Videogiochi > Mario Bros
Ricorda la storia  |       
Autore: Debby_Gatta_The_Best    27/07/2014    5 recensioni
Vi siete mai chiesti com'è vivere con l'amore della vostra vita senza che questo possa vedervi in faccia?
Una storia che altera di gran lunga la trama originale di SPM e vede la tanto amata Lady Farfalà priva di... vista. Sì, la povera giovane donna è stata privata dalla sottoscritta del senso visivo, e quindi questo fa sì che non abbia mai potuto vedere Blumiere in faccia. NON GIUDICATE prima di leggere tutta la storia, perché solo in fondo capirete cos'è successo veramente!
Hum, ricordate che avevo accennato alla one-shot? Sì, in realtà avevo previsto di dividere l'originale moncapitolo in due parti, ma alla fine l'ispirazione mi ha trascinato ed ora sto allungando a tre capitoli. Perdonate la mia indecisione, e buona lettura :)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Consilia/Farfalà, Conte Cenere/Blumière, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
taglia/modifica

Commento d'apertura

Collaborazione con SuperLuigiGalaxy (attualmente sta lavorando alla sua prima fan fiction) per lo sviluppo della trama.



Vivevano felicemente nella loro villetta immersa nel verde delle colline, non molto lontani dal paesino che aveva accolto il loro arrivo con tanto affetto e dove erano stati i benvenuti dal primo giorno.

Il giardino fuori casa era ampio, colmo di piante colorate e profumate e di alberi maestosi. Sul retro, si trovava anche una piccola fontana bianca, decorata con riccioli argento e nero. L'interno piuttosto ampio per solo due persone, ma loro certamente non se ne lamentavano. Le pareti e le decorazioni erano per lo più di colori chiari, solitamente bianche o panna, nonostante Blumiere si fosse concesso qualche piccolo ritocco nel suo stile. Certo, Farfalà non poteva accorgersene, ma per lui era fondamentale che l'abitazione rispecchiasse i gusti della moglie.

I giorni erano tranquilli, cosa che i due coniugi si godevano pienamente, e lo scorrere del tempo, eccetto che per il susseguirsi delle stagioni, pareva assente. Dopo che il Lord si era completamente ripreso dall'effetto terribile che aveva avuto su di lui il Profeticus Tenebrae, aveva ricominciato ad apprezzare ogni minimo aspetto della vita, dall'alternarsi di sole e luna al cinguettare degli uccellini, dalla diversità dei colori dei fiori alla dolce musica che la fontana mandava ininterrottamente.

Il Paradiso esiste... e lo si può raggiungere senza aspettare il Game Over...”

Questo è ciò che si ripeteva ogni volta che scovava da qualche parte un nuovo particolare affascinante dal mondo che lo circondava, che si trattasse di una cosa banale o innovativa.

Come ho potuto... cercare di mettere fine a tutto questo? E questo posto non è che una minuscola parte, quasi niente di tutto ciò che volevo... che il Conte Cenere voleva distruggere...”

Per il Conte esistevano solo due modi per non cadere in depressione per quello che aveva cercato di fare: far finta che il Conte Cenere fosse stato un'altra persona (il che non era del tutto insensato, dal momento che era stato come se il Profeticus stesso si fosse impadronito della sua mente, rendendolo folle), o cercare conforto in Farfalà. Lei sapeva sempre cosa dire per tirarlo su di morale, e senza il suo aiuto, probabilmente il Lord non avrebbe retto per molto tempo con quel peso sulla coscienza.

Era proprio Farfalà, secondo lui, che riusciva a fargli apprezzare ogni particolare della vita. Quando si trovava con lei, era sempre così felice che vedeva la bellezza in qualsiasi cosa.

Dal canto suo, Farfalà non poteva chiedere di meglio di suo marito. Forse, sosteneva, lui era un po' troppo assillante, a volte. Avrebbe passato tutti i momenti della sua esistenza con lei, se questo non avesse dato fastidio ad entrambi. Ma lei non poteva biasimarlo: dopo quel che era successo, Blumiere non se la sentiva di passare troppo poco tempo con la donna della sua vita, per la quale aveva girato infinite dimensioni ed alla fine aveva cercato di distruggere tutto. L'aveva persa per troppo tempo, ed ora cercava di recuperare il tempo perso standole sempre appiccicato. Fortuna che Farfalà era una tipa piuttosto tollerante, e soprattutto, in fondo non le dispiaceva quel suo modo di fare eccessivamente premuroso.

È una parte del suo essere. Non può farci nulla, è più forte di lui”

Blumiere amava il romanticismo e i piccoli gesti d'amore nella vita di tutti i giorni, come i baci, gli abbracci etc.

Talvolta, quando andavano a fare una capatina nel paese lì vicino, il Conte si dimostrava anche un po' geloso. Ogni volta che a loro si avvicinava un uomo o comunque un ragazzo, Blumiere iniziava a sentirsi a disagio, e lei poteva chiaramente percepirlo.

Mi vuole tutta per se. Be', io non ho alcuna intenzione di stare con un altro, cosa crede?”

Si domandava spesso, senza essere mai riuscita a capire il vero motivo per il quale suo marito a volte diventava così strano.

Comunque, era solita a ricordarsi, se avesse voluto vivere da sola ed in pace non avrebbe accettato la proposta di matrimonio che lui le aveva fatto prima della terribile tragedia che aveva colpito ambedue.

Insomma, eccetto qualche difettuccio altamente tollerabile, la vita dei due amanti sarebbe stata perfetta... se solo Farfalà non fosse stata cieca.


Aveva perduto la vista a soli nove anni, e ricordava vagamente le forme e ancor più vagamente i colori. Questo faceva sì che non avesse mai visto Blumiere in faccia. E di questo, il Lord della Tribù dell'Oscurità ne era fin troppo consapevole. Farfalà viveva con l'anima in pace da molti anni, ma lui non poteva evitare di chiedersi come sua moglie avrebbe reagito se avesse potuto vederlo. Spesso, quando si trovavano in paese, si chiedeva se la gente pensasse male di lui, di come avesse approfittato per la cecità della moglie per via del suo aspetto. Il Conte, secondo lo standard di quelli della sua “razza”, i cosiddetti “Oscuri” (utilizzo volgare, che a volte era ritenuto un po' offensivo), era anche piuttosto bello, ma pochi membri della Tribù dell'Oscurità avevano abbandonato le loro origini per vivere in posti più conosciuti, e quindi vedere un Oscuro non era cosa poi tanto comune.

La prima impressione che Blumiere dava quando entrava in un locale o in un negozio, lui ci aveva fatto caso, era di grande stupore. Questa sorpresa non tardava a trasformarsi in disgusto e soprattutto orrore quando anche Farfalà si faceva avanti, rendendo il Lord bersaglio di pregiudizi e pensieri poco eleganti. La sua figura, lui ne era convinto, doveva apparire come quella di un'egoista sfruttatore. Gli Oscuri, infatti, potevano apparire in un qualche modo affascinanti agli occhi degli Umani, ma quasi certamente non “belli”.


Una mattina di queste, mentre i due piccioncini se ne stavano seduti al tavolo della pasticceria migliore del paese (un conte del suo calibro poteva permettersi qualche spesuccia in più), una ragazza si era avvicinata trotterellando a loro due.

«Ehylà! Guarda guarda chi si rivede! Le voci che vivevi qui vicino erano fondate, dopotutto!»

Blumiere si voltò, notando per la prima volta la giovane donna che si trovava di fronte al tavolo circolare. Farfalà, invece, fece per dire qualcosa, ma poi richiuse la bocca, incerta sul da farsi.

«Ci conosciamo?»

Blumiere era perplesso. Ricordava di aver visto quella ragazza da qualche parte, diversi anni prima, ma non riusciva a rammentare chi fosse.

«Rosanne...!»

Intervenne la Lady prima che la giovane dai capelli rosso-bruno potesse rispondere. Blumiere si ricordò di quel nome, poi chiese:

«La cugina di...» Ma non ebbe il tempo per finire che questa lo interruppe.

«Di Farfy, ovvio. Non ti ricordavi?»

Quel modo di fare troppo confidenziale della ragazza lasciò Blumiere perplesso, ma si ricordò ben presto che quello era sempre stato il suo modo di fare. Aveva avuto la sfortuna di incontrare Rosanne quando aveva conosciuto Farfalà, però da una parte doveva ringraziarla: se non ci fosse stata lei assieme alla cugina, probabilmente Farfalà non lo avrebbe mai trovato disteso per terra ai piedi del crepaccio, privo di sensi, e probabilmente lui sarebbe morto.

«Che ci fai tu qui?»

Farfalà pareva più sorpresa del marito.

«Sono venuta a rompervi le scatole. Qualche problema?»

Sfoderò uno dei suoi sorrisetti maligni, che a Blumiere non erano mai piaciuti. Ma Farfalà non poteva notarlo.

«Rosanne, finiscila di fare la bambina...»

«Su, cuggy, sono venuta a trovarti! Pensavo che l'avresti presa meglio...»

Mise il muso, sospirando.

«Sono... felice che tu sia qui – si corresse gentilmente la Lady – ma sono anche molto sorpresa. Non pensavo che... ti avrei più rivisto, ecco. Come va a casa?»

«Oh, tutto bene... più o meno. Zia si è messa il cuore in pace quando ha saputo che eri ancora viva... – con “zia”, Rosanne stava sicuramente riferendosi alla madre di Farfalà, pensò Blumiere – e io sono riuscita a impedire che si trasferisse qui per starti con il fiato sul collo come faceva quand'eri ragazza, a patto che io venissi a controllare che tu stessi effettivamente bene!-

Farfalà piegò leggermente il capo da una parte, i riccioli biondi che le accarezzavano le spalle scivolarono dietro la schiena.

«Avresti dovuto farla venire con te... sicuramente non vedrà l'ora di vedermi... di persona intendo, e poi mi avrebbe fatto piacere...»

Mentre le due cugine discutevano, la mente del Lord andò un attimo alla sua, di madre... era ancora viva? Stava bene? Dopo essere stato mutato dalla Profezia, il Conte aveva condannato suo padre allo stesso crudele destino che era stato riservato alla fidanzata, prima che i due avessero potuto sposarsi, ma lui dubitava altamente che adesso il vecchio Conte dal cuore più nero della sua pelle si fosse trasformato in un Pixl e stesse svolazzando per il mondo in preda ad un'amnesia totale. Con tutta probabilità era morto.

Ma sua madre? Che ne era della Contessa Fanette? Purtroppo, non aveva partecipato molto alla vita di Blumiere quando questo era solo un pargolo, ma era comunque sempre stata dalla sua parte e aveva sempre preso le sue difese, anche quando aveva scoperto che se la intendeva con un'Umana.

Poi Rosanne lo riportò con i piedi... o meglio, con la coda quasi immateriale per terra.

«E quindi, insomma, non vorrei sembrare scortese, ma devo lasciarvi. Entro domani devo essere nel Regno Guanciale per lavoro...»

Farfalà la interruppe:

«Puoi prendere l'aereo questa sera, l'Isola Guanciale non è troppo lontana... potresti venire da noi a pranzo, nel frattempo»

Poi si rivolse al marito, voltando leggermente la testa verso di lui – senza però avere la certezza se il suo viso incontrasse quello di Blumiere – e continuò:

«Se... se anche per te va bene, amore»

Blumiere squadrò per un attimo la faccia a forma di cuore di Rosanne, ma poi acconsentì con il tono più gentile che gli uscì fuori.

«Oh, ne sarei... grata. E, erm, è tuo marito che cucina, vero?»

Farfalà comprese dall'asprezza della voce dell'altra che non era del tutto convinta di tale invito.

«Spesso, ma perché ti interessa saperlo?»

Era stato lui a rispondere, con la mascella serrata e lo sguardo torvo. Rosanne non gli era mai piaciuta, aveva la lingua troppo tagliente ed i modi alquanto bruschi. Lei continuò a sostenere il suo sorrisetto.

«Farf non è mai stata una brava cuoca»

Sogghignò. Blumiere notò che sua moglie era piuttosto rilassata. In fondo, era molto più abituata alle battute della cugina di quanto non lo fosse lui.

«Allora oggi cucinerò io, se tanto ci tieni»

Rispose seccamente la Lady, con un accenno di sorriso sulle labbra. Il sorriso sulla faccia di Rosanne, invece, scomparve, rendendo la sua espressione molto più innocente. Aveva otto anni in meno di Farfalà, o almeno così ricordava Blumiere, e questo significava che era poco più che una ragazza. Una ventunenne che però sapeva il fatto suo, certo. Al Lord ricordava vagamente Mimì, nonostante non riusciva a capire quale collegamento ci fosse tra le due.

«Però dobbiamo sbrigarci – Rosanne guardò con aria annoiata l'orologio che teneva al polso, rosso fuoco come il suo vestito e il fiorellino che teneva dietro i capelli ramati – sono già le undici e mezzo. Quanto dista la vostra casetta?»

«Non molto. Blumiere, andiamo?»

Blumiere porse gentilmente la mano alla compagna per aiutarla ad alzarsi, mentre la cugina di questa osservava le gesta cavalleresche del Lord con un nuovo ghigno divertito. Lui cercò di non farci caso.

«Vado a comprare un paio di pasticcini per oggi, già che siamo qui?»

Chiese continuando ad ignorare lo sguardo di Rosanne puntato su di lui.

Farfalà acconsentì.


«Pensavo non ti piacessero le case-degli-umani, Blumiere!»

Commentò con ironia la ragazza, appena messo piede nella villetta dei due, ricordando al Conte il primo commento disgustato che lui aveva fatto risvegliandosi in casa di Farfalà, un tempo che ormai pareva remoto. Blumiere si limitò a piegare un angolo della bocca, seccato.

In giardino si trovava un albero particolarmente ampio, dove i coniugi avevano deciso di posizionare un tavolo dove mangiare le giornate calde. Fu lì che si sistemarono, di fronte alla porta-finestra che entrava in cucina. Farfalà, dopo essere stata accompagnata ai fornelli, aveva pregato il marito di lasciarla da sola. Probabilmente voleva dimostrare alla cugina che era perfettamente in grado di preparare un pranzo decente.

Speriamo non le capiti qualche incidente...”

Come sempre, il Lord rifiutava di stare calmo, anche perché il più delle volte che Farfalà cucinava, lui le stava intorno accertandosi che non facesse danni. Certo, cercava di non farsi sentire, perché sapeva che l'essere costantemente osservata come una bambina metteva a disagio la moglie, ma non poteva evitare di farsi sorprendere a volte. Per quanto gli Oscuri fossero silenziosi, l'udito affinato di Farfalà era solito ad intercettare anche il minimo frusciare del mantello del Lord, e questo spesso faceva arrabbiare giustamente la giovane donna.

È da quando ha perso il senso della vista che familiari e amici le girano intorno in modo continuo. E anche io lo faccio, anche se capisco il suo stato d'animo...”

Comunque, per quanto desiderasse andare a vedere se stava filando tutto liscio, s'impose di restare seduto al tavolo, con Rosanne seduta da un lato che osservava il giardino. Il tamburellare inquieto delle sue dita non mise molto ad attirare lo sguardo della giovane in rosso.

«Hai paura che mia cugina finisca col fare un casino, vero?»

«Ho paura che tua cugina finisca col fasi male»

Corresse freddamente lui, gli occhi fiammanti ancora puntati verso la cucina visibile dalla porta-finestra.

Rosanne rimase zitta per qualche momento, poi attanagliò la mano del Lord con un gesto rapido e preciso. Il Conte non fece in tempo a voltarsi che si ritrovò Rosanne ad un palmo dal naso (metaforicamente parlando), gli occhi che lampeggiavano di furore, la mano che continuava a tenere la presa del guanto di lui.

«Tu sei un mostro, Blumiere... – sibilò con tono assai gelido – in tutti i sensi. Approfittarsi così di Farfalà... è una cosa orrenda»

Blumiere cercò di dire qualcosa, ma le parole non gli vennero su.

«Io non mi sognerei mai di approfittare di mia moglie...!»

Riuscì a pronunciare tutto d'un fiato, alla fine. Lei affondò le unghie nella sua mano, ma lui continuò a restare impassibile.

«Non c'è limite alla cattiveria, non trovi?»

Blumiere si liberò dalla presa con un gesto brusco.

«Non so di cosa tu stia parlando»

Mentì, sapendo invece benissimo a cosa l'altra si stava riferendo.

«Lo sai bene, invece. Pensi che Farfalà ti avrebbe mai sposato se avesse visto cosa sei?»

In quel momento, la ragazza dai capelli che lanciavano bagliori di fuoco ogni volta che si muovevano stava mettendo voce ai suoi dubbi.

«Farfalà mi ama per quello che sono, non le interessa come sono»

«Oh, certo, ci credo. Lei non può vederti!»

Ribatté ancora più aspramente. Il cuore di Blumiere prese a pompare sangue all'impazzata. Odiava quell'argomento, ed iniziava a domandarsi se Rosanne avesse ragione.

«Lei sa come sono fatto. Non deve necessariamente vedermi per saperlo»

«Ah, immagino che qualche parola sul tuo conto e qualche carezza da parte sua servano molto... ma quando lei tocca la tua pelle perfettamente liscia, lo sa che è corazzata? E... cosa le hai detto? Lo sa che sei blu?»

Il Conte perse la pazienza, si alzò di scatto dalla sedia, torreggiando sulla figura minuta dell'Umana, riducendo gli occhi a due fessure rosse:

«Certo che lo sa. Sa tutto di me, nei minimi dettagli, e non ha bisogno di vedermi per confermarlo! A lei non interessa il mio aspetto! E comunque, sono sicuro che mi amerebbe lo stesso se fosse capace di vedere cosa sono!»

Questo parve acquietare la giovane, che assunse un'espressione poco convinta ma comunque sottomessa. L'angoscia di Blumiere, invece, iniziò a crescere a dismisura. Era raro che si lasciasse sfuggire delle bugie, eppure per difendersi ne aveva fatto ricorso. In realtà aveva sempre parlato di se in modo vago, in modo da non “spaventare” la moglie, e non era del tutto convinto che Farfalà lo avrebbe amato nonostante il suo aspetto.

Rosanne si rimise seduta, e così fece il Lord. Passarono altri minuti di silenzio, quando la giovane riaprì bocca:

«Certo che sei poco furbo»

Commentò rozzamente. Lui non rispose, domandandosi però cosa intendesse.

«Sai che la mia cugina è cieca, eppure la vostra casa è uguale a quella di un normale Essere Umano. Perché?»

Chiese piegando il capo da un lato in modo innocente. Blumiere cercò di tenere a bada la rabbia:

«Prima dici che approfitto troppo di Farfalà, ed ora mi vieni a dire che me ne approfitto troppo poco?»

Rosanne sorrise tristemente.

«Okay, forse ho esagerato un pochino... chiedo perdono, sono fatta così. La mia lingua non ha freni...»

Me ne ero accorto, grazie...”

«Però è strano che tu non ti sia concesso un luogo lugubre e tetro. A lei cosa può importare?»

Blumiere sentì il sudore scendergli lungo il collo. Una strana sensazione lo colse allo stomaco.

«Per prima cosa – iniziò mantenendo la calma – questa era la casa di suo nonno, che poi lasciò a lei in eredità senza che lo sapesse, e soprattutto... soprattutto ogni cosa deve essere perfetta per lei. Lei si merita la perfezione, mentre io...»

«Mentre tu no, o sbaglio?»

Concluse lei. Il Conte dell'Oscurità abbassò il capo.

«Certo, mia cugina ha avuto coraggio a sposare un maniaco assassino come te. Io non ci sarei mai riuscita, anche se fosse stata l'unica cosa da fare per salvare tutto il creato»

«Ero... sotto l'effetto del Profeticus...»

Cercò di giustificarsi. Ma prima che la lingua tagliente di Rosanne potesse colpire ancora, un grido fece sobbalzare entrambi. La mente dell'Oscuro fu velocissima: grido cucinaFarfalàincidente. In meno di mezzo secondo il Lord, bianco in faccia, si smaterializzò davanti al volto incredulo della cugina della Lady.

«Farfalà!!!»

Fu l'unica cosa che riuscì a dire appena si fu teletrasportato in cucina. Farfalà si trovava poco lontana dalle pentole messe a cuocere sui fornelli, con una smorfia di dolore dipinta sul volto. Si reggeva la mano destra con la sinistra, tremante. Blumiere non perse tempo ad attirare a se la moglie con un “abbraccio” per poi prenderle delicatamente la mano nella sua. Il palmo era completamente arrossato, ma nel complesso non sembrava esserci altro.

«Blumiere...?»

Chiese sapendo già la risposta. Lui le chiese se andava tutto bene, e lei rispose con un sorriso tranquillizzante:

«Non preoccuparti, non è successo nulla. Mi sono solo scottata... sarebbe stato peggio se mi si fosse rovesciato il pentolone bollente addosso»

Nonostante avesse cercato di apparire il più calma possibile, la bocca contratta dal dolore continuava a far star male Blumiere.

«Uh, emm, e... e il pranzo comunque è pronto...»

Ma l'altro avrebbe avuto lo stomaco chiuso per tutto il giorno.

«Su, ti vado a prendere delle bende per la mano, tu stai ferma qui e non toccare nulla...»

«Ma Rosanne...»

«Rosanne dovrà aspettare, tesoro»

Poteva apparire una cosa ridicola, ma Blumiere si ostinava a chiamare la mogliettina con vezzeggiativi quali “amore, tesoro...”, anche nei momenti più improbabili.

Mentre il Conte cercava una pomata e delle fasce, Rosanne raggiunse la cugina.

«Che hai combinato?»

Farfalà sventolò leggermente la mano dolorante.

«Volevo prendere il sale... ed ho toccato la pentola»

Rosanne esaminò la pelle martoriata dal calore:

«Non è nulla di serio, però dovresti metterla sotto l'acqua...»

Fece avvicinare la parente al rubinetto dell'acquaio, per poi aprire la cannella e far mettere la mano della cugina sotto il getto.

«Ma è calda...!»

«Deve essere calda, o rischi che ti ci venga una vescica e che poi ti faccia il doppio del male»

Rosanne si accertò che Blumiere non fosse ancora tornato, poi ne approfittò per sghignazzare una delle sue battute di poco spirito:

«Be', certo che non potevi trovarti marito più brutto!»

Farfalà ribollì di rabbia come la pentola ancora sul fuoco:

«Non m'interessa com'è fatto Blumiere! Io lo amo»

E con quel tono sferzante, mise fine alla discussione.


Commento

No, non abbiate paura, non ho intenzione di iniziare una nuova fan fiction lasciando le altre a metà. Semplicemente questa doveva essere una one-shot ma è venuta troppo lunga per essere postata in un solo capitolo. Quindi ho deciso di dividerla in due parti.

Allora... Rosanne è un personaggio inventato da me che avevo intenzione di far apparire nella storia di BxF, terza della saga di Luce&Oscurità. Ma dato che qui tornava bene, ho anticipato la sua comparsa. Adesso vi rendete già conto di come sia affilata la sua lingua... e di quanti pochi scrupoli si faccia a dire quel che pensa. Inoltre... no, vi prego, non attaccatemi perché ho reso cieca la povera Farfalà. Scoprirete alla fine che i vostri dubbi erano infondati ;)

In questi giorni pubblicherò la seconda parte, non preoccupatevi, perché sarò veloce. Quindi per il momento vi saluto, ciao!

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: Debby_Gatta_The_Best