28/07/2014
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Sono in Piazza della Scala, a Milano, e mi sembra di essere una foglia travolta dal vento.
Gente.
Gente ovunque.
Attorno a me c’è gente - persone sole, gruppi, amici, coppie, scolaresche, venditori ambulanti, artisti di strada – che vanno in ogni direzione.
E per quanto lo spazio sia grande e ci siano tante vie di fuga c’è una confusione incredibile.
Forse – rifletto – perché le vie di fuga sono anche vie d’accesso.
Sospiro, esasperata, mentre una gentile ragazza cinese mi sorride mentre mi esorta, con un cenno della mano, a scansarmi più a destra, perché le entro nell’inquadratura della macchina fotografica.
Oh, insomma.
A sinistra ci sono dei ragazzi chiassosi, ancora più a destra ho evitato per un pelo che un piccone che volava radente mi colpisse in pieno.
È un delirio.
Ma non posso andarmene.
A denti stretti, mi sposto di qualche passo e la cinese ringrazia e fa anche ciao con la mano.
Benissimo.
Ora che lei è felice, torniamo al mio problema.
Devo comprare dei biglietti per La Scala perché balla Roberto Bolle.
E io lo amo.
Ma i biglietti, sul sito, sono sold-out.
Sono ferma qui, impalata, perché sto riflettendo se tornare alla biglietteria ufficiale (dalla quale sono appena scappata vista la coda infinita in attesa) o, magari, non andare ad appostarmi alla biglietteria del teatro, dove mi diranno che “no, signorina, i biglietti qui non li abbiamo”…
Ma se volessero potrebbero aiutarmi, no?
Vero?
Mi mordo un labbro, indecisa, e muovo un paio di passi.
Una pazza in bicicletta mi evita per un soffio e mi urla contro.
Lei urla contro di me?
Ma se siamo in una piazza!
Non può mica pedalare qui!
Sto quasi per mettermi a correrle dietro, quando un discreto colpo di tosse richiama la mia attenzione.
Se è un cinese che vuole fare una foto giuro che gli metto le mani addosso.
Mi volto lentamente, ostentando un’espressione di totale disprezzo…
E mi cade la mascella.
Non ci posso credere.
NON. CI. POSSO. CREDERE.
È… è lui.
È Ian Somerhalder.
Ed è qui, davanti a me, con un cappellino scuro e il sorriso sghembo che gli vedi sempre nelle foto.
E quegli incredibili occhi color ghiaccio che ammiccano divertiti.
Chiaramente, capisce che l’ho riconosciuto.
Però sembra rincuorato dal fatto che non mi sono messa a urlare come una forsennata.
«Ciao» mi saluta, gentile, in americano «Parli inglese?»
Io lo sto ancora fissando a bocca aperta.
Lui sorride, divertito.
Ehm…sveglia!
«Eh… sì…sì… un po’» balbetto.
Lui sorride ancora e annuisce.
«Grazie» risponde «Vorrei andare a vedere “L’ultima cena”, ma mi dicono che non è vicinissimo, è vero?»
Ah, il Cenacolo!
Tutti vogliono vedere il Cenacolo.
«Eh… No… Anzi, in effetti non è troppo lontano considerando che questa è Milano. E poi se ti piace camminare non è troppo un problema arrivarci a piedi!»
«A me non dispiace camminare»
«Certo, lo so!» dico, come una totale cretina.
Lui inarca un sopracciglio e io arrossisco.
«Eh…cioè… volevo dire che siccome fai tanto sport allora è chiaro che non sei pigro e…ehm…»
Le sue labbra si contraggono.
Forse sta cercando di non ridermi in faccia?
Va bene.
Tanto, ormai…
Mi schiarisco la voce.
«Tu sei… Sei Ian Somerhalder»
Lui sorride.
Oddio, quando sorride mi sembra che tutto diventi grigiastro, da quanto brillano i suoi occhi.
«Sono io» mi tende la mano «Piacere di conoscerti!»
Oddio, è così carino!
Anche se io gli sto palesemente facendo perdere tempo e parlo a scatti come un’idiota.
«Sì, bene…ehm… Allora ti piace camminare!»
Lui annuisce e sposta il peso da una gamba all’altra.
Sembra prepararsi ad aspettare cortesemente.
Deve essere abituato a fare questo effetto alle persone, alle ragazze…
Però, insomma, non posso essere così cretina!
Mi do una scrollata mentale e gli fornisco delle indicazioni stradali precise.
Lui sembra stupito che mi sia ripresa tanto in fretta.
Annuisce, chiede qualcosa, si segna il percorso sulla cartina.
«E se volessi andare in macchina?» chiede poi.
Io lo guardo e lui ridacchia.
«Giusto così, per sapere!»
Gli spiego il percorso da fare eventualmente con i mezzi, ma poi gli consiglio un taxi.
«Oh, ma io prendo volentieri i mezzi!» dice.
«Ma tu sei… bè, sei tu! cosa fai se ti riconoscono in metro? E ti saltano tutte addosso? Suoni per l’allarme? Blocchi il convoglio?»
Lui scoppia a ridere di fronte al mio tono preoccupato: una risata autentica e calda che mi scalda il cuore.
«Ok, hai vinto!» dice poi «Grazie, davvero, e scusa se ti ho trattenuta tanto»
Si scusa? Ma è matto?
Scuoto la testa e ribatto, imbarazzata:
«Figurati! È… è un sogno averti incontrato!»
Lui si schermisce, modesto.
«Allora, sei una fan di The Vampire Diaries, eh?»
«Sì» ribatto, orgogliosa «Però sono team Stefan!»
Ian scoppia a ridere di nuovo.
«Benissimo! Lo dirò a Paul! Ora che sono trapassato, poi…»
Di fronte alla mia espressione supplichevole mi fa l’occhiolino.
«Niente spoiler!» mi ammonisce, ridendo.
Io faccio il broncio.
E lui, inaspettatamente, mi abbraccia.
Resto di sale.
Ian Somerhalder mi sta abbracciando.
Aiuto!
Non faccio quasi in tempo a stringerlo a mia volta che già ci separiamo.
Lo guardo (con un sorriso del tutto ebete) e lui ringrazia ancora, poi muove un passo e lo vedo guardarsi attorno.
Alza un braccio per richiamare l’attenzione di qualcuno…
E la vedo.
Una ragazza mora, abbronzata, non troppo alta.
Indossa dei tronchetti, short di jeans, un cappello e degli occhiali da sole molto grandi.
Sorride a Ian e lui ricambia.
Mi si gela il sorriso in faccia.
È Nikki Reed.
«Ian!» lo chiamo, senza pensarci.
E mi ricordo persino di accentare la I e non la A.
Lui si volta, cortese.
Ecco… e adesso?
Come faccio?
Voglio dire… è la sua vita privata.
Non è giusto intromettersi!
E, per quanto lui sia assolutamente gentile e splendido, non si merita che si ficchi il naso nelle sue scelte personali.
Che ne sappiamo noi fan, alla fine, di cosa accade davvero ai nostri attori preferiti nella vita di tutti i giorni?
Ma Ian è lì, fermo, che mi guarda.
Prendo fiato.
«È solo… è solo che…»
Al diavolo!
Cosa gli dico?
Che sono una Nian?
Mi prenderebbe per pazza.
Chiudo gli occhi e mi faccio guidare dall’istinto.
«Scusa, sono veramente maleducata, lo so. Ma… Nina è bellissima, non è vero?»
Lui si raggela, è evidente.
Spalanca la bocca e sgrana gli occhi.
E ci impiega un attimo a ricomporsi, il che mi fa pensare che l’ho colto di sorpresa e ho toccato un punto che fa male.
Deglutisce e, per un attimo, mi chiedo se non stia per urlarmi addosso, vista l’espressione tempestosa dei suoi occhi di ghiaccio.
Ma, contro ogni previsione, si volta verso Nikki e i suoi occhi diventano all’improvviso tristi.
Tristissimi.
Eppure, riesce a fare un mezzo sorriso.
«Sì» mormora, così piano che devo fare un passo avanti per sentirlo «Sì, lei è la donna più bella che io abbia mai visto»
Un ultimo cenno della mano e si avvia verso Nikki, con le mani in tasca.
***
Una piccola follia che ho ideato oggi, al volo, dopo aver letto i resoconti del Comic Con 2014.
Nessuno di noi sa cosa sia realmente successo... Ma a me i Nian continuano a sembrare senza paragoni.
Il titolo è frase che Ian, in un'intervista, ha ammesso di aver detto di Nina la prima volta che l'ha vista. Buona lettura,
Joy