocca
persino le briciole tenendo lo sguardo basso, non riuscendo a sostenere
quello
sguardo così fiero che solo un anno fa era colmo di
desiderio che ardeva solo per lui.
Ma non era più così, purtroppo.
Solo quando aveva lasciato Kyuhyun per seguire soltanto un ricordo,
un’illusione.
“E
perché non ti sei alzato?”
“Perché
non ci sono riuscito.”
Kyuhyun sentì le vene
sul collo gonfiarsi per la
rabbia e le mani stringersi con forza in due pugni.
No, non poteva vedere di nuovo in quello stato Yesung e di certo non
l’avrebbe
nemmeno più compatito. Doveva reagire, doveva vivere e glielo avrebbe
insegnato lui e lo avrebbe fatto per sempre.
Prese una bottiglia vuota e la scagliò contro la parete su
cui era rannicchiato
Yesung che si chinò in avanti proteggendosi il viso dai
pezzi di vetro per poi
alzare lo sguardo verso il minore sconvolto e arrabbiato.
“Queste
però riesci a berle tutte!” sputò
con rabbia mentre ne scagliava un’altra con ancora
un dito di alcolico dentro quindi bagnando anche Yesung nonostante si
fosse di
nuovo protetto con le braccia guardandolo ancora una volta sconvolto
non
sapendo cosa dire o come reagire.
Kyuhyun gli scagliò tutte le bottiglie, bagnandolo
completamente, poi
prese anche i pacchetti di sigarette
lanciandoli verso il ragazzo colpendolo e inveendo contro il maggiore
per poi
in ultimo, prendendolo dal cassetto del comodino ribaltandolo, un
sacchetto di
cocaina: lo strinse nelle mani con rabbia e fu l’ultima cosa
che gettò contro
il suo hyung respirando affannosamente.
Yesung lo guardava sconcertato ogni volta che lo vedeva lanciare tutte
quelle
cose contro di lui come se ogni volta gli stesse lanciando pezzi del
suo cuore.
Che anche lui... non avesse dimenticato?
No, smettila di farti film mentali
JongWoon.
Continuarono a guardarsi in silenzio respirando
affannosamente entrambi e
Yesung in quegli occhi, forse per l’effetto
dell’alcool, del fumo o della droga
oppure per una momentanea follia, rivide il desiderio,
l’attrazione e l’amore
che solo un anno provava per lui.
Non farti film mentali...
“Kyuhyun...” non riuscì a
terminare la frase che
improvvisamente sentì le labbra di Kyuhyun premere sulle sue
tenendogli il viso
tra le mani, in bacio disperato e passionale.
Yesung aveva aspettato forse un’intera vita per sentire
quelle labbra così
carnose e morbide premere sulle sue screpolate. Si
aggrappò al collo del minore attirandolo
ancora di più a se succhiandogli le labbra con una dolcezza
inaspettata per entrambi. Sentì
delle scariche elettriche lungo la
schiena e i battiti del cuore diventare sempre più veloci. Le loro lingue, quando
finalmente si
trovarono, si intrecciarono lentamente esitanti mentre le mani del
bruno
esploravano il corpo del maggiore accarezzandogli il petto ricordandosi
che
almeno quello era rimasto lo stesso: tonico e asciutto.
Si baciarono per molto tempo forse per ore o giorni, tuttavia nessuno
dei due
aveva intenzione di staccarsi. Yesung portò Kyuhyun sulle
sue gambe facendolo
mettere a cavalcioni su di se senza staccarsi dalle labbra di lui che
ormai il
minore non le sentiva nemmeno più per quanto fosse intenso
quel bacio. Poi, per
riprendere fiato, Kyuhyun si staccò piano dalle labbra
dell’altro tenendo
ancora le mani sul suo viso tenendo gli occhi chiusi. Yesung respirava
affannosamente mentre lo guardava ancora sorpreso accarezzandogli il
collo con
la punta delle dita titubante.
Stava succedendo davvero? Era solo un sogno per Kyuhyun poter baciare
Yesung,
eppure sembrava che quel sogno si fosse avverato.
“Hyung...
io... scusami non volevo.”
Balbettò
il minore rosso in viso non riuscendo a distogliere lo sguardo dagli
occhi dell’altro
e dalle sue labbra adesso arrossate per il bacio.
“Tu
volevi.” Rispose
Yesung guardandolo intensamente salendo con le mani nei capelli bruni
del
minore accarezzandoli dolcemente “Come
volevo io e come voglio ancora.” Aggiunse
per poi impossessarsi di nuovo delle labbra di Kyuhyun con lo stesso
impeto,
facendo aderire i loro corpi maggiormente attirandolo per i fianchi.
Adesso Yesung sapeva
che non erano solo
dei film mentali e quella non era un’illusione: era la
realtà, Kyuhyun era
finalmente reale ed era davanti a lui in quel momento seduto sulle sue
gambe
che lo baciava dolcemente.
“Hyung...
io...” Kyuhyun
si mordeva le labbra distogliendo lo
sguardo dal viso del maggiore mentre giocava con i ciondoli
dell’altro appesi
al collo. Voleva
dirgli tante cose,
fargli capire tante cose e per una volta aprirgli finalmente il cuore:
tutto
quello che avrebbe dovuto fare un anno prima.
Si alzò lentamente aiutando poi il rosso ad alzarsi per poi
sedersi sul divano
e far sedere anche il maggiore, al suo fianco, che lo guardava curioso
inclinando leggermente la testa.
Puoi essere così dolce, hyung? Lo
sei
davvero? Voglio scoprirlo.
Il minore prese un respiro per darsi coraggio mentre si
torturava le labbra
come faceva sempre quando era in presenza del suo hyung.
Yesung lo guardò preoccupato per poi impacciato gli prese
una mano tenendola
tra le sue accarezzandola. Il minore rabbrividì, come faceva
sempre quando il
suo hyung lo toccava.
“Vorrei
dirti tante cose...” sorrise
imbarazzato mentre con le dita solleticava quelle del maggiore. Yesung
lo
guardò facendosi attento per poi arricciare
l’angolo della bocca in un sorriso
che per Kyuhyun sembrò per la prima volta gentile.
“L’ultima
volta che ti ho visto, quella sera in quel
pub, qualcosa è di nuovo cambiato in me o forse non era
cambiato proprio nulla.”
Iniziò
il bruno guardando le loro mani
intrecciate non riuscendo a non pensare che stava accadendo tutto per
davvero. “Non sono riuscito a
dimenticarti ne tanto
volevo farlo. Ti pensavo ogni giorno anche se ero con Sungmin, pensavo
solo a
te. Sempre solo a te.” Si
interruppe
per un secondo chiudendo gli occhi ricordandosi le discussioni avute
con
Sungmin in quell’anno. Anche se Kyuhyun non gli aveva mai
detto nulla dei suoi
sentimenti ancora presenti verso Yesung, Sungmin sapeva.
Come sapevano tutti.
“Non
è difficile capire il motivo: io ti amo hyung.”
Yesung
sentì il cuore in
gola e rabbrividì sentendo quella dichiarazione non
sconvolgendosi del modo:
sapeva che Kyuhyun non piaceva girare intorno alle parole, andava
dritto al
sodo.
E lo amava per questo.
“Se
non tu non ricambi, ti prego di dirmel-...” Yesung
lo interruppe
mettendo un dito sulle sue labbra guardandolo profondamente con quegli
occhi
neri così scuri che Kyuhyun, come sempre, veniva inghiottito. Il maggiore
guardò ancora addolcendo leggermente
lo sguardo mentre gli accarezzava con le dita le sue labbra, poi
iniziò a
parlare anche lui.
Gli raccontò che tra lui e Ryeowook non aveva funzionato,
gli raccontò che
aveva preso a drogarsi e per questo Ryeowook lo aveva lasciato. Gli
raccontò di
quei sei mesi in cui era stato in galera e di tutte le notti in cui si
svegliava pronunciando il nome di Kyuhyun dopo averlo sognato.
No, nemmeno lui l’aveva dimenticato.
“Perché
ti amo anche io Kyuhyun, dalla prima volta che
ti ho visto. Ti amavo ogni notte e ogni mattina che ti guardavo prima
di uscire
dalla porta della tua stanza.”
Concluse quindi
il maggiore guardando negli occhi del
minore che inevitabilmente erano umidi
mentre sorrideva emozionato accarezzando i capelli rossi
dell’altro.
“Questa
volta Kyuhyun, non ti lascio andare...” sorrise
sensuale ghignando appena mentre accarezzava il
collo del minore con dolcezza e baciandogli la fronte, stringendolo poi
a sé.
Kyuhyun si
lasciò stringere
adagiando la testa sul petto del maggiore sorridendo rilassato mentre
si beava
del contatto delle mani di Yesung strette sui suoi fianchi che lo
accarezzavano
dolcemente. Restarono così per molto tempo sentendo il
profumo dell’altro e il
calore del corpo dell’altro a contatto con il proprio.
Giocò con le dita sul
petto di Yesung pizzicandoglielo e sorridendo quando ogni tanto il
maggiore gli
dava dei baci dolci sui capelli inspirando il loro profumo, poi sciolse
quella
stretta dolcemente con un dubbio che nonostante tutto quello che aveva
ascoltato,
lo attanagliava ancora.
“Hyung,
perché non ha funzionato con Ryeowook-ssi?” chiese Kyuhyun
al maggiore guardandolo negli occhi con
fermezza, come se stesse provando la gelosia che ogni volta sentiva
quando si
parlava del suo hyung con quel ragazzo.
Yesung lo guardò interrogativo leccandosi le labbra
leggermente senza malizia
poi accennò un sorriso indescrivibile, smaliziato e molto
dolce.
“Perché
non era te.” Rispose
il maggiore accarezzando il viso dell’altro che sorrise
luminoso non appena udì
quelle parole. “Ricominciamo di
nuovo,
ti va?” Concluse poi sorridendo anche lui nello
stesso modo di Kyuhyun
accarezzandogli i capelli mentre il minore annuiva emozionato
abbracciandolo di
nuovo e baciandogli il viso dolcemente . Successivamente Yesung gli
prese il
viso tra le mani guardandolo per un secondo negli occhi per poi
scendere con lo
sguardo alle labbra sfiorandole con le proprie.
“Voglio
fare l’amore con te, Kyuhyun.”
Sussurrò sulle labbra del bruno accarezzandogli i capelli
facendo combaciare le loro fronti
“Per
davvero...?” chiese
Kyuhyun chiudendo gli occhi e
inspirando il profumo di sigaretta misto a quello di menta del
dopobarba del
maggiore.
Yesung sorrise e lo fece stendere sul letto delicatamente baciandogli
dolcemente
il collo mentre gli sfilava il capotto lasciandolo poi cadere sul
pavimento
sbottonandogli poi la camicia con cura, senza fretta, volendo godere di
quel
momento che aveva tanto atteso.
Kyuhyun aprì le gambe facendo accomodare il maggiore tra le
sue per una
posizione più comoda e gli sfilò la maglia
scoprendo il petto nudo e liscio,
senza una sola imperfezione. Si alzò quanto bastava per
baciarlo con dolcezza e
con amaro stringendo le mani sulle scapole di lui mentre Yesung
rabbrividì
inarcando la schiena e il collo accarezzando le braccia del minore per
poi
farlo di nuovo stendere percorrendo con le labbra il petto del minore
scendendo
al basso ventre accarezzandoglielo con il viso, dunque
iniziò a sbottonargli i
pantaloni sfilandoglieli, sfilando anche i suoi aiutando Kyuhyun. Lo
guardò
negli occhi cercando la sua approvazione mentre gli divaricava ancora
di più le
gambe; Kyuhyun annuì sicuro aspettando quel momento da
quando aveva conosciuto
Yesung.
Quando Yesung lo
penetrò il
più piano possibile, Kyuhyun non sentì dolore
anzi, era come se avesse
ritrovato il suo posto nel modo e sotto alle spinte del maggiore
ansimava per
il piacere godendo nell’orecchio dell’altro
avvinghiato a lui mentre continuava
a spingere godendo con lui.
Raggiunsero il limite entrambi giungendo insieme al punto di piacere
rimanendo
stretti ancora per alcuni attimi, poi Yesung uscì piano dal
corpo di Kyuhyun e
lo strinse tra le sue braccia comprendo entrambi con le lenzuola
baciando
ancora la fronte del minore.
E’
questo che significa amare ed essere amati, hyung? Io
voglio amare te.
Fecero molte
volte l’amore
quella sera scoprendo entrambi il corpo dell’altro come se
fosse la prima volta
ripentendo sempre l’uno all’altro il loro amore che
era vero e sincero.
Quando poi Kyuhyun chiese a Yesung: “Hyung,
sei felice?”, Yesung gli rispose sincero
guardandolo negli occhi innamorato
“Si, adesso lo sono.” E lo era, lo era per davvero.
Perché la sua
felicità era
Kyuhyun e lo sarebbe stato per sempre.
Angolo della pazzoide scatenoide (aka l'autrice)
Pensavate che vi sbarazzavate di me eh? AH SCIOCCHI, NON LIBERERETE MAI DI ME FACILMENTE! *risata malvagia*
Ma adesso passiamo alle cose serie, un minimo di serietà.
Vi starete chiedendo: Dopo mesi che ci hai fatto sbattere per la YeWook e la KyuMin tu che fai? Scrivi uno spin-off dove fai mettere la KyuSung?!
La risposta è semplice: si.
Perchè? Perchè li shippo ♥
Adesso mi ritroverò migliaia di pomodori in faccia ma i miei feelings non cambiano :3
Spero che comunque possa piacervi lo stesso perchè ritengo (come ho sempre detto) una storia è bella perchè ti fa emozionare, e non per il parings scelto ed io spero che la mia vi abbia fatto emozionare ^^
Per chi non avesse letto "Le beau garçon sans mercì " bhè fatelo lol xD
Vi ringrazio come sempre per chi abbia letto e spero che vi sia piaciuta ^^
Alla prossima
Cri_Snix