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Autore: Harleen    08/09/2008    11 recensioni
Samantha Perkins è una strega. Una strega abbastanza anonima, tra l’altro.
No, non è una coraggiosa e fiera Grifondoro, con lunghi capelli castani ed occhi color del miele.
No, non è nemmeno una perfida e subdola Serpeverde, crudele quanto bella, capace di far girare la testa a tutti con il suo fascino da maledetta.
No, non stiamo parlando di una Corvonero, una seria, studiosa, intelligentissima Corvonero che sotto un’aria da secchiona nasconde un corpo mozzafiato.
E’ una Tassorosso. E questa, se permettete, è sfortuna bella e buona.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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OMAKE II

OMAKE II

Perché quando ci si mette,

l’autrice sa essere bastarda.

.

Samantha non sa dire se lei e Sirius stanno insieme. Non ne ha la più pallida idea perché le uniche cose che credeva di sapere sul mondo riguardavano la sua totale inconiugabilità con qualsiasi altro essere di sesso maschile.

Eppure.

Eppure, ogni mattina sa di poter trovare il giovane Black nascosto dietro un anfratto random dei corridoi che separano la Sala Comune di Tassorosso dalla Sala Grande, che la afferra per un polso e la trascina dietro un’armatura o un arazzo o un quadro o qualsiasi cosa che possa coprire loro due ed i tentativi poco cavallereschi del ragazzo di sfilarle i vestiti in meno tempo possibile. C’è da dire che grazie a Dio fin’ora è riuscito a sfilarle solo la cravatta, con sommo rammarico di entrambi. Sirius è giustamente deluso dalla gonna e dalla camicetta che sembrano avere bottoni a prova di Black (che praticamente equivale a definirli a prova di bomba o saldati alla stoffa), Samantha è frustrata perché non sa rifarsi un nodo degno di questo nome e sembra sempre essere reduce da un incontro ravvicinato con un alieno o uno stupratore folle.

…Che non è poi una versione molto distante dalla realtà.

Sorvoliamo, mh?

La cosa peggiore di tutto questo, oltre la sconcertante capacità di Samantha di arrossire da sola ogni pochi istanti semplicemente ripensando a talune cose, è la presenza delle spasimanti di Sirius. Che si fanno avanti. Ogni giorno. Ad ogni ora. In ogni posto. Anche in bagno.

Son cose che segnano a vita.

.

- Sirius è mio, stronza! –

Sbarra gli occhi, e senza bisogno di voltarsi sa di avere alle spalle una ragazza che le sta puntando contro un dito e sta cercando di ucciderla con gli occhi.

- Ma dai. –

Alza gli occhi al cielo contemporaneamente alla risposta tagliente di Abigail che, al suo fianco, ha ormai deciso di perorare la causa “Sirius e Samantha forevvah, lo dicono anche le iniziali, siete meant to be” al suo posto. Almeno, le risparmia fiato e fatica.

Certo, quando non si mette nei casini al suo posto.

- E’ roba mia! L’ho visto prima io! –

- Ma se farai a dire tanto il terzo anno… –

- E con questo? –

- C’è diritto di anzianità. –

Samantha ha di botto la grandissima tentazione di voltarsi, fare una pernacchia ad entrambe e fuggire. Non lo fa solo perché Abigail ha provveduto ad afferrarla per un polso per impedirle a priori ritirate strategiche.

- Balle! Sirius ama me! –

Vorrebbe piangere. Giusto un po’, tanto per fare.

- Quando te l’avrebbe detto? –

- Io… Io lo so! Ci amiamo! Siamo fatti per stare insieme! –

Questa gente è pericolosa.

- Sirius è roba di Samantha! –

Ok, è ora di intervenire.

Samantha si volta a guardare la sconosciuta spasimante (alta, bionda, occhioni celesti da cerbiatta… Il mondo è cattivo) e la conosciutissima piantagrane al suo fianco.

- Gente, calmatevi. –

- Diglielo anche tu, Sam! –

- Gail, taci. Tu, qualsiasi sia il tuo nome, ti prego, vattene. Mh? Sirius non è sotto la giurisdizione di nessuna, figurarsi la mia. –

- Aha! Quindi ti ha mollata! –

Le spalle le scendono. E assume un’aria meditabonda.

- Non ne ho idea, è un po’ che non lo vedo né lo sento. –

E quando la situazione si potrebbe considerare felicemente risolta, con la biondina animata da nuovo coraggio e speranza, compare lui.

- Sam! –

…Va bene, praticamente lui la saluta allo stesso modo scemo (urlo belluino + scippo della borsa coi libri + abbraccio da dietro o mani sui suoi fianchi o, quando proprio è in vena di finezze, manata sul sedere con conseguente calcio negli stinchi) da giorni, se non settimane. Eppure non riesce ad evitarsi il sobbalzo plateale ed il quasi-embolo ogni volta che lo sente, o sente la sua risata, o sente direttamente la sua presenza. E’ Sirius Black, insomma, iperventilare in sua presenza è un obbligo morale!

- Dannato! –

Strepita con voce stridula perdendo l’equilibrio e cadendogli addosso. E centrandogli il naso con la nuca.

Oh, sublime suono di rivalsa e vendetta.

- Ahio. –

Mugugna con voce nasale, tenendosi le mani premute sul viso. Samantha quasi ci si sente in colpa. Quasi.

- Ups? –

- Ups? Mi hai fatto rientrare il setto nasale! Sento che compie la scalata verso il cervello! –

- …Ma dai, ne hai uno? –

Quando fa battutine di questo genere, Sirius resta leggermente spiazzato, c’è da dirlo. Non è abituato a simili commenti da parte di Samantha.

E’ anche ovvio che reagisca di conseguenza.

- Oh, tesoro, rimarresti sconvolta da tutto quello di cui la natura mi ha dotato… -

Le sussurra all’orecchio, tirandola ulteriormente a sé. Samantha digrigna i denti e prova un odio feroce e profondo e radicato e oddio, no, ti prego, fa che quella non sia la sua mano che gioca con l’orlo della gonna oppure uno di noi due morirà entro la giornata.

- Sirius, i tentacoli adesi al tuo corpicino, mh? –

- Mh… -

Questo è decisamente peggio di qualsiasi commento da scaricatore di porto avesse potuto fare.

- Sirius, nel nome di Dio, molla la presa. –

Lo supplica con la vocina ridotta ad un pigolio appena percepibile. Che – ovviamente – Sirius percepisce. Ma fa finta di non averlo percepito perché, sapete, è malvagio.

- Andiamo da qualche parte? –

Le chiede parlandole sul collo, senza nemmeno un minimo di ritegno per Samantha che ormai brilla di luce propria tanto è arrossita, Gail che osserva tutto con odio malcelato e l’altra piccola sconosciuta, carica di odio evidente e palese e magari anche qualche impulso omicida nei confronti della Puzzolarossa che ha plagiato Sirius convincendolo a sbavarle dietro perché, insomma, è un mostro! E lei invece è bellissima!

C’è qualcosa che non va nell’ordine cosmico!

- Sirius? –

Lo chiama con voce suadente, fermamente convinta di poter ristabilire le cose semplicemente piegandosi un po’ in avanti per dar modo al giovane rubacuori di notare la sua procace scollatura.

- Mh-hm? –

…Ho già detto che il giovane rubacuori sta fissando tutt’altra – e tutt’altro che procace – scollatura? No? Beh, amen.

- Sirius… Guardami, mh? –

Chiede in un sussurro roco la giovane, ricevendo un’occhiata vacua in risposta.

- Che c’è? –

- Ti ricordi? Qualche volta abbiamo pranzato insieme. –

- Oh… Boh, forse, è probabile. Che c’è? –

Il ragazzo si stringe nelle spalle, prima di stringere ulteriormente i fianchi della ragazza nelle sue grinfie. La spettatrice non si scompone troppo. In fin dei conti, lei è una flirtatrice esperta! Non ci sono problemi se ammicca un po’ anche davanti quella scopa di saggina che Black si trova per ragazza!

- Niente, volevo solo dirti che un po’ mi dispiace non venire più imboccata da te… -

Samantha non sa cosa fare. Seriamente. Una persona normale avrebbe già sistemato la situazione quantomeno prendendo la mano di Sirius nelle proprie per mostrare al mondo che una parvenza di relazione tra i due potrebbe pure esserci. Una ragazza un minimo possessiva avrebbe già provveduto ad assecondare i loschi piani del già citato Sirius Black davanti alla ragazza. Gail l’avrebbe già eviscerata.

E lei non sa cosa fare.

Navighiamo a vista in una mare di cacca senza una parvenza di scialuppa di salvataggio nei paraggi.

- Uhm… Black? –

Richiama la sua attenzione con un mormorio incerto, venendo bellamente ignorata. Sbuffa.

E poi fa La Grande Cretinata, che se Samantha non ne fa almeno una al giorno non è contenta.

Obbiettivamente, non fa molto. E non decide nemmeno di farlo. Solo, infila una manina nell’esiguo spazio tra la sua schiena ed il petto di Sirius e inizia a tastare alla cieca, alla ricerca di un fianco da pungolare.

Il povero ragazzo sbarra gli occhi per un istante. Tossicchia un po’ e deglutisce a vuoto.

- S… Sam… -

Esala con un filino di voce. La ragazza si blocca immediatamente. E magari è peggio così.

- Cosa? –

- Quella manina… –

Cosa potrebbe fare una persona sensata? Ritirare subito l’arto in questione.

Cosa potrebbe fare Sam, che sensata non è? Tastare. Cercando di capire.

- Cos- ti ho fatto male? –

- Male? No, figurati. – La rassicura con una smorfia poco decifrabile. – Solo, non ti conviene… Insomma… Oddio, smettila. –

La sta supplicando. Serra gli occhi e si appoggia con la fronte alla nuca di lei, incapace di dirle chiaramente cosa sta succedendo perché altrimenti morirebbe sicuramente di imbarazzo, incapace di allontanarle la mano perché la situazione è critica di suo e preferisce evitare di complicare ulteriormente con movimenti bruschi, incapace di scostarsi perché insomma, non sono cose che capitano tutti i giorni.

- Sirius, che succede? –

- Niente. Giuro, niente. –

La voce è leggerissimamente stridula e incerta.

Samantha non ha mai brillato per perspicacia, ok, ma a questo punto chiunque si sarebbe accorto che qualcosa non quadra. E poi, decisamente, passano ogni limite.

Il giovane Black rilascia di botto tutto l’ossigeno che gli stanziava nei polmoni, apre e chiude a vuoto le manine un paio di volte e, senza nemmeno rendersene conto, senza poter fare nulla per evitarlo, geme.

- Oddio. –

Finalmente, qualcosa sembra accendersi nella testolina della ragazza, mentre Sirius cerca disperatamente di evitarsi altre uscite simili.

- Oddio… -

Mugugna quasi contemporaneamente a lei, solo, con tutt’altro tono.

- Sirius, ti ho fatto male? Scuuusami! –

Prova a girarsi. Black sbarra gli occhi, costringendola a rimanere voltata.

- No! Ma scherzi, vero? Figurati se mi hai fatto male… -

Sacrosanta verità. Solo, deve fare in modo che Samantha non si accorga in quale misura Sirius non si sia fatto male.

- Ma sì, ti sei lamentato, ti ho lasciato qualche segno? –

- NO! Nel nome di Godrick, Sam, non voltarti. –

- Ma non fare l’idiota e fam- Oh. –

La ragazza lo fissa. Sì, lo fissa dove non dovrebbe fissarlo.

Giostra lo sguardo dal cavallo dei pantaloni alla manina. Alza per un istante lo sguardo su Sirius, che evidentemente deve essere patologicamente incapace di arrossire perché la sta semplicemente fissando con un sorrisino sghembo in viso che sembra quasi voglia dire “tesoro, certe cose vanno fatte in privato la prossima volta”.

- O… ok. Adesso io andrò a disinfettarmi la mano. Cospargendola di alcool e dandole fuoco. –

- Ma scherzi, vero? Una così bella manina… -

Come caspita fa ad avere ancora il coraggio di fare simili battute dopo che praticamente gli ha tenuto una mano piazzata in mezzo alle gambe credendo di stargli pungolando tutt’altre parti del corpo, sotto gli occhi di due spettatrici ignare di tutto?

- Se serve una mano per risolvere quel piccolo problema, Sirius… -

Osserva con sguardo vacuo la sconosciuta studentessa del terzo. Poi, Sirius fa qualcosa di eccezionalmente stupido. Afferra nuovamente Samantha per i fianchi, se la tira nuovamente addosso – facendole assumere tonalità in viso decisamente curiose – e sogghigna.

- Figurati, ci pensa sempre lei a risolvere egregiamente questo tipo di problemi. Tutt’altro che piccoli, ci tengo a precisare. –

.

.

.

.

Ed ora, Un paio di parole dall’autrice.

Oltre il fatto che i miei omake sono qualcosa di assolutamente sconclusionato e folle e decisamente perverso, che trova il massimo momento di comicità quando sfocia nel vietato ai minori, parliamo della storia in sé e per sé. Annuncio tranquillamente che “L’ultima ruota del carro” può considerarsi conclusa dal capitolo precedente. Sirius e Sammysue effettivamente sono arrivati ad un certo equilibrio e tanto mi basta, perché, insomma, non intendo mica scrivere tutta la loro storia fino alla prematura morte di uno dei due. *scoppia a piangere*

Da adesso in poi, qualsiasi aggiornamento che farò a questa fic, sarà per aggiungere omake o epiloghi deliranti o altre postille demenziali alla storia. Nient’altro.

[ATTENZIONE: Da qui inizia lo sfogo patetico/sentimentale, non siete obbligati a leggere]

Non so se ci sarà qualcuno deluso o divertito dall’idea o boh, insomma, a me sta bene così. Mi sono affezionata a Samantha dalle prime righe in cui l’ho descritta e probabilmente continuerò a volerle molto più bene di molti altri miei personaggi, e non trovo giusto lasciar perdere tutto, anche se la trama è ormai conclusa (seppur con parecchi tentennamenti ed imprecisioni). Le voglio enormemente bene perché è piccola e tenera, perché è debole ed incapace di capire cosa sta toccando quando tasta alla cieca e perché poi vorrebbe morire seduta stante quando capisce cosa sta accadendo. Le voglio bene perché è timida eppure ogni tanto non riesce a risparmiarsi dal rispondere a tono. Le voglio bene perché Tassorosso ha la sua dignità e, anzi, meriterebbe molto più rispetto di Grifondoro o Serpeverde.

Le voglio bene perché Samantha mi accompagna da più di un anno, ormai, e ogni tanto ci penso. L’ho creata io e sembra sia uscita bene. E non potrebbe rendermi più felice sapere che magari per un solo istante, almeno una persona tra le tante che hanno letto, commentato ed inserito questa storia nei preferiti, ha pensato a lei con un minimo di simpatia.

.

Fine, amen. La prossima volta potrei direttamente inserire Sirius e Samantha che provano a far porcate di ogni genere.

…Sì, come no.

.

Gente, grazie. Per aver letto, recensito, inserito tra i preferiti. Grazie di tutto.

.

Vostra,

Christine Black

(109 preferiti. Son senza parole.

*commossa*)

   
 
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