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Autore: MarsRose    28/07/2014    2 recensioni
[The Glee Project]
Eccomi tornata con una nuova FanFiction! Ho da poco scoperto questo magnifico Talent Show e un giorno ho sognato questa ragazza ... beh, è un po' come se io fossi entrata al TGP, cosa che sarebbe davvero "wow" ahah.
Beh, la storia in se racconta di questa ragazza che entra nel talent e darà il suo meglio per riuscire a vincere, ci riuscirà ?
|| Per l'aspetto di Sienna Reese mi sono ispirata a Georgie Henley||
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: Okay, inizio questo capitolo con qualche ringraziamento! Prima di tutto, come sempre, ringrazio Lollo_02 LauraBalzarottiAlderbow per essere sempre qui a recensirmi. Grazie mille, ragazzi! Poi voglio ringraziare le mie ragazze del Calderone, in particolare Alice, per l'idea del gioco "Io non ho mai".  Per ultima, ma non meno importante, ringrazio la mia correttrice, che sopporta i miei noiosi e ripetitivi errori e mi sclera per la Shenna :') Mi ero preparata una scena come regalo per il tuo compleanno, ma non sono riuscita a postare in tempo, quindi mi sono dovuta accontentare di inserirne uno stralcio con Elizabeth. Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi, quelli che hanno messo la storia fra i preferiti o i seguiti :) 
Prima di passare, finalmente, al capitolo, volevo avvisarvi che, per il prossimo, ci sarà un po' di più, da aspettare. Sto covando una OS su Doctor Who e, se non la scrivo ora, ho paura di perdere la vena creativa. Beh, vi lascio con il capitolo, ci vediamo al prossimo :)

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“Undici concorrenti… siamo rimasti in undici…” furono i pensieri con i quali mi svegliai, il giorno che inaugurava ufficialmente il nostro primo mese nello show. La sera prima, dopo aver cantato per l’ultima volta con Tyler, lo avevamo salutato con una risata… la sua. Poi eravamo andati tutti sul divano a mangiare il gelato, cercando di consolare Abraham.
Il risultato, fu che ci addormentammo uno sopra l’altro, le vaschette di gelato vuote sparse per tutto il pavimento. Quando mi svegliai, scoprii di essere sdraiata per metà addosso a Lily, mentre le gambe mi penzolavano oltre il bordo del divano. Dopo esserci alzati e sgranchiti per qualche secondo, io e Ali ci offrimmo volontarie per preparare la colazione, mentre gli altri lasciavano del tempo a Charlie ed Aylin per parlare. Quando ci ritrovammo tutti attorno al tavolo, a mangiare, i due ci informarono che erano solo amici… come se qualcuno ci credesse.
Mario e Shanna avevano appena finito di lavare i piatti, quando dalla porta entrò Robert. Tutti accorremmo in salotto, lanciandoci sul divano… oppure gli uni sopra gli altri, ecco perché mi ritrovai seduta sulle ginocchia di Nellie.
- Il tema di questa settimana è qualcosa di fondamentale per ogni performer di Glee. Quando le cose hanno un andamento veloce, prove spostate, canzoni cambiate, bisogna essere pronti. Il tema è… Adattabilità.-
Michael, che era seduto di fianco a me e Nells, si mise ad esultare, alzando le braccia al cielo. Si vedeva che non era l’unico ad essere felice, anche Mario ne fu particolarmente entusiasta.
- La canzone che canterete come compito settimanale è un pezzo davvero complicato. “You oughta know” di Alanis Morissette.- dopo le esclamazioni entusiaste di Ali, Robert continuò: - Nello spirito della settimana, non sceglierete da soli le vostre parti, nella canzone. Ho qui i fogli, ciascuno con una parte in risalto. Ora ve li consegnerò a caso e, qualunque sarà la parte, voi dovrete cantarla.-
Tutti applaudimmo, ringraziando l’uomo per averci sollevato dal dover decidere da soli. Ogni settimana trovavamo qualche frase per cui litigare, finalmente non dovevamo preoccuparci di nulla. Robert ci consegnò delle buste, le quali contenevano la canzone, poi ci salutò e, con molta calma, uscì dalla stanza. Dopo esserci guardati tutti quanti per qualche secondo, aprimmo voracemente le buste, sperando in qualcosa di bello. Tuttavia, le mie speranze furono vane.
- Che parte hai avuto?- mi chiese Ali, sbirciando il foglio.
- And I’m here, to remind you of the mess you left when you went away…- lessi, seppellendo il viso fra i capelli biondi della mia amica.
- Oh… la parte alta… -
- Direi che iniziamo piuttosto male.-
- Io, invece, direi di iniziare a prendere qualche sedia e provare a creare una coreografia.- si intromise Charlie, facendoci segno di alzarci. Dopo aver sistemato Ali sulla sedia a rotelle, iniziammo a coreografare il pezzo, senza però riuscirci appieno. Infatti, invece di concentrarci sui passi, ognuno si focalizzò sulla propria frase, cercando anche di convincere qualcun altro a scambiarsele... inutile dire che io fui una di quelli.
Dopo un pranzo velocissimo, completammo la coreografia e andammo a cambiarci.
- Potrebbero perfino cambiare la canzone all’ultimo secondo… - disse ad un certo punto Nellie, mentre ci apprestavamo ad uscire dal dormitorio.
- Sarebbe… una cosa veramente molto scorretta.- commentò Aylin, trovandoci tutte d’accordo.
Stavamo per uscire, quando ricordai che, finalmente, possedevo un paio di occhiali! Dopo averli presi, velocemente, andammo in Aula canto, dove ci sedemmo, aspettando Robert con impazienza. La porta si aprì poco dopo, segno che il nostro mentore stava arrivando.
- Hey ragazzi. Allora, questa è la settimana dell’adattabilità e abbiamo l’ospite da Glee che può dirvi di tutto sull’affrontare i cambiamenti.-
Tutti allungammo il collo, sporgendoci per vedere in direzione della porta. Quando questa si aprì, mostrando un ragazzo alto e smilzo, con i capelli castani e un paio di occhiali, saltammo tutti sulle sedie, esultando.
- Questo è, ovviamente, il talentuoso Kevin McHale, che interpreta Artie nello show.-
- L’ho pagato per dirlo.- esordì Kevin, facendoci ridere. – In Glee, ogni settimana è quella dell’adattabilità, anzi, ogni giorno lo è. Ciascun giorno è differente: ti presenti convinto di dover fare una cosa e, invece, cambiano idea all’ultimo minuto.-
- Quindi, il vostro compito era la canzone ricca di emozioni “You oughta know” di Alanis Morissette.-
- Voi lo avete preparato come un numero di gruppo…- Kevin interruppe Robert, facendo una pausa eccessivamente lunga. – Invece, vi esibirete in un assolo.-
Sbarrai gli occhi, ritrovandomi nel panico più totale. La buona notizia, era che non dovevo più cantare solo la parte alta. La brutta notizia, era che sapevo metà della canzone. “Okay, devi adattarti, Sienna. Spera di non essere la prima, ascolta attentamente quando cantano gli altri e memorizza la maggior parte delle parole.” Mi ordinai, guardando Aylin che andava a cantare. Evidentemente, durante le mie riflessioni, mi ero persa l’ordine con cui avremmo cantato, per cui lo chiesi a Mario, il quale mi disse che saremmo andati per ordine alfabetico. Con un sospiro, mi abbandonai sulla sedia, guardando i miei amici che si susseguivano. Le uniche cose che notai, mentre cercavo di assimilare più parti del testo possibili, furono il nervosismo di Blake e il grande sorriso che Shanna sfoggiava mentre inventava tre quarti della canzone.
- Sienna.- disse Robert, accompagnando le sue parole con un cenno, mentre Charlie tornava a sedersi. Mi sistemai di fianco al pianoforte, prendendo il microfono e facendo cenno di partire con la base.
 - I want you to know that I’m happy for you, and I wish nothing but… the best, for you both. Did you forget about me? Mr. Duplicity. I hate to bug you in the middle of dinner. Does she speaks eloquently? And would she have your baby? I’m sure she’d make a really excellent mother. ‘Cause the love that you gave to me wasn’t able to make something open wide. And everytime you speak her name, does she know how you told me you’d hold me, ‘til you die, ‘til you die… but you’re still alive. And I’m here, to remind you of the mess you left when you went away. It’s not fair, to deny me, of the cross I bear, that you gave to me. You, you, you oughta know that I’m here to remind you, of the mess you left when you went away. It’s not fair, to deny me, of the cross I bear, that you gave to me. You, you, you oughta know!-
Rob e Kevin applaudirono, mentre io tornavo a sedere, consapevole di aver sbagliato diverse frasi. Tuttavia, ero più rilassata e riuscii a godermi maggiormente le esibizioni dei miei compagni.
- Quindi, cosa ne pensi, Kevin?- chiese Robert, una volta arrivati alla fine.
- Oh, questo è il lavoro difficile. Michael, tu hai sicuramente scelto l’aspetto della recitazione… forse non condivido appieno la tua scelta, però ammiro il fatto che tu l’abbia portata avanti fino alla fine. Aylin, la tua performance era fantastica. Hai interpretato la canzone stupendamente. Charlie, quello che mi è veramente piaciuto è stato il fatto che hai cambiato il testo, per renderlo adatto ad un ragazzo. Ali, mi piace il fatto che tu sia davvero molto dolce, nella vita, poi quando sei andata a cantare eri tipo…- Kevin fece un’espressione arrabbiata, sottolineando meglio ciò che intendeva. – Ma è stato fantastico! Shanna, tu sei di sicuro una di quelli che hanno dimenticato più parole. Ma non me n’è importato, perché sei stata davvero stupenda.-
- Kevin, chi scegli come vincitore?-
- Credo che, complessivamente, l’esibizione migliore… sia stata quella di Aylin.-
- Quindi, Aylin, come al solito hai vinto una sessione faccia a faccia con Kevin e un pezzo da protagonista nel prossimo video di gruppo, che sarà…-
- Non ve lo diremo, davvero. E’ la settimana dell’adattabilità, quindi…- Kevin ci guardò, ridendo sotto i baffi, mentre noi ci disperavamo in silenzio.
- Scoprirete la canzone solo in studio con Nikki e imparerete la coreografia sul set del video.-
- La cosa buffa, è che ciò accade molto spesso, sul set di Glee. Beh, buona settimana. E’ stato un piacere conoscervi.-
Robert e Kevin si allontanarono. Invece di tornare subito in Sala Relax, decidemmo di restare un po’ in Aula canto, a discutere del video a sorpresa.
- Questa sarà, decisamente, una settimana difficilissima. Ci metteranno costantemente alla prova.- disse Aylin, pochi secondi prima di essere chiamata per la sessione di tutoraggio con Kevin.
- Qualunque cosa accada, io mi costruirò un personaggio e vi resterò fedele, dal primo giorno di riprese all’ultimo.- dissi, andandomi a sedere davanti al pianoforte.
- Penso che ti copierò, Reese. Chiunque sarà il mio personaggio, si chiamerà Scott Campbell… sì, mi piace.- disse Charlie, facendoci ridere.
Mentre i ragazzi iniziavano a discutere di altre cose, Nellie venne a sedersi vicino a me, seguita da Michael che, però, si appoggiò al piano, guardandoci.
- Conosci la colonna sonora dei Pirati dei Caraibi?-
- Il pezzo a quattro mani, dici?-
- Esatto.-
- Mi ricordo solo la prima persona…-
- Detto fra me e te, ho sempre preferito l’altra.-
Nells si sgranchì le dita, con un sorriso, poi mi fece segno di iniziare. Quando arrivammo ad una delle parti più veloci e complicate della canzone, ormai avevamo tutti i ragazzi, come spettatori.
Rimanemmo a suonare fino a tardi, decidendo di tornare in Sala Relax solo quando fu ora di cena. Tuttavia, ero così ansiosa per il giorno seguente, che non riuscii a mangiare nulla e rimasi sul divano, strimpellando qualcosa con la chitarra. Mentre i ragazzi mangiavano, però, io mi addormentai e rimasi dormiente fino al mattino seguente.
°°°
Nonostante quel martedì mattina non avessimo le prove di danza, alle sei e mezzo di mattina partì Higway to hell, cantata da Jonathan Groff in Glee. Tuttavia, Ali e Lily lanciarono delle loro maglie sulle telecamere, cosa che ci permise di dormire fin verso mezzogiorno. Una volta che ci fummo alzati, lavati e vestiti, noi ragazze preparammo dei panini, poi li portammo nel cortile. Mangiammo seduti sul prato, pensando ad un modo carino per passare il resto della giornata. Non potevamo allenarci con la coreografia o con il testo, dato che non ne avevamo, così come non avevamo molta voglia di fare un’altra jam session.
- Che ne dite di una rivisitazione di Pary Rock?- chiese ad un certo punto Mario.
- Intendi… fare una festa?- gli chiesi io, anticipando Aylin.
- Precisamente.-
- Se c’è da festeggiare, io sono sempre pronta!- disse Lily, applaudendo piano. – Ci vediamo fra mezz’ora in Aula canto. Charlie, tu prepara la console che c’è nell’angolo della stanza, voi ragazzi portate qualcosa da mangiare e da bere. Ragazze, andiamo a cambiarci.-
- Perché proprio noi dobbiamo portare cibo e bevande?- chiese Blake, inarcando un sopracciglio per via degli ordini della ragazza.
- Perché è risaputo che le ragazze impiegano più tempo a cambiarsi. Muoviamoci!-
Shanna mi guardò, inarcando le sopracciglia, come a chiedere se Lily fosse completamente uscita di senno. Risposi alla sua tacita domanda con una scrollata di spalle, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi. Sotto ordine di Lily, ci facemmo tutte una doccia veloce, ci asciugammo e iniziammo a cercare qualcosa da indossare. Stavo quasi per prendere i miei vecchi pantaloni della tuta, quando ricevetti uno schiaffo sulla mano, da parte di Nellie.
- Se non fanno indossare i pantaloni a me, allora nemmeno tu lo farai.- disse seria, facendo un cenno con il capo verso Aylin, la quale ci stava fulminando con lo sguardo.
- Dannato quel giorno in cui divenni femmina!- borbottai fra me e me, mentre rovistavo nella valigia. Anche se sapevo non essere quello che le altre ragazze intendevano con “vestito da festa”, indossai un abito azzurro a maniche corte, che arrivava poco sopra il ginocchio. Pur di non vedermi con le scarpe da ginnastica, Ali mi prestò un suo paio di scarpe marroni, che lei chiamò francesine. Dopo che ebbi fatto avanti e indietro nella stanza un paio di volte, per abituarmi a non camminare come uno scaricatore di porto, mi recai in bagno con le altre ragazze, posizionandomi davanti ad uno specchio. Durante quelle settimane, mi avevano truccata molte volte, ma non l’avevo mai fatto da sola, prima d’ora. Wow, sono davvero poco femminile, non c’è che dire. Forse è il caso di iniziare a… provarci un po’ di più. Quando riuscii a mettere matita e mascara senza infilarmeli negli occhi, mi auto dichiarai pronta. Siccome mi sentivo molto… davvero molto insicura, a camminare sui tacchi, spinsi la sedia a rotelle di Ali fino in Aula Canto. Su ordine di Lily, Charlie aveva rispolverato la console da DJ che c’era in un angolo, mentre i ragazzi avevano preso patatine e bibite gassate dal frigo, come era capitato durante le riprese di Party Rock. Non appena entrammo, Michael si mise a suonare “Red solo cup”, invitandoci con un cenno a cantare con lui.
- E’ una canzone ridicola!- disse Mario, prima di unirsi al nostro canto.
Una volta finita la canzone –che realmente era senza senso-, Charlie mise musica più allegra e sistemammo i riflettori in modo che fossero tutti di colore diverso. Ballammo e bevemmo fino a pomeriggio inoltrato, quando un piuttosto arzillo Abraham propose di fare il gioco della bottiglia. In un certo senso, eravamo tutti più allegri ed accaldati del normale. Ci radunammo tutti in cerchio, seduti sul pavimento, con le luci che lampeggiavano ad intermittenza e la musica al massimo del volume che ci era stato consentito. Abraham, avendolo suggerito, fu il primo a girare la bottiglia, dando così il via ad un giro di baci casuali. La sfortuna vuole, che la bottiglia girata da Ab si fermò su di me e fu… decisamente la cosa più strana di sempre. Non ho un fratello ma credo che, il bacio che detti al mio amico, fu come quello che avrei dato ad un fratello. Strano e… sbagliato, in un certo senso. Dopo essere arrossita fino alla punta dei capelli, girai la bottiglia, vedendola poi fermare su…
- La mia ragazza! Ammettilo, lo fai apposta.-
Shanna mi afferrò per l’orlo del vestito, tirandomi più verso di lei, che stava dalla parte opposta della circonferenza. Mi misi in ginocchio, appoggiandomi le mani sulle cosce, poi mi piegai verso la ragazza, come era già successo una… no, due volte. Il nostro fu un bacio decisamente molto casto: un rapido sfiorarsi di labbra, accompagnato poi da un sorriso. Dopo essersi detta delusa, la ragazza girò la bottiglia, proseguendo così il giro. Dopo circa un’oretta, quando ormai avevo dato un secondo bacio a Shanna –che fu decisamente meno casto-, uno a Nellie e uno a Blake, decidemmo di fermare il gioco e tornare alla nostra festa. Rimanemmo a ballare e bere fino a tarda notte, quando ormai eravamo stanchi e ci ricordammo che, il giorno successivo, dovevamo registrare in studio.
Dopo una mezzoretta, quando eravamo tutte sotto le coperte, vidi Nellie avvicinarsi e farmi segno di seguirla. Passandomi una mano sul viso, sgusciai fuori dalle coperte e la seguii in cucina. La ragazza si diresse al frigorifero, dove prese un cartone di latte e ne versò un po’ in un bicchiere, poi si sedette sul tavolo, osservandomi. In quei pochi secondi, mi sentii un po’ spaesata, quasi sotto esame... no, peggio: mi sentivo fuori luogo. Non sapevo da cosa fosse provocata quella sensazione, però lo sguardo della mia amica mi preoccupava. Alla fine, non sopportando più quel silenzio angosciante, appoggiai la schiena contro il bancone della cucina e ricambiai lo sguardo di Nellie.
- Allora, che succede? –
- Non lo so.-
- Beh, ci sarà un motivo, se hai deciso di tirarmi fuori dal letto alle tre di notte. Ti ricordo che, fra meno di quattro ore, dobbiamo essere in studio di registrazione e non dormiamo da mezzogiorno, circa.-
- Questo lo so, Sien, ma proprio non riuscivo a dormire.-
- Troppa caffeina?-
- No, non penso sia questo… è più una sensazione strana allo stomaco. Come un… un buco nero che mi ha divorato fegato, pancreas e qualunque altra cosa ci sia.- disse la ragazza, gesticolando.
- Forse hai solo fame, mangia qualcosa e vedrai che ti passa.-
- No, non è fame… Sienna, come si fa a capire se si è innamorati?- La domanda mi lasciò completamente spiazzata, facendomi spalancare gli occhi e dischiudere le labbra per lo stupore. Mai e poi mai mi sarei immaginata di affrontare quel tipo di situazione, mai.
- Cosa ti fa pensare che io lo sappia?-
- Resto convinta del fatto che, fra te e Shanna, ci sia qualcosa.-
- E io continuerò a dirti, fino alla mia morte, che siamo due amiche eterosessuali a cui piace stare insieme. Non c’è nulla, fra di noi. Ma non stavamo parlando di me, chi è?-
- Chi è, chi?-
- La persona che ha creato il buco nero nel tuo stomaco.-
- Non lo so…-
- Oh, andiamo Nells! A me puoi dirlo.-
- Lo so, è che… non ci riesco, mi spiace, Sienna…-
- Fa nulla. Quando ti fiderai di più… io sarò qui ad ascoltarti.-
- Ma io mi fido di te!-
- Non intendevo quando ti fiderai di me, ma dei tuoi sentimenti. Buonanotte, Nellie.-
Lasciai un leggero bacio sulla guancia della mia amica, poi tornai in camera, buttandomi sul letto e addormentandomi all’istante.
°°°
Quel mercoledì mattina, il risveglio fu uno dei più tremendi mai affrontati. Dopo che la sveglia ebbe finito di suonare, rimasi per cinque minuti buoni seduta sotto le coperte, guardandomi attorno intontita. Quando mi alzai, un mal di testa martellante mi esplose proprio dietro l’occhio destro, rendendomi quasi impossibile perfino camminare. Tenendomi la testa fra le mani, mi trascinai verso il bagno, aprendo poi l’armadietto dei medicinali. Dopo aver preso un’aspirina, mi sciacquai il viso con dell’acqua fredda, poi andai a scegliere gli abiti per quel giorno. A mano a mano che riacquistavo lucidità, riuscii a focalizzarmi su ciò che mi succedeva attorno.
- Manca meno di mezz’ora, ti sbrighi?!- mi urlò Lily, gesticolando. Annuii distrattamente verso la ragazza mentre, saltellando in giro per la stanza, cercavo di infilare in contemporanea i leggins e la maglia che mi aveva prestato Blake, qualche settimana fa. Presi gli anfibi neri da sotto il letto e, mentre me li infilavo mi guardai allo specchio: la maglia, originariamente, doveva essere a maniche corte, ma a me arrivava circa al gomito, i leggins erano consumati in corrispondenza delle ginocchia e gli anfibi avevano i lacci di colori differenti, uno verde e uno giallo. Decisamente non molto professionale, però mi rispecchiava abbastanza.
Mentre ci dirigevamo in Studio, Blake mi si affiancò e mi tirò per una manica, guardandomi con un sorriso sghembo.
- Mi chiedevo dove fosse finita.-
- Mi sono dimenticata di restituirtela… potrei dartela ora, ma rimarrei solo in… beh, non presentabile.-
- Tienila, mi piace come ti sta.-
- Ciao, ragazzi!- disse Nikki, salvandomi da dell’ulteriore imbarazzo. – Come probabilmente avete sentito, a volte i ragazzi di Glee arrivano e vi sono delle battute cambiate, oppure dobbiamo riorganizzarci all’ultimo secondo… in questi casi, l’adattabilità è fondamentale. Per questo motivo abbiamo pensato: “Diamine, vediamo se voi ragazzi sapete adattarvi!”. Volete sapere qual è la canzone?-
Dopo un coro generale di “Sì”, Nikki ci guardò con un sorrisetto ansioso, lasciandoci in attesa qualche altro secondo.
- E’… “Price Tag”, di Jessie J.- Aylin si esibì nella sua classica danza felice, mentre molti altri di noi rimanevano basiti. La canzone era molto difficile e, certamente, la mia bassa estensione vocale non copriva la maggior parte delle note. Dopo averci incoraggiati, Nikki entrò nello studio, chiamando Shanna con se. Durante la mattinata, non dovetti registrare, per cui feci il mio video diario, come ogni volta.
- Ciao, Team Sienna! Se mi fossi ricordata che dovevo registrare questo per voi, oggi, mi sarei conciata meglio. Scherzi a parte, voglio ringraziarvi per tutto il supporto che mi date. Certo, non ne ho molte testimonianze… chissà se esiste un Team Sienna… Ad ogni modo, questa è la settimana dell’Adattabilità. Inizialmente abbiamo dovuto quasi improvvisare un’intera canzone, poiché, in origine, era pensata per essere un numero di gruppo. La canzone era “You oughta know”, di Alanis Morissette. Non è proprio il mio genere, devo dire, però la trovo una bella canzone. Ieri non abbiamo avuto le lezioni di danza, in quanto impareremo la coreografia direttamente sul set, così abbiamo fatto… una piccola festicciola, ecco. Anzi, scusatemi tanto per le occhiaie, non ho dormito molto. Comunque, in questo momento sto aspettando di entrare nello studio e scoprire quale strofa dovrò cantare. La canzone è Price Tag, di Jessie J e sono veramente molto nervosa, per quanto riguarda questo video. Solitamente, so adattarmi abbastanza bene, alle varie situazioni, però ho paura che possa capitare qualche situazione che mi metta a disagio come la scorsa settimana. Okay, c’è Ali che mi fa segno di smetterla di blaterare, perché dobbiamo andare a pranzo. Grazie mille per tutto, di nuovo, ci vediamo la prossima settimana!-
Salutando la telecamera, seguii i ragazzi nel Campus, dove mangiammo qualche panino velocemente, poi ci dirigemmo di nuovo nello studio. Al contrario dei ragazzi, che solitamente si portavano una bottiglietta d’acqua, quando Nikki mi chiamò, entrai in cabina di registrazione con il mio classico bicchiere di caffè.
- Hey Sienna.-
- Ciao Nikki.-
- Iniziamo subito con la tua parte, hai la sedicesima strofa.-
- La sed… okay.-
- Prima la sentiamo, poi te la metto solo nell’orecchio destro e ci canti sopra, tutto chiaro?-
- Si potrebbe fare l’orecchio sinistro?-
- Certo.-  Nikki mi sorrise, facendo poi partire la base. La voce di Jessie J mi riempii le orecchie, facendomi capire la tonalità in cui cantava e quella in cui avrei cantato io. Quando le due piccole frasi finirono, la donna mi fece un cenno, segno che stava ripartendo. Sentii la voce di Nellie invadermi l’orecchio sinistro, poi toccò a me.
- Can you feel that, yeah, we're paying with love tonight...-
- Carino, mi è piaciuto. Me ne fai un altro? Giusto per avere un’alternativa.- Annuii in direzione di Nikki, che fece ripartire la base. Dopo aver fatto anche la seconda registrazione, cantai la mia parte di coro, poi fui congedata.
Bevendo l’ultimo sorso del mio caffè, andai a sedermi di fianco a Blake, gettando il bicchiere di carta nella pattumiera.
- Come è andata?-
- Bene, credo. Uh, mi presti il cellulare? Ho bisogno di postare una foto di noi due.-
Il ragazzo rise, poi attivò la telecamera interna del cellulare e ci inquadrò. Dopo che ci fummo messi in posa, facendo delle facce buffe, il ragazzo scattò la foto, immortalando quel momento. Non fu l’unica foto che facemmo in quei minuti. Inizialmente, si unii solo Michael, poi arrivò Ali, poi Aylin e, prima di andare a registrare la parte tutti insieme, ci facemmo fare una foto di gruppo.
- Vi muovete? Vorrei andare a cena anche io.- ci rimproverò Nikki, uscendo dalla Sala di registrazione. Dopo esserci guardati per qualche secondo in modo colpevole, scoppiammo tutti a ridere, poi andammo finalmente a registrare l’ultima parte della canzone. Vedendoci tutti ammassati in quella stanza, non potei fare a meno di ricordare quando avevamo registrato Here I go again: a quel tempo, essendo tutti, la stanza sembrava molto più piccola; ora, con cinque persone in meno, appariva decisamente più grande.
Dopo aver cantato la lunga parte che avevamo in comune, tornammo nel Campus, dove cenammo con quello che ci era offerto dallo sponsor della settimana: cibo cinese.
- Riso fritto o maiale in agrodolce? Questo è il vero dilemma, altro che essere o non essere.- dissi, sollevando due scatole di cartone di uguale forma e dimensione. Fu una cena davvero buffa: tutti provammo a mangiare con le bacchette; alcuni, alla fine, rinunciarono, decidendo di mangiare con le posate normali. Ad un certo punto, sentimmo un urlo di trionfo provenire da Aylin. Sollevò con un sorriso estasiato le bacchette, in cui era contenuto un unico, piccolo chicco di riso.
-  Ci sono riuscita!- trillò tutta contenta, prima che il chicco le cadesse di nuovo sul piatto.
°°°
Il primo giorno di riprese, emozionati nel non sapere nulla, ci alzammo ancora prima che suonasse la sveglia. Non ci avevano portato alcun tipo di vestito e non ci avevano dato indicazioni particolari, per cui indossai un paio di semplici pantaloni neri della tuta, una canotta bianca e la felpa aperta nera, per ripararmi dall’aria mattutina.
Non appena arrivammo sul set, Erik si diresse verso di noi, strofinandosi le mani l’una contro l’altra.
- Sembra una giornata ideale, questa, per l’Adattabilità.- scherzò. – In breve, il concetto del video sono dei ragazzi ricchi contro dei ragazzi poveri. Inizialmente ci sono questi ultimi che si divertono, scherzano insieme e, uno per uno, i ragazzi ricchi si uniscono a loro. Alla fine, rimarrà solo un ragazzo ricco, avaro. Lei… Aylin… dovrà decidere se stare con i ragazzi poveri o rimanere una ricca e avara. Inizieremo girando le parti dei ragazzi ricchi che se ne vanno poi, questo pomeriggio, farete la coreografia. Se tutto andrà secondo i piani, oggi avremmo finito e avrete ben due giorni, per prepararvi alle Last Chance Performance. Se così non fosse, dovrete tornare domani, cosa che mi renderebbe molto furioso.- con una risata, l’uomo ci fece cenno di andare a prepararci.
Una delle truccatrici mi si avvicinò, facendomi cenno di andarmi a sedere davanti ad uno dei grandi specchi. Iniziò subito a riempirmi il viso con quelle schifezze, facendomi arricciare il naso. La preparazione durò circa mezz’ora, dopodiché ci lasciarono andare a cercare i nostri abiti. Prima di alzarmi, rivolsi un ultimo sguardo al mio riflesso: mi avevano truccato le labbra di rosso, circondato gli occhi con una matita nera e allungato le ciglia con del mascara nero.  Nonostante fosse il trucco che mi applicavano quasi sempre, ancora non riuscivo a capacitarmi di come apparissi più grande. Mi avevano anche sistemato i capelli, aggiustandomi i boccoli con una passata di piastra. Nella rastrelliera trovai quasi subito la sacca con il mio nome: un vestito azzurro con delle balze nella parte superiore e un paio di scarpe come quelle che mi aveva prestato Ali, però di un marrone più chiaro. Indossai anche un trench blu scuro, della stessa lunghezza del vestito ed un cappellino leopardato. Dopo aver indossato il tutto, mi diressi verso il pullman. Quel giorno, infatti, non avremmo registrato su un set, bensì all’Universal CityWalk, dove, nella scorsa stagione, avevano registrato Mad World.
Fra il tempo perso per prepararci e quello usato per arrivare nel luogo delle riprese, avevamo sprecato tutta la mattinata, con grande disappunto di Erik. Dopo aver consumato un veloce pasto a base di patatine fritte e panini –cosa che ci fece ricordare Tyler-, mi aggrappai al braccio di Abraham, facendomi aiutare a percorrere la ripida discesa che precedeva il luogo in cui avremmo girato. Il “set” comprendeva il lato esterno di un bar, in cui vi erano dei tavolini con gli ombrelloni, posto parallelamente al luogo in cui si sarebbe svolta la coreografia.
Come ci aveva già preannunciato, Charlie si calò nel suo personaggio, Scott Campbell; iniziò perfino ad ignorarci, se lo chiamavamo con il suo nome. Quando Erik ci avvisò che iniziavamo le riprese, mi sedetti in uno dei tavoli, calandomi anche io nella mia parte. Avevo deciso che, il mio personaggio, era una mia versione peggiore di me: aveva vinto il Glee Project, era entrata in Glee e si era montata la testa. Accavallai le gambe, appoggiando il viso ad una mano, mentre anche gli altri prendevano posto. Con me, si sedettero Blake e Lily. Erik iniziò dando qualche direttiva ad Abraham e Shanna, poi iniziammo a girare. Non appena sentii il playback partire, iniziai a far oscillare la gamba, fingendomi molto interessata a qualcosa che Lily mi mostrava sul cellulare.
- Oddio, che carino! Devo assolutamente comprarne uno da tenere nella borsetta!- dissi, fingendomi estremamente eccitata.
Finsi di indicarlo anche a Blake, mentre Shanna passava in mezzo ai tavoli, cantando la sua parte. Erik diede lo stop, venendo poi da noi.
- Okay, ora iniziamo a registrare le parti in cui ve ne andate. Ora, capite che non potete urlare “Che bella borsa in pelle di cincillà” e poi andarvene. Quando manca poco alla vostra strofa, iniziate a guardarvi attorno, intuendo che qualcosa non vi quadra. Okay, iniziamo.-
Come prima, entrai subito nel mio ruolo di riccona viziata, noiosa e sovreccitata per una borsa in pelle di cincillà. Tuttavia, quel giorno, non arrivammo né a fare la mia strofa, né a fare la coreografia. Quando il sole iniziò a calare e il cielo si tinse di delicate sfumature rossastre, Erik lasciò cadere a terra la sua cartella con gli appunti di regia, andandosene senza dire una parola. Avevamo perso molto tempo per colpa di Mario, il quale non riusciva a far trasparire nulla. Stava seduto immobile, si alzava e se ne andava, senza fare nulla di particolare. Era frustrante anche per noi, stare a guardarlo mentre non si impegnava. Irritata per non aver combinato un gran che, mi cambiai velocemente e mi tolsi tutto ciò che avevo sul viso. Salii sul pullman, accoccolandomi stancamente addosso ad Abraham. Shanna, seduta davanti a me, stava controllando i tweet dei fan su un cellulare, quando si mise a ridere.
- Che succede?- le chiesi.
- Abbiamo dei fan, Sien.-
- Abbiamo?-
- Sì, persone che ci shippano!-
- Oddio, fammi vedere!- mi allungai, prendendo il cellulare dalle mani di Shanna, e guardai il tweet che stava leggendo: “Hi Shanna! I luv u & Sienna together! It’s my birthday, today, so… nothing! I luv u 2, really!” – Adoro questa ragazza!- dissi con una risata, riconsegnando il telefono alla Shan.
Il portellone si aprì, così scendemmo e ci andammo a fare una meritata doccia. Una volta uscite, mentre avevo ancora un asciugamano avvolto a raccogliere i capelli, Shanna mi trascinò su uno dei letti vuoti nella nostra stanza, proprio davanti ad una telecamera.
- Ciao Elizabeth! Siamo Shanna…-
- E Sienna!- mi intromisi io.
- Esibizionista. Comunque, abbiamo letto il tuo tweet e volevamo farti gli auguri di buon compleanno! Sappiamo entrambe come ci si sente a shippare una coppia impossibile, però volevamo farti un regalino.-
- L’idea è stata mia.-
- Lasciala perdere, è una bugiarda.-
- Lascia perdere lei. Buon compleanno, comunque.-
Dopo aver salutato la telecamera, un’ultima volta, mi voltai verso Shanna. Dopo averle fatto l’occhiolino, intrecciai le dita della mia mano sinistra con le sue, poi la baciai. Mentre le nostre labbra si toccavano, iniziai a pensare che, aver baciato più ragazze che ragazzi, non era una cosa molto… eterosessuale, ecco. Una volta che ci fummo separate, mi alzai senza dire una parola e andai in salotto. La cena era già pronta, per fortuna, così mi limitai a sedermi a tavola, mangiare velocemente e ritirarmi nel dormitorio. Mentre ero sdraiata a letto, persa nella contemplazione del soffitto, non riuscii proprio a capire il mio momento di mutismo. Stavo decisamente diventando troppo lunatica.
Il mattino seguente, dopo una rapida doccia, ci fiondammo tutti nel pullman, pronti per il secondo giorno di riprese. Nonostante l’ordine impartito da Erik, ossia quello di sbrigarci, impiegammo tutta la mattina per prepararci. Nel pomeriggio girammo tutte le scene del nostro abbandono per il gruppo dei ricchi, ci mandarono a cambiare con gli abiti per la coreografia. Con un sospiro di ringraziamento, indossai un paio di jeans lunghi a gamba larga e una canotta nera e, sopra quella, una t-shirt bianca con scollo a V, per poi recarmi nella piazza.
- Ascoltate, dobbiamo fare in fretta ché sta arrivando il tramonto.- disse Zach, sebbene tutti sapessimo di avere ancora un po’ di tempo.
Ci mettemmo tutti in posizione, poi l’uomo venne davanti a noi. Immediatamente, iniziò a mostrarci una serie di passi, per poi indicarci anche in quale parte della canzone andava fatto. Dopo che fummo riusciti a farlo correttamente un paio di volte, una metà di noi andò con Brooke, gli altri con Zach. Io, mi ritrovai con la ragazza.
Continuammo a fare le prove e a registrare fino a quando il tramonto non fu troppo evidente, dopodiché ci dissero di andare a cambiarci e tornare il mattino seguente. La cena fu veloce, esattamente come la precedente, poi ci coricammo tutti.
Per l’ultimo giorno di riprese, impiegammo decisamente meno nel cambiarci, su ordine di Erik. Girammo fin verso le due del pomeriggio, solo le parti in cui ci alzavamo e andavamo a ballare. Dopo aver finto di divertirmi a mandare messaggi, commentare borse in pelle di coccodrillo e guardare Shanna con finta aria di superiorità, guardai come ero vestita, voltandomi poi verso Aylin. Cantai il mio verso, appoggiando con rabbia il cellulare sul tavolo, mentre mi alzavo. Corsi verso i miei amici, dove Michael mi aiutò a togliere il cappotto, per poi gettarlo in un angolo. Come per tutti gli altri prima di me, fermammo le riprese, mi lasciarono cambiare velocemente e poi tornammo a girare. Non dovemmo rifare la coreografia, in quanto Erik voleva usare quelle di ieri, quindi girammo solo la parte finale, quella in cui Aylin veniva verso di noi e lanciava il cappello.
- Ed è fatta, congratulazioni!- Erik ci spedì a cambiarci, mentre loro finivano di montare il video. Quando finalmente fui rientrata nei miei pantaloni logori della tuta e nella maglietta di Blake, mi diressi insieme ai ragazzi a vedere il video. Faceva sempre strano, rivedermi in quello schermo mentre interpretavo un personaggio. Mi metteva a disagio, soprattutto perché trovavo costantemente cose che non mi piacevano nel mio modo di recitare, cantare e ballare.
A fine video, applaudimmo tutti insieme, poi tornammo nel dormitorio. Era ormai tardo pomeriggio e tutti avevamo saltato il pranzo, per cui, preparammo pasta in abbondanza. Ultimamente ero diventata più brava a cucinare, perciò mi offrii volontaria. Certo, più brava non vuol dire che, ogni tanto, non mi capitasse qualche casino… come quella volta, quando finii per bruciare tutto il sugo  e mettere troppo sale nella pasta. Alla fine, dovemmo accontentarci di qualche panino.
Per non dovermi sorbire le lamentele di Mario, in riferimento al fatto che gli avevo fatto rinunciare ad una cena come si deve, mi fiondai sotto le coperte, con i vestiti ancora indosso.
Il mattino seguente, fui svegliata dalle urla entusiaste di Lily. Mi misi a sedere a fatica, guardandomi attorno un po’ intontita. Tutto sembrava essere normale, tranne per il fatto che non ci avevano svegliate con la musica. Biascicai qualcosa, strofinandomi gli occhi, poi mi fissai su quella macchiolina di colore che pensavo fosse Lils.
- E’ il giorno a telecamere spente, possiamo fare quello che vogliamo!- si mise ad urlare, togliendomi le coperte di dosso. – Perché indossi ancora quei vestiti?-
- Avevo sonno, non mi andava di cambiarmi.- dissi con voce flebile, mentre mi alzavo e mi dirigevo in bagno. Solo dopo qualche minuto realizzai di essere sotto la doccia… ancora totalmente vestita. Sbuffando, mi scollai di dosso gli abiti bagnati, lasciandoli poi cadere sul pavimento. Quando tornai in camera, feci segno alle ragazze di non fare domande, alla vista degli abiti bagnati.
- Cos’è il giorno a telecamere spente, ad ogni modo?- chiesi a Lily, mentre sistemavo il letto.
- E’ il giorno di manutenzione! O una cosa simile. Praticamente, tutte le telecamere saranno spente e noi potremmo fare tutte quelle cose da adolescenti che, normalmente, non ci è permesso.-
- Intendi tipo… dormire?-
- Sienna! Un minimo di vitalità! Voglio dire, possiamo fare cose che sarebbe sbagliato far vedere a bambini e ragazzi… vuol dire che possiamo fare una vera festa!-
- Qual è la differenza tra una vera festa e quella dell’altro giorno?-
- L’altro giorno eravamo sobri.-
A quelle parole, una lampadina mi si accese in testa, facendomi finalmente capire di cosa stesse parlando. Okay, forse ero stata un po’ ingenua, nell’arrivarci, ma non era certamente una delle cose a cui pensavo più spesso.
- Io non posso bere, ho diciotto anni.-
- Proprio per questo devi bere oggi! Nessuno ti farà la predica.-
- Questa volta, però, indosso quello che voglio io!- dissi, puntandole un dito contro, cercando di avere un fare minaccioso. Visto il suo sorrisetto, forse non mi riuscì tanto bene. Dopo aver indossato un paio di leggins, una canotta e le scarpe da ginnastica, raccolsi gli abiti bagnati e uscii nel cortile. Come nei giorni di bucato, li stesi sulla lunga corda che ci avevano messo a disposizione. Beh, provai a stenderli: la corda era decisamente troppo in alto, infatti, non toccava mai a me stenderli. Dovetti prendere una sedia e salirci, per riuscire ad appoggiare i vestiti lì sopra.
Una volta finito, mi diressi in cucina per prendere qualcosa con cui fare colazione. Essendo tutti gli altri già svegli da tempo, però, non era rimasto tanto, quindi mi dovetti accontentare di una barretta ai cereali.
Ero seduta sul bancone della cucina, facendo dondolare stancamente le gambe, quando Lily mi si avvicinò, con un sorriso. Ricordando la conversazione avuta poco prima, mi strinsi le braccia al petto, deglutendo nervosamente.
- Vieni? Stiamo per fare un gioco!-
- Che gioco?-
- Si chiama “Io non ho mai”. Dai, sarà divertente!-
La ragazza mi prese per mano, facendomi scendere dal bancone, poi mi trascinò nel cortile, dove i ragazzi erano radunati in cerchio. Non appena mi sedetti a terra, Blake mi guardò inarcando le sopracciglia e facendo un cenno verso la sua maglia. Scrollai le spalle, come a dire “Che ci vuoi fare?”.
- Qualcuno mi spiega le regole del gioco?- chiesi.
- Regole? Oh, già. Praticamente, uno di noi inizia dicendo… che ne so, “Io non ho mai baciato una ragazza”. Quelli che lo hanno fatto, bevono; gli altri no.- Spiegò Lily, mettendo al centro del cerchio un vassoio con dieci bicchierini pieni di liquido trasparente. Arricciai il naso, per via dell’odore pungente, mentre Aylin iniziava.
- Vediamo… io non ho mai avuto una relazione con una ragazza.- gli unici a bere furono i ragazzi e Ali.
Il gioco continuò per un po’, costringendomi a bere quando Ali disse di non essere mai stata sulle giostre del luna park e Michael disse di non aver mai avuto un bacio omosessuale. Ad un certo punto, però, toccò a me parlare.
- Ehm… io non ho mai… fatto sesso con qualcuno.- la cosa più imbarazzante di dirlo, forse, fu vedere tutti bere. Tutti meno Nellie, alla quale riservai uno sguardo di solidarietà.
Verso le sei di pomeriggio, decidemmo di fermare il gioco, per prepararci al meglio. Nonostante gli attimi di divertimento, nessuno si era scordato delle Last Chance Performance. Non avevo fatto schifo, quella settimana… il problema, era che non avevo nemmeno fatto qualcosa di speciale.
Dopo aver bevuto un’enorme tazza di caffè, mi misi davanti allo specchio, osservando il mio riflesso. Mi sembravo diversa, da quando mi ero osservata in quel modo, alle audizioni. Avevo una luce diversa, negli occhi… quasi di sfida. Forse stavo veramente diventando più sicura di me, più competitiva. Con un sospiro, presi l’elastico che avevo al polso e mi feci una coda alta.
Il tempo scorreva e la fatidica ora arrivò. Con un groppo in gola, mi diressi in Auditorium, insieme agli altri. Come sempre, ci disponemmo su due file, mentre Nikki, Zach e Robert entravano. Quest’ultimo, fu il primo a parlare.
- Il tema di questa settimana, era Adattabilità. Molti di voi, ci hanno dimostrato di riuscire ad adattarsi sotto pressione. Aylin, hai fatto un lavoro stupendo, come vincitrice del compito della settimana. Quindi, Aylin, Shanna, Michael, Lily e Sienna… siete tutti richiamati per la prossima settimana.-
A quelle parole, rilasciai l’aria che non mi ero accorta di trattenere, in un sospiro di sollievo. Ringraziai i nostri mentori a fior di labbra, poi uscii insieme ai quattro ragazzi.
- Cosa dite che gli succederà? Insomma… è la settimana dell’Adattabilità…- disse Michael, una volta che fummo tutti seduti sul divano.
- Perché qualcuno non torna?!- sbottai io, invece di rispondere.
La porta si aprì, lasciando entrare uno degli assistenti di regia. Cogliendoci impreparati, l’uomo ci avvisò che i ragazzi avrebbero cantato dei duetti. Mentre quello usciva, noi cinque ci guardammo, realizzando che doveva rimanere soli per due ore e mezza. Insomma, quando solo tre di noi erano assenti, trovavamo benissimo qualcosa con cui occuparci tutti insieme. Essere in cinque, faceva sembrare tutta la casa più silenziosa. Certo, Aylin e Lily decisero subito di mettere fine a questa tranquillità, correndo per tutto il Campus. Entravano e uscivano dalle varie stanze, mostrando a noi tre le loro varie scelte di abbigliamento per Keep Holding On.
- Come fanno a pensare a questo?- sibilai a Shanna, mentre Aylin ci mostrava un abito bianco a fantasia floreale. – Voglio dire… quattro dei miei migliori amici sono su quel palco a lottare per rimanere… non riesco a pensare a nient’altro!-
La cosa continuò per un po’, dopodiché, decidemmo di farci delle cioccolate calde. Eravamo seduti attorno al tavolo, quando la porta si aprì. Subito scattai in piedi, rovesciandomi qualche goccia di cioccolata sulla maglia. Fregandomene, corsi ad abbracciare Nellie e Blake, insieme, per poi piegarmi e stringere Ali.
- Dove sono gli altri? Dov’è Abraham?- gli chiesi, dopo che li ebbi lasciati andare.
- Noi siamo salvi, loro a rischio eliminazione…- mi spiegò Nellie, proprio mentre la porta si apriva per lasciarli entrare. Mi gettai subito sul mio amico, senza dire una parola. Dopo un rapido giro di abbracci, tutti ci sedemmo sul divano, per ascoltare le loro versioni di come erano andate le cose.
Robert non ci mise molto ad entrare e avvisarci che era ora di andare. Con le lacrime agli occhi, salutai Abraham. Pochi minuti dopo, ci dissero che potevamo andare a vedere la lista. Quando varcammo la porta dell’Aula Canto, Mario era appoggiato al pianoforte, con le lacrime a rigargli le guance. Come tutti, lo abbracciai mostrandomi un po’ triste… ma non lo ero realmente. Per la prima volta in cinque settimane, non piansi e non fui eccessivamente disperata: vedevo l’uscita di Mario come l’eliminazione di una persona che ostacolava il mio percorso. Per questo, anche quando cantammo Keep Holding On, dovetti sforzarmi, per non apparire rilassata. 
 
   
 
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