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Autore: aurara    25/07/2014    2 recensioni
[storia ad oc] [ispirata alla trilogia 'The Hunger Games']
~ AU | Sci - fi | Giappone post apocalittico | Avventura, azione, un po' di sangue ~
Eccomi qui con la mia prima storia ad oc. Se siete interessati, perché non ci fate un salto? ~
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"Tsunami si girò quanto bastava per notare che un pacificatore, con la sua solita divisa bianca ed un fucile carico in mano, gli aveva appena ordinato di andarsene. Odiava il coprifuoco nei giorni precedenti ai Giochi. Orribili.
Stupidi Giochi, stupidi pacificatori, stupido tutto. Avrebbe voluto fuggire da quella nazione così dispotica, così crudele, così inumana, ma non poteva. Che fregatura."
-
"Disse un'ultima frase, prima di scomparire dalla visuale dell'uomo vestito di bianco. Una frase così significativa, ma al contempo dannatamente ironica.
-E possa la fortuna essere sempre a vostro favore!-"

---
Ci vediamo dentro!
Aurara~
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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::Lysinis' Games♣ 

Dove tutto ricomincia.



::Chapter 05: Perks and disadvantages of being a tribute.

 

 

 


La grande camera da letto, dall'atmosfera elegante e riempita di mobili probabilmente molto costosi, non sembrò far diminuire l'agitazione che tormentava Minako ormai da un giorno intero.
La grande finestra, che dava verso la città, sembrava brillare: edifici totalmente ricoperti di luci sfavillanti e lampeggianti occupavano gran parte del panorama. Non si sarebbe potuta scorgere nemmeno la più luminosa delle stelle, e tutto questo preoccupò ancora di più la ragazza.
Da quando era scesa dal treno che l'aveva portata fino a New Tokyo, le erano stati riservati i migliori trattamenti: trasporto attraverso la città in limousine, cibo squisito – non aveva mai mangiato così tanto, nemmeno alle cene natalizie all'orfanotrofio – e sistemazione al nono piano dell'immenso palazzo che avrebbe ospitato tutti e ventiquattro i tributi per quattro giorni. Dodici piani, per dodici distretti.
Sembrava avesse vinto una strana lotteria, ma non era affatto così. Persino Ranmaru, il suo compagno di distretto, credeva che tutto ciò fosse una presa in giro. Aveva paragonato i tributi a degli animali da macello; serviti e riveriti, per poi venire uccisi, come dei maiali.
Minako era contenta di avere un compagno come lui. Almeno la sua priorità era quella di non uccidere il prossimo.
La ragazza ripassò mentalmente il programma che la attendeva nei giorni successivi.
Innanzitutto, appena dopo la sistemazione al palazzo, tutti e ventiquattro i tributi erano stati sottoposti ad un 'trattamento di bellezza'. Dio, non avrebbe mai immaginato che la ceretta -in ogni singola parte del corpo- potesse fare così male. Chissà se l'avevano fatta anche ai ragazzi.
Però la cosa più insopportabile, perfino della ceretta e della manicure e pedicure, oltre al lavaggio completo finale -...seriamente? Sembrava di stare dietro le quinte di un concorso di bellezza- erano le capitoline che avevano il compito di tutto quel lavoro. Parlavano senza sosta, del più e del meno, e perfino la calma di Minako per poco non era andata a farsi benedire.
Nei successivi tre giorni, si sarebbe allenata con gli altri tributi nel nuovissimo centro di addestramento situato nei sotterranei dell'edificio. Il quarto giorno tutti sarebbero stati chiamati per le sessioni private con gli strateghi, alla fine delle quali sarebbe stato attribuito un punteggio da uno a dodici per ogni tributo. Più alto era il punteggio, più il tributo era favorito nelle scommesse, e di conseguenza più appetibile per gli sponsor. Alla sera avrebbero tutti partecipato ad un'intervista -un talk show, più che un'intervista-, in modo di farsi conoscere ancora meglio da tutta New Tokyo e smuovere maggiormente il terreno per gli sponsor. Le due settimane successive sarebbero state il vero e proprio inferno.
Minako si rigirò nel letto scarlatto con le gambe che ancora pizzicavano dal fastidio, cercando di pensare al nulla più totale. Ma il risultato non fu quello sperato. Al contrario, le ritornò in mente la breve intervista del giorno precedente.
Appena scesi dal treno infatti, senza neanche il tempo di abituarsi alla grandezza della stazione di New Tokyo -strutture in marmi colorati, che culminavano con dei pannelli di vetro che filtravano la luce del sole- i due tributi furono subito circondati. Una folla composta da gente urlante con strani gusti nel modo di vestire e giornalisti si accalcarono intorno ai due tributi, cercando di ricavare qualche informazione da essi; fortunatamente la mentore ebbe la buona idea di parlare al loro posto, facendo evitare loro una brutta figura, dato il fatto che erano completamente spaesati. Il diciassettenne dai codini rosa aveva notato, poco più avanti, che altra gente si stava spostando verso un altro binario: le urla stavolta sembrava fossero raddoppiate. Probabilmente i tributi di quel treno dovevano far parte dei Favoriti.

Giusto, i Favoriti: così venivano abitualmente chiamati i rappresentanti dei distretti 1, 2 e 4. Allenati dalla più tenera età per partecipare ai Giochi e vincerli, solitamente avevano la malsana idea di uccidere chiunque non fosse stato uno di loro. Al solo pensiero di incrociare i loro sguardi, alla rossa vennero i brividi. Meglio stare alla larga da quei pazzi, soprattutto nell'arena.

 


-Benvenuti al centro di addestramento, ragazzi. Qui, per i prossimi tre giorni, vi allenerete in varie tecniche di combattimento e di sopravvivenza. Il centro è suddiviso in quindici sezioni, in ognuna di esse se lo desiderate potrete venire aiutati da un esperto; si parte dal tiro con l'arco, per poi passare alla seconda sezione, quella delle armi da taglio. La successiva invece...-
-Aaah, ma quando la smetterà? Mi sto già annoiando.-
-Jousuke, smettila! Sono stufa di sentire le tue lamentele su tutto.-
-RenRen, sorella, sono stanco. Voglio un tridente. E una tavola da surf. Uffa.-
Sussurrare tra compagni di distretto sembrava allentare la tensione che in quel momento faceva tenere gli altri ventidue con il fiato sospeso.
-Non chiamarmi RenRen, e tantomeno sorella, non lo sono.-
-Eddai Renge, ti ci metti pure tu adesso? Penso che tu ti sia svegliata piuttosto male stamattin--
Lo sguardo omicida della capo addestratrice si posò sui due rappresentanti del distretto 4, facendoli sudare freddo.
-Hoshanokuji, Tsunami, continuate così e vi giuro che i partecipanti ai Giochi diminuiranno di due unità ancora prima di cominciare.- sentenziò la donna, con un sorriso sinistro che non prometteva nulla di buono.
-Ci scusi, Hitomiko-sama, non accadrà più.- disse Renge, cercando di calmare le acque.
Dopo aver ripreso la descrizione della tredicesima sezione, lo sguardo omicida si era trasferito nella diciannovenne del 4.
-Perfetto, ora grazie a te possiamo dire addio al punteggio massimo.- borbottò, guadagnandosi uno sbuffo da Jousuke.
-...e in quelle tribune che potrete notare più in alto, verrete osservati dai nostri strateghi. Date una buona impressione di voi stessi, questo vi sarà utile per gli sponsor. Un'ultima cosa: non sono ammessi combattimenti o lotte tra tributi. Se non rispetterete questa regola, verrete penalizzati.-
Dopo la spiegazione di Hitomiko, i ventiquattro cominciarono a sparpagliarsi nelle varie sezioni.
Girando tra di esse, Ayane scorse la nona, adibita all'uso delle fruste. Ne contò cinque, perfettamente allineate su un lucido ripiano di metallo scuro. Sembrava volessero chiamarla verso di loro, Ayane giurò di averle sentite parlare.
Dal lato opposto, Rin si appostò nella sezione delle armi da taglio; dopotutto, per lei provare la sezione 'flora' sarebbe stato inutile. Nella postazione si passava dagli stiletti alle mannaie -a che diavolo servivano le mannaie lì?!-, fino alle spade più varie, di ogni genere e forma. Tra di esse la mora notò una katana, dalla lama scintillante; lei adorava le katane.
Fece per avviarsi verso questa, ma prima di prendere in mano l'impugnatura le tornò in mente il consiglio datole dalla mentore: mai partire dalle sezioni maggiormente padroneggiate; in questo modo gli altri ragazzi avrebbero potuto tranquillamente scovare i punti di forza di un avversario e adattarsi di conseguenza una volta scesi nell'arena. A malincuore decise quindi di provare con dei pugnali. Chissà, magari avrebbe scoperto un qualche talento nascosto.
Sfortunatamente le sue speranze svanirono in meno di due minuti: dopo svariati tentativi, il manichino a dieci metri di distanza vantava solo un segno sulla coscia sinistra.
Corse a raccogliere i pugnali sparpagliati al suolo, quando uno di essi le sfiorò l'orecchio destro e si conficcò nel 'cranio' del manichino davanti a lei.
Si girò nella direzione di provenienza: un ragazzo, probabilmente della sua stessa età, la guardava con un'espressione mortificata.
-S-scusami, avrei dovuto aspettare! Pensavo di averti colpito... Tutto bene?-
Rin rimase un po' interdetta, ma gli rispose prontamente.
-N-no, tutto bene, davvero! La prossima volta però cerca di essere più paziente!-
Dopo avere raccolto i pugnali si diresse di nuovo alla postazione di tiro, stavolta mettendosi al fianco del ragazzo dai capelli color dell'argento.
-Sei bravo con i coltelli.- iniziò, lievemente intimorita, ma cercando di non darlo a vedere – Come ti chiami?-
L'altro tirò un secondo pugnale che si conficcò appena sotto il collo del bersaglio.
-
Grazie del complimento. Sono Shirou, Fubuki Shirou, distretto 8.-
-Ah, sei uno dei gemelli Fubuki allora!- fece notare la mora, ricordandosi di aver visto un ragazzo molto simile a lui durante la spiegazione di Hitomiko.
-Sì, sono io. Mio fratello Atsuya però è alla sezione delle lance, abbiamo deciso di provare cose diverse. Pensa, mi ha perfino detto che voleva provare a tirarne una agli strateghi nelle tribune, per vedere le loro reazioni.- disse, sorridendo.
Sembrava un ragazzo simpatico. A Rin tornò in mente Masaki, il suo compagno di distretto; chissà dove si era cacciato. Non aveva parlato molto con lui, nonostante i tentativi di stringere amicizia. Le era sembrato persino un po' insolente.
-Tu devi essere Rin Ito, giusto?- continuò Shirou, riportandola alla realtà.
-Come fai a saperlo?- gli chiese, sorpresa.
-Non sei l'unica a stare attenta durante gli appelli.- rispose lui, ridendo.
-Al mio contrario, comunque, mi sembri un po' in difficoltà qui. Come mai non sei partita da qualcosa in cui sei più a tuo agio? Ti ho notato prima, davanti alla katana. Ci stavi praticamente sbavando sopra.-
Un sorriso sincero curvò le labbra della ragazza. Non pensava che al centro avrebbe fatto amicizia, nonostante la sua indole amichevole; dopotutto veniva dal distretto 12. Conoscere Shirou, invece, era stata una sorpresa. A prima vista pareva un ragazzo molto gentile e tranquillo. Non si chiese se il suo comportamento fosse solo scena, in qualche modo sapeva di potersi fidare, e confidarsi con lui di conseguenza.
-È per confondere gli altri, sai... la nostra mentore ci ha consigliato di agire in questo modo. Coglieremo di sorpresa gli avversari, nel caso ci fosse un'imboscata nell'arena. E intanto impareremo qualcosa che non sappiamo fare.-
-Nah, io credo che sia meglio fare esattamente il contrario. Vedi quel ragazzo lì, con i capelli azzurri?-
Così dicendo spostò lo sguardo, e Rin lo seguì a sua volta.
Un ragazzo longilineo, dai capelli chiari, si destreggiava abilmente attorno a due manichini in movimento, utilizzando un'ascia; con un movimento fluido ma deciso, staccò di netto la testa del primo e il braccio sinistro del secondo, che caddero a terra con un tonfo secco.
La ragazza era impressionata. Si appuntò mentalmente di non trovarsi davanti Suzuno dell'1 nell'arena. Non importava lo stato d'animo: spesso e volentieri i Favoriti durante i giochi non avevano lo scopo di stringere alleanze pacifiche con altri ragazzi che non provenissero dal distretto 1, 2 e 4.
-L'hai visto, Suzuno Fuusuke, distretto 1. L'ascia sarà sicuramente la sua specialità. Ora, dimmi: cosa ne pensi di lui?- domandò Fubuki.
-Penso che vorrei trovarmelo dalla parte opposta alla mia, nell'arena.- rise, coinvolgendo anche l'argenteo.
-Secondo me, invece di mostrarsi incerti sul da farsi, un approccio migliore è quello di apparire forti non solo agli occhi degli strateghi, ma anche degli altri ragazzi. Potrebbero volerti come alleato indipendentemente da dove provieni, avendo più possibilità di arrivare alla fine della seconda settimana.-
In effetti il ragionamento non faceva una piega... una cosa un po' azzardata, ma probabilmente efficace.
-...E va bene, dopo andrò ad usare la katana. Ma prima, per sicurezza, ti andrebbe di aiutarmi con i pugnali?-

 


-...dici che se ci provo poi mi ammazzeranno?-
-Oh, no. Lo farò prima io.-
-Eddai, RenRen! Solo un lancio!-
-Fatti passare per la testa un'altra volta quell'idea e giuro che quei tridenti te li faccio ingoiare uno alla volta.-
No, non sarebbe stata una buona idea lanciare le armi verso la stazione opposta, numero 7, dove Saya Fujiwara si arrampicava con destrezza tra i tubi di metallo della struttura di arrampicata, simili ai rami di un albero. La piccola, grazie alla sua corporatura, si infilava sinuosa tra il labirinto metallico, in alto e in basso, con calma ed un'insolita familiarità. Oltre ad un altro tributo che cercava con fatica di superare almeno il tubo a due metri d'altezza dal suolo, sulla sommità della struttura Tsubaki Yamada guardava la compagna di distretto raggiungerla: sebbene fosse più grande di corporatura, la mora aveva dalla sua parte più forza nelle braccia.
-Saya, mettici più forza! Al prossimo giro devi farcela in meno di due minuti, ok?- il tono era incoraggiante, ma dentro di sè la diciottenne nutriva un senso di preoccupazione e ansia; la sua compagna di distretto era davvero molto esile, il che non aiutava la sua resistenza fisica. Per quanto fosse perfetta ed agile mentre si arrampicava sugli alberi, non era altrettanto rapida e attenta alle situazioni circostanti. Cosa sarebbe successo se nell'arena, arrampicandosi per sfuggire a qualche tributo dalle cattive intenzioni, non si fosse accorta di una lancia diretta alla sua schiena?
Non avrebbe dovuto affezionarsi in questo modo a Saya, ma era stato del tutto inevitabile. Nel tempo passato sul treno le due avevano creato uno strano legame affettivo, ed entrambe si erano accorte troppo tardi che alla possibile morte di una delle due nell'arena, sarebbero derivate devastanti conseguenze emotive, o almeno per Tsubaki.
-...Tsucoso, non provare neanche con la Yamada.- aggiunse Renge, notando l'improvviso silenzio del compagno di distretto.
Jousuke sbuffò di nuovo. I bersagli nella sezione reti, tridenti, ami da pesca & co. -la castana per scherzare l'aveva rinominata 'Sezione distretto 4'- erano troppo lenti per lui, gli serviva qualcosa di più veloce.
-Su, RenReeen~- cominciò a ripetere, in una cantilena, sempre più forte. La Hoshanokuji si mise le mani nei capelli: sebbene lei stessa fosse una ragazza determinata –perfino una delle poche ragazze ad offrirsi volontaria nella storia del distretto 4-, in quel momento avrebbe tanto voluto urlare dall'esasperazione. Il diciannovenne, sebbene fosse simpatico e le sembrasse abbastanza maturo, certe volte si comportava come un fottutissimo undicenne.
-Per tutti i Kami, Tsucoso, potrei strozzar--
-Ehi, voi! Distretto 4, giusto?-
La castana si girò, perplessa, verso la stazione 7. Tsubaki, sulla struttura di arrampicata, guardava i due tributi con aria curiosa.
-Quei tridenti, laggiù, puntano verso di noi per bellezza?- continuò, indicando Tsunami, con un'arma appoggiata sulla spalla ed un'altra in mano.
Renge sospirò esasperata per la seconda volta, notando che in meno di un secondo netto gli occhi del ragazzo erano tornati a sbrilluccicare. Probabilmente aveva scambiato la domanda della Yamada per una sorta di sfida.
-Volevo tirarli per vedere se foste riuscite a schivarli.- rispose lui, in modo del tutto naturale.
Alla Hoshanokuji per poco non cadde a terra la mascella; possibile che avesse potuto rispondere in quel modo? Oltretutto, ogni sorta di combattimento o lotta tra tributi era strettamente proibito. E gli strateghi giravano tra le tribune, avrebbero potuto accorgersi subito di questa assurda sfida e penalizzare i diretti interessati.
-Perfetto, con questo puoi definitivamente dire addio ai dodici punti.- borbottò -Spero che la ragazza abbia un minimo di contegn--
-Sul serio? Tirali a me, voglio vedere se riesci a graffiarmi.-
La risposta, oltre a spiazzare definitivamente Renge, ebbe lo stesso effetto su Saya.
-Tsubaki, sei sicura? Ti stai mettendo contro un ragazzo del distretto 4, e sembra pericoloso! Inoltre sai che non ci si può confrontare tra tributi, verrai penalizzata!-
-Saya, stai tranquilla, ce la faccio. Si starà solo vantando per mettere paura a mezzo centro d'addestramento. Inoltre non c'è nessuno qui, gli strateghi sono tutti nella sezione 1, qualcuno deve aver combinato qualche disastro.- rispose lei. Non poteva negare di essere un tantino tesa, ma in fondo, il ragazzo del 4 non avrebbe fatto sul serio. Al massimo avrebbe tirato con minor forza di quanto è solita fare la gente del distretto dei pescatori.
Notando il ragazzo soppesare il tridente, Tsubaki si posizionò più stabilmente sul tubo, pronta a scattare al minimo movimento.
-Pronta?- urlò Jousuke dal basso.
-Sbrigati, vorrei andare a provare la stazione dei pesi prima di domani mattina!- gli fece eco lei, sarcastica.
Guardò Saya con la coda dell'occhio, e si stupì nel notare la sua preoccupazione. Una forte preoccupazione.
Il primo tridente puntò subito alla testa, e in fretta la ragazza saltò di lato, diretta al tubo che si trovava più in basso. Riuscì ad atterrarci sopra e a poggiare le mani sul tronco, ma inaspettatamente dovette staccarsi subito. Il secondo tridente stava già mirando di nuovo a lei, con grande precisione. Come diavolo faceva ad essere così veloce, con quegli arnesi? Oltretutto era davvero preciso nel trovare un bersaglio e soprattutto nel prevedere le sue mosse.
Scivolò all'indietro per schivarlo, riuscendo per un pelo ad allungare il braccio sinistro e trovare un appiglio sul tubo di sotto, bloccando subito il movimento con l'altro braccio. Un colpo di reni e riusci a sedersi, alzando successivamente la testa per vedere dove fossero i due tridenti.
Eccoli lì, conficcati nel muro dietro alla struttura. Un muro. Di cemento.
Si lasciò sfuggire una risata nervosa; scaricò tutta la tensione accumulata in brevissimo tempo.
Si girò verso il ragazzo, notando che non era l'unica ad essere stupita.
-Sai, devo ammetterlo; sei davvero veloce, nemmeno un graffio!- disse Tsunami, in un tono più tranquillo -La prossima volta ci metterò più impegno.-
-Non credo ci possa essere una prossima volta- rispose rapidamente Tsubaki, notando la giacca di uno stratega che prima non c'era -comunque non sei male. Ti terrò d'occhio.-
Entrambi risero di nuovo, ma non avevano nulla per cui ridere in realtà; avrebbero avuto una persona in più da temere nell'arena.
Improvvisamente nella ragazza calò come un'incudine il pensiero di aver fatto preoccupare Saya. Si girò verso di lei, mimandole un sincero 'scusa' con le labbra, notando fortunatamente che il viso della biondina, da fortemente terrorizzato si era pian piano disteso. La Fujiwara si era dimostrata previdente e perspicace nel notare la forza degli altri tributi. Una cosa che anche Tsubaki avrebbe dovuto tenere a mente più spesso.
-Jousuke, andiamo. Quel ragazzo che sta usando l'ascia potrebbe insegnarci dei trucchetti utili.- Renge ruppe la tensione creatasi, prendendo il ragazzo per il polso e trascinandolo via di fretta.
-M-ma sorella, non ho ancora chiesto il nome alla ragazza dell'11! È veloce, ci tornerebbe utile se avessimo bisogno di alleati.- fece notare lui, con la voce che man mano si trasformava sempre più in un sussurro.
-Non ti preoccupare, il suo nome è Tsubaki Harada. Ehi, pensavi che non ci fossi arrivata? Sarei potuta benissimo andare ad intrecciare nodi se non fossi stata interessata.
Piuttosto tu, la prossima volta cerca di trovare una soluzione più calma per valutare le caratteristiche degli altri ragazzi.- rispose lei, in un tono calmo.
Una parte del suo piano cominciava già a prendere forma.

 


-Ma quando la smetteranno?-
-Ah, il tipo dai capelli rossi non mi sembra così restìo a mollare l'arco.-
In un angolo della sezione 1, Myo e Shuuya commentavano la rissa che in quel momento stava prendendo gran parte dell'attenzione del centro d'addestramento. Tutti gli strateghi erano lì, probabilmente pronti a penalizzare Haruya Nagumo e Atsushi Minamisawa che, a quanto pare, erano prossimi a darsele di santa ragione.
-Sanno che verranno penalizzati o sono troppo snob per farci caso? Pft, stupidi Favoriti.- disse la nera, quasi divertita nel commentare sarcasticamente tutto ciò che accadeva di strano in quel momento.
-Myo, non dire certe cose, è stato il ragazzo del 2 a iniziare. E poi avranno i loro motivi.-
La ragazza continuava però a fissare Minamisawa. L'aveva visto prima, mentre tirava con l'arco. Sembrava che avesse imparato a tirare ancora prima di camminare, da quanto bene riusciva a centrare tutti i bersagli. E la lotta corpo a corpo, poi? Quel ragazzo avrebbe potuto uccidere un uomo a mani nude. Pensandoci bene stato interessante averlo come alleato.
-...Non pensarci nemmeno Myo, non sarà un tuo alleato.-
-Shuuya, vuoi smetterla di leggermi nel pensiero?- commentò lei, il sarcasmo che sprizzava da ogni poro.
-Dico sul serio, come potrebbe volerti per alleata? Veniamo dal distretto 10, te ne sei dimenticata? E se fossi in te, non mi fiderei di lui. A prima vista il suo carattere è quasi ripugnante.- replicò in modo schietto Gouenji. Sebbene fosse una ragazza dalla personalità strana, lui teneva alla sicurezza di Myo. Come compagna di distretto, lo doveva tenere a mente, e anche lei avrebbe dovuto fare lo stesso. Solo che al momento non sembrava così.
-Vabbè, io me ne vado. Se mi cerchi sono al percorso ad ostacoli.- disse la ragazza, già avviata verso la sezione 11.
Voleva starsene un po' da sola, tutto quel casino la innervosiva. Le ritornò in mente il ragazzo del distretto 1.
Forse Shuuya aveva ragione, avrebbe dovuto lasciarlo stare. Ma Atsushi sembrava così simile a lei, in un modo o nell'altro. E francamente, cosa importava il numero del distretto? Decise che lo voleva come alleato. E per avere un alleato prima di tutto bisognava dimostrare di meritarselo.
Quell'idea strana, abbozzata in meno di dieci secondi, piacque seriamente alla ragazza. Forse si sarebbe messa d'impegno per avere quel ragazzo dalla sua parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell'autrice~
...Rendetevi conto che avrei dovuto pubblicare questo capitolo per festeggiare l'uscita di Catching Fire al cinema.
:''D
E siccome sono una ragazza ritardataria ma perspicace, pubblico il capitolo 5 per festeggiare l'uscita del trailer di Mockingjay, eheh omg non vedo l'ora ragazzi voi non capite
e pORTATEMI AL COMIC CON AAARGH
..Scusate.
Anyway, siete ancora tutti vivi? Potreste trucidarmi tranquillamente per il ritardo di circa dieci mesi, yes
In questo capitolo finalmente vediamo i nostri tributi che iniziano a socializzare, litigare, parlottare tra di loro -wut-, ah, e anche altre spiegazioni sulla faccenda dei Giochi, lol
Per voi, fan accaniti /ma chi ti vuole/, lo so che il susseguirsi degli eventi è diverso dal libro, ma è tutto calcolato uu ad esempio non ho messo la sfilata dei carri, ma chissà che non possa apparire nel prossimo capitolo.
Che arriverà presto, giuro. Mi è tornato il tempo e la voglia di scrivere, yo (?)
Beh, padroni degli oc, mi piacerebbe sapere se sto trattando bene i vostri figliuoli (?), anzi, sapere se siete ancora vivi e se state ancora seguendo la storia, sì sì :''D
Bien. Ora mi dileguo, che devo scandagliare twitter per vedere se quel benedetto trailer è già uscito.
Alla prossima, gente ouo/
aurara

  
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