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Autore: _eco    29/07/2014    8 recensioni
[Stydia] [Futurefic] [Jeep] ♥
- Io ho una jeep. – replica con convinzione, puntando il braccio verso una sagoma spigolosa in fondo al marciapiede, i fari anteriori che abbagliano la strada circostante.
- No, tu hai un catorcio. – ribatte Lydia, premendo il pulsante di accensione e afferrando la maniglia per aprire lo sportello.
Stiles boccheggia una, due, tre volte, prima di riuscire a mettere insieme una risposta che possa difendere la dignità della sua jeep.
- Hai offeso profondamente Roxy. – riesce a dire.
- Roxy? Cosa…? Oh mio Dio, non mi dire che hai dato un nome a quel pezzo di ferraglia. –
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi è sempre piaciuta l'idea di una Lydia alle prese con l'amore irrefrenabile di Stiles per la sua jeep, quindi ho scritto questa shot, divisa in due momenti.
Il primo è un missing moment della 2x12.Non abbiamo mai saputo come Stiles abbia convinto Lydia a essere accompagnata da Jackson sulla sua jeep.
Il secondo è ambientato in un ipotetico futuro in cui gli Stydia siano canon. Alleluia. Probabilmente, prima di allora gli asini voleranno e io avrò i capelli di Holland Roden.

 
Did you give a name to your jeep?
Mai una comunissima porta di legno chiaro l’ha spaventato in questo modo. Stiles raccoglie le dita a pugno e fa per bussare.
- Coraggio, Stiles. Coraggio. Stai solo aiutando la ragazza per cui hai una cotta colossale da secoli a salvare il suo ragazzo lucertola. Sperando che sia ancora a casa e che non si sia avventurata chissà dove e qualcuno non le abbia staccato la testa, solo perché tu hai avuto la geniale idea di aggredirla verbalmente. Stupido, Stiles. Stupido, stupido, stupid…-
Quando Lydia apre la porta e rimane impalata a fissarlo, come se la sua presenza lì fosse l’ultima cosa che si aspettasse, è decisamente viva. E Stiles può decisamente tornare a respirare.
- Stiles? –
Un mazzo di chiavi tintinna fra le mani di Lydia, che si fa piccola piccola – come se ne avesse bisogno – per uscire fuori, sfruttando lo spazio fra la figura di Stiles e il cornicione della porta.
- Che ci fai qui? – chiede, mentre si avvia a passo spedito verso la macchina scura, su cui i raggi argentei della luna creano accecanti giochi di luce.
- Ti aiuto a salvare il Ragazzo Lucertola. – risponde Stiles, a cui bastano due passi affrettati per raggiungerla e piantarsi fra lei e l’auto.
- Ho una macchina. – gli fa notare Lydia, facendo dondolare le chiavi davanti al suo naso.
Stiles allarga le braccia.
Vuole sfidarlo? Perfetto, sfida accettata.
- Io ho una jeep. – replica con convinzione, puntando il braccio verso una sagoma spigolosa in fondo al marciapiede, i fari anteriori che abbagliano la strada circostante.
- No, tu hai un catorcio. – ribatte Lydia, premendo il pulsante di accensione e afferrando la maniglia per aprire lo sportello.
Stiles boccheggia una, due, tre volte, prima di riuscire a mettere insieme una risposta che possa difendere la dignità della sua jeep.
- Hai offeso profondamente Roxy. – riesce a dire.
- Roxy? Cosa…? Oh mio Dio, non mi dire che hai dato un nome a quel pezzo di ferraglia. –
- Ancora, Lydia? Ancora? – sbotta Stiles, chiudendo di scatto lo sportello che Lydia ha appena aperto.
Lydia sta per mollargli un pugno in faccia, ne è sicuro. Per questo si para i palmi davanti al viso prima di continuare a parlare.
- Ora tu posi le chiavi nella borsa e sali sulla mia jeep. –
Lydia sta per chiedere una spiegazione. Stiles lo capisce perché inarca il sopracciglio destro e dischiude le labbra, lasciandosi sfuggire un sospiro infastidito.
- Perché - le risponde – è già in moto. E, se invece di sprecare il tuo tempo ad accendere la tua auto salissi sulla mia jeep, avremmo una più alta probabilità di salvare Mister-userò-la-mia-coda-per-strangolarti. –
- Mister cosa? – trilla Lydia, passandosi una mano sulla fronte.
Davvero questo tizio non si fa di niente? Potrebbe diventare un caso clinico.
- Lascia perdere. – conclude Stiles, guidandola verso la jeep, che emette un ronzio per nulla confortante.
Quando Stiles chiude lo sportello, per quanto non ci metta molta forza, un clangore sordo pervade l’abitacolo dell’automobile.
Lydia sbuffa, rassegnata.
È già tanto se riusciranno a percorrere dieci metri, con quel rottame.
- Non mi fido di questa jeep. – mormora, avvolgendo le dita intorno alla maniglia di sicurezza in alto.
Perché ha accettato di salire su questo catorcio cigolante? C’è la vita di Jackson in gioco, per l’amor di Dio!
- Sì, nemmeno lei ti trova molto simpatica. – ribatte Stiles, dando un colpetto di conforto – no, ma sul serio? – al volante consumato.
Ci risiamo. Di nuovo la storia della jeep personificata con tanto di nome.
– Ma farete amicizia. –
Sicuro.
 
 
- Non mi fido della tua jeep. –
Stiles corruga la fronte e modella le labbra in una ‘O’ d’indignazione.
- Si è rotta mentre eravamo nel bel mezzo del deserto, con un essere mostruoso a due passi da noi. – continua Lydia, le braccia incrociate sul petto.
- Non esattamente. È stata colpita da qualcosa. – la corregge Stiles.
- Non mi fido ugualmente. – insiste Lydia, consegnandogli il mazzo di chiavi che Stiles le ha appena dato, ricordandole, tra le tante cose, che il pulsante d’accensione a distanza non funziona da secoli.
Stiles chiude le mani a pugno.
Calma, Stiles. Mantieni la calma.
- Lydia, la tua macchina è fuori uso e io ti sto prestando la mia per percorrere sì e no cento metri. Potresti almeno dire grazie? Grazie!
Lydia fa scattare in avanti l’indice, come è solita fare quando è sul punto di far notare qualcosa di evidente. Qualcosa che sta giocando a suo favore.
- L’hai appena detto tu. – constata con ovvietà.
Stiles emette un grugnito esasperato.
Oh Dio. Quanto può essere impossibile in certi momenti!
Si stropiccia gli occhi e cerca di riflettere su cosa dire per convincere Lydia a salire sulla sua fidatissima, infallibile, perfetta e soprattutto umanamente sensibile jeep.
- Perché non mi accompagni tu? – chiede lei.
- Sai che non posso. – le ricorda lui. – Devo aiutare Scott. –
Lydia annuisce: sapeva già che avrebbe risposto così e che la sua proposta non avrebbe avuto una reazione consenziente. Non biasima Stiles. Scott ha a che fare con un problema senza dubbio più urgente del suo. Ciò non toglie, però, che guidare il catorcio ronzante di Stiles, cercare di voltare il volante irrigidito e, soprattutto, arrivare ai pedali che sembrano distare un kilometro dal sedile siano tutte componenti di un bel casino.
Lydia si arrende, riprende le chiavi che Stiles le porge e apre lo sportello. Già solo arrampicarsi sul supporto che dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare il guidatore a salire si rivela un’ardua impresa.
Questa jeep non è fatta per una ragazza alta poco più di un metro e cinquanta.
Lydia si accomoda come meglio può sul sedile e abbassa il finestrino, pronta per ascoltare le solite raccomandazioni di Stiles.
Lui appoggia le braccia allo sportello e si sporge in avanti.
- Non fare il pieno, l’ho già fatto io. –
Lydia annuisce, picchiettando le dita sul volante.
- Non correre. –
Lydia annuisce. Di nuovo.
- Fai attenzione al volante. È un po’ rigido. –
Lydia inarca un sopracciglio.
- Un po’? Ma se ogni volta che devi girarlo sudi più di quanto non fai sul campo di lacrosse! – gli ricorda.
Stiles schiocca la lingua contro il palato.
Non è che abbia tutti i torti.
- Ascolta, so che preferisci fare altre cose qui dentro, ma per il momento limitati a guidare. –
Altre cose? Sul serio?
Lydia assottiglia le labbra e chiude gli occhi. Prima o poi chiederà a un medico esperto di controllarlo. Dio mio, non è possibile che Stiles sia completamente sobrio quando se ne esce con battute del genere.
D’istinto, gli molla uno schiaffo sulla spalla.
- Oh Dio, Stiles! – trilla, con una punta di sconcerto nella voce, che però non riesce a celare del tutto la risata che le gorgoglia in gola.
Prima che Lydia possa mettere in moto la jeep, Stiles picchia le nocche contro il finestrino che Lydia ha alzato due secondi prima.
- Che c’è? –
Stiles deglutisce, getta un’occhiata costernata alla jeep e poi si concentra di nuovo su Lydia.
- Se dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa...-
-… non abbandonare la jeep. Ricevuto. – completa Lydia.
Stiles boccheggia, incredulo.
- Cosa? No! Lasciala dove vuoi, anche in mezzo alla strada. –
Stavolta è Lydia a essere sorpresa. Strabuzza gli occhi, che sono attraversati da lampi di incredulità. La prende in giro?
Non ha certo dimenticato il modo in cui Stiles si prende cura della jeep come se fosse sua figlia. E come la difenda a spada tratta, ogni volta che Lydia ribadisce la sua poca fiducia in lei – o in qualunque altro modo possa definirla.
- Siete le mie ragazze. – spiega allora Stiles, e Lydia tossicchia quando capisce che l’altra ragazza è la jeep. – Ma… ma… conosco te da quando avevo otto anni e Roxy da quando ne avevo sedici, quindi...-
- Pura matematica. – conclude Lydia, annuendo come se avesse appena constato qualcosa di evidente e ovvio come il colore del cielo.
- Esattamente. – concorda Stiles, piegando le labbra in un broncio consenziente.

 
 
 
 
  
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