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Autore: alicyana    08/09/2008    5 recensioni
Frammenti di ricordi, chiacchiere fra vecchi amici. Un piccolo omaggio per Kaien-dono.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shiba Kaien
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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笑み

Sorride. Da quando lo conosco, l’ho visto davvero poche volte assumere un’espressione preoccupata o arrabbiata.

Il suo sorriso poi è uno di quelli contagiosi. Tutta la squadra sta bene, se c’è lui nei paraggi.

Tutti sono più felici.

Soprattutto lei.

“Ukitake-taichou!”

Una voce familiare, abbastanza grossa per essere femminile, e soprattutto troppo profonda per provenire da un corpo così minuto, mi chiamò quella mattina con un sorprendente entusiasmo.

“Dimmi, Kuchiki.”

Si fermò davanti a me, il viso leggermente arrossato per la corsa.

Trasse dei lunghi respiri, prima di inchinarsi davanti a me e farmi quell’insolita richiesta.

“Potrei usare i campi d’addestramento della tredicesima compagnia?”

Avrei voluto chiederle il motivo, ma mi precedette prima che potessi aprire bocca:

“Vorrei allenarmi assieme ad Inoue, se non le dispiace.”

Mentre me lo chiedeva, il suo tono era duro e deciso. Il viso traspariva determinazione, e voglia di diventare più forte. Sapevo che voleva fare ciò in vista della dura battaglia che di lì a qualche mese avrebbe coinvolto tutti noi.

Alzò leggermente la testa e mi guardò dritto negli occhi. Non c’era ombra d’incertezza in quello sguardo.

“Beh, io non ho nulla in contrario…”

Solo ero leggermente sorpreso. Fino ad allora Kuchiki non aveva mai fatto alcun tipo di richiesta, né a me né agli altri membri della compagnia.

Di solito ubbidiva ciecamente agli ordini e, dalla sua morte, si allenava per conto suo, nella mansione dei Kuchiki.

“Grazie infinite, Ukitake-taichou.” La voce di Kuchiki si era fatta più dolce, carica di gratitudine. Alzai lo sguardo, e vidi nel giardino, dietro la porta semi aperta, una ragazza dai capelli castano chiaro che ci osservava.

“Vieni pure dentro anche tu.” La invitai ad entrare.

Le due sobbalzarono all’unisono. Kuchiki mi guardò un po’ confusa, poi si voltò dall’altra parte e fece un segno di assenso con la testa verso l’altra ragazza.

Quella, titubante, fece qualche passo verso di me, poi fece un grazioso inchino.

“Tu non sei una dei ryoka?” le chiesi, sorridendola.

“Sissignore!” si mise buffamente sull’attenti “Orihime Inoue, signore!”

“Non c’è bisogno di essere così formali!” le dissi “Chiamami pure Ukitake-taichou.”

Annuì con la testa. Kuchiki sorrise verso di lei, poi guardò me, attendendo.

“Bene allora, potete andare. Permesso accordato.”

Le guardai salutarmi con un rispettoso inchino, ed uscire una dietro l’altra.

“Com’è cambiata,Kuchiki.” Mi ritrovai a pensare, guardandola parlare animatamente con la ryoka. Decisi di andare ad osservare il loro allenamento, ma solo dopo aver fatto un salto da Kaien.

Essì, avevo tante cose da raccontargli. Indossai l’haori. Fuori c’era un venticello fresco che avrebbe anche giovato alla mia situazione. Mi sistemai i capelli. Ormai mi arrivavano quasi al fondo schiena. Erano diventati forse troppo lunghi, ma non m’importava.

Insomma, per colpa della malattia avevano perso colore. Se li avessi tagliati corti, sarei sembrato un vecchietto.

“Ma tu sei un vecchietto.”

Mi tornarono in mente le parole di Shunsui. Me l’aveva detto una delle tante volte in cui stavo male.

Gli avevo parlato di questa mia fissazione dei capelli, e lui l’aveva liquidata con questa spiritosaggine. Però in effetti, io e Shunsui non siamo proprio dei baldi giovani.

Mi incamminai verso il luogo in cui seppellimmo i corpi di Kaien e sua moglie. La radura dove quella notte si consumò la tragedia. Faceva sempre un certo effetto andare lì.

Aleggiava sempre un’aria fin troppo tranquilla, sinistra. Mi addentrai tra gli alberi e dopo qualche passo, scorsi le due lapidi di marmo grigio.

“Come va ragazzi?” mi inchinai davanti alla tomba con le mani giunte e recitai una preghiera in loro ricordo. Dopodichè mi sedetti. Le due lastre luccicavano al sole perfettamente pulite. Sembrava quasi che il tempo su di loro non avesse agito. Nonostante gli anni, non avevano un’ammaccatura o un graffio. La iscrizioni si leggevano ancora chiaramente:

“Qui giace il grande Shiba Kaien. Fratello generoso, compagno impavido e stimato guerriero.”

“Qui giace Shiba Miyako. Moglie devota come tante, soldato esemplare come poche.”

Nonostante il loro aspetto impeccabile, le poche volte in cui riuscivo ad andarci le lucidavo con cura e prima di andarmene, depositavo ai loro piedi dei piccoli mazzolini di fiori freschi.

“Avete visto che bella giornata oggi? C’è un bel sole, ma il venticello è quello d’autunno. Sarebbe una giornata perfetta per uno di quei pic-nic d’allenamento che facevamo tutti assieme. Ti ricordi, Kaien? Ti piaceva un sacco portare tutta la squadra in trasferta nei boschi. Me lo chiedevi spesso. Ci divertivamo un sacco, e quando tornavamo in caserma eravamo sempre esausti ma contenti. Ci manca la tua allegria. Quel posto vuoto è davvero triste… Come ti avevo già detto, le tue mansioni a volte le occupano Kotsubaki e Kotetsu, ma sai come sono quei due… Sempre a litigare per avere la meglio.” Tossii un poco, e respirai a fondo. “Shunsui sta bene, come al solito. Dorme, beve, fa il cascamorto con Ise, e lei puntualmente lo liquida con freddezza. Io faccio un giorno in piedi e dieci a letto… Come vedi, noi non siamo cambiati di una virgola. Come dici? Vuoi sapere come se la passa la tua prediletta? Calmo, ci stavo arrivando.

Kuchiki-dono è l’unica fra noi che è cambiata, sai? Mi ricordo bene che, nei primi periodi in cui era entrata a far parte della divisione, mi dicevi sempre che era troppo chiusa. Ti lamentavi spesso che probabilmente non le piacevi e cose così. Beh tu non l’hai mai saputo, e come un perfetto tonto non te ne sei accorto… Ma Kuchiki-dono era innamorata di te, vecchio mio. Chissà perché non te ne ho parlato prima… Essì, proprio così. Se fossi ancora vivo, di sicuro avresti fatto la tua solita faccia sorpresa, quella che ti faceva risaltare la fossetta sul naso. Però, dai. Che ingenuo che sei stato. Si vedeva, altrochè se si vedeva. Se ne sono accorti tutti, tranne il diretto interessato. Pensavi fosse solo restia nei tuoi confronti, perché lei era un sottoposto senza grado e tu un tenente.

Mi ricordo con quanta testardaggine hai cercato di instaurare un rapporto con lei. Purtroppo Kuchiki era estremamente timida a quel tempo. E suo fratello poi… Come ti guardava, quando le stavi vicino e le parlavi in tono così confidenziale…

Ora Kuchiki è diventata più socievole. Da quando ha incontrato quel ragazzo, Kurosaki Ichigo, la sua vita ha preso una svolta. Sai che ti assomiglia parecchio? Siamo rimasti tutti sconcertati. Non parlo solo dell’aspetto poi. Anche il suo modo di fare, così spavaldo e sicuro…

Sono molto legati quei due. E sembra che ci sia qualcosa di più da entrambe la parti, ma temo che orgogliosi come sono, non l’ammetterebbero mai… Ah e poi Kuchiki ha anche un’amica ora. E’ una bella ragazza dai capelli castani, molto allegra. Oggi si allenano assieme. Sembrano andare davvero d’accordo… Sono felice che finalmente si sia aperta a qualcuno. Trovo che sia diventata anche più bella, da quando sorride di più. E anche molto più forte.” Feci un attimo di pausa, per riprendere fiato.

“Fra poco andrò ad osservare il loro allenamento, sono curioso di vederle in azione. Soprattutto Orihime-chan… ha dei poteri davvero insoliti, che non ho idea da cosa siano dovuti.”

Mi alzai in piedi e mi avviai verso il campo di fiori lì vicino per coglierne di nuovi. Erano piccoli e bianchi, dal profumo dolciastro. Il vento si stava alzando e dovetti ripararmi meglio. Tossii un’altra volta, più forte. Accidenti, non ci voleva in un momento come quello.

Tornai indietro e misi i fiori ai piedi delle tombe di Kaien e Miyako.

“Ecco qua, freschi freschi appena colti!” Giunsi nuovamente le mani e mi inchinai “Statemi bene, lassù.”

Quando mi voltai per andare verso il campo d’addestramento, mi sembrò quasi di sentire Kaien che mi ringraziava, con quella sua voce troppo alta e imperiosa, ma dal tono gentile.

Sorrisi. Anche io, da quando se n’era andato, lo facevo sempre più spesso.

“Sei contento, Kaien? Hai contagiato anche me.”

(xxx)

Nota dell'autrice:

Lo so, le one shot sono corte e blabla.... Ma adoro scriverle. Dirette ed incisive... O almeno spero lo siano XD

Questa è stata buttata giù in una calda mattina di agosto, e il risultato... Boh, decidete voi xD

La scelta di Ukitake come,diciamo, voce narrante, è stata alquanto sofferta. C'erano tanti modi per raccontare quelle cose, ma forse Kaien avrebbe preferito che fosse Ukitake a raccontargliele. Dico forse perchè su loro due in fin dei conti, sappiamo poco. Davvero poco. Il che mi porta ad immaginare come doveva essere il loro rapporto. Superiore e sottoposto, certo, ma sullo stesso livello. Erano amici. Ukitake era l'unico confidente di Kaien, da quando aveva lasciato la casa degli Shiba. Era la persona più vicina a lui. Secondo me non aveva questo rapporto nemmeno con Miyako. Nonostante fosse sua moglie.

Spero che possa piacervi, e scusate se scrivo queste note inutili xD Grazie per gli eventuali commenti e recensioni <3

Grazie a Frances che come sempre mi sostiene e mi sopporta <3

Grazie a Ri per avermi consigliato sul titolo xD

   
 
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