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Autore: GabrielleWinchester    30/07/2014    6 recensioni
[Prequel della storia di Nythiel e Esthery] Il primo incontro non si scorda mai, a meno che a deciderlo non sia un demone angelo che è stato conquistato da te. In questo racconto si narra il primo incontro tra Esthery e Nythiel, un incontro ricco di seduzione e che si conclude con un ardente sguardo di passione, il quale può svanire con uno sbattere di ciglia.
Dal testo:
"E dirlo si era seduta a cavalcioni su di me, il suo sguardo su di me, uno sguardo semplice ma potente, uno sguardo che aveva il potere di perforare la mia anima e stregarla. Se mi avesse chiesto di conquistare il Paradiso, lo avrei fatto.
“Forse ho solo voglia di farmi scuotere dall’apatia”
“Ed io sarei la tua soluzione alla noia? Oh caro mio, io potrei essere l’apoteosi dei tuoi problemi” "
Buona lettura :-)
Genere: Erotico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Essenza di Paradiso e Graffio dell'Inferno'
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi "Ardente sguardo di passione", il quale racconta il primissimo incontro tra il nostro angelo del Saint Gabriel e la datrice del night club "Hell's Fire", un incontro ricco di seduzione e di fascino...Ma non vi anticipo nulla :-) Chiedo scusa se eventualmente questo racconto non fosse all'altezza dei precedenti, ho cercato di descrivere le scene con seduzione ma lasciando quel alone di mistero che non guasta mai e che ammalia :-) Nel testo trovate alcune strofe delle canzoni "I see fire" di Ed Sheeran e "Heart Attack" di Demi Lovato :-) Ringrazio tutti coloro che lo leggono e lo leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che mettono le mie storie nelle seguite/preferite/ricordate e da recensire, tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno nelle proprie autrici preferite :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

Ardente sguardo di passione

La mattinata si stava svolgendo pigramente all’interno del Saint Gabriel, c’erano pochi avventori seduti ai tavoli ed io mi stavo annoiando. Per essere il bar più in voga del Paradiso, oggi era un mortorio vivente. Mi appoggiai lungo il bancone, sospirando e desiderando un qualcosa che mi scuotesse dall’apatia che mi aveva preso. Osservai il mio riflesso allo specchio e sbadigliai. Esso rifletteva un Angelo delle Virtù, capelli castani tagliati corti, occhi dello stesso colore, leggera barbetta e un paio di ali bianche, le quali erano ammirate e invidiate da tutti. Servii pigramente un angelo appena arrivato, il quale non seppe dire altro che “Come mai avete la camicia rossa? Sembrate tanti baristi dell’Inferno”
Io sbuffai, rendendomi conto che aveva ragione. Quando Gabriel aveva aperto il bar, più o meno dopo la nascita della Terra, aveva deciso di rivoluzionare l’idea delle divise in Paradiso, scegliendo non un qualcosa che ricordasse il luogo celeste, ma un qualcosa che ricordasse l’Inferno, in modo tale da creare un ossimoro che confondesse gli altri angeli, anche se ci ricordava che dovevamo ricordarci del luogo dove eravamo nati. Quindi servire i demoni, ma ricordarsi di appartenere al Paradiso. Era un concetto abbastanza strano. Non potei neanche finire di bere un bicchiere d’acqua, che venni intercettato da un mio collega. Il quale arrivò da me a passo di marcia… maledizione! Non prometteva nulla di buono.
“Ma che accidenti fai? Vai in cucina a vedere la nuova sfornata di biscotti”
Io alzai gli occhi, indifferente al comando del mio collega. Non dovevo andare a vedere ogni cinque nanosecondi quei biscotti. C’era l’angelo pasticcerie a occuparsene!  Il mio collega non si schiodò di lì e con fare seccato mi battè le mani davanti alla faccia “Paradiso chiama Nythiel. Ma ci sei?”
“Vigile e attivo. Adesso vado a controllarli”
“Lo sai che sei impertinente?”
“Che fai Fresyel? Andrai da Gabriel e gli dirai che ti ho semplicemente detto che sono andato a controllare i biscotti e che non te l’ho detto con la vocina gentile? Scusami, ma oggi ho dimenticato la gentilezza a casa. Se vuoi, puoi passare a ritirarla”
Il mio collega scosse la testa, arrabbiato per la mia vena ironica, ma non volevo scusarmi. Aprii lo sportello del forno e controllai i biscotti al cioccolato. Erano pronti e con attenzione li tolsi, preparandomi a mettere un’altra teglia. Avevo appena finito di chiudere lo sportello che mi accorsi che il mio collega Jophiel era comparso. Aveva i capelli biondo cenere, lunghi fino al collo, occhi verde bosco e una passione per le cose proibite, diversamente da me, almeno era questo quello che credevo. Sventolava due biglietti nero pece ricoperti di fiamme.
“Forse io riesco a farti levare sta apatia” ridacchiò contento “Guarda qui”
Io sbuffai e poi la mia attenzione verté sui biglietti che il mio collega aveva. Erano i biglietti dell’inaugurazione dell’Hell’s Fire, il nuovo night club demoniaco, aperto dalla figlia di Lucifero in persona. Mi passai la mano sulla leggera barbetta, indeciso se prendere quei biglietti, poi scossi la testa “Devo finire il turno”.
“Nyt, ballerine sensuali e in più ballerà Esthery, la padrona del locale. Non puoi perderti questo spettacolo”
“Siamo angeli, non possiamo…”
“Divieti, divieti” esclamò arrabbiato e dopo abbassò la voce per non farsi sentire da Gabriel, il padrone del locale “Nythiel abbiamo bisogno di una scossa entrambi. E sappiamo che il Paradiso non ce lo potrà dare e sicuramente una volta all’Inferno, bè non ci farà andare davanti al Tribunale Celeste. Dai vieni”
Io guardai il mio collega, i suoi occhi verdi pieni di speranza e dopo annuì. Lui mi diede il cinque e dopo sparì, facendo finta di niente. Ricontrollai i biscotti e dopo uscii dalla cucina, con l’unico pensiero dell’Hell’s Fire. Magari mi avrebbe davvero fatto riscuotere dall’apatia che mi aveva preso.
                                                                                 *
“State andando al Hell’s Fire? State andando a farvi tentare dal diavolo?”
A parlare era stato il Serafino a guardia del Saint Gabriel, un angelo dai capelli neri e gli occhi viola, ligio al suo dovere e tremendamente fiero del fatto che era stato uno del gruppo di èlite “Buttiamo Lucifero all’Inferno e cancelliamo i suoi sbagli dal Paradiso". Non perdeva occasione per raccontarlo alle giovani angeli femmine, credendo che così sarebbe stato appetibile ai loro occhi, non rendendosi conto che si rendeva ridicolo ogni volta.
Anche perché Lucifero lo aveva preso a calci nel didietro. Solo che quel “piccolo” dettaglio se lo dimenticava di raccontare, per non offuscare la sua immagine.
“Perché non vieni con noi Metatriel? “ lo tentò Jophiel ironico “Almeno la smetti di fare il bacchettone”
“Io sono del Paradiso e non mi mescolo alla feccia di sotto” fu la risposta lapidaria del Serafino a guardia del bar “E neanche voi dovreste farlo”.
Ignorando completamente la minaccia di Metatriel, spalancai le ali ed evocai il portale che univa il Paradiso e l’Inferno, un portale di fiamme e piume d’angeli, la perfetta unione tra la passione ardente e la carezza gentile, tra l’ossessione e il rinsavimento. Insieme a Jophiel entrai nel portale e subito il potere seducente e distruttivo mi prese, lasciandomi senza fiato. Mi voltai a guardare il mio collega, totalmente a suo agio in tutto questo e gli chiesi “Non lo senti?”
“Il potere dell’Inferno?” domandò e dopo annuì “Lo sento, ma ci fai l’abitudine dopo un po’ di tempo “.
Dopo smise di parlare e durante tutto il viaggio fui preso dalla voglia di baciare gli spiriti del fuoco che albergavano all’interno del portale. Ninfe del bosco mi baciarono su tutto il corpo, stuzzicando la mia anima angelica, facendomi desiderare di prenderle selvaggiamente e fu con grande sforzo che non lo feci. Una ninfa passò il suo dito di fuoco sul mio labbro inferiore e ridacchiò, contenta che il mio corpo stesse reagendo, tuttavia si ritirò non appena mi avvicinai per ricambiarle. Quelle bastarde mi stavano provocando ed io non sapevo quanto potevo resistere.  Fu con sollievo che uscii dal portale. Jophiel ridacchiò della mia faccia stravolta “Meno male che porti i capelli corti Nythiel, altrimenti ce l’avresti ritti come un porcospino”
“Spiritoso!” esclamai seccato, scuotendo le ali “Come fai a sopportare tutto questo?”
“Il potere del denaro, del sesso incombente, della pigrizia, del sentirsi Dio?” mi domandò ed io annuì “Non lo sopporto, ma se fosse diverso, non sarebbe l’Inferno e un Inferno senza peccati, bè sarebbe come un Paradiso senza gentilezza e cortesia”.
Poi mi fece cenno di andare. La musica dell’Hell’s Fire si poteva sentire fin a dove eravamo noi. Camminammo, gli sguardi bramosi dei demoni su di noi, i quali non sapevano se essere curiosi o furibondi con noi. Una Succube mi passò accanto e mi sussurrò cose sconce all’orecchio. Feci finta di niente, ma lei non demorse e con malizia passò all’azione. Diedi fondo a tutto il mio autocontrollo e non le diedi soddisfazioni. Lei cercò disperatamente di farmi cedere, diede fondo a tutti i suoi trucchetti e dopo borbottò maledizioni tra i denti, tra cui morire soffocato nel mio stesso sangue.
“Amico, sei riuscito a resistere a Ecate, la figlia di Lilith” fischiò Jophiel ammirato “Nessuno c’era riuscito”.
Annuì e dopo guardai davanti a me. Ero venuto a vedere lo spettacolo, non a farmi abbindolare da un mostro infernale che avrebbe fatto carte false pur di uccidermi e bere la mia anima virtuosa.
Arrivammo all’Hell’s Fire e ci accorgemmo che c’era la fila per entrare. Non solo demoni di ogni ordine e nefandezze possibili, da quelli che facevano uccidere le persone a quelli che li facevano impazzire, ma anche angeli in cerca di emozioni forti. Non appena mi videro, borbottarono imbarazzati scuse a dir poco sciocche “Lo sto facendo per vedere le abitudini dell’Inferno”, ma nessuno ammise che erano venuti per vedere le ballerine sensuali del locale. L’Hell’s Fire era un locale fatto di anime umane e ossa di demone, con un’insegna di fuoco nero e due angeli neri che si combattevano con due lance nere. Un demone nerboruto dalle corna di Capricorno stava staccando i biglietti e sghignazzò quando vide Jophiel, “Sei stato di parola”.
“Perché non pensavi che lo facessi?” domandò Jophiel ridacchiando “Ho portato un amico ad assistere allo spettacolo”.
“Un angelo delle Virtù?” borbottò il demone divertito, togliendo il cordone di sicurezza “Non è mai troppo tardi per cadere nel peccato o almeno smettere per un po’ di essere seri e assennati. Buono spettacolo”
Corrugai la fronte e dopo entrammo. Era un locale di classe, nonostante ci fossero alcune ballerine che ballavano sopra rocce appuntite, altre ballavano su un filo di fuoco, tutte erano inebriante dal piacere e non facevano caso al dolore che provavano.  Vidi il deejay passare il successo di Britney Spears “Work B**ch” e al ritornello le ballerine caddero a terra con violenza, un urto che avrebbe distrutto le ossa di un umano, ma che loro consideravano normale.  Il piacere mescolato alla violenza. Poi il filo di fuoco le trascinava nel vuoto e ricominciarono a ballare.
“Io me ne ritorno sopra” annunciai deciso.
“L’Inferno è fatto così” mi rispose Jophiel scuotendo le spalle “Poi non vorrai perderti Esthery. Te lo rimproverai per il resto della tua vita”
Stavo dicendo qualcosa a Jophiel, quando la mia attenzione fu distratta da un qualcosa di inaspettato. Lungo una pedana si stavano formando volute di fumo nero e fiamme dell’Inferno e comparve la padrona di casa, una demone dai capelli ricci, le corna da ariete e la coda da gatto nero. Forse stavo sbagliando, ma ebbi l’impressione che mi stava spogliando con gli occhi. Sorrise nella mia direzione, un sorriso in cui mi sarei perso ogni giorno della mia vita.
Mentre le sue gambe tornite erano fasciate con volute di tenebra, la parte di sopra non aveva niente, ma non era imbarazzata ad avere il seno al vento. Mi sorrise tentatrice e dopo incominciò il discorso d’inaugurazione.
“Benvenuti demoni e angeli in cerca di un modo per fuggire e farvi tentare. Benvenuti all’Hell’s Fire, laddove il piacere è di casa. Siccome il Saint Gabriel ci ha rubato le fiamme, noi ruberemo il cielo”
Alzò la mano e spaccò il tetto con un’ondata di fuoco infernale, il potere di suo padre che scorreva nelle sue vene. Pezzi di cielo del Paradiso caddero verso di lei e accarezzarono la sua pelle, creando un top che si modellò sui suoi seni, come una seconda pelle. Spalancò le sue ali nere e fece un inchino.
Risate sguaiate accompagnarono l’introduzione di Esthery e dopo cominciò lo spettacolo. Fece materializzare una corda di fuoco nero e se la passò lungo la vita e fu sollevata da terra, dando modo di mostrare la sua bravura. A circa tredici metri da terra portò la gamba destra vicino al collo e fece una piroetta, tenuta soltanto da una striscia di fuoco nero che le circondava la vita. Poi ritornò alla sua posizione iniziale e assicurò la corda intorno alle spalle e alle ascelle e con delicatezza scese con il busto e dopo sollevò le gambe fino al farle mettere in direzione verticale. Qualcuno le lanciò una palla di fuoco infernale e lei con naturalezza fletté le gambe per giocarci, la testa rivolta verso il pubblico e verso me.
La canzone che faceva da colonna alla coreografia era “Heart Attack” di Demi Lovato e mi colpì la parte in cui si diceva:
You make me bloooooow
But I cover up, won’t let it show
So I’m putting my defenses up
Cause I don’t wanna fall in love
If I ever did that, I think I’d have a heart attack
I think I’d have a heart attack
I think I’d have a heart attack.

La voce della cantante si mescolò alla sua, creando un miscuglio esotico e seducente. Un messaggio che capì essere rivolto a me, il suo sole accecante, dal quale essere attratti e fuggire via. Perché una cosa bella fa male.
“Brava, non è vero?”
A dirmelo fu un demone dalle corna ricurve, il quale sghignazzò “Se ne vede di tutti colori ai giorni nostri”
Io non gli risposi, rapito dalla sensualità della padrona. Lei se ne accorse che la stavo guardando e una volta scesa dalla corda di fuoco, con passo deciso e sensuale si avvicinò “ Ciao angioletto”.
Io sobbalzai nel trovarla di fronte a me, sorridente e accattivante “Che cosa succede? Hai perso il dono della parola?”
Non potevo dirle che stavo ammirando la sua divisa, la quale metteva in rilievo le sue curve e la sua pancia piatta. Mi schiarì la voce e la salutai.
“Ciao”
Lei mi accarezzò il viso e scosse la testa divertita, indovinando il mio rango “Un angelo delle Virtù al Hell’s Fire? Allora è vero che il Paradiso non ha più attrattiva”
“Mi chiamo…”
“Ssh” mi mise un dito sulle labbra “Non disturbiamo la notte con preoccupazioni senza alcun senso. Per quale motivo sei venuto nel mio locale?”
E dirlo si era seduta a cavalcioni su di me, il suo sguardo su di me, uno sguardo semplice ma potente, uno sguardo che aveva il potere di perforare la mia anima e stregarla. Se mi avesse chiesto di conquistare il Paradiso, lo avrei fatto.
“Forse ho solo voglia di farmi scuotere dall’apatia”.
“Ed io sarei la tua soluzione alla noia? Oh caro mio, io potrei essere l’apoteosi dei tuoi problemi”
Poi senza preavviso mi baciò sulla bocca e fu subito come se qualcuno mi avesse immerso nell’olio bollente. Le passai le mani intorno ai suoi capelli ricci e ricambiai il suo bacio con una foga non da me. Jophiel cercò di dirmi qualcosa ma non lo sentii. Dopo si staccò da me e mi invitò a ballare lungo la pedana “Non sarai una persona timida”
“Non mi conosci. Posso essere cattivo”
“Tu non sai cosa sia la cattiveria” mi sussurrò vogliosa all’orecchio “Ma fammi vedere”.
Cominciammo a improvvisare alcuni passi di tango, i nostri corpi vicini e le feci fare il cascè, unendo le sue ali con le mie in un vortice di piume nere e bianche. Dalle mie ali partì un fuoco, il fuoco con cui purificavo le anime dopo la morte, un fuoco dannoso per i demoni, le fiamme che circondavano le sue ali nere. Lei non fece una piega e senza preavviso mi fece uno sgambetto, facendomi cadere di schiena. Con un balzo ritornai in piedi e dopo la sollevai e con il piede destro mi accarezzò la mia gamba, stuzzicandomi.
“Perché ti fermi prima? Hai gli scrupoli?”
“Sono io il demone, non tu. Ho voglia di giocare un po’ con chi colpisce”
In quel mentre passò un cameriere e lei prese dal vassoio un bicchiere con fuoco nero e piume nere e spiegò “Frullato infernale. Sai cosa significa?”
“Scappatella”
“Sai il doppio significato del frullato? Ammirevole”
Dopo lo bevve, guardandomi negli occhi. La fermai prima che finisse e ruppi il bicchiere, baciandola di nuovo. Lei non si fece cogliere impreparata e mentre il deejay metteva la canzone di Ed Sheeran “I see fire”, lei scese a darmi piccoli bacetti lungo il petto, la camicia sbottonata, incurante che il pubblico ci stesse guardando, alcuni curiosi e altri furibondi. In quei momenti esistevamo solo noi, il nostro corteggiamento strano, la nostra discendenza che ci rendeva nemici.
Now I see fire
Inside the mountains
I see fire
Burning the trees
And I see fire
Hollowing souls
And I see fire
Blood in the breeze
And I hope that you remember me.

Quel fuoco che raccontava la canzone, era lo stesso fuoco che io provavo quando la baciavo. Altro che angeli, era lei la mia scossa, la mia voglia di fuggire da una vita che non mi soddisfaceva. Non mi importava se mi avesse fatto cadere prima o poi, la caduta sarebbe stata sublime e deliziosamente peccaminosa con lei. Poi mi diede una carezza delicata lunga la guancia, lasciandomi una riga di sangue e mi sussurrò “Per adesso accontentati angioletto di un mio ardente sguardo di passione. Appena ritornerai in Paradiso ti dimenticherai di me e sarà come se ci fossimo visti la prima volta”
“Perché?” domandai io stupefatto “Perché dovrei dimenticarti?”
Lei rise e non mi rispose. Mi baciò di nuovo e un torpore mi percorse lungo tutto il corpo, facendomi cadere a terra, senza forze. S’inginocchiò vicino al mio orecchio destro e sussurrò “Perché tu mi piaci e non mi piace avere le cose già pronte. Voglio conquistarmele”
Dopo svenni, nel labbro il sapore del suo bacio e  negli occhi il suo ardente sguardo di passione. 


 
  
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