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Autore: Ale_edgy    25/07/2014    0 recensioni
Storia vincitrice del concorso bandito dall'Inail sulla sicurezza sul lavoro
Un altro passo, e sono di nuovo a terra. Sento qualcosa di morbido sotto di me.
Ho paura. Si muove
Ma cosa…
Parla.

Un sogno, un'allucinazione, un viaggio perverso nella mente di un uomo. Dove porterà?
Genere: Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove sono?
E’ buio, lo percepisco, anche se non riesco ad aprire gli occhi.
Mi gira la testa.
Provo a muovere un braccio, le dita della mano. Fa male dannazione.
Lentamente le palpebre si schiudono, immagini velate iniziano ad apparire ai miei occhi.
Ho paura.
Disteso a terra, sento le gambe muoversi, e ogni piccolo scatto è una fitta di dolore lancinante. Un dolore che mi fa sentire vivo.
Stringo i denti, e il sapore di ferro si fa più intenso. Sangue.
Ma che cosa mi è successo?
Serro le palpebre e soffoco un urlo quando finalmente riesco a piegare un braccio, poi l’altro.
Il dolore è sempre più intenso, ma non mi fermo.
Le mani fanno forza su un pavimento sudicio, scivoloso, le braccia tremano sotto il peso del mio corpo. Devo riuscire ad alzarmi.
Una lacrima scende lenta e silenziosa sulla mia guancia.
Fa male.
Circondato da un assordante silenzio, finalmente riesco a mettermi in piedi. Il cuore batte forte, le pupille si dilatano cercando di cogliere anche il più piccolo brandello di luce in quella stanza buia.
Dove sono?
Muovo lentamente i piedi uno davanti all’altro, non so dove andare.
Un altro passo, e sono di nuovo a terra. Sento qualcosa di morbido sotto di me.
Ho paura.
Si muove.

Ma cosa…
Parla. Si muove.
E’ un uomo.
Non ce la faccio, la paura prende il sopravvento e scappo. Scappo, non so dove, ma scappo.
Mi trascino lontano da quel corpo
Cerco qualcosa a cui appoggiarmi ma attorno a me non c’è nulla.
Solo buio. E silenzio.
All’improvviso, qualcosa sfiora il mio braccio, e subito dopo un tonfo.
Chi è stato? Cos’era?
Allungo le mani davanti a me, le spalle indolenzite reggono a fatica il peso delle braccia, ma niente. Non sento niente, non vedo niente.
Continuo a muovermi  alla cieca, non so dove sto andando, se sono tornato indietro, mi sembra di impazzire.
Mi accovaccio, stanco.
Inizio a pregare
dico < ma se ci sei salvami, ti prego>
Prego, e piango.
Poi più niente.

Strizzo gli occhi, la pelle tira.
Mi ci vuole poco a ricordare che l’incubo che sto vivendo è reale.
Mi alzo in piedi e comincio a camminare. Di nuovo senza meta.
E di nuovo quel tonfo
Continuo a camminare, freno l’istinto di ricominciare a piangere.
Un lamento.
Corro,  inciampo, corro.
In cerchio, lontano, non lo so più. Mi sento un criceto che non sa di essere intrappolato nella ruota e continua a corre con la speranza di evadere dalla gabbia.
Asciugo il sudore dalla fronte con le mani sudice. Fa caldo.
I miei occhi ormai si sono abituati al buio. Chissà se rivedranno mai la luce.
< ehi.. c’è qualcuno? Qualcuno…vi prego..aiuto..> sussurro, a fatica  sento la mia voce.
Un gemito.
Il respiro è strozzato in gola dalla fatica, le gocce di sudore scivolano sul collo facendomi rabbrividire.
Poggio le mani sulle ginocchia e sussulto.
Qualcosa mi ha sfiorato.

Sento di nuovo quella voce
Non scappo, non ho più paura di niente.
Strizzo di nuovo gli occhi, vedo qualcosa.
< Dio..no..> scuoto la testa.
Sto diventando pazzo. Anche le allucinazioni.
Un libro.
Allungo le mani e le ginocchia tremano per il peso che piegandomi grava su di loro.
Lo prendo tra le mani e il bianco quasi fosforescente mi fa chiudere di corsa gli occhi e voltare la testa con uno scatto. Non può essere.
La copertina è marrone, lucida. Passo le dita sporche su quella copertina e non si macchia.
Sto impazzendo, ma tanto vale continuare.
Giro la prima pagina.
< sicurezza sul…> leggo, sussurrando appena.
Sgrano gli occhi e lancio il libro a terra
< ma che diavolo..?!>
Le parole..svaniscono, lettera dopo lettera, lentamente.
Io non.. non riesco a capire, perché mi sta succedendo tutto questo?
Alzo lo sguardo dal libro.
Quelle parole, le stesse che un minuto prima avevo visto sparire, riappaiono per terra, incise nel pavimento sudicio.
Bianche.
Mi avvicino.
Accanto a loro giace un corpo umano. Inerme, senza vita.
Ormai nulla mi spaventa.
Mi inginocchio a terra e comincio a leggere.
“il datore di lavoro deve attuare le misure necessarie
a tutelare la salute e l'integrità fisica del lavoratore”



Non.. non capisco, che vuol dire?
Un’altra scritta appare vicino ad un altro corpo.
Mi alzo a fatica e da lontano leggo
“Il datore di lavoro e i dirigenti devono:
fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, ove presente”

La testa comincia a farmi male.
Perché? Che sta succedendo?
Cosa vogliono da me?
Alzo lo sguardo e davanti a me vedo apparire decine, centinaia di scritte luminose.
Ognuna ha un corpo vicino.
Sto impazzendo, lo sento.
Se è un brutto sogno vi prego, svegliatemi adesso.
Indietreggio di qualche passo, impaurito. Ma non posso scappare.
Sono circondato da scritte e cadaveri, sopra la mia testa, sotto i miei piedi.
Sto impazzendo…
Chiudo gli occhi, mi prendo la testa tra le mani e comincio a scuoterla
< Basta. Basta!!!> urlo.
Non ce la faccio più.
La mia voce fa eco nel vuoto.
Riapro gli occhi, i capelli stretti tra le mani, il respiro affannato.
Ma che…
Luce.
Dall’alto, minuscoli fasci di luce iniziano ad invadere la stanza.
E più numerosi diventano, più cadaveri e scritte spariscono.
Non può essere.
Forse mi sto svegliando dal brutto sogno
Forse sono salvo.
Lascio i capelli e porto le mani davanti al mio viso.
Sono..lisce, pulite.
Abbasso lo sguardo a terra e riesco chiaramente a vedere i miei piedi, coperti da lucidissime scarpe nere su cui ricade un pantalone grigio elegante, talmente perfetto da sembrare uscito da una tintoria.
Sulle mie braccia ricadono le maniche di un’ elegante giacca nera con tanto di gemelli vistosi fissati ad una camicia di un bianco accecante che sporge appena dalla manica della giacca.
Sgrano gli occhi, il cuore batte velocissimo.
Sono salvo, vestito, pulito.
< Direttore.. direttore> un ragazzo corre verso di me
< direttore cosa ci fa qui? Manca ancora un’ora all’apertura della fabbrica>
Guardo il ragazzo, poi mi guardo intorno.
Dove.. dove sono i cadaveri? E le scritte?
Bah, d’altronde a chi importa..sarà stato solo un brutto sogno
< Vorrà dire che oggi apriremo un’ora prima. Forza ragazzi al lavoro, abbiamo una tabella di marcia da rispettare>
 
  
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