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Autore: pohenix    26/07/2014    3 recensioni
Parigi, 14 luglio 1789. Una ragazza e il suo sogno di libertà
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
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Al disopra delle nuvole splende il sole

E’ una normalissima giornata estiva. Il cielo è quasi completamente terso, ad eccezione di alcune nuvole scure in lontananza, che pare vogliano rubare la scena al sole. Ci sarà un temporale stasera. Tuttavia non me ne preoccupo, e con il sorriso sulle labbra nonostante i vestiti logori e i crampi dovuti alla fame, mi incammino verso Rue du Théâtre, guardando le persone, moscerini impazziti che camminano senza sosta per le vie della città. I rintocchi di un campanile mi riportano alla realtà: sono in ritardo. Non posso permettermi di venir licenziata, i pochi soldi che guadagno facendo la sguattera non mi bastano nemmeno per placare i morsi della fame. Inizio a camminare più speditamente. Ad un tratto però sono costretta a fermarmi, poiché un gruppo di persone che sta discutendo mi impedisce di passare. Mi avvicino, cercando di capire cosa stia succedendo. Un uomo sta tenendo un discorso in piedi su una cassa: - “Amici, questa situazione non può continuare. Il prezzo del pane è cresciuto, e non riusciamo più a comprarci il cibo per vivere. Le persone muoiono di fame! Non possiamo più starcene in silenzio a subire. Dobbiamo ribellarci! Alle armi! Assaltiamo la Bastiglia! Facciamo valere i nostri diritti!”-. La folla che nel frattempo si è formata attorno a lui risponde con un boato di approvazione, al quale mi unisco anche io. Ha ragione: non possiamo più vivere così. Incominciamo velocemente a dirigerci verso l’ospedale militare.
  Mentre cammino, rivivo come in un flashback gli eventi di quella primavera: la rivolta, le torture, la fuga a Parigi. Nantes mi manca, così come tutte le persone che mi volevano bene. Tuttavia avevo dovuto fuggire, o mi avrebbero arrestata di nuovo. Da un po’ di tempo le cose andavano male. Vedevo i miei compaesani morire di fame di fronte ai miei occhi. Non potevo sopportare tutto ciò, e così organizzai una rivolta. Era una tranquilla giornata di sole, proprio come quel giorno. Doveva essere una protesta pacifica, ma qualcuno ebbe l’idea di assaltare la dimora del governatore. Presi dalla foga del momento, ci dirigemmo subito là ed iniziammo a tirare sassi verso quella casa. Non durò molto: arrivarono le guardie, che aprirono il fuoco. Molti furono uccisi, alcuni vennero feriti. Io e tutti coloro che rimasero illesi venimmo legati e portati nella prigione della città. Qui ci torturarono. Le donne vennero violentate, gli uomini frustati. Per farci imparare la lezione, ci dissero.Trascorremmo lì dentro una settimana. Una settimana d’inferno. Le immagini di quei giorni non mi abbandoneranno mai. Sul mio corpo sono ancora visibili i segni delle torture. Riuscii a fuggire attraverso una piccola apertura in una parete di cui i carcerieri non si erano accorti. Fui l’unica che riuscì a scappare, perché le guardie si accorsero di ciò che stava accadendo e presero i miei compagni. I loro volti terrorizzati sono stampati indelebilmente nella mia mente. Le guardie reali iniziarono subito a cercarmi. Così scappai a Parigi, dove iniziai a lavorare come sguattera in una bettola. I soldi non mi bastavano per mangiare regolarmente. Tuttavia il sorriso sulle mie labbra non era mai svanito. Era l’unico modo che conoscevo per sopravvivere, per non impazzire.
  Torno bruscamente alla realtà. Siamo arrivati: entriamo all'Hôtel des Invalides sfondando le porte, i guardiani non riescono a fermarci. Imbracciamo le prime armi che troviamo e poi via, di corsa verso la Bastiglia. Sono decisa a vendicarmi per quello che ho subito. I volti dei miei compagni a Nantes riaffiorano alla mia mente, più vividi che mai. Arriviamo sotto le mura della fortezza e tentiamo di entrare, senza riuscirci. Tutto si svolge molto velocemente. Una vedetta ci vede e allerta tutti gli altri soldati, che aprono il fuoco. Molti vengono feriti. Improvvisamente un dolore lancinante mi squarcia il petto, e cado a terra. Una chiazza rossa si disegna sul mio vestito, un terribile fiore rosso in mezzo ad un campo di fiordalisi. Le forze mi abbandonano, la vista si appanna. Realizzo con una certa lucidità che sto morendo, che il cielo sopra di me è l’ultima cosa che vedrò. Lo guardo per un’ultima volta. Sta iniziando a piovere, ma io so che, come al disopra delle nuvole splende il sole, ci sarà qualcuno che continuerà a lottare per la libertà. I miei occhi si chuidono. Sorrido.
   
 
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