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Autore: c_underwater    26/07/2014    1 recensioni
Holly Foster è una ventiduenne ordinaria, che conduce una vita altrettanto ordinaria in una piccola cittadina dell'Illinois. Tutto si aspetta meno che la visita di un misterioso trio, che sconvolgerà la sua routine, accompagnandola in avventure tutt'altro che ordinarie e rivelandole la vita a cui era destinata da sempre.
//La trama non è inserita in un contesto o in una stagione particolare, però ignora alcuni dettagli delle vite dei Winchester e del mondo sovrannaturale. Possibili accenni Destiel.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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II. Ramble on
 
Got no time to for spreadin’ roots
The time has come to be gone
And to’ our health we drank a thousand times
It’s time to ramble on
{Ramble On – Led Zeppelin}
 
«Allora, dove si va?»
«Frena l’entusiasmo, Holly» mormorò Dean, le mani sul volante, il paesaggio dell’Illinois che scorreva accanto a loro.
Sam fece un mezzo sorriso. «Si va al quartier generale.»
«Che sarebbe?»
«Il motel. Abbiamo lì tutte le nostre cose.»
Holly scrutò il paesaggio. «Posso chiamare i miei genitori? Giusto per far sapere che sono viva.»
Seguì una lunga conversazione composta principalmente da «ma sì, mamma», «ma no, mamma» e «sto bene, mamma». Poi riattaccò, mezza imbronciata.
«Libera?» chiese Dean sarcastico.
«Insomma, manco fossi una dodicenne… Comunque, non ha importanza. Voi due mi dovete parecchie spiegazioni.»
«Ti diremo tutto ciò che vuoi sapere. Cosa ti ha raccontato tua nonna?» chiese Sam, voltandosi verso Holly.
«Non molto» ammise, «è stata uccisa da un demone prima che io nascessi. I miei genitori sono sempre stati piuttosto vaghi su questo fatto.»
«Holly» intervenne Dean, mantenendo gli occhi sulla strada, «è a lui che stiamo dando la caccia. Al demone che ha fatto fuori tua nonna. È tornato a colpire.»
Seguì un attimo di silenzio.
«Oh» fece Holly, interdetta. «Non me lo aspettavo. Io c’entro qualcosa, non è così?»
Dean e Sam si scambiarono uno sguardo senza farsi notare.
«Sì» disse Sam. «Sai in che modo è stata uccisa tua nonna?»
Il «sì» di Holly fu inespressivo. Aspettò prima di continuare, come se stesse ricordando. «C’era tutto quel sangue… Lei era lì, rannicchiata… rinsecchita… come prosciugata. Io… l’ho visto in sogno.»
«In sogno?» si agitò Dean. «Sam, non sarà mica…»
Sam non rispose. Dean sapeva benissimo che non poteva trattarsi di Azazel. L’aveva ucciso lui stesso.
«Se l’hai sognato hai forse visto in volto il demone?» chiese invece.
«No» rispose Holly, dispiaciuta.
Il silenzio calò sulla macchina, che Holly aveva scoperto essere un’Impala del ’67. Ogni cellula del suo corpo le stava gridando di scappare, che quei due erano dei criminali, che era in pericolo. Eppure si fidava. Perché erano cacciatori, come sua nonna Wendy. Perché voleva essere utile, per una volta nella sua vita.
 
La camera del motel era piuttosto semplice, con un letto matrimoniale e uno singolo, i copriletto e la carta da parati molto anni ’50, ed era già stata messa in disordine dai due fratelli, che ci avevano trascorso la notte precedente.
«Sistemati pure nel letto singolo, Dean ed io prenderemo il matrimoniale» disse Sam a Holly, che sistemò vicino al letto i pochi averi che aveva recuperato da casa poco prima.
«Ehi!» esclamò Dean, spalancando le braccia verso il fratello. «Non dormirò con te.»
«Se preferisci c’è il pavimento.»
Dean gli scoccò uno sguardo offeso e prese a scartabellare tra le scartoffie che inondavano il tavolo.
«Allora. Holly, devi sapere alcune cose sul demone» iniziò Dean.
Holly si mise comoda e poi disse: «Spara. Sono tutta orecchie.»
«Questo figlio di puttana si chiama Hanan’el. Oltre a tua nonna ha ucciso altre persone: altri cacciatori, a dire la verità. Chi ha provato a farlo fuori. Ha sempre lo stesso modus operandi: prosciuga la vittima fino a farla diventare una prugna secca e si fa un drink con il suo sangue.»
«Dean!» esclamò Sam, per poi abbassare la voce. «Stai parlando di sua nonna.»
Dean proseguì imperterrito. «Abbiamo fatto un bel po’ di ricerche. Non è un demone normale: sale e acqua santa gli fanno il solletico, la Colt sarebbe inutile. Per ucciderlo serve il discendente di una delle sue vittime.»
Holly preferì non chiedere quale strana e pericolosa arma fosse la Colt e si guardò intorno. «Io. Sono io la discendente.»
«Tu» confermò Dean. «È raro che i cacciatori mettano al mondo figli, e quei pochi che sono nati sono già morti, probabilmente a causa del demone. Rimani solo tu.»
«Ok» fece Holly. «Che devo fare?»
Dean e Sam si scambiarono un’occhiata.
«Dobbiamo ancora definire questo dettaglio. L’importante ora è che tu sia al sicuro» cercò di rassicurarla Sam.
Dean fece un sospiro irritato e tornò a spiegare.
«Pensiamo che abbia ucciso un paio di persone a Chicago, pochi giorni fa. È lì che andremo ad indagare per cercare sue tracce.»
«Ok» ripeté Holly. «D’accordo.»
«Si prospetta una giornata intensa» mormorò Dean, versandosi due dita di whisky. «Volete? Brindiamo a questa missione.»
Sam lo guardò a meta tra il divertito e lo stupito e prese un bicchiere per sé e uno per Holly.
Sorseggiarono l’alcol, ognuno di loro pensando a chissà cosa.
«Quindi, qual è la prossima mossa?»
 
Tre portiere sbatterono e Holly, Dean e Sam si allontanarono dalla macchina, diretti verso un edificio non troppo vecchio davanti al quale era riunito un drappello di agenti. Si trovavano a Chicago, era un tranquillo mattino di settembre e un venticello leggero aveva deciso di rinfrescare la giornata.
«Ok, voi due fate qualche indagine per accertarci che questi due poveretti non abbiano figli, nipoti e via discorrendo; io vado a interrogare un paio di agenti. Siamo d’accordo?» disse Dean sbrigativamente.
«Va bene. Ci vediamo per pranzo» concordò Sam, poi indicò a Holly la strada per l’ufficio anagrafe e s’incamminarono.
Nel frattempo Dean si avvicinò ad uno degli agenti, impegnato a compilare chissà quale modulo.
«Agente federale Young» Dean mostrò il distintivo dell’FBI e lo ripose frettolosamente nella giacca dell’abito. «Brutto fatto, eh?»
L’agente sollevò lo sguardo dal modulo e scrutò sospettoso Dean. «Sì. Il caso è già nostro, agente.»
«Mi hanno semplicemente mandato a dare un’occhiata; vuole chiamare il mio capo?»
Quello preferì lasciar perdere.
«Dove avete messo i testimoni?»
«Non ce ne sono» rispose l’agente, le sopracciglia aggrottate.
«Va bene, se non le dispiace farei un giro nell’appartamento delle vittime» disse Dean e, congedatosi, si dileguò.
L’abitazione non aveva nulla di differente da un normale alloggio all’americana, con un salotto ampio, una sala da pranzo spaziosa e il secondo piano con le camere da letto. Dean decise di andare a controllare lassù.
L’accesso alla camera matrimoniale della coppia era stato impedito dal nastro segnaletico della polizia, ma Dean lo ignorò e, abbassandosi, riuscì ad entrare. Evidentemente era lì che i due coniugi avevano perso la vita. Grosse macchie di sangue secco coprivano il colore originario della moquette. Dean le osservò brevemente e si mise ad esplorare la stanza.
«Bingo.» Aperto il guardaroba, dietro a vari indumenti e cappotti fuori moda, aveva trovato una nicchia nascosta, contenente delle armi e svariati classificatori di documenti. Ne aprì un paio. Dentro c’erano ricerche, indizi, informazioni su diverse creature sovrannaturali e i casi che la coppia di cacciatori aveva seguito: una specie di diario o archivio. Passò in rassegna diverse paginate di appunti fino ad arrivare all’ultimo caso che i due avevano seguito, poche righe su ciò che interessava realmente a Dean: Hanan’el.
 
«Niente di niente, nemmeno qui» sbuffò Holly chiudendo con un tonfo l’ennesima cartella di dati e abbandonandosi contro lo schienale della sedia polverosa.
«D’accordo» si arrese Sam. «Questi tizi non hanno figli, nipoti, tanto meno fratelli, cugini o qualcuno con cui condividano il sangue. Questa è bella.» Ripensò a quello che Castiel aveva ripetuto centinaia di volte. Dev’essere Holly. Holly è destinata. «Va bene, pare che qua abbiamo finito. Andiamo a sentire se Dean ha scoperto qualcosa.»
Uscirono dall’anagrafe e furono abbagliati dalla luce del sole. Dean li aspettava lì di fronte, le mani in tasca e un’espressione indecifrabile sul volto.
«Avete fatto presto. Trovato niente?» chiese, appena Sam e Holly gli furono vicini.
«Nessun parente o erede» disse Sam, accigliato.
Dean fece un sospiro carico di sottintesi. «Va bene, io ho avuto la conferma che le nostre teorie sono giuste» mostrò i fogli su Hanan’el che aveva trovato, «ma niente di più. Ho fatto un salto dal medico legale, devono ancora completare l’autopsia ma tutto sembra come al solito: nemmeno una goccia di sangue in corpo.»
Sam annuì pensieroso mentre Holly guardava i due fratelli, seguendo il discorso.
«Che ne dite di mettere qualcosa sotto i denti? Sembrate stanchi» propose.
S’incamminarono verso un ristorantino orientale sull’altro lato della strada, ognuno immerso nei propri pensieri.


Hola Mishamigos!
Dunque, ecco il secondo capitolo. Spero tanto che non sia troppo lungo/noioso/banale/orrendo.
Volevo dire un paio di cose: innanzi tutto grazie a chi ha recensito/messo tra le seguite/preferite/ricordate (vi osservo), mi avete reso un'hunter felice *distribuisce biscotti*
Poooi. Come avrete notato ho deciso di aprire i capitoli con una citazione di una canzone storica dei gruppi rock tanto belli che piacciono a Dean, e la canzone di oggi è Ramble On dei Led Zeppelin; vi consiglio caldamente di andare a sentire le canzoni utilizzate, specialmente questa, se ancora non la conoscete (leggasi: se non andate ad ascoltarla non vi parlo mai più). Volevo lasciarla per qualche capitolo più avanti, siccome è la canzone preferita di Dean, ma trovo che sia adatta a questa porzione di storia - a me personalmente fa venire i brividi e giuro che la smetto di parlare di musica ok basta
Restando in tema (scherzavo, non la smetto), volevo precisare che l'identità falsa adottata da Dean è un riferimento agli AC/DC (di nuovo, se non conoscete i membri degli AC/DC non siete miei amici) e niente, siccome spesso nella serie spuntano nomi di membri di gruppi come se piovessero volevo vantarmi di questa cosa, ahahah Va bene, giuro che me ne vado.
Ah, volevo anche dire che questa storia del demone Hanan'el è tutta frutto della mia fantasia (certo, chi poteva inventarsi una cosa così stupida) ma che il nome appartiene davvero ad un demone della religione ebraica (credo).
Spero di aver detto tutto, me ne vado siccome lo spazio autore sta diventando più lungo del capitolo stesso.
Non aggiorno con una cadenza precisa, quando il capitolo è pronto lo posto - entro certi limiti, naturalmente.
A presto,
Chiara

 
  
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