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Autore: Layla    25/07/2014    0 recensioni
“È un casino quando devi far combaciare la tua vita con quella di una perfetta estranea di cui hai i ricordi e tutto il resto. Non sono più io e non sono lei, non so chi sono.
So solo che ti amo disperatamente e che da qui riparte la mia vita.”
“Giusto e io ci sarò sempre e non mollerò mai.”
“E se non centreremo un obbiettivo ci riproveremo fino a riuscirci, se tu giochi la tua parte io giocherò la mia.”
Sorridiamo, lui strofina il suo naso contro il mio.
“Adesso dormiamo.”
Sì.”
Ci aspetta un nuovo giorno e una nuova vita e dovremo dare il cento per cento di noi stessi.

{Seguito di "Aliens exist"
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prologo: come è difficile essere me stessa nel corpo di qualcun'altro.

Fingere di essere qualcun altro fa schifo e vivere la sua vita è ancora peggio.
Ci sono pezzi della tua vecchia te che emergono e che sono in contrasto totale con la tua nuova identità.
Chia Malone e la sua nuova identità di Jen Jenkins hanno qualche problema di convivenza, soprattutto perché gli amici di Jen non capiscono io mi metta a frequentare persone che prima lei non avrebbe frequentato.
Io un po’ li rassicuro, un po’ me ne sbatto.
Voglio tornare a vedere Tom alla luce del sole, uscire con Johnny e gli altri e finalmente dopo un lungo anno lo potrò fare.
Inizio l’università a San Diego e me ne vado dal paesino in cui mi ero ritrovata costretta a vivere, Mark è già là e tra poco mi raggiungeranno gli altri.
Non vedo l’ora di vedere Tom.
Come sorpresa per l’inaugurazione del buco in cui vivo li trovo tutti lì e la prima cosa che faccio è baciare Tom.
“Finalmente sei tornata e potremo di nuovo uscire insieme!”
Quella sera abbiamo fatto festa come non facevamo da tempo, ci siamo tutti più David che ormai sa tutto, visto che è il ragazzo fisso di Keisha.
Abbiamo cantato, bevuto, urlato fino a quando i vicini non sono venuti da me, minacciando di denunciarmi per disturbo della quiete pubblica.
Noi abbiamo semplicemente preso le birre, le patatine e le chitarre e abbiamo tirato l’alba in spiaggia.
Quel giorno io e Tom abbiamo visto il sole abbracciati, gli unici svegli della compagnia.
“Questa è l’alba di un nuovo giorno, Jen.
L’alba di un giorno in cui saremo insieme ora e sempre, mi sei mancata in tutto questo tempo.”
“Anche tu, ogni singolo giorno. Sei il sole che illumina le mie giornate.”
“E tu il mare che mi fa vedere come sono, se mi comporto bene o male.”
“Ti amo, Tom.”
“Ti amo anche io, Chia o dovrei dire Jen?”
“Quando non c’è nessuno sono Chia, in pubblico Jen.”
Lui ride.
“Come per le super eroine!”
Io rido a mia volta, il paragone calza quasi a pennello.
Intanto si svegliano anche gli altri, si stiracchiano e borbottano cose incomprensibili, credo siano gli effetto della sbornia.
Raccogliamo i nostri rifiuti e le chitarre – tre, quella di Mark, quella di Tom e quella di David – e ce ne andiamo, inutile dire che Tom dorme da me.
Ci buttiamo sul letto sfiniti, ma felici, come ai vecchi tempi. Entrambi sorridiamo come degli ebeti, ci mancavano queste cose e il mio pensiero corre a Isabel. A lei sarebbero piaciute queste cose, passare una notte in spiaggia tra le braccia di Mark sarebbe stata una cosa bellissima per lei.
Isabel…
Mia sorella mi manca ancora e  i sensi di colpa non se ne sono andate, nonostante la morte del suo assassino, ci sono delle volte in cui mi dico che avrei potuto fare attenzione e che se fossi stata meno presa dal ballo mi sarei accorta della sua sparizione.
Ogni tanto, di notte, vado al cimitero e parlo alla sua tomba, una notte ci ho sorpreso  un gruppetto di satanisti e li ho spaventati a morte, nessuno deve fare delle cose del genere sulla tomba di mia sorella se vuole vivere.
Spero solo che sia felice, dovunque sia ora. Ho sempre creduto all’ aldilà e ai fantasmi e mai come ora vorrei trovare una porta per poter parlare con lei.
“A chi pensi?”
Mi chiede Tom, mezzo addormentato.
“A Isabel.”
“Lei sta bene, sono certo che sta bene e che ci guarda da lassù e ci proteggerà.”
“Pensavo sarei stata meglio quando ho ucciso Joel, ma non è cambiato nulla, sento lo stesso senso di colpa che sentivo prima.
L’ha lasciata da sola nel momento in cui aveva più bisogno di me e sapevo che c’era un nemico pericoloso in giro.
Dio, quando ho visto cosa c’era sulle ferite sono morta: non potevo curarla, per poterlo fare sarebbe servito un vaccino che qui non si trova.”
Appoggio le mani sugli occhi, qualche lacrime scende lo stesso, nonostante i miei tentativi di darmi un contegno.
Lui me le toglie e mi asciuga le lacrime, per poi attirarmi sul suo petto.
“Piccola, va tutto bene. Ci sono io e ci sono gli altri, non sei sola e non è colpa tua. Il colpevole ha già pagato per i suoi crimini, direi che è tutto a posto.”
“Lo so, ma, cazzo, mi manca. Mi manca lei, la mia famiglia, quello che avevo allora.
So che almeno i miei stanno meglio, perché si devono occupare dei gemelli, solo che vorrei rivederli tutti e quattro e non posso.
Chi sono io?
Una sconosciuta, per di più amica della ragazza che ha distrutto loro la vita.”
Lui mi stringe senza dire nulla e io piano piano mi calmo, pensando che non ho perso tutto e che la persona più importante della mia vita è in questo letto con me.
“Così va meglio. Vuoi che ti canti una ninna nanna?”
“Mi basta che tu stia vicino a me e andrà bene.”
Lui inizia ad accarezzarmi i capelli piano.
“Mi mancano i tuoi capelli azzurri, queste meches non gli rendono giustizia.”
“Jen non si sarebbe mai fatta i capelli azzurri.”
Rispondo piatta io.
“È un casino quando devi far combaciare la tua vita con quella di una perfetta estranea di cui hai i ricordi e tutto il resto. Non sono più io e non sono lei, non so chi sono.
So solo che ti amo disperatamente e che da qui riparte la mia vita.”
“Giusto  e io ci sarò sempre e non mollerò mai.”
“E se non centreremo un obbiettivo ci riproveremo fino a riuscirci, se tu giochi la tua parte io giocherò la mia.”
Sorridiamo, lui strofina il suo naso contro il mio.
“Adesso dormiamo.”
Sì.”
Ci aspetta un nuovo giorno e una nuova vita e dovremo dare il cento per cento di noi stessi.

   
 
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