Libri > Fallen
Segui la storia  |       
Autore: luna_storta    30/07/2014    0 recensioni
Questa è una storia che riprende il fantastico Cameron Briel, dopo tutta la sua esperienza con Luce e Daniel, quando loro ormai sono solamente dei comuni mortali innamorati. Cam conoscerà per caso una ragazza che esercita su di lui un fascino particolare. Inizierà a viaggiare nel tempo e conosce una seconda ragazza, con cui nasce qualcosa in una Germania barocca. Ad un certo punto però, farà una scoperta che cambierà completamente il loro rapporto. Sarà la loro fine? Oppure semplicemente un nuovo inizio?
Quella sera, quando chiuse gli occhi, non sognò tenebre, ma vide dei capelli color grano volare secondo le decisioni del vento e due occhi verdi sorridere. Per lui.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Appena uscito dalla stanza inspirò a fondo e sorrise. Era vero? Tutto vero. Doveva solamente trovare Daniel o si sarebbe perso. Arrivò in giardino e lo vide. Era troppo felice per rovinargli il momento, ed era proprio per quella ragione che lui sarebbe andato. Gli si avvicinò cautamente e questi esclamò:
<< Cam! >> evidentemente arrabbiato. << Che cosa ci fai qui? >> . Come la sua compagna, anche lui era vestito di bianco.
Lucinda parve più sorpresa di lui: << Vi conoscete? Daniel, chi è? >>
<< Nessuno, nessuno. Solo una vecchia conoscenza. Mi assenterò solo un secondo, perdonatemi madame. >> disse dolcemente a Luce. Si avvicinò a gran passo a Cam e sibilò: << Dammi una buona ragione per non ucciderti. >>.
<< È’ buffo che proprio tu mi parli di morte, Daniel. Non sono di certo io la persona più prossima ad essa. >> iniziò a raccontargli le cose come stavano e la rabbia di Daniel parve placarsi sempre un po’a ogni parola che Cam pronunciava. Alla fine della spiegazione sospirò, seccato. << Devo proprio? >> domandò. << Temo proprio di sì... >> disse Cam guardando Lucinda. Daniel la guardò a sua volta; era bellissima nella sua semplicità; lei era sempre bella, anche nelle peggiori condizioni. Forse diceva così perché l’amava o forse perché era vero e basta.
Si avvicinò velocemente le sussurrò << Va tutto bene, tornerò. Te lo prometto. Tornerò presto. Tu aspettami. Il Signor Heinz ha deciso che le nostre vacanze sono finite qui, ma non temere Lucinda, ci ritroveremo nei campi. E’ una promessa. Ora va, e aspettami, come sempre. >> e le lasciò un tenero bacio sulla fronte. Lei lo guardò con occhi imploranti: voleva una spiegazione. Lui la capì al volo, come sempre, e le disse: << Vai, ti spiegherò tutto il prima possibile. Prima inizio, prima finisco. >>, lei ancora non capiva, ma capendo che non avrebbe ottenuto altro, si accontentò e andò a mettersi la benda che si era tolta per quei giorni. Intanto Daniel e Cam iniziarono a camminare e Daniel mostrò i campi a Cam. <<Sai Grigori…ho avuto parecchio a cui pensare mentre ti facevo da bàlia. Diventerai soffocante con il passare del tempo. >>
<< Perché mi chiami per cognome Cameron? Qui ci si chiama con il nome e possibilmente anche con il secondo. È più formale, Cam. >>
<< Abbiamo finito? Mi sto iniziando ad annoiare con le tue prediche. >> affermò con aria svogliata.
<< Non essere infantile. Nessuno ti obbliga a stare qui se non vuoi. >>
<< Bene, hai ragione. Portami alle mie stanze e se te lo chiedono, di’ che mi hai fatto vedere già tutto >> e questa fu l’ultima parola che Cameron rivolse a Daniel per quella giornata.
Sbatté immediatamente la porta che dava alle sue spalle e osservò la sua stanza. Orripilantemente insoddisfacente. Non gli piaceva, eppure lo ricordava, il 1600 ed era proprio così. Cosa allora glielo faceva amare così tanto? Cam non riusciva a ricordare, ma sapeva che la risposta era sepolta in qualche angolo remoto della sua memoria. Non aveva assolutamente nulla con sé se non i vestiti che indossava in quel momento. Si accasciò sul letto e attese.
<< Siete sveglio?! >> sentì chiedere da una voce dolce.
Era una ragazza, che non poteva avere più di 20’ anni. Cam però non voleva sentirselo dire e non ne seppe di alzarsi. La ragazza allora, stanca, con tutta la sua forza gli tirò un ceffone sul viso facendolo alzare di botto. Subito Cam assunse un’espressione furibonda e rabbiosa. La ricoprì dei peggiori insulti e minacce, ricordandole la sua autorità e ciò che con essa avrebbe potuto fare. Non appena ebbe finito, la ragazza tentò di giustificarsi mortificata: << M…Mi dispiace! Davvero! Io…io…non vi svegliavate! E siete in ritardo! Terribilmente in ritardo! >>
L’angelo avrebbe voluto dirgli che non stava realmente dormendo ma lasciò perdere. La ragazza, non notando una risposta da Cam non aggiunse altro. Appoggiò semplicemente la mano su quella del ragazzo. Il suo tocco fu dolce e delicato, per niente aggressivo o violento come invece si era aspettato. Subito nella sua mente si formarono una serie di immagini che lui non seppe spiegare. Vide un incendio provenire dal raccolto e una ragazza che correva disperatamente in soccorso di qualcuno, la visuale era sfuocata e lui non riusciva bene a capire chi fosse. Ben presto quell’immagine cambiò e a essa se ne sostituì un’altra: Arianne, il 21esimo secolo, una piazza affollata, lei che lo trascinava in giro, ma lui si vedeva chiaramente contrario. Dov’erano? Che cosa stava succedendo? Non riusciva a mettere fuoco nulla. L’immagine diventò lui in una stanza moderna, tanti banchi disposti a coppie e una persona davanti a lui di cui non riuscì a distinguere nemmeno il sesso perché l’immagine cambiò ancora una volta. Ancora, e ancora. Cam era confuso e spaventato, non sapeva dove fosse e nemmeno come potervi uscire. Cosa gli sarebbe successo? Qual era lo scopo di tutto ciò? Sentì il ragazzo che aveva lasciato nella stanza strizzare gli occhi già chiusi. Sentì mancarsi, si sentì svenire, ma non lo fece. Riaprì gli occhi e rivide la stanza che aveva lasciato. Era quello il termine più giusto, lasciare? O era stato rapito? Notò in quel momento che la ragazza aveva tolto la mano dalla sua e l’aveva appoggiata vicino alla sorella. Non sembrava essersi accorta di nulla, lui non poteva passare per pazzo chiedendole se anche lei avesse visto. Che cosa diamine era successo? Per un secondo non se ne rese conto, ma poi capì che quella era la prima volta in cui vedeva la ragazza perché fino a quel momento i suoi occhi l’avevano sempre osservata distrattamente e non poté fare a meno di sorridere.
<< Signore, permettendo >> iniziò ma fece una breve pausa per intuire se potesse proseguire o meno. Ne approfittò per schiarirsi la gola e continuò: << penso che voi abbiate venire al piano di sotto immediatamente. >> Cam ricordò le sue parole: siete in ritardo! Terribilmente in ritardo!, in ritardo per cosa?
<< In ritardo per cosa? >> domandò Cam con voce assente.
<< Per il pranzo! Il signor Heinz pretende puntualità assoluta, specialmente da un nuovo arrivato come voi. Lo ritiene un modo abbastanza efficace per capire la personalità delle persone. Non vorrete fare una brutta figura il primo giorno, vero? >> la ragazza sorrise dolcemente. Cam era perso, la sua testa era altrove. Forse ancora con quelle immagini, forse a pensare alle parole della ragazza o forse a fissare il vuoto e basta.
<< Come vi chiamate? >> domandò curioso.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fallen / Vai alla pagina dell'autore: luna_storta