ANDERSEN,
1973
C’ERA
UNA VOLTA ...
~ Headley Grange,
Settembre del 1973
Si
avvertiva ancora un sussurro d’estate.
La
brezza tiepida, l’umidità raccolta sulle punte dei
fili d’erba, qualche grillo
che ancora cantava alle stelle. Ciò che restava era un
silenzio rassicurante,
il quale avvolgeva le mura del vecchio casale come un lenzuolo fresco.
La
finestra che dava sul salotto era ancora aperta, lasciando entrare un
vento
timido, ma che gonfiava ancora le tende di cotone leggero. Dalla
stanza,
arrivava solo un vociare leggero e un’unica, sola voce
narrante, dal tono
deciso, incalzante. Diceva: “Tutti
volevano far credere di vedere qualche cosa, per non essere giudicati
eccessivamente sciocchi o incapaci. Ma, ad un tratto, un bimbo
strillò …”
-
Oh! L’imperatore è senza vestito! –
squillò una voce piccola, delicata,
entusiasmata.
-
Scarlet, non interrompere John mentre legge!
-
Ma papà …
-
Jim, lasciala stare. È la sua storia preferita! –
disse John teneramente,
staccando una mano dal libro per poter accarezzare la testolina dorata
della
piccolina seduta ai suoi piedi. Di fianco a lei, in semicerchio,
sedevano altri
sei bambini, cioè l’intera prole della band,
perfettamente attenti e attente a
non perdere una parola di zio e
papà
John, nonostante alcune di quelle storie le conoscessero ormai a
memoria.
Pigramente abbandonati su divani e poltrone, invece, vi erano i
rispettivi
padri, intenti ad ammazzare il tempo come meglio potevano.
-
Comunque, il mezzo cinese non ha tutti i torti … -
sbadigliò pesantemente Bonzo,
stiracchiando in alto le braccia a pugni chiusi, seduto di fianco a un
Robert
mezzo insonnolito, ma presente, con una risata soffocata nel vedere la
faccia
contrariata di Jimmy.
-
Grazie dell’appoggio, Bonham! – fece
quest’ultimo, stringendo pericolosamente
le palpebre.
–
Di niente dolcezza! – fece lui sarcastico, sollevando una
mano in segno d’intesa
per poi usarla per stropicciarsi un occhio - Tra un po’
dovrò mettere le
mollette alle palpebre, Jonesy, vedi di sbrigarti! Il sonno lo stai
facendo venire a
noi, non ai ragazzi.
- “Ecco la voce
dell’innocenza!”
disse il padre – continuò
a leggere
Jonesy, rivolgendo uno sguardo strafottente a Bonzo, il quale gli
sollevò il
dito medio senza farsi vedere dai bambini – Le
parole del piccolino passarono di bocca in bocca … -
proseguì, indicando
con un dito le bocche dei piccolo pubblico seduto di fronte a lui,
facendoli
sorridere, ma fu interrotto di nuovo.
-
L’imperatore è senza
vestito, non ha
niente addosso! Lo ha detto un bambino! –
esclamò improvvisamente Robert,
saltando in piedi e alzando le braccia al cielo e facendo ridere i
piccoli e
Jonesy, mentre Bonzo sbuffava pesantemente e Jimmy lo guardava
incredulo, la
bocca socchiusa.
-
Bravo papà! – applaudì la piccola
Carmen.
-
Ogni cosa per compiacerla, principessa! – le rispose lui,
rivolgendole un
inchino.
-
E alla fine, tutto il popolo urlò
… -
disse Jonesy scattando in piedi davanti ai bambini che urlarono: L’imperatore non ha niente addosso!
-
Page, credo che l’ultima parte sia tua! –
tuonò Bonzo, mentre lo sguardo del
chitarrista si faceva sempre più affilato,
l’irritazione che sembrava
arrivargli fino ai capelli facendoli sembrare minacciosamente
più scuri e
gonfi.
-
L’imperatore era sulle spine
… - lesse
ancora Jonesy - …
perché non poteva dare
torto ai suoi sudditi. Pensava però …
- Se non mi mantengo
dignitoso e imperturbabile ne va di mezzo il gran corteo! – esclamò Jimmy con voce
fin troppo impostata, facendo ridere Bonzo e sollevando un pugno di
fronte a sé
come un Amleto a corto di teschio, mentre Scarlet, orgogliosa, corse da
lui,
andandosi a sedere sulle sue ginocchia e lasciandogli un bacio lieve
sulla
guancia tonda. Robert, invece, si avvicinò a Karac,
vedendolo barcollare avanti
e indietro, ormai quasi addormentato. Lo prese in braccio,
sistemandogli la
testa sulla propria spalla, e cullandolo in un walzer del sonno.
-
S’irrigidì dunque in un
portamento ancor
più altero e maestoso. E i paggetti seguitarono a camminare
curvi, sorreggendo
lo strascico che non esisteva! – concluse Jonesy,
sussurrando, mentre Jason
andava a sedersi accanto al padre, abbracciandolo, entrambi in cerca di
sonno.
-
Andiamo Jason? – chiese Bonzo ad occhi chiusi, poggiando il
capo su quello del
figlio.
-
Sì papà!
-
Infatti si è fatto tardi! – osservò
Jonesy, scrutando l’orologio e passandosi
una mano tra i capelli – A nanna signorine! –
disse, vedendo che ormai le
uniche sveglie erano le sue figliole e Carmen. Appoggiata al petto del
padre,
anche Scarlet era andata a far visita al mondo dei sogni.
In
pochi minuti, la stanza si svuotò. Ogni padre si
caricò del leggero peso dei
piccoli, portandoli uno ad uno nei propri letti. Qualcuno
baciò loro la fronte,
qualcun altro si assicurò che nemmeno un piedino spuntasse
da sotto le coperte.
Poi,
i quattro, si chiusero nelle rispettive stanze, crollando
immediatamente.
Felici
e contenti.
Angolo
dell’autrice
Salve!
Nuova storia, nuova faccia.
Ok, questa è una piccola
sperimentazione che spero
possiate apprezzare. Ammetto che per essere una “new
entry” risulterà un po’
azzardata, ma in quel caso siete più che autorizzati a
tirarmi frutta marcia
virtuale.
Preferisco non anticipare nulla a
storia iniziata,
lo farò man mano che andrà avanti!
Al prossimo capitolo!
D.H.