"Mia
madre dice che gli Stanton hanno bisogno di una modella per la serata
d'apertura della nuova stagione di moda" disse Blair adagiandosi sulla
poltroncina e infilandosi una ciliegia in bocca.
"Gli
Stanton? Vuoi dire Oliver e Amanda Stanton, i proprietari del-".
"...del
più grande salone di moda dell'Upper East Side, S. Erano secoli che non
sentivamo parlare di loro. Ci sarà tutta New York e dintorni. L'occasione
perfetta per riportare in auge la mia fama di modella".
Serena
sorrise, abbandonata sul divano di destra.
"Non
si può dire che il suo ultimo debutto sia stato eclatante, Miss Waldorf"
mormorò Chuck, lungo sul suo divanetto bianco preferito, le braccia incrociate
sopra il suo gilet a righe bianche e verdi.
Blair si protese verso di lui con un mezzo sorriso acido.
"Mai
ricordare a una Waldorf i suoi fallimenti, C".
"Niente
che non si possa ripetere, comunque".
"Bass,
ti avviso...".
"Ciao!".
"Oh
ciao, Nate!" esclamò Serena. Nate attraversò il salottino per raggiungere
Blair, che lo accolse con il suo sorrisino dolce e un piccolo bacio sulle
labbra. Chuck fissava Serena con un angolino della sua
bocca arricciato, ma l'allegria della ragazza non si spense una volta che i
loro sguardi si furono incrociati.
Chuck
faceva così tutte le volte. Non credeva nel 'cambiamento',
e dunque, così come Serena non l'aveva trovato diverso di una virgola quando
era tornata a New York, Chuck non credeva che tra lei e Nate fosse davvero
finito tutto. Tutto quello che non avrebbe mai nemmeno dovuto iniziare.
"Ho
portato le briosches" disse Nate, subito prima che un pacchettino bianco piombasse sul tavolo tra i vassoi di frutta e bevande.
"Sei
un tesoro, Nate" mormorò B, senza tuttavia degnare il pacchettino di un
solo sguardo, concentrando invece tutta l'attenzione sul suo fidanzato.
Il suono
di un cellulare ruppe l'incanto e gli occhi di tutti si posarono su Serena, che
in quel momento apriva lo sportelletto del suo cellulare come se non avesse
aspettato di fare altro da quando era arrivata.
"Ciao"
disse sorridendo, mentre l'espressione estatica di Blair si afflosciava in una
smorfia. Avrebbe riconosciuto tra mille la faccia che faceva la sua amica ogni
volta che a contattarla era il suo nuovo fidanzato.
"Sì
certo che posso. Sono da Blair" continuò Serena, rigirandosi tra le dita
un ciuffo biondo "Ok!".
Chuck si
voltò verso Nate con un sorriso stavolta ampio e soddisfatto, mentre lui
ricambiava il suo sguardo con un altro incerto e, soprattutto, innocente.
Il click
del cellulare di Serena che si richiudeva riportò l'attenzione su di lei - anche se in verità Blair non aveva mai distolto gli
occhi da Serena, nè smesso di ponderare l'impopolarità di Dan Humphrey e di
quell'arrampicatrice sociale di sua sorella.
"Era
Dan".
Un verso
simile ad una risata proveniente dall'angolino di mister
Bass fece capire che nooo, veramente? Nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
I bei tempi in cui la loro amicizia si poteva definire elitaria erano finiti.
"Vuole
vedermi tra mezz'ora sotto il Palace".
"Lo
dici come se fossi costretta" disse Blair con tono lamentoso.
"Blair...".
"Che
fine ha fatto la nostra colazione insieme?".
"Ma
noi stiamo facendo colazione insieme, B" ribattè Serena,
infilandosi in bocca una fetta di pane tostato all'istante, e strappando così
un sorriso a Nate.
"Da
quando Humphrey-Dumpty viene prima dei tuoi amichetti di sempre, S?"
sopraggiunse Chuck, imitando il tono lamentoso di Blair.
"Ragazzi,
vi prego" disse Serena, con la bocca di nuovo libera e l'aria braccata
"Sapete bene quanto mi diverta con voi! E che avremo
tante altre occasioni per stare insieme...".
"In
verità me ne stavo andando anch'io" li interruppe Nate "Quindi non è
poi così grave che Serena se ne vada".
"Dove
stai andando?" esclamò allora Blair, voltandosi verso di lui con
l'espressione di una regina che si è appena vista
togliere la corona dalla testa.
"Lo
sai quanto mio padre tenga alle nostre partite di basket del sabato
mattina" spiegò Nate, una mano corsa a carezzare il visino triste di
Blair. La quale tuttavia non gli diede la soddisfazione di aver compreso le sue
ragioni, e si ributtò sullo schienale della sua poltrona, offesa.
"Andiamo,
B" disse Serena alzandosi, recuperando borsa e sciarpetta dorata "Ti
chiamo nel pomeriggio, lo prometto!".
La
bionda rimase in attesa di fronte al tavolino finchè
la sua amica non sollevò la testa e le indirizzò un'occhiata accondiscendente.
"Ti
adoro!" esclamò Serena, regalandole uno dei suoi migliori sorrisi e
prendendo la via per l'ascensore.
"Vado
anche io" aggiunse Nate, scoccando un bacio sui capelli di Blair e
salutando Chuck con un gesto. Chuck che abbozzò un saluto simile e poi tornò a
posare i suoi occhi seri sul broncio di Miss Waldorf.
"Sembra
che alla fine si rimanga sempre solo noi due, B" mormorò, carezzandole una
gamba con aria per niente risentita. Blair incrociò quella gamba sotto l'altra.
---
"Serena,
aspetta".
"Hey,
Nate" fece Serena, con un sorriso un po' meno largo ora che si trovavano
soli nell'ascensore di Blair.
Lui
premette il tasto per il piano terra e sorrise a Serena mentre l'ascensore si
chiudeva sulle loro facce imbarazzate. Nate infilò le mani in tasca e Serena
prese a fissare il soffitto.
"Io..."
dissero contemporaneamente. Si guardarono e risero,
l'una tornando a guardare in alto e l'altro scuotendo la testa.
"Sono
contento che tra te e Dan vada tutto bene" disse Nate.
"Grazie"
rispose Serena in un moto di entusiasmo "E io sono così felice di essere
tornata! Nonostante ciò che dice Blair, credo che siamo tutti tornati alla
normalità".
"Tu
credi" fece Nate, assorto, dopo un attimo.
"Mh-hm.
Con Dan ho un rapporto fantastico...Mio fratello è uscito dalla clinica ed è
tornato alla vita di sempre...Io e Blair non litighiamo da un pezzo, e ormai ci
ha perdonato il nostro 'errore' al matrimonio degli Sherperd..." spiegò la ragazza, e la sua
voce si abbassò leggermente mentre esponeva l'ultimo punto della sua
argomentazione.
"Serena".
"Nate?".
"E
noi?".
Le porte
dell'ascensore si aprirono, accompagnate dal familiare scampanellio.
"Noi
cosa?".
"Noi
ce l'abbiamo, un problema".
Serena
si bloccò e lo riguardò.
"Come?".
"Quand'è
che torneremo veramente alla normalità, S?".
"Questa
è la normalità".
"Non
lo è! Altrimenti non ti sentiresti in imbarazzo anche solo a parlare con me. E
saremmo usciti insieme, qualche volta, anche solo per un gelato".
"Mi
dispiace, io non pensavo...".
"Solo
quando le cose torneranno come prima potrò sfiorarti, toccarti, abbracciarti
senza sentirmi uno schifo totale".
Serena
lo guardò come se avesse appena bestemmiato - ma non
avrebbe saputo dire di esserci effettivamente riuscita.
"Tu
non lo vuoi, Serena?" chiese Nate, finalmente guardandola per vedere la
Serena del presente, perché ciò che ha visto finora, mentre parlava, erano solo
immagini della Serena di una volta, puri ricordi effimeri frutto di qualcosa che
non tornerà.
Lei
ricambiò il suo sguardo, con la morte negli occhi e le labbra serrate. "So
cosa voglio, ed è una vita felice e tranquilla. Voglio dei bei momenti con i
miei amici, con Blair, e amarti non è esattamente quello che fa per me".
"Credimi
Serena, a me basterebbe rannicchiarmi in un angolo e guardare la tua vita
scorrere senza necessariamente farne parte. Ma sarebbe molto più facile se tu
la smettessi di scappare da me. Smettila".
"Io
non sto scappando da te. E comunque adesso si è davvero fatto tardi".
"Ti
prego! Blair è passata sopra a quello che è successo tra noi due...fallo
anche tu!" implorò Nate, e una sua mano corse a congiungersi con quella di
Serena.
"Sei
tu che non riesci ancora a lasciarti alle spalle quello che è successo! Perché sei
così legato al passato, Nate?".
Nate si
lasciò scappare un sospiro, e guardò per terra per un secondo.
"Quando
tutto tornerà come prima sarò libero di amarti mentre
tu non guardi".
Serena
mollò la presa.
"Abbiamo
finito qui".
Nate la fissò mentre spariva dietro l'angolo.