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Autore: CherryBomb_    29/07/2014    3 recensioni
In un'epoca in cui il mondo sta diventando sempre più malvagi e la guerra per la sopravvivenza di due specie si sta facendo sempre più agguerrita, un uomo e una donna si incontrano clandestinamente per vivere, anche solo per pochi attimi, il loro amore.
Perché si vedranno in segreto, cosa avranno da nascondere?
Dal testo:
Non voleva essere scoperta ad andare in quel luogo e, ancora di più, che qualcuno sapesse chi stava andando a incontrare. Era spaventata, forse troppo, e temeva che un suo simile la vedesse e avvertisse il suo disagio.
Non era un sentimento che quelli come lei erano soliti provare, soprattutto non coloro che avevano la coscienza pulita e niente da nascondere. Lei qualcosa ce l’aveva, eccome, un segreto che andava avanti da troppo tempo, anni, ma a cui non era riuscita a porre fine.
[Partecipante al contest "Angeli e demoni vanno sempre a braccetto" di Mariam_Kasinaga]
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Dove siamo solo noi







Dove siamo solo noi

 

 

 

 

1970
 
La notte era calata da un pezzo. Tutto intorno non c’era altro che buio reso ancora più intenso dalla fitta pioggia che cadeva. Camminava a passo deciso affondata nella sua mantella pesante e scura, che aveva sicuramente più anni di quanti ne avesse lei.
Non voleva essere scoperta ad andare in quel luogo e, ancora di più, che qualcuno sapesse chi stava andando a incontrare. Era spaventata, forse troppo, e temeva che un suo simile la vedesse e avvertisse il suo disagio.
Non era un sentimento che quelli come lei erano soliti provare, soprattutto non coloro che avevano la coscienza pulita e niente da nascondere. Lei qualcosa ce l’aveva, eccome, un segreto che andava avanti da troppo tempo, anni, ma a cui non era riuscita a porre fine.
Il tragitto era ancora troppo lungo e non riusciva a gestire i suoi sentimenti: da una parte non vedeva l’ora di arrivare e godersi la sua compagnia; ma dall’altra, avrebbe voluto scappare prima che venissero scoperti e visti insieme.
Aveva paura che qualcuno passasse e la osservasse davvero, che scorgesse sotto la mantella le ali grandi e bianche ripiegate su se stesse o percepisse la sua propensione per il buono. Non tutti potevano vederla per chi era davvero, non gli umani almeno, se l’avessero scoperta, tutto sarebbe saltato, ogni cosa e non poteva permetterlo. Voleva vederlo, stare con lui e avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Si stupiva che la loro relazione non fosse ancora stata scoperta, erano anni che andava avanti e tutto era troppo calmo. I tempi stavano cambiando, però, e la rivalità tra i loro due mondi diventava sempre più accesa, agguerrita e nessuno era protetto o al sicuro. Fino ad allora se l’erano cavata, c’erano altri pensieri, problemi da risolvere, ma in quel momento la situazione stava peggiorando come il mondo umano: c’era troppa cattiveria e malvagità che cresceva, eccessivo odio e sete di potere. Loro, che si erano sempre vantati che fossero una razza superiore, esseri migliori degli umani, si stavano abbassando al loro livello; anche i suoi capi, gli arcangeli, coloro che avrebbero dovuto professare il bene ad ogni costo, stavano cadendo in basso.
Il cambiamento non era netto, ma era percepibile abbastanza da farle capire che tutto sarebbe cambiato: quei pochi momenti che riusciva a stare con lui sarebbero stati ancora meno, se non pari a zero.
Sapeva che se i suoi superiori avessero avuto anche solo il sospetto di ciò che succedeva, non gliel’avrebbero lasciata passare liscia, probabilmente l’avrebbero cacciata dal paradiso e le avrebbero tolto le ali. Per lei sarebbe stato come morire.
Quello era uno dei motivi per cui spesso pensava di chiuderla con Damien, ma non ci riusciva. Aveva sempre saputo, fin dall’inizio, che sarebbe stato pericoloso e, forse, anche un po’ stupido.
Non era stato facile lasciarsi andare, aveva ignorato volutamente ciò che provava per lui perché sapeva che era sbagliato e non voleva trasgredire le regole.
Era da poco stata trasferita in una nuova città, era uno di quegli angeli che lavorava sulla terra in incognito e cercava di riportare sulla buona strada coloro che l’avevano persa. Il suo lavoro era duro e stancante e a volte si affezionava a persone che, spesso, non riuscivano ad abbandonare le vecchie abitudini. Aveva a che fare con gli essere umani più disparati: i tossici, le prostitute, i giocatori d’azzardo, le donne che venivano picchiate e non avevano il coraggio di lasciare il proprio compagno, i bambini maltratti e sfruttati. Ne aveva viste tante, ma, nonostante gli anni, non era mai riuscita a farci l’abitudine.
Riusciva a mimetizzarsi in quel mondo grazie ad un’illusione, che sarebbe potuta svanire in qualsiasi momento e avrebbe rivelato la sua vera identità. Viveva in mezzo agli umani, si comportava, vestiva e parlava come loro, ma non riusciva ad avere la stessa vita sentimentale. Per quanto in lei nascessero emozioni forti, non si era mai sentita capita del tutto. Era uscita con qualcuno, umani ovviamente, ma non era andata come sperava. Si sentiva frenata e meschina a nascondere una parte così importante della sua vita. Era anche andata ad un appuntamento con un angelo come lei, ma non aveva funzionato. Troppo simili e si capivano eccessivamente, non era forse un controsenso? Gli umani non la comprendevano abbastanza, gli angeli erano uguali a lei, qual era il problema?
Si era ormai arresa al fatto che non avrebbe avuto nessuno accanto nella vita e il suo solo scopo sarebbe stato di rendere l’esistenza degli altri migliore, quando vide Damien attraversare la strada e girarsi di colpo fissandola.
Vedeva e percepiva chiaramente chi fosse: un demone, di quelli potenti, ma una strana sensazione dentro di lei le fece pensare che non era come tutti gli altri. Doveva avere qualcosa di diverso, ma cosa? Si sentì subito una stupida. I demoni erano tutti uguali, fatti della stessa pasta e volevano solo sesso dalle donne che incontravano. Cosa avrebbe potuto darle uno come lui?
Rimase a fissarlo per un tempo che le parve infinito, ma si riscosse dai suoi pensieri quando lo vide avvicinarsi.
Non doveva parlargli, non poteva, era contro le regole avere a che fare con quelli come lui.
Lo ignorò per giorni, settimane, non rivolgendogli neanche un saluto, ma lui continuava imperterrito a farlo. Quando lo scorgeva per caso in mezzo alla folla, pensava a cosa ci trovasse in lei da essere così insistente, o forse era solo perché non cedeva?
Lo incontrava nei luoghi più disparati, a sua detta, per caso, ma non ci credeva per niente o non voleva farlo. All’inizio raccontava solo barzellette o faceva le battute più stupide sperando di farla ridere, ma, con il tempo, arrivò a parlarle di vari argomenti. Cominciò a rispondergli solo per cortesia e lo ascoltava, convinta che la trappola sarebbe scattata di lì a poco. Si crogiolava nella convinzione che di lui non le importasse niente, ma la realtà era che, ogni volta che sentiva una parola pronunciata dalla sua bocca, s’innamorava.
Le barriere da lei create caddero a poco, senza che lei se ne accorgesse, fino a quando non si ritrovò davanti all’inevitabile fatto: era innamorata di quell’uomo così diverso da lei, che costringeva la gente a spingersi nel lato oscuro offrendo loro fama, denaro e felicità, ma, allo stesso tempo, sembrava avere un lato nascosto, che nessuno le aveva mai menzionato.
Lo allontanò, volutamente, facendosi del male e provocandone a lui. Non aveva neanche la minima idea di quanto entrambi ci fossero dentro e lui fosse sincero, ma continuò a mandarlo via convinta che sarebbe passata a entrambi. Non successe e lui non se ne andò mai del tutto.
In un giorno di pioggia, stremata dal lavoro e dal dolore, depose le armi e si abbandonò a lui, all’amore. consapevole che la loro storia non avrebbe mai avuto niente di normale o semplice e che tutto sarebbe stato un azzardo.
Da quel giorno erano passati trent’anni e stavano ancora insieme, innamorati come non mai, ma in mezzo ad una guerra che diventava sempre più dura in cui i demoni avanzavano. Le regole di lealtà cambiavano, irrigidendosi, e loro stavano violando quella più importante di tutte: mai andare a letto con il nemico.
La pioggia sembrò accelerare la sua caduta come se volesse nasconderla da occhi indiscreti fino al suo arrivo. Nessuno avrebbe potuto scorgerla in quella coltre d’acqua, che non permetteva di vedere neanche a un palmo dal naso.
Protetta e coperta dalla pioggia, la tensione le scivolò addosso e si sentì più leggera. Affrettò il passo fino a quando si trovò davanti all’enorme cancello in ferro battuto.
Lo aprì il più lentamente possibile per evitare che cigolasse, non voleva rischiare in nessun modo di essere sentita o scoperta. Appena varcata la soglia, si sentì al sicuro. Il cimitero era il solo luogo in cui potevano vedersi senza restrizioni o finzioni, lì potevano evitare di fingere, si mostravano per ciò che erano, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, entrambi erano a conoscenza della loro vera natura.
I suoi passi sui ciottoli, attutiti dal rumore della pioggia, si avvertivano a malapena.
Le bastarono pochi passi per scorgere la sua meta. Le parve strano che, in mezzo a quel buio che appariva immenso e alla pioggia, la lapide sembrasse avere una luce propria: brillava come se scoppiasse di vita e volesse indicarle la retta via.
Era stato Damien a scegliere quella lapide come luogo dei loro incontri, quando la storia era appena iniziata e avevano bisogno di un posto in cui potessero stare tranquilli senza essere scoperti. L’aveva trovata un giorno mentre passeggiava, come al solito, perso nei suoi pensieri in quel cimitero.
Ci volle un po’ prima che fu sicuro di poterlo usare come rifugio. Fece varie ricerche, vi entrò nel cuore della notte per perlustrarla, rimase a pattugliarla di giorno e di notte: era deserta e non c’era nessuno che sembrava utilizzarla, potevano servirsene come meglio credevano.
Sapevano entrambi quanto il cimitero fosse sacro, non solo per gli esseri umani, ma anche per loro: quello era l’unico luogo in cui erano liberi di esprimere se stessi senza essere giudicati da nessuno, soprattutto non per la loro natura; era come se diventassero puri senza peccati alle spalle, come i corpi morti sotto di loro. Non era di certo il luogo più romantico che potessero trovare, ma non avevano molta scelta.
Bussò quattro volte in modo ritmico sulla lapide e quella si spostò, rivelando degli scalini che scendevano sotto terra. Si concentrò con il pensiero in cerca di qualche presenza attorno a lei, ma non percepì nessuno ed entrò.
Non appena arrivò a metà scalinata, il blocco di marmo sopra di lei si chiuse togliendo l’unica fonte di luce lì attorno.
Scese le scale non solo fisicamente, ma anche con il pensiero, le aveva percorse tante volte che le conosceva a memoria. Finiti i gradini si allungava un corridoio completamente buio, che rivelava solo alla fine il bagliore di una luce.
Si trattenne dal correre per paura di spaventarlo, era sempre sul chi va là ogni volta che si vedevano.
Il cuore cominciò a martellarle nel petto e il respiro si fece accelerato. Non era per natura umana, ma quelle sensazioni lo erano, fin troppo.
Non appena arrivò sulla soglia della porta, si bloccò e il suo sguardo raggiunse subito la figura che si stagliava al centro.
Se non lo avesse conosciuto, avrebbe avuto paura di lui.
Damien si ergeva in tutto il suo metro e novanta, il corpo possente fasciato in vestiti neri e un cappotto che nascondeva la lunga coda rossa, in testa le affilate corna lo rendevano ancora più alto di quanto non fosse e le ali acuminate erano completamente aperte. Il suo sguardo, se solo non si fosse addolcito non appena la riconobbe, l’avrebbe incenerita all’istante e sul posto, non sarebbe riuscita a muovere neanche un muscolo.
Era preoccupato e lo notò dal sospiro di sollievo che trasse non appena la guardò da capo a piedi.
Il suo sguardo cominciò ad ardere di altro, una passione bruciante che aveva voglia di esplodere. Era chiaro come la luce del sole che quell’uomo provasse qualcosa per la donna che gli stava davanti. In quel momento erano solo un uomo e una donna innamorati l’uno dell’altra, non c’erano angeli, demoni o guerre di sopravvivenza. Non esisteva niente, solo loro e l’amore che provavano.
Persero qualche minuto a fissare l’altro, esaminandolo in ogni più piccolo particolare per vedere se qualcosa era cambiato dall’ultima volta e delle differenze c’erano, soprattutto in lei.
Lui rimase sconcertato, ma allo stesso tempo piacevolmente colpito, dal suo cambiamento: i lunghi capelli biondi che ricordava erano stati sostituiti da un colore più scuro, tendente al cioccolato; l’abbigliamento semplice aveva lasciato il posto ad uno più femminile e seducente; ma gli occhi azzurri penetranti le erano rimasti, lo trafiggevano fino a fargli male al cuore.
Aveva voglia di toccarla, baciarla, accarezzarla, farla sua in modo prima rude e poi un po’ più dolce. Stava impazzendo, il suo profumo gli invadeva le narici e lo mandava ancora più in estasi.
Sorrise e guardò in basso. Intuiva quello che gli stava passando per la testa e un po’ se ne vergognava, come sempre, ma poi alzò lo sguardo e lo fissò con la stessa intensità e desiderio con cui la guardava lui.
«Aurora» sospirò estasiato.
«Che c’è?» gli sorrise sfrontata e sicura di sé.
Aveva piena consapevolezza di ciò che provocava in lui, ancora di più in quel momento. Quando le avevano chiesto di cambiare qualcosa del suo aspetto si era spaventata, ma poi aveva accettato, immaginando la faccia che avrebbe fatto lui non appena l’avesse vista: era una via di mezzo tra il suo mondo e quello di lui, in un miscuglio micidiale e da capo giro. Ciò che si era immaginata non era niente in confronto all’espressione che stava facendo davvero: era sesso allo stato puro e le piaceva.
«Cos’è…»
Le parole gli morirono in gola quando si tolse la mantella e mostrò meglio ciò che indossava. Le accarezzò con lo sguardo le curve accennate sotto la gonna e la giacca.
Ringhiò. Un ringhio basso, gutturale e spaventoso, ma che le fece tremare le gambe per l’eccitazione. Un suono animale che non lasciava alcun dubbio su chi fosse la sua preda: lei.
Accennò un passo per allontanarsi da lui, ma le fu subito addosso. Le sue labbra premettero con urgenza su quelle di lei, che si lasciò trasportare.
Non ci fu spazio alla tenerezza o al romanticismo, si mossero dettati dalla passione che ardeva nei loro corpi. Era almeno un anno che stavano aspettando di rivedersi e non potevano attendere oltre.
Fecero l’amore con urgenza e trasporto, i sospiri e i gemiti riempirono quel sotterraneo dandogli una vita che tutto intorno non c’era. Si lasciarono andare all’istinto senza pensare a niente, solo a godersi il corpo e il calore dell’altro.
Fu più sconvolgente di quanto non fosse mai stato. Aurora, sdraiata sul letto che aveva portato Damien, si lasciò invadere da tutte quelle nuove sensazioni appena provate. Scossa, con il fiato corto e la voglia di vivere per sempre in quella beatitudine, si strinse a lui e lasciò un bacio sul suo petto nudo.
«Mi sei…»
«Sst, non rovinare tutto parlando.»
«Ma io…»
«Sst!»
Si accoccolò ancora di più, ma in pochi istanti si ritrovò con la schiena appoggiata al materasso e lui sopra di lei.
«Non zittirmi mai più, soprattutto quando sto per dire qualcosa di carino, chiaro?»
Le lunghe ali si erano spiegate e occupavano quasi tutto il suo campo visivo, incutendo terrore.
Gli fissò il viso serio e pronunciato. La guardava fisso negli occhi, inchiodandola e bloccandole l’uso della parola, seppe solo annuire.
«Perfetto, quindi, stavo dicendo…» si fermò, aspettando che lei lo bloccasse, ma non lo fece. «Mi sei mancata, non puoi nemmeno immaginare quanto.»
Le scappò un sorriso quando strusciò la punta del naso sulla sua.
«Anche tu. Non voglio neanche pensare a quanto tempo è passato dall’ultima volta.»
«Non farlo.»
Dal naso passò alla guancia, poi dal mento al collo e ritorno.
«Quanto tempo abbiamo?» gli chiese sospirando quando le morse un labbro.
«Tutto il tempo che vogliamo.»
«Non prendermi in giro.»
Gli accarezzò con una mano le corna e con l’altra le ali sulla schiena. Non erano poi così diversi come avevano fatto credere loro. Erano stati entrambi cresciuti con la consapevolezza e la certezza che tra di loro non ci potesse essere niente che li accomunasse, ma, conoscendosi, avevano scoperto che tutti si sbagliavano di grosso. Insieme erano riusciti a provare un sentimento talmente grande da andare oltre la guerra per la sopravvivenza, mettendo a repentaglio la loro vita. Come avrebbero potuto due esseri diversi provare un amore così puro? Secondo gli arcangeli, i demoni non erano capaci di provare amore, solo odio, rabbia, cattiveria, ma Damien era la dimostrazione vivente che non fosse vero. Era l’essere più dolce, rassicurante e buono che ci fosse sulla faccia della terra. Non gli piaceva essere demone o il lavoro che faceva per conto dei piani alti, ma era costretto, altrimenti avrebbe perso ogni cosa. Fingeva continuamente che quella fosse la sua vera natura, ogni giorno da anni, ma con lei poteva essere se stesso senza nascondersi o reprimersi.
Qualche anno prima in uno dei loro incontri, le aveva confessato che odiava farle vedere il suo vero aspetto, avrebbe voluto poter cancellare ogni traccia della sua natura da demone. Quello che non riusciva a capire era che lo amava per quello che era, ali, corna e code comprese, per quel motivo ogni volta che lo vedeva, le accarezzava dolcemente.
«Oggi non ho impegni, sono tutto tuo.»
«Non siamo mai liberi, non ricordi?»
«Smettila di ribattere e rilassati. Goditi il momento.»
Le divaricò le gambe e le baciò il seno. Sospirò e si lasciò andare, non potendo far altro.
Passarono le due ore successive a coccolarsi e fare l’amore. Si amarono toccando ogni loro particolare che li rendeva, agli occhi degli altri, nemici, ma che non faceva altro che aumentare il loro amore.
«Che ne sarà di noi?» gli chiese in un sussurro, spaventata di sentire la risposta che più temeva.
«Cosa vuoi dire?»
«Lo sai benissimo di cosa parlo.»
«Perché pensarci e rovinare tutto?»
«Perché voglio sentirlo dire, Damien. Voglio che sia chiaro a entrambi quanto la situazione sarà difficile con il passare del tempo, più di quanto lo sia stata nel corso di questi anni. Esigo di sentirmi dire che non cambierà niente, nonostante tutto e che se dovesse succedere qualcosa, troveremo ogni modo per farlo sapere all’altro. Desidero che tu dica che mi ami e non cambierà niente, anche se la situazione tra i nostri due mondi peggiorerà. Ho bisogno di sapere che sono l’unica e lo sono sempre stata, anche se non fosse vero o non lo pensi. Voglio che…»
«Non sarà facile, per niente. Diventerà sempre peggio e probabilmente riusciremo a vederci ogni volta meno, ma troverò un modo anche solo per parlarti, giuro che lo farò. Quando ci vedremo, dovremo essere ancora più prudenti di quanto siamo adesso e cambiare posto ogni volta. Se dovesse succedermi qualcosa, sarai la prima a saperlo. Ti amo, più di quanto ami me stesso, sei sempre stata la sola e unica e non cambierà niente, farò ogni cosa in mio potere perché non succeda. Ti amo, sarai per sempre la mia donna e il mio bellissimo angelo.»
Gli si buttò al collo e lo baciò, sperando che le lacrime che volevano uscire decidessero di non farlo. Speranza vana. Pianse mentre baciava il suo uomo con tutto l’amore che poteva provare.
Lui mugugnò dispiaciuto e si staccò da lei.
«Devo andare.»
Lo guardò vestirsi ed esaminò il suo corpo in ogni più piccolo dettaglio. Sentiva, e sapeva, che sarebbe passato almeno un anno prima che potesse rivederlo.
«Non guardarmi così» le sussurrò prima di baciarla.
«Non ti guardo in nessun modo.»
«Mi sento un soldato che va in guerra a morire.»
Fece una smorfia. Lui stava scherzando, ma la realtà dei fatti era quella. Non rischiava di morire, quello no, ma erano pur sempre in mezzo ad una guerra.
«Rimani.»
Lo prese per la maglietta e provò a riportarlo sul letto.
«E rovinare tutto dopo così tanti anni? No. Devo andare.»
La baciò e lasciò che lo approfondisse in un modo che lo avrebbe riportato sopra di lei in mezzo alle sue gambe, se solo non avesse dovuto andare.
«Arrivederci, per adesso.»

 

 

 

 

Ciao a tutti!
L’idea di questa storia mi è venuta grazie al contest a cui ho deciso di partecipare Angeli e demoni vanno sempre a braccetto di Mariam_Kasinaga sul Forum. All’inizio doveva essere qualcosa di molto semplice, una piccola OS di cinque pagine e nulla più, ma poi il cervello ha macchinato fino a farla diventare qualcosa di più. La trama finale è stata ridimensionata per poter scrivere questa storia, ma sarebbe molto più ampia e una vera long. Non so se la scriverò mai, però volevo precisarlo u.u
Spero vi sia piaciuta e vi abbia lasciato qualcosa. Le recensioni sono sempre gradite sia positive che, eventualmente, negative!
Un bacione, alla prossima! ^^

   
 
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