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Autore: Elly Chan    07/09/2008    4 recensioni
Ecco il sequel de "Il problema di Aido"! "Era marzo, ed era finita la scuola. Definitivamente. E noi vampirelli ci preparavamo ad anni ed anni di pacchia continua. Il direttore Cross avrebbe trovato altri succhiasangue da infilare al dormitorio luna, e tanti saluti. D'altra parte, mica potevamo continuare a frequentare la scuola anche dopo i diciotto anni! Sarebbe stato quantomeno bizzarro." --- "Quando Tenshi aprii la porta, quello che vidi mi fece scomparire la voglia di restare un secondo di più in quel posto. Quello che vidi, per la prima volta nella mia vita, mi fece paura."
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki Kain, Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vampire knight2 cap1
Non avrei mai detto che questa storia scritta di getto avrebbe avuto un seguito.
Però, mi è venuto in mente, ed ho avuto idee così brillanti per questo sequel,
che non potevo proprio non pubblicarlo.
O almeno provarci.
Ho rinunciato all'epilogo, e, grazie agli incoraggiamenti di alcune commentatrici
che volevano che la fanfiction non finisse mai, eccomi qui.
Non preoccupatevi per Ichigo e Kain, li tratterò molto, molto bene...
Il titolo è quel che di più banale potessi trovare, ma vi giuro che non c'è frase migliore
per descrivere i guai che farò passare alla nostra banda! XD
Elly Chan




Stavamo andando nell'ufficio del direttore, tutti e tre belli tranquilli.
Le fan adoranti bisbigliavano eccitate tra loro, guardando nella direzione di Aido e Kain.
Aido sorrideva a tutte.
- Quando il gatto non c'è, i topi ballano... - sogghignai.
- Ma no! Cos'hai capito! Sarei sospetto, se non mi comportassi come al solito! - mi sussurrò, guardandosi intorno.
- Certo, certo... - sospirai. Mi guardai anch'io incontro.
Continuando la nostra camminata, incontrammo Yuuki e Zero.
- Ehi! Ciao Yuuki! - la salutai.
- Ciao ragazzi! Perchè siete qui? - chiese incuriosita.
- Dobbiamo andare dal direttore... per chiedergli una cosa... però... - esitai un momento.
- Che cosa?
- Ehm... credo di... essermi persaaa!! - piagniucolai disperata.
- Ma... Ichigo! Dicevi di saper la strada! - esclamò Aido.
- Sì, ma... me la sono dimenticataaa!
Yuuki e Zero assistevano impotenti a quella scena pietosa, interdetti.
- Lo sapevo che non dovevamo affidarci a te... - sospirò Aido, passandosi una mano fra i capelli - a quel gesto, mezzo corridoio svenne.
- Tenshi avrebbe trovato la strada in due secondi... - continuò poi, con lo sguardo perso.
- Sì, probabilmente è così... - annui io, abbassando lo sguardo.
- Su, non è niente di grave! Vi accompagniamo noi! - esclamò allegra Yuuki, indicandosi. Zero annuì, con evidente disapprovazione, ma annuì.
- Bene! - esclamai ritrovando il buon umore. Avanzai di un paio di passi, quando una voce mi raggiunse.
- Ehm, Ichigo... l'ufficio del direttore è dall'altra parte... - disse Kain, che si era fermato insieme a tutti gli altri.
- Ah... - dissi soltanto. Poi li raggiunsi, con il morale a terra: ne avevo combinata un'altra delle mie.
Arrivammo davanti al tanto agonato ufficio dopo un paio di minuti, esattamente la metà di quanto ci avevo impegnato io per sbagliare strada.
I due Guardian ci lasciarono lì, e se ne andarono per i fatti loro.
Bussai piano alla porta.
- Avanti! - sentimmo dire dall'interno.
Entrai con cautela, cercando la bizzarra figura del direttore.
Era come al solito seduto alla scrivania, e ci stava rivolgendo un gran sorriso.
- Che sorpresa, ragazzi! Cosa vi porta qui? - chiese gentilmente, mentre noi ci avvicinavamo.
- Ehm... volevamo sapere di Tenshi... - cominciai io, ma fui costretta ad interrompermi.
- Ah, Tenshi! Gran brava ragazza. I suoi genitori sono persone molto a modo. In più sembrano avere un certo ribrezzo per il sangue. Dev'essere una cosa di famiglia. Mi ricordo come se fosse ieri quando è arrivata qui... ha sempre quell'aria scocciata e indifferente. E' cambiata molto da quando era piccola... era molto più solare e allegra.
Solare e allegra? Mi viene difficile pensarlo.
- Ma noi...
- D'altronde, dopo aver subito una terribile perdita come la sua, non si può rimanere gli stessi. - mi interruppe di nuovo. Sto cominciando ad arrabbiarmi sul serio - anche se la terribile perdita non ce l'ho ben presente.
Apro bocca per cercare di dire qualcosa, ma sta già parlando.
- Comunque, perchè siete qui? - chiese, curioso.
Prima che possa gonfiarlo di botte e dissanguarlo, Kain si mette in mezzo - per fortuna, non so proprio cosa gli avrei fatto, a quell'uomo.
- Siamo venutti a sapere dove abita Tenshi. Vorremmo andare a trovarla. Lei di certo ha il suo indirizzo. - dice Kain, parandosi davanti a me, per evitare che faccia gesti sconsiderati.
Mentre sfogo la mia rabbia a suon di pugni sulla povera schiena del rosso, il direttore finalmente si decide a risponderci.
- Certo che ce l'ho, per le emergenze. Per chi mi avete preso? - sorride candidamente, facendomi andare in bestia.
Per chi mi avete preso?! Per un vecchio pazzo imbecille, ecco per cosa lo abbiamo preso!
Vorrei urlarglielo, ma la mia bocca viene tappata dalla mano di Kain, che aveva capito le mie intenzioni - questo ragazzo mi stupisce ogni giorno di più, capperi se mi conosce bene!
- Bene, ce lo potrebbe dare?
Il direttore Cross sorride un'altra volta, scrive qualcosa su un foglio e lo porge a Kain, sempre sorridente. Veramente, quest'uomo mi da su i nervi!
- Grazie mille, direttore! - esclama Aido apparentemente allegro andando verso la porta, mentre Kain mi porta di peso fuori dalla stanza.
- Ancora un sorriso e quell'uomo è già morto. - dico cupa, mettendomi in piedi.
Kain stiracchiò un sorriso - deve essergli costato molto.
- Quindi adesso noi torniamo in dormitorio a prepararei bagagli e poi partiamo? - chiese conferma Aido.
- In pratica sì... Ichigo?
- Sì?
- Hai preparato la valigia, vero? - indagò Kain, guardandomi fisso negli occhi.
Ahia...
- Ehm... certo... - balbettai, sudando freddo.
Kain mi lanciò un'ultima occhiata, poi sospirò.
Fiuu, andata...
- Faremo tardi, me lo sento...
Mi irrigidii all'istante, dopo le sue parole. Ma mi si leggeva in faccia quello che pensavo?!
Attraversammo i corridoi della Day Class costantemente seguiti dalle ragazzine infoiate, e, quando fianlmente ci chiudemmo il portone alle spalle, tirai un sospiro di sollievo.
- Quelle maledette umane... mi romperanno i timpani prima o poi! - esclamai arrabbiata. Non fraintendete: non ho assolutamente nulla contro gli umani, e solo che sono arrabbiata. Per di più, con orecchie fini come le nostre, una mosca a tre metri di distanza fa già rumore...
- Ichigo, noi ti aspettiamo all'entrata. Vedi di sistemare le tue cose in fretta. - Kain sottolineò bene le ultime due parole, guardandomi negli occhi.
Aargh! Mi ha scoperto!
Con la testa bassa e l'autostima raso terra, me ne andai in camera: siccome non era prudente far arrabbiare i due cugini a causa del mio ritardo, schiaffai con malagrazia le ultime cose dentro la valigia scesi al piano di sotto e ci metemmo in marcia tutti insieme appassionatamente.
Da quando Tenshi e Aido si erano messi insieme, anche se Ten-chan rischia la morte ogni volta che glielo ricordo - il che è grave, dato che dovrebbe essere immortale -, erano passati più o meno un paio di mesi. Per la cronaca, in quel periodo ci eravamo fidanzati anche io e Kain.
Era marzo, ed era finita la scuola. Definitivamente. E noi vampirelli ci preparavamo ad anni ed anni di pacchia continua. Il direttore Cross avrebbe trovato altri succhiasangue da infilare al dormitorio luna, e tanti saluti. D'altra parte, mica potevamo continuare a frequentare la scuola anche dopo i diciotto anni! Sarebbe stato quantomeno bizzarro.
Ed eccoci qui davanti al portone della villa di Tenshi - lei non aveva perso un secondo ed era corsa a casa.
Mi ricordo quando, pochi anni fa, giocavamo sempre nell'atrio.
Kain suonò il campanello. Sentimmo un rumore rimbombare all'interno della casa ed alcune voci discutere tra loro.
Quando Tenshi aprii la porta, quello che vidi mi fece scomparire la voglia di restare un secondo di più in quel posto.
Quello che vidi, per la prima volta nella mia vita, mi fece paura.






  
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