Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Kuki997    30/07/2014    2 recensioni
[Kamigami no Asobi: Ludere Deorum][Crossover][Cross-over tra alcuni personaggi di Inazuma Eleven e Kamigami no Asobi ~Ludere Deorum~ mentre la trama è ispirata a Frozen - Il regno di ghiaccio.]
Salve! Questo è il primo paciugo che pubblico, sì perché secondo me è un paciugo... comunque sia, non vi annoio oltre e vi lascio qualcosina ripreso dal testo:
"Si sveglia di soprassalto con respiro leggermente affannoso e sposta lo sguardo oltre la finestra: temporale. Eccolo lì quello che potrebbe essere considerato il suo peggior nemico. "
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tordenvær
 
 
Notte. Era notte inoltrata.
Silenzio. Era interrotto solo dal gocciolare insistente della pioggia.
Nessuno. A quell’ora tutti dormivano già, riposando nel più profondo dei sonni e immersi in quelle consuete fantasie notturne.
Aumenta. Il ticchettio della pioggia si fece più intenso, più severo e serrato.
Lampo. Uno squarcio di luce che abbaglia la profonda oscurità della notte.
Tuono. Prepotente, entrò nelle sue tempie attraversandola con un brivido.
Così si svegliò, intimorita, cercando di vedere qualcosa in quella oscurità che invadeva la stanza. Le palpebre ancora intorpidite lasciarono spazio alle iridi chiare, sovrastate dalla scura pupilla dilatata per il troppo buio. Si volse timidamente verso la finestra in cerca di una spiegazione anche se, in realtà, non ne aveva affatto bisogno.
Lampo.
Tuono. Prepotente, questa volta la rese irrequieta. Si raggomitolò su sé stessa come se in cerca di protezione. Protezione che non riceverà. Non più ormai. Mugugnò qualcosa, non poteva fare altro. Perché era terrorizzata dal temporale? Era una bambina, era normale che ne avesse paura.
Lampo. Di nuovo.
Tuono. Di nuovo.
Serrò gli occhi, si portò le mani alle orecchie. Non voleva vedere, non voleva sentire. Ma lei non poteva fermarlo, il temporale proseguiva furioso e sempre più intensamente.
Gemette. Ora piano, poco più di un sussurro.
Non poteva gridare, avrebbe svegliato l’intero istituto.
Non poteva gridare, avrebbe rischiato una punizione.
Voleva gridare, ormai era diventato insopportabile per lei quel maledetto fenomeno atmosferico. Dischiuse le sottili ed infantili labbra e gemette di nuovo. Più forte. Gli occhietti ancora serrati si inumidirono: piccole perle incolore comparirono al lati delle sue ciglia nere.
Lampo. L’ennesimo.
Tuono. L’ennesimo.
Silenziosamente qualcuno si avvicinò all’infisso che permetteva l’entrata nella stanza. Non gli importava a cosa andava incontro, non aveva ancora abbastanza coscienza perché gli importasse.
Dischiuse la porta e si affacciò lentamente all’interno, solo con il visino; non sapeva cosa avrebbe trovato ma era curioso. Eccola lì. Quel piccolo bozzolo fra le coperte di un letto troppo grande per un infante.
La guardò per svariati attimi, non capiva. Decise di avvicinarsi aprendo maggiormente la porta ma solo quanto bastava per permettergli di entrare. Senza far rumore si avvicinò, cauto ma non troppo, a quel giaciglio di morbide e calde coperte.
Lei tremava, spaventata più che mai. Aveva ancora gli occhi chiusi e non poteva vederlo. Le manine erano ancora fra i capelli rossi, era buio ma quelli si riuscivano a distinguere lo stesso.
Lui la osservava, confuso. Batté un paio di volte le palpebre di quegli occhi che si confondevano con le tenebre della stanza. Aveva inconsciamente le labbra lievemente dischiuse, segno che era decisamente concentrato.
Lampo. Ancora.
Tuono. Ancora.
Lei sussultò, questa volta pigolò ma quasi impercettibilmente. Ora lui aveva capito. Mosse un passo avanti, verso la piccola ancora ignara della sua presenza.
 
- Hai paura? - chiese innocentemente.
 
Lo aveva sentito ma non ebbe il coraggio di aprire gli occhi. Perché lui era lì? Come aveva fatto a sentirla? Non poteva aprire gli occhi, temeva di vedere qualcosa che l’avrebbe spaventata ancora di più. Annuì, era tutto ciò che riusciva a fare in quel momento.
Il bambino si avvicinò ancora, si appoggiò con i suoi esili gomiti al materasso. Non aveva ancora smesso di guardarla da quando si trovava lì.
 
- Ma non devi. Il temporale non può farti nulla.- aveva una vocina rassicurante anche se sottile ed infantile. Aveva inciampato sulla parola “temporale”, troppo difficile per lui da pronunciare.
 
Questa volta lei non reagì. Non reagì subito, perlomeno. Passarono svariati minuti prima che si decidesse ad aprire le pesanti palpebre rivelando di nuovo quello sguardo acquamarina. Aveva riflettuto sulle parole del bambino e in effetti sapeva che lui aveva ragione. Aveva deciso di provarci, voleva fidarsi di quel piccolo compagno e provare a reagire. Non sapeva cosa la spingeva a farlo, forse la presenza rassicurante di quel piccolo ficcanaso.
Lui la osservava a sua volta, quasi sorrideva vittorioso per essere riuscito a ricevere un suo sguardo. Ma ciò non poté durare a lungo perché un’altro scroscio fece raggomitolare nuovamente la bambina. L’espressione sul visino del piccolo tramutò immediatamente e si fece lievemente sorpresa e anche un po’ preoccupata.
 
- Vuoi che rimanga qui? - chiese incerto.
 
La piccola non si scompose ma diede il suo assenso annuendo nuovamente. Lui non aspettò un solo istante prima di fare forza sulle sottili braccia e salire sul morbido materasso. Si adagiò vicino a lei avvolgendola in un abbraccio amichevole e caloroso come solo i bambini sanno fare. La rossa si lasciò abbracciare rannicchiandosi contro di lui e tirando su con il naso un paio di volte; si assopì senza neanche accorgersene sotto ancora lo sguardo del bimbo che chiuse gli occhi svariati istanti dopo.
 

. . .
 

Notte. E’ notte inoltrata.
Silenzio. E’ interrotto solo dal gocciolare insistente della pioggia.
Nessuno. A quell’ora tutti dormono già, riposando nel più profondo dei sonni e immersi in quelle consuete fantasie notturne.
Aumenta. Il ticchettio della pioggia si fa più intenso, più severo e serrato.
Lampo. Uno squarcio di luce che abbaglia la profonda oscurità della notte.
Tuono. Prepotente, entra nelle sue tempie attraversandola con un brivido.
Si sveglia di soprassalto con respiro leggermente affannoso e sposta lo sguardo oltre la finestra: temporale. Eccolo lì quello che potrebbe essere considerato il suo peggior nemico. Si adagia di nuovo contro il materasso poggiando lentamente la testa sul cuscino che aveva lasciato poco prima per mettersi rapidamente a sedere.
No, non può continuare così, sono ormai anni che va avanti in quel modo ogni volta che quella perturbazione passa sopra di lei e la travolge letteralmente. Però non ci riesce. Non ce la fa a far finta di niente, è più forte di lei.
Lampo.
Tuono.
Si porta le mani alla testa affondandole in quella folta chioma rossa sparsa per tutto il cuscino. Chiude gli occhi stringendoli per bene, forse questo la farà sentire meglio. No, non serve a un bel niente fare così e lei lo sa bene. Ma che altro può fare? Neanche ora che è cresciuta è capace di domare quella paura. E non solo quella.
Lampo. Di nuovo.
Tuono. Di nuovo.
Si lascia sfuggire un singhiozzo, un forte singhiozzo, per questo provvede subito a tapparsi la bocca. Con la mano premuta sulle candide labbra si rigira nel letto verso la porta che in quel momento si sta schiudendo. Una figura entra e, seppur con leggera titubanza, si avvicina. Ora, è ben consapevole che non dovrebbe trovarsi lì ma non può farne a meno ora che sa cosa è il temporale per lei.
 
- Ehi...Hai paura...? - la sua è una domanda anche se dal tono di voce che ha usato si può tranquillamente considerare un’affermazione. La voce di lui è più profonda di quella di un tempo ma è rimasta rassicurante e dolce allo stesso modo.
Lei dischiude gli occhi, piano, e allontana allo stesso modo la mano dalle labbra per poter proferire il nome del giovane mentre lo osserva quasi stupita di vederlo lì.
 
- Ryuuji... -
 
Aveva sentito il temporale ed era andato da lei.
Senza esitazioni.
Senza timori.
Come la prima volta, anche ora non distoglieva lo sguardo da lei, da quel volto per lui perfetto. O forse non lo faceva semplicemente perché non poteva, non ne era in grado.
 
- Posso...? - chiese con quella voce calma e controllata che solo lui riusciva sempre ad avere.
Lei annuì spostandosi leggermente per far spazio al ragazzo in quel letto che ora non era poi così grande come lo sembrava essere un tempo.
Lui accenna l’ombra di un sorriso, forse come quello che aveva un tempo, mentre si infilava delicatamente sotto le coperte accanto alla giovane dai capelli rossi. Le avvolge quasi subito la vita per poterla avvicinare a sé in quello stesso caldo abbraccio di una volta; lei si rintana fra le forti braccia del ragazzo accoccolandosi contro il suo petto. Il giovane comincia ad accarezzarle la schiena, su fino alle spalle e poi di nuovo giù all’altezza dei fianchi, nel tentativo di rassicurarla.
Lampo. L’ennesimo.
Tuono. L’ennesimo.
Questa volta la ragazza non si scompone, è troppo concentrata a scrutare il volto del ragazzo che a sua volta la sta ammirando. Le palpebre cominciano a farsi pesanti e presto la giovane cade in un sonno profondo.
Ha ritrovato la protezione di cui era stata privata.
Ora è al sicuro.
Ryuuji le si avvicina, fino a posare le labbra sul capo di lei, fra i suoi capelli, in un dolce gesto d’affetto.
 
- Dormi, mia piccola stella...- fa una pausa come se proseguire gli risulti difficile. Non è facile ammettere quella consapevolezza.

- Anche se mia non sarai mai. –
 



Angolo del Coniglio
Aehm…salve? Se state leggendo queste note significa che siete coraggiosi, avete letto fino alla fine la mia storia. . .oppure avete semplicemente fatto scorrere la rotellina del mouse fino a qui (?).
In ogni caso, spero di avervi soddisfatto e di non aver fatto troppi errori. E neanche di aver sbagliato avvertimenti o altro. Ah, a proposito di questo, non ho sbagliato sezione nonostante questa prima one-shot della raccolta non sia esattamente un cross-over. Le prossime comunque lo saranno in piena regola, tranquilli ^^
Ho messo l’avvertimento OOC perché temo che i personaggi presi dagli anime già esistenti non riuscirò ad interpretarli come nelle loro opere originali, perciò per sicurezza l’ho messo.
Ah, un’altra cosa: in teoria questa era l’idea per una long ma siccome essendo la prima volta che scrivo qualcosa ho preferito i vari piccoli momenti che ho sparsi per la testa in questa raccolta per poi quando avrò le idee più chiare scrivere la long. Naturalmente in essa non narrerò le vicende che pubblico qui ma bensì il resto che qui lascio avvolto nel mistero…uwu
E ultimo, ma non meno importante, volevo dirvi che non ho descritto la mia OC per il semplice motivo che verrà descritta a poco a poco in ogni one-shot della raccolta. ^^
E dopo aver fatto delle note d’autore quasi più lunghe dell’intero racconto, vi ringrazio per letto e sarei contenta se lasciaste una recensione per farmi sapere cosa ne ensate (le critiche costruttive sono ben accette ^w^)
Okay, ora mi ritiro (?)
A presto!
 
Kuki~
 
P.S.: sia il titolo della fict che quello della raccolta sono in norvegese e significano rispettivamente Differente e Temporale. - spero di non aver sbagliato, non studio norvegese ma mi serviva usare questa lingua ^^” – Il perché lo scoprirete poi uwu
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Kuki997