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Autore: flatwhat    28/07/2014    2 recensioni
La fine dei versi di Jean Prouvaire e la reazione dei rivoluzionari.
(Pov di Enjolras, leggermente Combeferre/Prouvaire)
Avrebbero fatto di tutto per riprendersi quel corpo. O ne avrebbero condiviso la sorte.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jean Prouvaire se n’era andato per sempre.
Enjolras strinse i pugni. “I tuoi amici ti hanno fucilato”, aveva detto alla spia, poi era uscito di corsa dalla taverna.
Ora osservava i suoi compagni, erano tutti sconvolti. Courfeyrac piangeva sulla spalla di Feuilly, Joly aveva il volto fra le mani, Bossuet era caduto in ginocchio e Marius teneva lo sguardo abbassato. Anche chi non faceva parte del gruppo era angosciato.
Grantaire… Grantaire dormiva. Enjolras provò un intenso fastidio, anche se normalmente l’affetto che Grantaire provava per i suoi amici era una delle poche cose che non avrebbe messo in discussione. Sarebbe stato triste, avrebbe pianto, se fosse stato sveglio? Di sicuro. Ma ora dormiva, incurante di tutto.

Enjolras si appoggiò al muro della taverna e cercò di calmarsi e razionalizzare. Cosa provava lui?
Furia. Era ciò in cui canalizzava il proprio dolore.
Tutti avevano accettato l’idea di veder morire i propri cari, e morire a propria volta, nel nome della Patria. Ma non era giusto. Non era giusto che il corpo di Jean Prouvaire, martire e coraggioso fino all’ultimo fosse nelle mani di quei… Enjolras non riusciva più neanche a definirli “cittadini”.
Il cadavere di Prouvaire avrebbe dovuto stare con quegli degli altri eroi, Mabeuf e- Enjolras sospirò- Bahorel. 
Già due di loro erano morti. Questa volta non erano riusciti a farcela tutti insieme.
Enjolras colpì il muro con un pugno. 
Avrebbero fatto di tutto per riprendersi quel corpo. O ne avrebbero condiviso la sorte.

Ma prima di ricominciare a combattere, c’era una cosa da fare.
“Combeferre”, Enjolras chiamò, verso la porta d’ingresso del Corinthe
Combeferre si avvicinò, non osando del tutto mettere piede fuori. Parte della sua figura rimaneva in penombra.
“Combeferre”, ripeté Enjolras, non del tutto sicuro su come procedere. Si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla.
“Come ti senti?”, chiese. “So che voi eravate…”.
Combeferre scosse la testa e non rispose. Si posò una mano sugli occhi.
Enjolras si aspettò di vederlo piangere, ma quando Combeferre alzò nuovamente la testa, vide occhi asciutti e un sorriso piuttosto fuori posto (e piuttosto falso).
Avrebbe voluto dirgli che non c’era bisogno che si dimostrasse forte anche in quella situazione, che lui c’era sempre stato per gli altri e che avrebbe potuto lasciarsi confortare a sua volta, ma il nodo alla gola gli impedì di parlare. Strinse la mano sulla sua spalla.
Dopo qualche interminabile secondo, Combeferre parlò.
“Non sono mai riuscito a capirlo fino in fondo. Ma era un bel mistero per me”. La voce gli tremava un po’.
“Ma sono convinto”, continuò, “Che lo avrebbe considerato un modo onorevole di morire”.
Enjolras annuì, sospirando. Poi guardò Combeferre negli occhi.
“Amico mio, combatteremo anche per lui, come per tutti coloro che ci hanno lasciato. Loro ci guardano, adesso, e non li deluderemo. Faremo di tutto per realizzare la loro Repubblica”.
Combeferre annuì a sua volta e restituì lo sguardo.
“Sì”.
Chiuse gli occhi.
Enjolras vide una rapida lacrima scorrere lungo la sua guancia.
“Di tutto”, ripeté Combeferre, con un filo di voce.

 
Eccomi di nuovo a scrivere sui cari rivoluzionari (e su Combeferre/Prouvaire).
Questa fic è una sorta di seguito per "How much do I know, I wonder" e, nonostante mi piaccia molto scrivere What If dove i personaggi sopravvivono, stavolta ho voluto attenermi al canon in tutta la sua crudeltà.
Il pov è di Enjolras perché mi piace sempre leggere del suo enorme attaccamento a tutti i suoi amici e ho voluto provare a scriverne a mia volta.
Questa fic è molto breve, ma spero possa comunque trasmettere qualcosina. 
Prferibilmente non la noia.

 
  
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