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Autore: Lilith_and_Adam    29/07/2014    2 recensioni
Una storia ispirata a tutti quei film d'azione americani dove il mondo è sempre in pericolo e gli eroi sono le super-spie delle agenzie federali, alla Mission Impossible o Chuck per intenderci! Quindi, pensate, i personaggi di Naruto catapultati nel nostro frenetico mondo, intenti a salvarlo a suon di pugni e proiettili.
Ino e Sakura, sono due agenti della CIA che cercano di fermare l'organizzazione criminale Akatsuki, capitanata dal clan Uzumaki, che cerca di portare il caos nel mondo.
Sai è un militare dell'esercito giapponese, poi trasferito nei servizi segreti, che si infiltrerà nella vita, e nel cuore, di Ino.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Sai/Ino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo Primo: Tokyo. Informatore.

Lei era lì in mezzo alla sala del più bel hotel di Tokyo, alla presentazione del nuovo libro del maestro Jiraiya. Lo spacco del suo vestito era vertiginoso, i suoi capelli dorati arrivavano all’altezza delle natiche e coprivano la profonda scollatura sul retro di quell’abito blu notte. La mano destra reggeva una flute di champagne segnata dal rosso scuro delle sue labbra, mentre la mano sinistra era intenta ad accarezzare furtivamente lo chignon che le legava le ciocche laterali dei capelli. Così femminile, così ammirata, era lei la gemma della serata, la copertina perfetta di un libro che nessuno aveva il coraggio di scrivere.
In quelle situazioni aveva il costante pensiero che non sarebbe dov’è ora senza i “doni” che le aveva fatto la natura; sfiorò leggermente la gamba sinistra, appena sopra lo spacco, erano ben altre le sue abilità …
Dall’altra parte della sala, camminavano delle esili scarpe color ciliegia da cui si ergevano lunghe gambe coperte dalla lunga gonna rossa di un abito tipicamente asiatico; il collo alla coreana, niente maniche e la seta che le fasciava l’intero corpo, nulla era lasciato alla sola immaginazione. Ancora più in alto, il dolce e bianco viso incorniciato da quei capelli rosa quanto il suo nome; gli uomini si perdevano nel verde dei suoi occhi e le sue labbra, che nessuno aveva il coraggio di baciare, erano tanto rosse da sembrare avvelenate.
Il discorso dell’autore terminò tra i caldi applausi degli invitati, le luci si riaccesero in tutta la sala e il piccolo quartetto d’archi riprese la sua esibizione. La musica echeggiava dolce e delicata nelle sue orecchie, quasi pensò di rilassarsi un po’, quando vide il suo obbiettivo muoversi.
Era un uomo alto, fisico piuttosto asciutto, capelli  rossi e lisci, completo nero e, unico segno di distinzione, una piccola spilla a forma di nuvola rossa sul taschino destro della giacca.
«Ino, è lui?»
«Si. Procediamo.»
Le due donne camminavano furtive e delicate tra gli invitati, Nagato era in piedi fissando Jiraiya con uno sguardo al quanto inquietante. Ino e Sakura gli cinsero le braccia con aria civettuola, strusciandosi ai suoi fianchi e trascinandolo in quell’enorme suite, mentre l’uomo aveva la stessa espressione di chi avesse vinto la lotteria nazionale. Ino aprì la stanza e Sakura lo spinse contro la poltrona facendolo sedere con un tonfo, gli teneva le spalle bloccate mentre l’uomo cercava invano di avvicinarsi alle labbra della bella ragazza di fronte a lui. Ino da dietro gli legava i polsi e le caviglie, mentre gli diceva: «Ora noi tre faremo un bel giochino!»
«Già, qualcuno qui è stato molto cattivo.» Sakura prese quell’eccentrica spilla e, dopo averla esaminata per poco, la schiacciò sotto il tacco frantumandola. «Trasmettitore»
«Chi cazzo siete?» L’uomo nel frattempo era tornato serio e alquanto preoccupato. «Eh? Vi manda la mafia? Quel debito l’ho pagato, perché mi rompete ancora i coglioni?»
Le due ragazze ridevano tra loro.
«Sai Ino? Mi piace un casino quando cercano di tirarsi fuori con frasi idiote. Il battito accelera, una piccola goccia di sudore si forma proprio qui sulla fronte e inizia a scendere viscida e traditrice» Diceva indicando la tempia ossuta dell’uomo. «Vogliono tutti sempre sapere chi siamo! Che cosa idiota, tanto poi non sono più in grado di pronunciare nemmeno il loro di nome.»
«Suvvia Sakura, sii educata con il nostro ospite, questo non possiamo ucciderlo.» L’uomo tirò una specie di sospiro di sollievo. «Anche se nulla ci vieta di torturarlo a dovere, soprattutto se non apre quella bella boccuccia che si ritrova.» Ino gli puntava un piccolo ma affilato coltello alla guancia, mentre Sakura continuava il loro interrogatorio.
«Allora, tornando a noi, vogliamo solo sapere una piccola cosa, poi, forse, potrai anche tornare a goderti la festicciola prima di sbatterti dietro le sbarre.»
«Cazzo! Siete della polizia!»
«Ahah! Continua a sparare cazzate! Senti coglione, ti sembriamo due poliziotte? Abbiamo per caso l’uniforme blu e il libretto per le multe in tasca? Ritenta sarai più fortunato!»
«Ti do una mano io, inizia per “C”»
«E finisce per “IA”»
«”Sono fottuto”, ti si legge in faccia, seriamente.»
«Che cazzo volete da me!»
«I codici.»
«Non so di che diavolo state parlando.»
«Va bene, starò al gioco, ma alla prossima stronzata, la mia amica lì ti affetta la faccia come fosse prosciutto. Sappiamo che l’organizzazione per cui lavori è in possesso dei codici della difesa nazionale di sei Paesi. Tu ci dici a chi li avete venduti e noi ti lasciamo vivere, mi sembra un ottimo scambio, che ne dici?»
«Non li abbiamo venduti a nessuno.»
«Ok. Adesso ti ammazzo sul serio!» La fredda pistola semiautomatica nera era attaccata alla sua mascella, l’odore di polvere da sparo era forte e la mano era salda e decisa, ma l’uomo stranamente sorrideva.
«Sono serio. Ormai sono di dominio pubblico. – diceva indicando con lo sguardo il libro sul comodino – Pensate, ogni nazione potrà accedere alla difesa della nazione nemica, la guerra tecnologica cesserebbe di esistere e torneremmo tutti alla bella epoca della guerra agli armamenti. Io sparo a te prima che tu spari a me. Mancano solo America e Giappone, poi il mondo sarà ancora una volta soggiogato alle armi, e noi saremo gli dei di un nuovo mondo.»
Sakura tramortì l’uomo con un violento pugno in pieno volto, mentre Ino informava i capi a Washington, loro avrebbero deciso come agire, lei era solo quella piccola linea che provvedeva a realizzare quegli ordini, niente più di un’ombra.
 
Sakura Haruno, 27 anni, agente della CIA da 8 anni. Madre civile, padre arruolato nella Marina Militare.
Americana di nascita, i suoi nonni paterni si erano trasferiti in America dal Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale, sua madre lavorava come cameriera in un bar vicino la base della Marina a Boston, dove conobbe suo marito. Figlia unica, si arruolò il 21 settembre 2001 in seguito all’attentato alle torri gemelle. Ottimo agente, a volte un po’ impulsivo e violento,imbattibile nel corpo a corpo.
 
Ino Yamanaka, 27 anni, agente della CIA da 13 anni.
Arruolata all’età di 14 anni, in seguito al programma di reclutamento minori. Veniva usata come spia in territorio nazionale fino all’età di 19 anni, poi trasferita alla sezione estera. Da allora ha portato a termine più di 200 missioni sotto copertura tutte atte a catturare terroristi internazionali. Madre russa, deceduta durante il parto. Padre giapponese. Ogni altra informazione sul suo passato è stata cancellata dagli archivi.
 
Ino e Sakura erano sdraiate su quel morbido letto in attesa di nuovi ordini. La parte più bella del loro lavoro era che potevano viaggiare per il mondo e soggiornare negli alberghi più lussuosi.
Ino prese il libro dal comodino accanto a lei, la copertina era di un arancio acceso e le pagine tanto sottili e ingiallite artificialmente da sembrare quasi antico. Era da tanto che non leggeva il giapponese, non lo faceva quasi mai, gli ricordava suo padre quando gli leggeva le vecchie storie popolari prima di metterla a letto.
«Sai, a volte ci penso …»
«A cosa?»
«A cose come questa, – indicando il libro con un brusco movimento del palmo – sai, come sarebbe se avessi una vita normale, sai, un marito, una casa, un cane dei figli, una famiglia amorevole …»
«Siamo spie, per quelle come noi non esiste l’amore.»
«Ma siamo anche donne, no?»
«Oh ecco spiegate molte cose!»
«Baka! Dai sai che voglio dire!»
«Non credere che non ci pensi anche io, solo che poi torno alla realtà.»
«Già, la realtà …»
E la realtà era proprio lì di fronte a loro che cercava di liberarsi e scappare.
«Quel bastardo si è svegliato.»
«Ci penso io»
«Ferma! Se gli dai un pugno come quello di prima lo uccidi, lascialo perdere, tanto non scappa da nessuna parte e domani lo portiamo dentro.»
Una famiglia, l’amore, il calore del Natale in compagnia, uscire con gli amici, erano cose che non aveva mai provato, la vita l’aveva spinta in un mondo che lei non avrebbe dovuto conoscere, troppo in fretta per cercare di capire a cosa andava incontro, troppo in fretta per cercare di divincolarsi dall’ombra che stava creando, un’ombra di se stessa che aveva sostituito l’originale. Nessuno conosceva la vera Ino, neanche lei stessa.
   
 
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