Fanfic su attori > Michael Fassbender
Segui la storia  |       
Autore: La Nuit du Chasseur    29/07/2014    4 recensioni
[Michael Fassbender]
"Mi sposo", disse lei.
"Vieni a cena con me", disse lui.
Così diversi ma così vicini. La loro storia creerà problemi, danni, guai, passione e felicità. Non sapranno resistere all'avvicinarsi l'uno all'altra, anche se sanno che dovrebbero.
In una Londra complice e romantica, galeotta fu una caffetteria...
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci siamo, ecco a voi l'epilogo per Julia e Michael! 
Io lo vorrei dedicare a tutti voi,
che avete seguito la storia silenziosamente,
che avete commentato con puntualità,
che avete messo La Caffetteria di Londra fra le storie da seguire,
o fra le storie preferite. 
A voi che passo dopo passo mi avete dato il coraggio di andare avanti, 
vi assicuro che ogni persona che sia entrata a leggere le mie righe, 
non solo mi ha dato soddisfazione, 
ma anche voglia di continuare a scrivere.
GRAZIE, davvero di cuore. 

Ho altri progetti in mente, forse tornerò presto con altri protagonisti,
una storia parallela è già in corso (The Convergence, sui Mars),
altre idee frullano in mente. 
Ma questa resterà per sempre la mia preferita, sappiatelo. 

Non fatevi mai rubare l'arte di sognare. 

A prestissimo,
Bibi
 
 




Epilogo - A volte la semplicità è la carta migliore

Erano passati quasi tre mesi da Capodanno. Dopo essere tornati a Londra insieme, Michael aveva proposto a Julia di fermarsi a casa sua, visto che era momentaneamente senza un tetto sopra la testa. Julia era molto diffidente: non voleva correre troppo, ma decise di rischiare e accettò. Una settimana erano diventate due, poi tre, finendo per decidere di rimanere lì stabilmente. Era una decisione affrettata, però sentivano entrambi che era la cosa giusta e comunque nei giorni precedenti la ricerca di Julia di una casa in affitto era sempre stata molto blanda. Era molto felice, in ogni caso, e questo le bastava.

Era tornata in studio e l’avvocato anziano le aveva chiesto se andava tutto bene. Aveva deciso di confidarsi, evitando i particolari, più che altro perché le sarebbe piaciuto sentire da qualcuno che la sua scelta non era stata totalmente assurda. L’uomo la ascoltò pazientemente e poi le disse solamente: “Ben fatto, Julia.” Sorridendo. Il lavoro era comunque migliorato, da quando Julia aveva cambiato vita, e la cosa la faceva sentire bene, soddisfatta, serena. E tornare a casa trovando Michael ogni giorno, la rendeva felice più di ogni altra cosa. Michael ormai era la sua famiglia.

La sua famiglia. Non aveva sentito sua madre per settimane. Alla fine di gennaio, convinta da Judith e parzialmente dal padre, che si era ammorbidito sulla situazione, andò a trovarla un weekend. L’atmosfera non era delle migliori, ma Julia tentò di fare il possibile, anche se sua madre non l’aiutava per niente. Cercò di spiegarle come stavano le cose, di informarla sulle sue scelte, di dirle che ora era davvero felice, come non lo era da tempo. Le disse che non era stato un colpo di testa, e che anche se così si fosse rivelato nel tempo, sarebbe stato il migliore colpo della sua vita. Le disse anche che a volte nella vita non ci si deve accontentare, che è giusto rischiare per provare a migliorare le cose e che lei era troppo giovane per accettare compromessi, specialmente se non amava più l’uomo per cui sarebbe dovuta scendere a patti così duramente. Provò a convincerla che forse lo status sociale non è così importante come lei credeva, che comunque lei era sempre stata una figlia che non voleva dare problemi, e che questo suo lato remissivo aveva finito per metterla in una relazione che non voleva più, aveva finito per farle fare scelte che andavano bene solo ad altri, ma non a lei. Infine le disse che le dispiaceva per Natale, per averli messi in ridicolo, ma che davvero non era colpa sua, non voleva e aveva cercato di gestire la cosa in maniera diversa. Scelse di non dire niente su Michael, di non metterlo in mezzo, per ora, perchè quella questione riguardava prima lei e solamente dopo l'uomo con cui aveva scelto di condividere la vita. 

Sua madre ascoltò tutto, in silenzio, guardandola in volto, senza tradire il minimo pensiero. Respirò, ponderò la risposta e disse solamente: “Era la tua occasione per una vita migliore, Julia.” Poi si alzò, pose la tazza del suo thè nel lavandino e uscì dalla cucina.
Lei si sentì spezzata di nuovo, ma decise di arrendersi: non poteva continuare a cercare l’approvazione perenne di chi vuole solamente che tu faccia scelte che non ti appartengono. Rise, sentendo finalmente il suo cuore libero da ogni pressione, sentendosi libera come forse non era mai stata, prese il cellulare e, dalla cucina di sua madre, chiamò Michael. Non le interessava che avrebbero potuto sentirla: erano due giorni che era lì e aveva cercato di farlo di nascosto, per non agitare le cose, per dare il tempo alla sua famiglia di digerire tutto. Il tempo per fargli accettare Michael, e magari di farglielo conoscere, sarebbe venuto, aveva pensato. Ma in quel momento capì che tutto quel tatto che lei metteva non lo meritavano. Lo chiamò e basta, chiacchierarono normalmente e gli disse che sarebbe tornata a casa, si proprio a casa, calcando un po’ sulla parola, quella sera stessa. Il tempo delle trattative era finito. Almeno per lei.

La vita scorreva tranquilla, erano una coppia affiatata, come se stessero insieme da una vita, e non si facevano più problemi ad apparire insieme in giro per Londra, mano nella mano, mentre sorridevano, facevano spesa, andavano al cinema o ad una mostra. Erano liberi di stare insieme, e a nessuno dei due interessavano i flash dei paparazzi che ogni tanto cercavano lo scoop. Michael non aveva rilasciato dichiarazioni, e aveva chiesto al suo agente e al suo ufficio stampa di non fare caso a quelle foto: quella era la sua vita, la sua normalità, e il resto non contava, non più. 

Dopo qualche giorno arrivò una strana lettera per Michael. Julia la prese e gliela mise sulla scrivania, andando a cucinare qualcosa per cena. Lo sentì entrare nella stanza come una furia, si girò e lo vide semplicemente sulla soglia, con la lettera in mano, incredulo e senza parole: era stato candidato all’Oscar.

Il 3 Marzo, Julia e Michael erano in una macchina dai vetri oscurati, insieme. Julia era bellissima: portava un abito rosso fuoco, lungo. Era di una semplicità incredibile: due leggere spalline le passavano sul corpo fasciandole le spalle, per finire a collegarsi con la gonna dell’abito. La schiena era scoperta. Portava degli orecchini che Michael le aveva regalato per l’occasione, e aveva i capelli raccolti in una coda bassa e laterale. Era bellissima, riusciva a ipnotizzare, nonostante il tuo abbigliamento non fosse troppo ricercato o troppo bizzarro. A volte la semplicità è la carta migliore.

Scesero dall’auto, e Julia si ritrovò investita dai fotografi: il red carpet del Dolby Theatre era molto diverso da come lo aveva sempre immaginato o visto alla tv. Michael la teneva stretta e le sussurrava quanto fosse felice all’orecchio: i flash erano scatenati, lo scoop assicurato e l’Oscar per un momento messo in secondo piano. Finalmente quella donna che per mesi era stata silenziosamente accanto all'attore, facendo impazzire il gossip, aveva una ragione d'essere, un'ufficialità importante. 

Michael e Julia erano raggianti, si sorridevano sempre, si guardavano negli occhi e si sfioravano con eleganza. Si vedeva che erano felici, si vedeva che l’attore aveva una carica incredibile quella sera. Michael non avrebbe vinto l’Oscar, ma i presenti avrebbero giurato che poco gli sarebbe importato.

Dall’altra parte dell’oceano, Robert era a letto con una ragazza conosciuta la sera prima. Da quando Julia l’aveva lasciato era entrato in un limbo fatto di serate alcoliche con amici e ragazze occasionali che si portava senza troppe remore in casa. L’esperienza gli aveva insegnato che non conta quanto sei buono: se qualcuno vuole ucciderti, lo fa senza troppi scrupoli. Ma non gli importava granché di nulla in quel periodo. Quella domenica era stato ubriaco tutto il tempo: era il 3 Marzo. Era ormai notte e lui era deciso di concedere un ennesimo round a quella bellezza rossa che aveva nel letto dalla notte precedente, quando lei accese la tv. Si sintonizzo sulla cerimonia degli Oscar proprio mentre l’inquadratura era tutta per Michael Fassebender, che aveva portato con se una bellissima donna in rosso. Robert sentì il sangue gelarsi nelle vene e si accorse che non conta nulla nella vita, se non scegli di avere e dare amore. Cacciò di casa la ragazza, prese una birra e guardando quella che era davvero la donna della sua vita, pianse fino a notte fonda. 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Michael Fassbender / Vai alla pagina dell'autore: La Nuit du Chasseur