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Autore: foschi    27/07/2014    3 recensioni
Sorrise beffardamente mentre contemplava la città illuminata dal tramonto. Sorrise mentre contemplava la Senna perdersi in quei giochi di luce arancio.
Ormai l'Europa aveva i giorni contati. Quell'immagine di prosperità e benessere che si ostinava a dare sarebbe crollata.
Ormai era chiaro che sarebbe stata declassata. Avrebbe fatto meglio a godersi ancora per poco i fasti di quello splendore...
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Oliver, Ralph Jurges
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Despues ciento años...

 

 

Salve!! :D
Dunque, come penso saprete, il 28 luglio 1914 sarà il Centenario della Prima Guerra Mondiale.

Essendo esso un evento importantissimo per la storia del genere umano, ho voluto ricordarlo con questa fiction che ovviamente tratterà sommariamente gli avvenimenti accaduti, anche per non annoiarvi con un trattato di storia :p

Come sempre, ringrazio la mia cara Paradise_Phantom! *^*

Ed ora...

… Buona lettura! :D

 

 

 

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.

(Giuseppe Ungaretti - Soldati)

 

 

 

 

 

 

 

Francia, 1914 - Frenesia

 

 


Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato


(Giuseppe Ungaretti - Agonia)

 

 

 

 

Olivier lo sentiva. Sentiva fin dentro le ossa che qualcosa stava per cambiare.

Lo sentiva nell'aria tesa. Lo sentiva in quel brulichio di attesa.

Ed era un qualcosa che lo faceva rimanere con il fiato sospeso...

 

Sorrise beffardamente mentre contemplava la città illuminata dal tramonto. Sorrise mentre contemplava la Senna perdersi in quei giochi di luce arancio.

Ormai l'Europa aveva i giorni contati. Quell'immagine di prosperità e benessere che si ostinava a dare sarebbe crollata.

Ormai era chiaro che sarebbe stata declassata. Avrebbe fatto meglio a godersi ancora per poco i fasti di quello splendore...

 

- Tutto ha un inizio ed una fine, cara la mia Europa... -

 

E sorridendo abbandonò il balcone da cui stava contemplando Parigi, la sua città.

Anche lui era stato contagiato da quel clima di entusiasmo. Da quel clima che salutava la Guerra come momento di passaggio da una vita normale, familiare, ad un'esistenza alternativa, moderna.

 

-... e la tua fine è vicina -

 

Non che non amasse il suo continente, ma era fin troppo attento ai cambiamenti che sconvolgevano la realtà.

E lui sarebbe stato tra i primi a viverli. Lui sarebbe stato nelle prime file per dare il benvenuto alla Guerra, vinto proprio da quell'entusiasmo dimostrato dai suoi coetanei.

Avrebbe partecipato attivamente a quella guerra. Non avrebbe permesso a se stesso di viverla passivamente!

E chissà se anche i suoi amici dimostravano lo stesso entusiasmo...

 

 

 

Ed infine tutto ebbe inizio. Il 28 Luglio 1914 la Guerra ebbe inizio.

Una Guerra di logoramento fisico e morale.

Una Guerra d'usura, di apatia e di torpore mentale.

Una Guerra di orrori e morte...

 

 

 

 

 

 

 


Italia, 1915-16 - Stessa vita, stesso destino.

 




Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

 

(Giuseppe Ungaretti - Fratelli)



 

 

Gianni borbottò mentre stringeva sulla ferita sanguinate un pezzo di stoffa trovato a fortuna.

Perchè quei benedetti Stati avevano deciso di iniziare quella Guerra? Non avrebbero potuto lasciare le cose così come stavano? Non avrebbero potuto evitare di uccidere quel benedetto arciduca erede al Trono d'Austria. Va bene che i Serbi volessero rendersi indipendenti. Va bene che volessero creare un loro Stato. Ne avevano tutto il diritto.

Ma nessuno era riuscito a prevedere quello che sarebbe successo...?

No, evidentemente no dato che ora si trovava in trincea a combattere, da quasi un anno, contro uomini che - Cristo Santo! - erano come lui solo che avevano commesso il peccato di indossare un'uniforme diversa?

 

- Tutto bene, Gianni? -

 

Il biondo alzò lo sguardo verso il suo compagno. Sorrise. Olivier era lì con lui e non sapeva chi doveva ringraziare per quel miracolo.
Aveva sentito che all'inizio della Guerra la Francia era stata attacata dalla Germania e per un momento, quando l'Italia ancora si ostinava a dichiararsi neutra, temeva che Olivier, stanziato nelle truppe francesi, non ce l'avrebbe fatta.

Ma l'Inghilterra era intervenuta in suo soccorso e per miracolo Olivier era riuscito a cavarsela e raggiungerlo.

 

- Sì, tutto bene -

 

Tirando un sospiro di sollievo, Olivier si concesse un momento di pausa dalle sue faccende.

Si sedette su Gianni e lo baciò appassionatamente.
Gianni ricambiò con foga il bacio. Quanto tempo era trascorso da quando aveva avuto un rapporto intimo con Olivier! Tanto, troppo. Se non si fossero trovati in una trincea con altri soldati ed una guerra in corso, lo avrebbe posseduto lì, talmente tanta era la voglia che aveva di lui.

Invece si limitò a mordergli le labbra e baciargli il collo. Si accontentò di qualche gemito del compagno.

 

Odiava quella Guerra. Odiava vivere in quel luogo così sudicio e squallido. Avrebbe preferito morire in battaglia, magari con il petto squarciato da un proiettile invece di doversi alzare prima dell'alba e stare costantemente a guardare quali fossero le intenzioni dei nemici.

Avrebbe preferito morire in qualsiasi modo invece di dover pulire le armi, od aggiustare tratti di trincea distrutti durante la notte.

Avrebbe preferito morire e basta invece di convivere con il costante odore di morte e con la costante presenza di pidocchi di cui difficilmente si liberava con i bagni caldi. O con la presenza disgustosa di grossi e neri ratti!

 

Due dispettose lacrime gli solcarono le guance. Olivier lo guardò sorpreso, smettendo di baciarlo.

 

- Gianni, sicuro che vada tutto bene? -

 

Il biondo annuì.

Come era beffardo il destino umano! Prima appartieni ad una delle più ricche famiglie e poi ti ritrovi in un luogo lurido con il cielo come soffitto e con il costante sibilo dei proiettili. E quel cielo era l'unica consolazione che avevano! Consalazione perché la vista del cielo era la sola, forse, che poteva persuadere gli uomini di non trovarsi in una fossa comune.

 

- Sì, Olivier, tranquillo -

 

Lo strinse forte a sé. Ed Olivier, perplesso, lo ascoltò piangere tra le sue braccia.

 

 

Possibile che gli alti vertici militari che avevano voluto quella Guerra non si rendessero conto della vita dei loro uomini? E possibile che essi non si ribellassero? Non pensassero che, nonostante le diverse uniformi ed i diversi schieramenti, fossero tutti fratelli? Fratelli accomunati tutti da una stessa croce da sopportare.

Fratelli che non si fermavano ad ascoltare se il loro cuore battesse o no.

Fratelli che non ascoltavano il dolore del mondo.

Fratelli che erano orfani di vita.

Macchine da guerra...

 

 

 

 

 

E mentre i soldati vivevano quello che era una sorta di fantasma della vita stessa, la Guerra là fuori perseverava.

 

Gli attacchi dei nemici erano sempre più furenti mentre i loro sempre più deboli. Così deboli da ritrovarsi sulle stesse posizioni. Ed i loro nemici, gli Austriaci, erano così forti da attestarsi su posizioni più favorevoli, come sull'Isonzo o sulle alture del Carso.

 

Ed erano attacchi forti anche sul fronte francese dove di stava consumando una strage contro la piazzaforte di Verdun e presso il fiume Somme.

 

 

Era davvero possibile che non si rendessero conto di star vivendo un fantasma della vita?

Non si rendevano davvero conto che pativano tutti le stesse sofferenze...?

 

 

 

 

 

 

 

Germania 1917 - All'ombra della morte

 

 




Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


(Giuseppe Ungaretti - Veglia)





Il 1917 era arrivato con alcune novità nella vita che avevano lasciato Andrew sbigottito.
Uno dei più potenti alleati del suo Paese, la Russia, si era ritirato dal conflitto per “motivi personali”.
Come poteva sapere che una rivolta degli operai di Pietrogrado aveva rovesciato il regime zarista?

E non aveva fatto in tempo a riprendersi dallo shock causato da questa notizia e dai pensieri del tipo “come avrebbero potuto vincere ora” che la seconda notizia lo colse ancora più di sorpresa.
Gli Stati Uniti sarebbero entrati in Guerra al fianco dell'Intesa, l'alleanza tra Inghilterra, Francia e Russia?
Forse era vero che morto un Papa se ne fà un altro! O forse semplicemente Stati Uniti e Russia si erano scambiati il testimone.
In realtà, gli Stati Uniti erano entrati in guerra solo per vendicarsi della Germania che con i suoi attacchi sottomarini attaccava le navi militari e commerciali.

Ma non aveva fatto in tempo a riprendersi neanche da quella notizia che l'ultima e più sconvolgente gli si era presentata.



- McGregor -
Andrew si voltò verso il comandante - Sissignore -
- Questo giovane dice di conoscerti. Non ha detto chi sia né da dove venga. Afferma solo di chiamarsi Ralph. Lo conosci? -

Il rosso sgranò gli occhi. Dopo anni che non lo vedeva, Ralph, suo amico, suo amore e, purtroppo, suo nemico, era lì di fronte a lui.
- Sissignore. E' un mio ehm.. amico -
- Perfetto, occupati di lui -
- Sissignore -



Camminavano in silenzio da un po'. Tanti erano gli anni in ci non si erano visti. Tanti gli avvenimenti che li avevano separati.
- E' bello rivederti, Andrew... -
- Perché sei qui Ralph? -
Ralph sbattè le palpebre perplesso. Perché dopo tanto tempo che non si vedevano Andrew sembrava quasi irritato nel vederlo?
- Per stare con te, Andrew -
- In modo che tu possa informare i tuoi amici ed attaccarci? -
- Andrew, che stai dicendo? Io sono qui per te! Non vedi che non indosso un'uniforme? -
- E come faccio a crederti? Potresti essere un diversivo. Potresti distrarmi mentre voi ci attacate! Non casco nei vostri trucchetti, Ralph -
Andrew lo guardò con gli occhi lucidi. Ralph sentì il cuore fermarsi per un momento mai aveva visto Andrew sull'orlo di un pianto.

Iniziò ad inseguirlo
- Perché non mi vuoi credere, Andrew? - cercò i suoi occhi
- Io.. io ti credo Ralph. Però... siamo in guerra. Qualsiasi occasione può essere buona per morire ed.. io non voglio. Ci sono tante cose da fare prima.. -
Ora piangeva copiosamente. Si maledisse da solo. Era un soldato, i soldati non piangevano. Era in guerra ed in guerra non c'era il tempo di piangere!

Ma aveva paura, Andrew. E questo Ralph l'aveva capito. Strinse a sé l'amico, nonché il suo amore. Sapeva cosa voleva dire sentirsi gelare il sangue nelle vene nel sentire un rumore improvviso come un libro caduto a terra, un grido nel buio.
Sapeva cosa voleva dire avere ogni trasalimento convulso ad ogni rumore improvviso ed insolito.
Sapeva cosa voleva dire essere attaccati alla vita quando accanto a te avevi un compagno morto con il corpo in decomposizione.
Semplicemente, sapeva cosa voleva dire vivere all'ombra della morte.

- Tranquillo, Andrew, ci sono io con te ora -
Giacevano a terra, sui vestiti improvvisati come giaciglio. Da quanto tempo avevano agognato quel contatto di corpi!
Erano passati anni ma le atrocità a cui avevano assistito ed il tempo passato non aveva diminuito il loro amore.
Ci era rimasto male, Andrew quando Ralph si era arruolato nell'esercito tedesco. Ma il tedesco gli aveva spiegato che era stato suo padre a volerlo.
Si era arrabbiato molto accusandolo di essere un burattino del padre, ma Ralph gli aveva promesso che avrebbe trovato un modo per raggiungerlo.
Ed aveva mantenuto la sua promessa.

- Mai più così lontano, Ralph -

Ed i due giovani si unirono in un nuovo slancio di vita, probabilmente l'ultimo.
Più in là, i corpi dei soldati morti li guardavano. Sembravano sorridere beffardi, come se li invitassero a vivere per l'ultima volta così intensamente.













Europa - 1917-18 - Orfani di vita





E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare

(Giuseppe Ungaretti – Allegria di Naufragi)




Stava per finire. Quell'orrenda guerra stava per finire. Lo si sentiva nell'aria.
Lo si vedeva nelle ultime offensive degli Imperi Centrali.
Gli Austriaci tentarono di attacare l'esercito italiano sul Piave che, nonostante il disastro di Caporetto, era riuscito a bloccare l'offensiva nemica.
I Tedeschi impegnavano ancora il fronte francese ma era questione di giorni. Ormai anche la Germania era costretta a capitolare.
E, giovandosi dell'aiuto Satunitense, l'Intesa ne ebbe ragione ad Amiens.

La notizia scatenò il giubilo delle truppe che, nonostante la stanchezza morale, fisica, avevano mostrato il loro valore. I soldati si sentivano orgogliosi. Quella era la loro vittoria.

E quell notizia scatenò il giubilo anche di quei quattro amici che erano stati così divisi per divisione, uniforme e nazionalità.
Erano stati divisi, avevano patito le pene dell'Inferno, ma ora erano là sul fronte italiano, vivi.
Avevano rischiato non poco nell'aiutare Gianni con il disastro di Caporetto ma erano vivi, e non sapevano chi ringraziare per questo.

Olivier si slanciò su Gianni, piangendo per la gioia e baciandolo.
Andrew si voltò verso Ralph che gli regalò un luminoso sorriso. Si baciarono.

Ma qualosa doveva essere andato storto dato che Ralph si irrigidì tra le sue braccia.

- Ralph? Che succede? -

Il giovane iniziò a tremare. Una macchia rossa si dipinse sul petto.
Si accasciò a terra, scosso dagli spasimi.

- Ralph! Rispondi! -

Ma il tedesco poteva rivolgergli solo uno sguardo privo di luce ed un sorriso spento.
La Morte non aveva accettato che uscissero da quel conflitto tutti vivi ed aveva ghermito la sua vita. Quella di Ralph.
Era ridicolo. Sembrava che Ralph dovesse partecipare alla vita del suo Paese e quindi alla sua sconfitta.

- A-Addio.. t-ti amo, A-Andrew -

L'inglese sgranò gli occhi e si accasciò sul suo corpo, divenuto freddo.

Più in là, un altro soldato giaceva con la pistola ancora fumante in mano. Olivier lo riconobbe. Suo padre. Il padre di Ralph aveva voluto vendicarsi del cambio bandiera del figlio, quel figlio di cui era tanto orgoglioso.
Pianse in silenzio la morte dell'amico. Ringraziando il signore che quella Guerra fosse finita. Guerra che sarebbe passata alla storia come la Grande Guerra e Prima Guerra Mondiale.







Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato

(Giuseppe Ungaretti – San Martino del Carso)

















Angolo Autrice



Salve! :D
Allora vi è piaciuta questa storia? ^^” Spero di sì perché volevo condividere con voi questi avvenimenti così tragici eppure così importanti.
Bene, passo subito ai chiarimenti:

1) la storia è divisa in capitoletti indicati da un titolo in blu ed una poesia di Ungaretti

2) ho preferito mettere in risalto soprattutto lo stato d'animo e le condizioni di vita dei personaggi. Gli eventi storici fanno da sfondo.

3) ho riportato gli eventi principali, partendo dall'inizio per arrivare alla fine. Non vi ho fatto un trattato di storia :p

Uhmm.. penso di aver finito. Dico solo che ho scelto Ungaretti perché nessuno meglio di lui ha potuto descrivere gli orrori della Guerra.
Bacioni alla prossima,
Olivier_Rei=)
   
 
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