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Autore: Mave    30/07/2014    1 recensioni
Era la terza figlia di Nicola II, ultimo zar di Russia. Bellissima e dolce, quasi angelica, da figlia indesiderata si ritroverà ad essere una donna coraggiosa nei tumulti della Rivoluzione.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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La mattina del 16 luglio 1918 il sole era sorto per essere testimone di una giornata come un'altra: c'era vento e faceva caldo ad Ekaterinburg.

Nel pomeriggio la zarina rimase in casa assieme a Tatiana pregandola di leggere per lei alcuni passi della Bibbia. Nicola prese con sé Olga, Maria e Anastasia per la consueta passeggiata in giardino.

Lo zar e le figlie si ritrovarono ad osservare l'alacre andirivieni di alcune formichine che procedevano in processione.

"Come sono indaffarate! Si stanno preparando per l'inverno!"

Aveva osservato Maria, chinandosi per guardarle meglio.

"Avranno un gran da fare! Chissà quante cose dovranno mettere da parte nella loro dispensa: lo sanno bene quanto è lungo e rigido l'inverno russo. Almeno non sono pigre come te, Mashka!"

Obiettò Anastasia, ritrovando un po' dell'antica impertinenza nei suoi modi, fattisi più maturi. La sorella le destinò una linguaccia.

"Chissà come sarà il prossimo inverno in Russia! Chissà se lo vedremo!"

Rifletté a voce alta Olga con la sua vena malinconica. Nicola si sentì pungere la schiena da tante piccole, invisibili, punture d'ago: gli sembrava quasi che la sua primogenita non alludesse affatto ad un possibile esilio ma a una fine più tragica per tutti loro.


**** ***

Quella sera, dopo cena, mentre la famiglia stava giocando a carte fu spiazzata dalla notizia che Leonid, lo sguattero e compagni di giochi di Alessio, avrebbe dovuto lasciare Ekaterinburg.

Uno zio malato aveva chiesto di lui!

Quella spiegazione data a precipizio insospettì i Romanov. Alessio fu il più contrariato e dispiaciuto nel veder andar via l'unico amico che avesse trovato tra gli Urali.

Tatiana e il Dottor Botkin andarono nell'ufficio di Yurovski per chiedere che il ragazzo potesse tornare.

"Leonid tornerà presto!"

Li ingannò e li persuase il comandante. Tutti furono sollevati alla notizia che Leonid, l'unico che era riuscito a far divertire Alessio durante le lunghe ore di prigionia, presto sarebbe tornato con loro. Con questo pensiero andarono a dormire.

*** ****

Fu un movimento brusco a svegliare Maria. Era buio pesto e Anastasia si era girata di scatto, finendole quasi addosso. Le due sorelle si accorsero che Olga e Tatiana si stavano già rivestendo.

"Papà dice di fare in fretta! Ci sono disordini in città e vogliono trasferirci...Per la nostra sicurezza, dicono!"

Spiegò Tatiana alle sorelle minori, mentre aiutava Olga ad abbottonare il suo corpino.

Sapevano che quello avrebbe potuto significare che presto, molto presto, sarebbero potuti essere liberi.

Con una strana euforia e un certo nervosismo addosso, le mani di Maria tremarono mentre stringevano i lacci del busto di Anastasia.

Erano bustini speciali ed era difficile portarli con una certa disinvoltura senza dare nell'occhio: dentro le ragazze avevano cucito i loro gioielli, le pietre preziose e i diamanti di cui non volevano essere defraudate.

"Li nasconderemo e li porteremo sempre addosso! Questo è l'unico modo per non farceli rubare!"

Aveva detto Alessandra alle figlie. Olga, Tatiana e Anastasia si erano occupate di quell'incombente compito quando erano rimaste indietro a Tobolsk: la madre si riferiva ai preziosi con il nome in codice di medicine.

Sul ballatoio del secondo piano, Nicola attendeva le figlie con Alessio in braccio: il ragazzino non poteva camminare da solo.

Le granduchesse rivolsero al genitore un sorriso sghembo, poi lui strinse a sé Maria e Olga, che gli erano più vicine e fece una carezza ad Anastasia e a Tatiana.

Le ragazze e Anna Demidova presero borse, cuscini e quant'altro sarebbe stato utile a rendere confortevole un probabile viaggio per Alessandra e Alessio. Anastasia portava in braccio Jimmy, il suo amato cane.

Quando sul pianerottolo notarono le teste imbalsamate di un'orsa e dei suoi cuccioli, Maria e Tatiana si fermarono e abbassarono la testa in una sorta di gesto di rispetto per quegli esseri viventi uccisi.

"Beh presto usciremo da questo posto!"

Nicola si rivolse ai familiari e alla poca servitù fedele con caustica esultanza.

"Da questa parte! Prima di metterci in viaggio dobbiamo scattarvi una foto!"

Li guidò Yurovski, facendo menzione alla sua precedente esperienza di fotografo. Probabilmente era solo una formalità, un modo per far sapere al nemico che lo zar e la famiglia imperiale stavano bene

Furono condotti in uno scantinato.

"Come? Non c'è nemmeno una sedia su cui sedersi?"

Chiese contrariata Alessandra. Yurovski fece portare, prontamente, tre sedie: su due presero posto gli zar, sull'altra lo zarevic.

Gli ultimi troni degli zar di Russia.

Le ragazze, il dottor Botkin, Anna Demidova, Maria e le sue sorelle si sistemarono dietro, in piedi.

Yurovski, con calcolata freddezza, dava loro disposizioni su come mettersi affinché la foto uscisse bene.

Poi uscì fuori. I prigionieri restarono in attesa mezz'ora: trenta minuti in cui si dissero ben poco anche se Alessandra violò la regola dei soldati, che avevano imposto loro di parlare espressamente in russo, e si rivolse alle figlie in inglese.

Quando sentirono i passi, che ritornavano, farsi sempre più concitati, il cuore balzò in gola ai prigionieri.

Erano le prime ore del 17 luglio.

Anastasia cercò la mano della sorella e la strinse forte. Poi i suoi occhi azzurri incontrarono quelli sgranati e ancora più profondi di Mashka.

I piattini di Marija.

Mentre la porta si spalancava Maria riuscì a regalare un sorriso ad Anastasia. L'ultimo sorriso.

L'ultimo sorriso di Mashka, l'ultimo angelo di Russia.

***** ***

Ringrazio quanti hanno seguito questa storia. Chi ha avuto la pazienza di recensirla, chi l'ha menzionata tra le preferite, seguite e ricordate...Chi non ha perso la voglia di leggere nonostante i miei lunghi ritardi.

A presto!

   
 
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