OMAKE II
Perché quando ci si
mette,
l’autrice sa essere
bastarda.
.
Samantha
non sa dire se lei e Sirius stanno insieme. Non ne ha la più pallida idea
perché le uniche cose che credeva di sapere sul mondo riguardavano la sua
totale inconiugabilità con qualsiasi altro essere di sesso maschile.
Eppure.
Eppure,
ogni mattina sa di poter trovare il giovane Black nascosto dietro un anfratto
random dei corridoi che separano la Sala Comune di Tassorosso dalla Sala
Grande, che la afferra per un polso e la trascina dietro un’armatura o un
arazzo o un quadro o qualsiasi cosa che possa coprire loro due ed i tentativi
poco cavallereschi del ragazzo di sfilarle i vestiti in meno tempo possibile.
C’è da dire che grazie a Dio fin’ora è riuscito a sfilarle solo la cravatta,
con sommo rammarico di entrambi. Sirius è giustamente deluso dalla gonna e
dalla camicetta che sembrano avere bottoni a prova di Black (che praticamente
equivale a definirli a prova di bomba o saldati alla stoffa), Samantha è
frustrata perché non sa rifarsi un nodo degno di questo nome e sembra sempre
essere reduce da un incontro ravvicinato con un alieno o uno stupratore folle.
…Che non è
poi una versione molto distante dalla realtà.
Sorvoliamo,
mh?
La cosa
peggiore di tutto questo, oltre la sconcertante capacità di Samantha di
arrossire da sola ogni pochi istanti semplicemente ripensando a talune cose, è la presenza delle
spasimanti di Sirius. Che si fanno avanti. Ogni giorno. Ad ogni ora. In ogni
posto. Anche in bagno.
Son cose
che segnano a vita.
.
- Sirius è
mio, stronza! –
Sbarra gli
occhi, e senza bisogno di voltarsi sa di avere alle spalle una ragazza che le
sta puntando contro un dito e sta cercando di ucciderla con gli occhi.
- Ma dai.
–
Alza gli
occhi al cielo contemporaneamente alla risposta tagliente di Abigail che, al
suo fianco, ha ormai deciso di perorare la causa “Sirius e Samantha forevvah,
lo dicono anche le iniziali, siete meant to be” al suo posto. Almeno, le
risparmia fiato e fatica.
Certo,
quando non si mette nei casini al suo posto.
- E’ roba
mia! L’ho visto prima io! –
- Ma se
farai a dire tanto il terzo anno… –
- E con
questo? –
- C’è
diritto di anzianità. –
Samantha
ha di botto la grandissima tentazione di voltarsi, fare una pernacchia ad
entrambe e fuggire. Non lo fa solo perché Abigail ha provveduto ad afferrarla
per un polso per impedirle a priori ritirate strategiche.
- Balle!
Sirius ama me! –
Vorrebbe
piangere. Giusto un po’, tanto per fare.
- Quando
te l’avrebbe detto? –
- Io… Io
lo so! Ci amiamo! Siamo fatti per stare insieme! –
Questa gente è pericolosa.
- Sirius è
roba di Samantha! –
Ok, è ora di
intervenire.
Samantha
si volta a guardare la sconosciuta spasimante (alta, bionda, occhioni celesti
da cerbiatta… Il mondo è cattivo) e la conosciutissima piantagrane al suo
fianco.
- Gente,
calmatevi. –
- Diglielo
anche tu, Sam! –
- Gail,
taci. Tu, qualsiasi sia il tuo nome, ti prego, vattene. Mh? Sirius non è sotto
la giurisdizione di nessuna, figurarsi la mia. –
- Aha!
Quindi ti ha mollata! –
Le spalle
le scendono. E assume un’aria meditabonda.
- Non ne
ho idea, è un po’ che non lo vedo né lo sento. –
E quando
la situazione si potrebbe considerare felicemente risolta, con la biondina
animata da nuovo coraggio e speranza, compare lui.
- Sam! –
…Va bene,
praticamente lui la saluta allo stesso modo scemo (urlo belluino + scippo della
borsa coi libri + abbraccio da dietro o mani sui suoi fianchi o, quando proprio
è in vena di finezze, manata sul sedere con conseguente calcio negli stinchi)
da giorni, se non settimane. Eppure non riesce ad evitarsi il sobbalzo plateale
ed il quasi-embolo ogni volta che lo sente, o sente la sua risata, o sente
direttamente la sua presenza. E’ Sirius Black, insomma, iperventilare in sua
presenza è un obbligo morale!
- Dannato!
–
Strepita
con voce stridula perdendo l’equilibrio e cadendogli addosso. E centrandogli il
naso con la nuca.
Oh,
sublime suono di rivalsa e vendetta.
- Ahio. –
Mugugna
con voce nasale, tenendosi le mani premute sul viso. Samantha quasi ci si sente
in colpa. Quasi.
- Ups? –
- Ups? Mi
hai fatto rientrare il setto nasale! Sento che compie la scalata verso il cervello!
–
- …Ma dai,
ne hai uno? –
Quando fa
battutine di questo genere, Sirius resta leggermente spiazzato, c’è da dirlo.
Non è abituato a simili commenti da parte di Samantha.
E’ anche
ovvio che reagisca di conseguenza.
- Oh,
tesoro, rimarresti sconvolta da tutto quello di cui la natura mi ha dotato… -
Le
sussurra all’orecchio, tirandola ulteriormente a sé. Samantha digrigna i denti
e prova un odio feroce e profondo e radicato e oddio, no, ti prego, fa che
quella non sia la sua mano che gioca con l’orlo della gonna oppure uno di noi
due morirà entro la giornata.
- Sirius,
i tentacoli adesi al tuo corpicino, mh? –
- Mh… -
Questo è decisamente peggio di qualsiasi
commento da scaricatore di porto avesse potuto fare.
- Sirius,
nel nome di Dio, molla la presa. –
Lo supplica
con la vocina ridotta ad un pigolio appena percepibile. Che – ovviamente –
Sirius percepisce. Ma fa finta di non averlo percepito perché, sapete, è malvagio.
- Andiamo
da qualche parte? –
Le chiede
parlandole sul collo, senza nemmeno
un minimo di ritegno per Samantha che ormai brilla di luce propria tanto è
arrossita, Gail che osserva tutto con odio malcelato e l’altra piccola
sconosciuta, carica di odio evidente e palese e magari anche qualche impulso
omicida nei confronti della Puzzolarossa che ha plagiato Sirius convincendolo a
sbavarle dietro perché, insomma, è un mostro! E lei invece è bellissima!
C’è
qualcosa che non va nell’ordine cosmico!
- Sirius?
–
Lo chiama
con voce suadente, fermamente convinta di poter ristabilire le cose semplicemente
piegandosi un po’ in avanti per dar modo al giovane rubacuori di notare la sua
procace scollatura.
- Mh-hm? –
…Ho già
detto che il giovane rubacuori sta fissando tutt’altra – e tutt’altro che
procace – scollatura? No? Beh, amen.
- Sirius…
Guardami, mh? –
Chiede in
un sussurro roco la giovane, ricevendo un’occhiata vacua in risposta.
- Che c’è?
–
- Ti
ricordi? Qualche volta abbiamo pranzato insieme. –
- Oh… Boh,
forse, è probabile. Che c’è? –
Il ragazzo
si stringe nelle spalle, prima di stringere ulteriormente i fianchi della
ragazza nelle sue grinfie. La spettatrice non si scompone troppo. In fin dei
conti, lei è una flirtatrice esperta! Non ci sono problemi se ammicca un po’
anche davanti quella scopa di saggina che Black si trova per ragazza!
- Niente,
volevo solo dirti che un po’ mi dispiace non venire più imboccata da te… -
Samantha
non sa cosa fare. Seriamente. Una persona normale avrebbe già sistemato la
situazione quantomeno prendendo la mano di Sirius nelle proprie per mostrare al
mondo che una parvenza di relazione tra i due potrebbe pure esserci. Una
ragazza un minimo possessiva avrebbe già provveduto ad assecondare i loschi
piani del già citato Sirius Black davanti alla ragazza. Gail l’avrebbe già
eviscerata.
E lei non
sa cosa fare.
Navighiamo
a vista in una mare di cacca senza una parvenza di scialuppa di salvataggio nei
paraggi.
- Uhm…
Black? –
Richiama
la sua attenzione con un mormorio incerto, venendo bellamente ignorata. Sbuffa.
E poi fa
La Grande Cretinata, che se Samantha non ne fa almeno una al giorno non è
contenta.
Obbiettivamente,
non fa molto. E non decide nemmeno di farlo. Solo, infila una manina
nell’esiguo spazio tra la sua schiena ed il petto di Sirius e inizia a tastare
alla cieca, alla ricerca di un fianco da pungolare.
Il povero
ragazzo sbarra gli occhi per un istante. Tossicchia un po’ e deglutisce a
vuoto.
- S… Sam…
-
Esala con
un filino di voce. La ragazza si blocca immediatamente. E magari è peggio così.
- Cosa? –
- Quella
manina… –
Cosa
potrebbe fare una persona sensata? Ritirare subito l’arto in questione.
Cosa
potrebbe fare Sam, che sensata non è? Tastare. Cercando di capire.
- Cos- ti
ho fatto male? –
- Male?
No, figurati. – La rassicura con una smorfia poco decifrabile. – Solo, non ti
conviene… Insomma… Oddio, smettila. –
La sta
supplicando. Serra gli occhi e si appoggia con la fronte alla nuca di lei,
incapace di dirle chiaramente cosa sta succedendo perché altrimenti morirebbe
sicuramente di imbarazzo, incapace di allontanarle la mano perché la situazione
è critica di suo e preferisce evitare di complicare ulteriormente con movimenti
bruschi, incapace di scostarsi perché insomma,
non sono cose che capitano tutti i giorni.
- Sirius,
che succede? –
- Niente.
Giuro, niente. –
La voce è
leggerissimamente stridula e incerta.
Samantha
non ha mai brillato per perspicacia, ok, ma a questo punto chiunque si sarebbe
accorto che qualcosa non quadra. E poi, decisamente, passano ogni limite.
Il giovane
Black rilascia di botto tutto l’ossigeno che gli stanziava nei polmoni, apre e
chiude a vuoto le manine un paio di volte e, senza nemmeno rendersene conto,
senza poter fare nulla per evitarlo, geme.
- Oddio. –
Finalmente,
qualcosa sembra accendersi nella testolina della ragazza, mentre Sirius cerca
disperatamente di evitarsi altre uscite simili.
- Oddio… -
Mugugna
quasi contemporaneamente a lei, solo, con tutt’altro
tono.
- Sirius,
ti ho fatto male? Scuuusami! –
Prova a
girarsi. Black sbarra gli occhi, costringendola a rimanere voltata.
- No! Ma
scherzi, vero? Figurati se mi hai fatto male… -
Sacrosanta
verità. Solo, deve fare in modo che Samantha non si accorga in quale misura
Sirius non si sia fatto male.
- Ma sì,
ti sei lamentato, ti ho lasciato qualche segno? –
- NO! Nel
nome di Godrick, Sam, non voltarti. –
- Ma non
fare l’idiota e fam- Oh. –
La ragazza
lo fissa. Sì, lo fissa dove non dovrebbe fissarlo.
Giostra lo
sguardo dal cavallo dei pantaloni alla manina. Alza per un istante lo sguardo
su Sirius, che evidentemente deve essere patologicamente incapace di arrossire
perché la sta semplicemente fissando con un sorrisino sghembo in viso che
sembra quasi voglia dire “tesoro, certe cose vanno fatte in privato la prossima
volta”.
- O… ok.
Adesso io andrò a disinfettarmi la mano. Cospargendola di alcool e dandole
fuoco. –
- Ma
scherzi, vero? Una così bella manina… -
Come caspita fa ad avere ancora il
coraggio di fare simili battute dopo che praticamente gli ha tenuto una mano
piazzata in mezzo alle gambe credendo di stargli pungolando tutt’altre parti
del corpo, sotto gli occhi di due spettatrici ignare di tutto?
- Se serve
una mano per risolvere quel piccolo
problema, Sirius… -
Osserva
con sguardo vacuo la sconosciuta studentessa del terzo. Poi, Sirius fa qualcosa
di eccezionalmente stupido. Afferra nuovamente Samantha per i fianchi, se la
tira nuovamente addosso – facendole assumere tonalità in viso decisamente
curiose – e sogghigna.
-
Figurati, ci pensa sempre lei a risolvere egregiamente questo tipo di problemi.
Tutt’altro che piccoli, ci tengo a precisare. –
.
.
.
.
Ed
ora, Un paio di parole dall’autrice.
Oltre
il fatto che i miei omake sono qualcosa di assolutamente sconclusionato e folle
e decisamente perverso, che trova il massimo momento di comicità quando sfocia
nel vietato ai minori, parliamo della storia in sé e per sé. Annuncio
tranquillamente che “L’ultima ruota del carro” può considerarsi conclusa dal
capitolo precedente. Sirius e Sammysue effettivamente sono arrivati ad un certo
equilibrio e tanto mi basta, perché, insomma, non intendo mica scrivere tutta
la loro storia fino alla prematura morte di uno dei due. *scoppia a piangere*
Da
adesso in poi, qualsiasi aggiornamento che farò a questa fic, sarà per
aggiungere omake o epiloghi deliranti o altre postille demenziali alla storia. Nient’altro.
[ATTENZIONE: Da qui
inizia lo sfogo patetico/sentimentale, non siete obbligati a leggere]
Non
so se ci sarà qualcuno deluso o divertito dall’idea o boh, insomma, a me sta
bene così. Mi sono affezionata a Samantha dalle prime righe in cui l’ho
descritta e probabilmente continuerò a volerle molto più bene di molti altri
miei personaggi, e non trovo giusto lasciar perdere tutto, anche se la trama è ormai
conclusa (seppur con parecchi tentennamenti ed imprecisioni). Le voglio
enormemente bene perché è piccola e tenera, perché è debole ed incapace di
capire cosa sta toccando quando tasta alla cieca e perché poi vorrebbe morire
seduta stante quando capisce cosa sta accadendo. Le voglio bene perché è timida
eppure ogni tanto non riesce a risparmiarsi dal rispondere a tono. Le voglio
bene perché Tassorosso ha la sua dignità e, anzi, meriterebbe molto più
rispetto di Grifondoro o Serpeverde.
Le
voglio bene perché Samantha mi accompagna da più di un anno, ormai, e ogni
tanto ci penso. L’ho creata io e sembra sia uscita bene. E non potrebbe
rendermi più felice sapere che magari per un solo istante, almeno una persona
tra le tante che hanno letto, commentato ed inserito questa storia nei
preferiti, ha pensato a lei con un minimo di simpatia.
.
Fine,
amen. La prossima volta potrei direttamente inserire Sirius e Samantha che
provano a far porcate di ogni genere.
…Sì,
come no.
.
Gente,
grazie. Per aver letto, recensito, inserito tra i preferiti. Grazie di tutto.
.
Vostra,
Christine
Black
(109
preferiti. Son senza parole.
*commossa*)