Eccolo lì. Tom Becker. Se ne sta su quelle scale a palleggiare con uno stupido sorriso dipinto sul volto. Dei tizi alle sue spalle che lo incoraggiano. Manco fosse una star. Non lo avevo mai visto di persona, se non tramite le fotografie mostratemi da mia sorella Monique. Mi sono sentito come tradito quando ho scoperto che stava assieme a quel giapponese. Tradito perché tra me e lei non ci erano mai stati segreti. Io ero un libro aperto per lei e viceversa. Lei metteva me al primo posto e viceversa. Per quanti corteggiatori potesse avere,nessuno di loro era in grado di superare il suo Pierre Le Blanc, il calciatore di fama nazionale. Promessa del calcio francese. Fino a quando non è arrivato lui,Tom. Avevo capito subito che c’era qualcosa che non andava in Monique. A cominciare dal fatto che non mi dicesse dove si recava quando usciva. O chi era a darle tutti quei regali quando, la sera, rientrava a casa con i cosiddetti ”occhi a cuoricino”. Per non parlare dei mazzi di fiori che le arrivavano, senza mostrarmi il biglietto su cui c’era scritto il nome. Lei lo leggeva,faceva un sorriso, arrossiva e poi portava con sé i fiori in camera. Tutto questo senza degnarsi di confidarsi con me, il suo unico uomo, la sua ancora di salvezza, il suo”principe”. Ammetto che la cosa possa essere ambigua. Fin da bambino ho sempre pensato che se non fossimo stati fratelli, sarebbe stata la donna della mia vita. Addirittura volle scegliermi il cavallo adatto,un fantastico esemplare bianco, femmina, chiamata”Princesse”. Così sarei stato il suo principe a tutti gli effetti. Non credo che al mondo esista un rapporto più morboso del nostro. Almeno così era prima che il nipponico mettesse piede a Parigi. Avevo sentito parlare di questo Becker. Si era dato molto da fare nella squadra in cui giocava, tanto che il suo nome era arrivato alle orecchie della mia. Immaginavo di incontrarlo prima o poi, ma sul campo. Non qui,a cercarlo come uno stalker, dopo aver saputo della sua relazione con Monique. Sia io che lei abbiamo sempre suscitato interesse e invidia nelle persone, persino nei miei compagni di squadra. A quanto pare devono sapere molto di lei visto che uno di loro, in spogliatoio l’altro giorno, mi si avvicinò dicendomi della cosa. Inutile descrivere la mia faccia in quel momento. Ma ad allenamenti finiti, corsi nella nostra maestosa villa e, senza salutare nessuno, mi diressi direttamente in camera sua. Quando entrai sbattendo la porta la feci sobbalzare e voltandosi, mi guardò confusa. Aveva in mano delle fotografie che, probabilmente, aveva appena fatto stampare. Muto mi avvicinai e le strappai le foto da mano. Ed eccolo. Il volto di colui che ha preso senza permesso la mia indifesa ed angelica sorella.
 
Lei arrossì e balbettando disse -Posso spiegarti,principe-
 
Ero furibondo. Cosa c’era da spiegare e come?
 
”Scusami principe,mi sono innamorata di un ragazzo che molto probabilmente sarà tuo avversario al campionato?Ah mi raccomando,non giocare duro con lui”.
 
Ci starebbe un’affermazione del genere da parte sua. D’altronde la mia Monique è così dolce. Del tutto contraria alla violenza. Se non fosse per me non amerebbe nemmeno il calcio. Io le ho insegnato a giocarci da piccoli, io l’ho fatta appassionare a questo sport. La mia ammiratrice più accanita, la mia fan numero uno. E ora ci sta pensando il tuo Tom a tutto questo? E’ davvero in grado di superarmi se sei arrivata al punto tale da non dirmi nulla? E’ per questo che sono qui. Per rispondere a tutte le mie domande. Per constatare di persona chi è realmente questo Tom Becker, la sorpresa giapponese del campionato. E per fare ciò stamattina sono uscito prima che ti svegliassi,a cercarlo tra le strade più frequentate da costui,secondo le fonti da me consultate. Gli corro contro impossessandomi della palla, lui perde l’equilibrio e cade,reggendosi a malapena su una scala.
 
- Hey - esclama sorpreso e allo stesso tempo irritato -Sei forse impazzito? -
 
Non gli dico nulla,lo fisso come per sfidarlo con gli occhi.I tizi alle mie spalle restano a bocca aperta,riconoscendomi
 
-Ma è Pierre Le Blanc!-afferma uno di loro.
 
Mi viene quasi da sorridere.Comincio a palleggiare e dopo che il “ruba-sorelle” si rialza,la smetto,guardandolo di nuovo in faccia.Saprà chi sono,o Monique ha fatto scena muta anche con lui?
 
- Ho sentito parlare di te,Tom Becker- dico.
 
Lui non ribatte,come se sapesse che non avevo finito
 
- Sono qui per sfidarti.Voglio proprio vedere se sei forte come dicono-
 
Lo conduco in un parco lì vicino,seguiti dai due tizi incuriositi dalla nostra sfida.Senza dire nulla,gli passo la palla,lui comincia a palleggiare e io mi scaglio subito contro di lui.Riesce a difendersi.Non male per un giapponese.Dopo qualche minuto di contesa,la palla fa un salto in aria
 
-Vediamo chi di noi due salta più in alto!- dico quasi urlando.
 
Lui annuisce.Entrambi saltiamo.Potrei dire che siamo sullo stesso piano,quando la palla viene coperta da una maglia azzurra.Stupiti atterriamo e ci giriamo nel punto in cui la maglia è stata lanciata.C’è un uomo coi capelli lunghi e un paio di occhiali da sole.Afferma di essere qui per Tom e che quella è la sua maglia per la squadra della nazionale giapponese.E così,lui si schiererà contro la Francia.Contro me.Contro Monique.
 
- Bene - dico interrompendo la conversazione di Tom con quell’uomo -ci rivedremo sul campo.La sfida non finisce qui-
 
Gli sorrido,un po’ per educazione e un po’ per ironia.Lui fa altrettanto,ma non mi dice nulla.
 
Tornato a casa,mia sorella mi segue come un cagnolino,ansiosa.Non so se ha saputo del mio incontro col suo Tom.O l’avra’ avvisata quest’ultimo o qualcuno che sapeva le mie intenzioni.
 
- Principe -mi dice quasi supplicando - che hai fatto? -
 
Sorrido e continuo a camminare nell’immenso corridoio che porta alla mia camera.Non le rispondo.
 
-“Pierre!”- esclama con voce alta,quasi stizzita.
 
A quel punto mi fermo e mi volto verso di lei.La mia sorellina potrebbe affascinare chiunque anche in tenuta da casa.Bastano il suo viso angelico,la pelle bianca come porcellana,la chioma bionda e i suoi occhi verdi lucenti.Come i miei.
 
-Ma chérie- dico -perché tanta agitazione?-
 
Sospira.Rivolge il suo sguardo al pavimento,poi torna a guardare me.
-“Sei andato a cercare Tom,vero?L’hai trovato?”-chiede.
 
Annuisco.
 
- Gli hai detto qualcosa? - chiede ancora.
 
- No- rispondo - l’ho solo sfidato-
Mi guarda con occhi sgranati esprimendo,in tal modo,la sua preoccupazione
 
- Stai tranquilla- aggiungo - non è successo niente di grave-
 
Si passa una mano tra i capelli sbuffando,mentre l’altra l’appoggia sul fianco sinistro.Non aggiungo nulla,le do le spalle e ricomincio a camminare.Entro in camera mia e sono sul punto di chiudere la porta,quando la sua mano,piccola e delicata,la blocca.
 
- Cosa credevi di fare?- mi chiede
 
Faccio spallucce -Vedere di persona chi aveva rubato il cuore della mia sorellina,chérie-
 
Sbuffa di nuovo.La cosa deve averla seccata parecchio.
 
-“Non potevi semplicemente aspettare?”-
 
Alzo un sopracciglio e la guardo turbato
 
- Aspettare cosa?- chiedo.
 
- Che fossi pronta a dirti di lui,Pierre!E’ la prima volta che mi trovo in una situazione del genere,non potevi darmi tempo?Non significa che se non ti dico nulla di me e lui ti escluda!Io…- e si interrompe per un singhiozzo.
 
Rivolge di nuovo lo sguardo a terra,si morde il labbro inferiore,e sembra che sia sul punto di piangere.Riapro completamente la porta e mi avvicino a lei.Le poggio la mia mano sulla sua guancia liscissima,togliendole dal viso la lacrima che era scesa.Mi guarda negli occhi.
 
- Oh ma chérie- le dico con un sussurro -sono solo preoccupato per te.Hai mai pensato che questo Tom avesse secondi fini nei tuoi riguardi?- chiedo.
 
Un’altra lacrima le scende sul volto -No principe- dice -lui è diverso.Non è come tutti gli altri.Non sono una stupida- .
 
Le tolgo la mano dal viso
 
- Ma io non ho mai detto che sei stupida- ribatto -semplicemente potrebbe prendersi gioco di te,può succedere sai-.
 
Si asciuga le lacrime con la manica della vestaglia che indossa. -Non succederà- dice con un filo di voce -non con lui-
 
Sospiro.Cocciuta ed innamorata.
 
- Quando lo vedi allora- dico - chiedigli se è emozionato per il mondiale-
 
Mi guarda con uno sguardo interrogativo.
 
- Sai,è entrato nella nazionale giapponese,e giocherà contro me- .
 
Rimane a bocca aperta,quasi incredula.
 
- Ora scusami ma devo prepararmi per gli allenamenti-
 
Chiudo piano la porta e la sua figura piccola e snella scompare dalla mia vista.Comincio a preparare il borsone.E’ rimasta senza parole.Forse non si sarebbe mai aspettata che il suo Tom avrebbe sfidato il suo principe.Per chi farai il tifo Monique?Cosa farai se andrà via?Se tornerà in patria?Oh lo so io.Ti si spezzerà il cuore.Soffrirai e correrai da me a piangere sulla mia spalla.Ma se non ci sarò io,chi ci sarà?In fondo sono il tuo principe sul cavallo bianco,che ti salverà.




*Per chi ha letto questo piccolo racconto,spero vi sia piaciuto.Ho voluto descrivere come mi sono sempre immaginata il soggiorno a Parigi del nostro"amico"Tom per quanto riguarda il campo sentimentale.Aspetto vostri commenti,positivi o negativi.Baci.*