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Autore: BrokenRoses    29/07/2014    1 recensioni
AU!Thaddastian
Thad prese il braccialetto verde che Sebastian gli stava porgendo.
"GRAZIE SEBBY! E’ il braccialetto più fantastichissimo del mondo" e dopo gli stampò un bacio sulla guancia.
"Si dice fantastico, non fantastichissimo. E non chiamarmi Sebby." disse il piccolo Sebastian tutto rosso in viso a causa del bacio datogli da Thad.
"Smettila di fare il sò tutto io Sebby, lo so che si dice fantastico. Ma fantastico non era abbastanza, così ho inventato una nuova parola."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia la dedico a saramermaid,
la mia compagna di scleri. 
Grazie di credere in me 
xxx         

                                                                                                    Do you want build a snowman?

Thad e Sebastian si conobbero un pomeriggio di Dicembre, alla casa famiglia di Columbus.

Thad viveva lì praticamente da sempre. Dei suoi genitori non sapeva nulla: era stato abbandonato una sera di fine Ottobre davanti all' ospedale di Columbus, senza nome e senza nessun riferimento che potesse aiutare le autorità a trovare i suoi veri genitori.

Sebastian, invece, era nato a Parigi e solo un paio di anni dopo si era trasferito a Columbus. Aveva perso i suoi genitori e suo fratello in un incidente stradale - la strada era ghiacciata ed era Dicembre. Il bambino si era letteralmente salvato per miracolo.

Sebastian arrivò alla casa famiglia subito dopo che l'ospedale lo aveva dimesso. Entrambi avevano cinque anni.

Dopo che la responsabile finì di presentare il nuovo arrivato, lo lasciò lì in mezzo ad una decina di bambini. Sebastian si sentiva perso. Non aveva più la sua mamma, ne il suo papà, ne quella peste di Phil. Si chiedeva cosa sarebbe successo. Poi una vocina lo distolse dai suoi pensieri.

"Ciao, io sono Thad. Ti va di costruire con me un pupazzo di neve?" chiese un bambino con gli occhi color del cioccolato e i capelli neri.

"Perché dovrei farlo?" chiese Sebastian.

"Perché c'è la neve. E perché è divertente" rispose Thad.

"Ma ci si sporca tutti. Ed essere sporchi non è bello" disse Sebastian storcendo il suo nasino.

"Ma è divertente. E poi se non lo fai tu con me nessun' altro lo vorrà fare e io non voglio farlo da solo" disse Thad mettendo il broncio.

"Ok, costruiamo un pupazzo di neve."

§

Sebastian e Thad nel giro di poche settimane erano diventati un' unica cosa. Era bello come fossero riusciti a trovare un loro equilibrio.

Thad era più solare e allegro mentre Sebastian più chiuso e riflessivo. Nonostante entrambi avessero ormai nove anni, nessuno aveva chiesto il loro affidamento. Per Sebastian, la causa, era il suo atteggiamento scontroso con tutte le potenziali famiglie adottive. Per Thad.. per Thad ancora nessuno aveva capito il motivo della mancata richiesta d'affidamento. Tutte le famiglie adottive che arrivavano adoravano il piccolo Thad, ma alla fine nessuna di loro diventava la nuova famiglia del bambino per la gioia del piccolo Sebastian.

Quest’ultimo, infatti, quando intuiva che c'era la possibilità che una famiglia avrebbe potuto portargli via Thad diventava una piccola peste. E non erano serviti a nulla i richiami che di volta in volta gli erano stati fatti, il piccolo continuava a fare di testa sua.

Ma anche se Sebastian si impegnava sempre intensamente per evitare che qualcuno gli portasse via il suo migliore amico, quel giorno arrivò. Successe quattro anni dopo il suo arrivo.

"Ti va di costruire un pupazzo di neve con me?" disse il piccolo Thad a Sebastian che se ne stava per conto suo in un angolo del giardino.

"Thad è Maggio, la neve non c'è. Non possiamo costruire un pupazzo di neve senza neve, dovresti saperlo." disse Sebastian continuando a fissare un punto impreciso del terreno.

"Bhé allora facciamo qualcos'altro" propose Thad.

"Perché dovremmo? Tanto tu oggi te ne vai" rispose Sebastian.

"Ma questo non significa che noi non saremo più amici. I signori Harwood mi hanno detto che posso scriverti e venirti a trovare, e che se vuoi e te lo permettono, puoi venire a giocare da me.. Tu vuoi essere ancora mio amico vero, Sebby? Anche se ho un' altra casa..?"

"Certo che voglio essere tuo amico.. urgh.. non piangere.. Prendi questo: l'ho trovato nelle patatine, ma voglio che ce l'abbia tu così ti ricorderai di me anche nella tua nuova casa."

Thad prese il braccialetto verde che Sebastian gli stava porgendo.

"GRAZIE SEBBY! E’ il braccialetto più fantastichissimo del mondo" e dopo gli stampò un bacio sulla guancia.

"Si dice fantastico, non fantastichissimo. E non chiamarmi Sebby." disse il piccolo Sebastian tutto rosso in viso a causa del bacio datogli da Thad.

"Smettila di fare il sò tutto io Sebby, lo so che si dice fantastico. Ma fantastico non era abbastanza, così ho inventato una nuova parola."

I bambini rimasero in silenzio per qualche minuto, fino a quando Thad non parlò.

"Ti voglio bene Sebastian" disse infatti il moro.

§

Erano passati quasi dieci anni da quel giorno, e Thad e Sebastian erano ancora un' unica entità.

Thad aveva mantenuto la sua promessa ed aveva continuato ad andare da Sebastian tutte le volte che gli era permesso. Prima alla casa famiglia e poi, quando anche Sebastian fu dato in affidamento, nella nuova casa del bambino.

Le cose con gli Emerson, per Sebastian, all' inizio erano andate bene ma poi erano peggiorate. Se prima era solo un bambino un po' vivace adesso era un' adolescente scalmanato, almeno secondo i genitori adottivi. La verità era che gli Emerson erano dei genitori molto assenti: erano la classica famiglia ricca che assume una tata per badare al figlio mentre loro sono chissà dove.

Sebastian inoltre era stato iscritto ad un liceo privato, che aveva anche dei dormitori, dove gli studenti potevano passare anche tutta la settimana.

Normalmente era Sebastian ad andare a Columbus da Thad, ma a volte succedeva il contrario e Thad lo raggiungeva alla Dalton.

"Ciao Piattola!" disse Sebastian all'amico che lo stava raggiungendo.

"Ciao anche a te Sebby" rispose Thad.

"Dio, la smetterai mai con quel nomignolo?"

"No, rassegnati."

"A proposito, tu che ci fai qui?" chiese Sebastian.

"Ti volevo chiedere una cosa: domani c'è la partita contro i Titans e il coach mi fa giocare come kiker, e mi stavo chiedendo se ti andava di venire a vedermi giocare. Mamma dice che dopo rimani a cena con noi, vuole preparare la parmigiana di zucchine.."

"Fritte?" chiese Sebastian.

"Grigliate." rispose Thad.

"Cazzo, io amo tua madre. Ok, andata, vengo"

"Sei sicuro? Vieni vieni?"

"Harwood dovresti saperlo che vengo molto spesso" Disse Sebastian con un ghigno sul viso.

§

Le cose fra gli Emerson e Sebastian erano però peggiorate quando i primi avevano imposto il cambio del cognome a Sebastian - non importava chi pagava i suoi vestiti e il suo cibo, Sebastian era uno Smythe che alle persone piacesse o meno ed avrebbe ripreso il suo cognome appena diventato maggiorenne – e lui aveva fatto outing annunciando di essere gay.

Gli Emerson infatti oltre ad essere dei genitori assenti, erano anche omofobi.

Era una cosa abbastanza frequente che Mr. Emerson alzasse le mani su Sebastian per farlo tornare sulla retta via e fargli dimenticare tutte le sue idee da finocchio. Nessuno però lo sapeva, ad eccezione di Thad e la sua famiglia.

"Dovresti sporgere denuncia, Bas" disse Thad entrando in camera con il ghiaccio e la pomata per i lividi.

"Importerebbe a qualcuno? E comunque fra sei mesi sono fuori da quello schifo."

"A me importa Sebastian. Non.. Igor potrebbe farti veramente male la prossima volta..Tu mi piaci Bas, e se dovesse succederti qualcosa.." disse Thad tutto d'un fiato.

"Bhè, sono contento di piacerti piattola. Ci conosciamo da quasi dieci anni, sarebbe un dramma se tu adesso ti accorgessi che non ti piaccio."

Thad disinfettò in silenzio il taglio sul sopracciglio di Sebastian. Era bello vedere l’altro così arrendevole, lui che era sempre una grossa tigre pronta ad attaccare ora sembrava come un gattino quasi indifeso.

"Sebastian?"

Sebastian girò la testa verso Thad per ritrovarsi la bocca di quest'ultimo sopra la sua. Le labbra di Thad erano morbide e sapevano di caffè.

Sebastian lasciò che fosse Thad a prendere il controllo del bacio fino a quando la voce di Estela, la madre di Thad, non risuonò dal piano di sotto avvertendoli che la cena era pronta.

Si staccarono immediatamente e Sebastian si alzò per raggiungere il piano inferiore della casa.

"Sebastian, lo vuoi costruire un pupazzo di neve con me?" disse Thad con voce incerta.

"Certissimamente" gli rispose Sebastian con un sorriso a trentadue denti.

Quando i due raggiunsero gli Harwood per cena lo fecero mano nella mano.


 

 

  
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