Questa
è la traduzione di “Little Dove” di
prettylittlerockstar su fanfiction.net.
L’autrice mi ha autorizzata, NON L’HO RUBATA! Se
avete dubbi o volete dei
chiarimenti, vi lascio il link dell’autrice così
potete chiedere direttamente a
lei.
Link
storia (primo capitolo): https://www.fanfiction.net/s/10229762/1/Little-Dove
Link autrice: https://www.fanfiction.net/u/4733300/prettylittlerockstar
-Miss
Blackburn?- chiamò a voce alta Amanda
Waller, guardandosi attorno nel laboratorio
stipato di
oggetti ed esaminando la
stanza.
Pile di documenti, schizzi
e strumenti incompleti,
armi e altri oggetti vari adornavano le
pareti, i banchi da lavoro e persino il
pavimento.
Amanda
si spazientì. Questa ragazza era
probabilmente la persona
più disordinata
che avesse mai conosciuto, ma era
estremamente abile,
specialmente per qualcuno della sua età
comunque, così lei non poteva davvero
lamentarsi.
Dopo
una serie di colpi, cadute
e qualche
lamento, una giovane ragazza
di circa vent'anni corse fuori dalla stanza sul retro, i capelli neri
come
l'inchiostro che cadevano
disordinati lungo le spalle,
alcune ciocche pendevano davanti ai
suoi occhi, nascondendo le
iridi verdi. A differenza
della maggioranza dei
lavoratori dell’ARGUS
indossava un abbigliamento
casual, una t-shirt
con scollo a V grigia e
nera e jeans scoloriti,
più appropriati per il suo lavoro rispetto
ad una gonna o un
vestito.
Posò i vari pezzi
di metallo e di attrezzature
che aveva tra le braccia su un tavolo già
ingombro
con un forte
tonfo, facendo
cadere un paio di schemi sul
pavimento.
Amanda
fece una smorfia al rumore,
e la ragazza
sorrise timidamente.
-Mi dispiace,
colpa
mia-
La
donna agitò
una mano nella sua
direzione. -Dov'è la tua assistente, Kaelie?-
La
ragazza aggrottò
la fronte, passandosi una
mano tra
i capelli neri
come l'inchiostro
e infilando un paio di ciocche
dietro le orecchie.
-Dovrebbe
star controllando
le statistiche della Task Force
X,
mi pare che lo faccia tutti i giorni a
quest’ora-
-Solo
che non c’è,
non si è proprio presentata
al lavoro-
Kaelie
strinse le labbra.
–La chiamerò,
oggi potrebbe essere al campus- suggerì,
cercando il suo cellulare.
-Non
pensi che non ci abbiamo
già provato?- disse
severamente Amanda. Kaelie
rimise il
suo
telefono sulla scrivania
incrociando
le braccia.
-Cosa
vuoi che faccia,
allora?-
Amanda
sospirò. –Possiamo
sfruttare la
situazione, ci puoi aiutare
svolgendo
il suo lavoro e raccogliendo quelle
statistiche e poi
continuare lo sviluppo-
-Va
bene, altro?-
Amanda
si fermò,
pensando.
-Prova
a riordinare-
-Okay-
-Questo
è tutto, Kaelie-
Amanda scosse
la testa e
lasciò la bottega.
Kaelie
cambiò le sue lenti a contatto con
un paio di spessi
occhiali
neri incorniciati
e si
raccolse i capelli sciolti
con quelle
che sembravano due
bacchette d'argento. Raccogliendo il
suo tablet
fece un passo tra il
disordine sul pavimento
e lasciò il laboratorio,
digitando una
combinazione di numeri
sulla
tastiera, bloccando la
stanza durante
la sua assenza. Una
guardia di sicurezza era
in attesa fuori dalla
stanza, in attesa di
scortarla alle celle.
-Così Lola manca?- chiese e
Kaelie
si strinse nelle spalle mentre
lo seguiva
lungo una serie di corridoi.
-Così
sembra-
La
guardia di sicurezza
annuì. -Quindi ti
stai occupando del suo lavoro per
oggi, allora?-
-Sì-
-Che
schifo-
Kaelie
sorrise.
-Niente affatto,
voglio dire quale ragazza non
vorrebbe trascorrere
qualche ora in
una cella con un
gruppo di cattivi ragazzi?-
-Fai
comunque attenzione con
questi ragazzi, sono dei
criminali-
Kaelie
gli posò una mano
sul braccio. -Sono
cresciuta con i
3
fratelli, non
può essere molto
diverso-
La
guardia di sicurezza
ridacchiò scuotendo la testa.
Arrivando
al blocco
di celle fermò
Kaelie. -Sto per prendere
tutte
le armi che hai,
per precauzione-
Kaelie
annuì, già tirando
fuori varie
armi dalla cintura
e sciogliendo
il filo elettrificato
dal braccio.
-Tutto
fatto?- chiese la guardia, dopo
che numerose
armi si erano accavallate sulle sue braccia.
Kaelie
annuì sorridendo.
-Non giudicarmi, questo fa parte del
mio lavoro, ricordati-
-Giusto,
tu sei la
ragazza delle armi-
-Esattamente-
La
guardia di sicurezza
sbloccò la porta di una delle celle e Deadshot
si appoggiò
allo stipite, guardando
fuori e
oltre Kaelie.
Si accigliò fingendo delusione.
-Cos’è
questo? Hai portato
un bambino a lavorare oggi*?- Cercò di infastidire Kaelie,
ma lei, in tutta risposta, alzò gli
occhi. Era consapevole
del fatto che
sembrava molto giovane, era uno
dei più giovani dell’ARGUS
dopotutto, ma ciò
non
la disturbava affatto.
-Divertente-
Alzò un sopracciglio, facendo un passo verso di lui, e
Deadshot si
spostò dal telaio
della porta, lasciando
Kaelie all'interno
della sua cella.
-Dov'è la cara
Lola?-
-La
sto sostituendo-
-Bene,
non mi piaceva comunque, era
una cagna**-
-Non
è una
grande fan dei ragazzi cattivi-
-Ho
avuto questa sensazione
dai suoi costanti sguardi truci-
Egli
rivolse un ghigno malvagio
a
Kaelie. Rimasta in silenzio, Kaelie aveva
iniziato ad impostare
il suo tablet.
-E
tu, tesoro?-
-Hmm?-
-Sei
una fan dei ragazzi
cattivi?- le chiese ironicamente,
usando le sue stesse parole. Kaelie
lo
ignorò, e
cominciò a
digitare.
-Non
parli molto, vero, Dove***?-
-Kaelie-
disse lei con forza,
non gradendo i termini affettuosi
che lui stava usando.
-Bel
nome, non
si trovano molte
Kaelie-
Spingendo
verso l'alto gli occhiali, lei
alzò
gli occhi e tirò
fuori uno dei
bastoncini dai
capelli,
voltandogli le spalle, e lesse qualcosa
sul tablet. Deadshot sbirciò
da sopra la spalla, cercando di guardare
quello
che stava facendo.
-Che
cos'è?- domandò lui.
Kaelie
cliccò all'inizio della bacchetta e
un piccolo
ago
spuntò fuori dall'altra estremità.
Deadshot spalancò gli occhi e poi iniziò a ridere. -Ragazza
cattiva, non sono
permesse armi
qui dentro-
-Dammi
la mano- Kaelie
prese la mano rigirandola in
modo tale che il palmo
fosse in
alto. Conficcò
l'ago nel centro del
palmo, prelevando del
sangue.
-Ouch-
Deadshot trasalì, flettendo la
mano e pulendo
il sangue sulla sua camicia.
-Povero
bambino, ti ho
fatto male? Mi dispiace- lo prese in giro Kaelie
prima di tornare al suo
lavoro. Cliccò
la
parte superiore della bacchetta
e
l'ago coperto
di sangue si
ritrasse. Mettendola sul suo tablet,
premette alcuni
tasti e una linea blu scannerizzò
la bacchetta, che si mise a levitare.
Afferrandola, Kaelie se la fece
scivolare di nuovo
nei capelli,
fissandola al suo posto. Leggendo
i risultati sul suo tablet, annuì
a se
stessa.
-Sembra
che qui abbiamo finito, Deadshot-
Lui
mise il broncio. -E
noi stavamo appena iniziando ad andare d'accordo-
La
porta della cella si aprì e Kaelie
uscì.
-Vieni
a farmi visita presto,
Dove***- disse
scherzosamente
Deadshot, soffiandole un bacio
e
agitando le dita nella sua
direzione. Scuotendo la testa,
Kaelie
nascose il piccolo sorriso
divertito.
Guardando
le altre celle si rivolse alla
guardia di sicurezza. -Va
bene, chi è il
prossimo?-
Note
della
traduttrice: spero che questa storia vi piaccia come piace a me. Anche
se in
inglese, l’ho amata dalla prima all’ultima parola.
*Cos’è
questo? Hai portato un bambino a
lavorare oggi?= in inglese era “What is
this? Bring a kid to work day?” e “work
day” non è il giorno in cui si fa
vedere al figlio/alla figlia che lavoro fa il genitore, ma è
la giornata
lavorativa comune. Perciò l’ho tradotta come
“Portare un bambino a lavorare”
**era
una cagna= in inglese era “she
was a bitch”, quindi è tradotta letteralmente
(bitch significa proprio cagna.
In teoria, nel vocabolario, non sarebbe spregiativo. Lo diventa quando
è rivolto
alle persone, soprattutto donne). Mi scuso se urta la
sensibilità di qualcuno
***Dove= letteralmente sarebbe stata
“Colomba” o
“Colombina”, ma sinceramente in italiano non mi
piaceva, allora l’ho inserita
in originale (e così da anche più senso al titolo)
Note
dell’autrice: spero solo che
vi piaccia :)