Non poteva essere così.
Lo guardai ancora una volta.
Cosa avrei fatto?
“Posso entrare, Susan?”
Lucy busso piano alla porta.
Io mi morsi il labbro. Dovevo dirlo a qualcuno.
Sospirai ancora, sfregando le mani sulle guance, e cercando di cancellare i segni delle lacrime.
Lucy bussò ancora.
“Susie....?”
Feci un ultimo grande respiro.
“Si, Vieni pure Lucy” Cercai in tutti i modi di mantenere un tono pacato e tranquillo, ma quando uscì, la mia voce tremò terribilmente.
Lucy richiuse la porta dietro di se e prese posto accanto a me.
Restammo in silenzio per alcuni minuti, sedute a terra, con le spalle contro il muro.
“Susie.. Che ti succede?” Lucy si voltò verso di me, aveva un sorriso triste.
Gli occhioni grandi, velati dalla stanchezza.
Io la guardai, stupendomi di quanto il tempo potesse passare il fretta.
Lucy era cresciuta davvero.
La bambina a cui leggevo le favole la sera prima di andare a dormire, era ormai diventata una donna.
Le presi una mano e la strinsi forte.
Lei si avvicinò e mi abbracciò.
Era incredibile quando non servisse parlare con lei, quanto poteva capirmi senza il bisogno delle parole.
Ci allontanammo un po' l'una dall'altra.
Io sopirai ancora.
“devo dirti una cosa, Lucy.”
Lei annuì, dimostrandomi che era pronta ad ascoltare.