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Autore: oggisonoio    31/07/2014    1 recensioni
Deborah, cantante dalla voce a dir poco straordinaria vince la tredicesima edizione di ''Amici''. Ma cosa succede dopo?
Nonostante i continui dolori che ha subito nella sua vita, le ingiustizie che ha sopportato, finalmente è riuscita a diventare ciò che ha sempre voluto essere.
Una ragazza, una strana vita da affrontare un incontro che le cambierà la vita. Dopo alcuni mesi dalla sua vittoria, rincontrerà casualmente il suo professore di canto: Carlo.
La vita è fatta di incontri e di scontri, di gioie e dolori, di amici e nemici, ma sopratutto di amore. Riuscirà a trovarlo?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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POV DEBORAH
 
 
Sono le due e mezzo del pomeriggio. Però. Anche qui a Roma il clima è proprio strano: è Agosto eppure fuori sembra autunno. Piove e fa freddo.
Devo ammettere che mi manca la Sicilia: da quando ho vinto ''Amici'' sono tornata solo per un paio di settimane a casa, e poi son dovuta ripartire immediatamente. Prima
Tutti gli incontri con i fan, poi i concerti, e adesso sto lavorando al nuovo disco.
Sono seduta sul letto della mia camera d'albergo: la poca luce che entra dalla finestra è sufficiente. E' piccola ma comoda come stanza: è comunque una delle suite migliori dell'albergo. - Meglio che comincio a prepararmi. - dico tra me e me. Alle quattro devo stare all'aeroporto, e verso le 8 di stasera riuscirò ad arrivare a Milano, se tutto va bene. La mia etichetta discografica deve avere le ultime conferme per il nuovo disco: e di certo non posso risolvere tutto con una semplice e-mail. Sento dei forti rumori provenire dalla finestra. Mi alzo, mi avvicino, tiro la tenda, e vedo che sta grandinando: diamine non ci voleva!
Speriamo che smetta, non voglio avere problemi con il mio volo!
Vado in bagno, per farmi una doccia calda: che strano, ad Agosto una doccia calda. Mi tolgo i vestiti, ed entro in doccia. Apro l'acqua: sento che lentamente scivola sulla mia schiena, e mi lascia un brivido. Il profumo del bagnoschiuma, e l'atmosfera mi rilassano.
Dopo il concerto di ieri sera trovare un momento di tranquillità è molto utile. Chiudo gli occhi e lascio andare i pensieri: come sono cresciuta in questi pochi mesi.
Da quando Amici è finito, la mia vita è cambiata: non solo dal punto di vista economico, ma anche in generale.
I miei genitori non hanno più problemi, mia sorella lavora tranquillamente in Germania, io ho una vita felice. Anche se ho tanti impegni, sono contenta: finalmente ho realizzato il mio sogno. A volte ripenso a qualche mese fa: a quanto quello studio mi sembrava grande, a quanto io ero piccola in confronto ai problemi, le persone.
Non ringrazierò mai abbastanza i miei professori, perché senza di loro adesso non sarei qui. I miei compagni, vivere nella stessa casa condividere le stesse cose. Ammetto che quell'ambiente un po' mi manca.
Da quando ho messo piedi di fuori la scuola, anche la gente ha cambiato idea nei miei confronti: prima ero solo una ragazza che lavorava, adesso sono Deborah, quella che ha vinto Amici. C'è gente che prima mi odiava, e adesso mi ama alla follia. Persone che mi ignoravano, che ora mi cercano disperatamente.
Anche il mio rapporto con Danilo è cambiato: dopo il programma lui è diventato un altro. Letteralmente.
Non mi vedeva più come Deborah. Per lui ero diventata solo un attrezzo: mi usava solo per la mia fama. Mi portava alle feste solo per dare visibilità a se stesso, mi chiamava unicamente per farmi incontrare qualche suo ‘’amico’’ che ha sempre seguito amici, e cose simili. Si vantava di quanto il nostro amore fosse forte, quando invece sapevamo benissimo che il nostro rapporto era finito già da un pezzo. Così una mattina ho deciso di lasciarlo: si è disperato per i primi due, tre minuti.
Poi è tornato alla sua vita di sempre. Non gli importava di me, ma del mio successo. Avrei dovuto immaginarlo che sarebbe diventato così: infondo non è mai stato realmente innamorato. Lo posso capire, quando ci siamo fidanzati, avevamo dodici anni io e quattordici lui: eravamo ancora ingenui, non sapevamo cos'era l'amore.
Ora che ne ho ventitré le cose sono cambiate. Io sono cambiata. E non potevo perder tempo con lui.
Mi è dispiaciuto: lui è stato il mio primo amore, con lui c'è stato il primo bacio, la prima volta, le prime vacanze insieme da ''grandi''.
Ripensandoci avrei dovuto lasciarlo anni fa: non siamo mai stati realmente innamorati l'uno dell'altra. Forse solo ora mi rendo conto di quanto tempo ho sprecato.
Chiudo l'acqua, e chiudo anche i miei pensieri. Devo solo concentrarmi a firmare quest'altro contratto con la mia casa discografica: e da domani comincerà una nuova avventura.
Apro la porticina della doccia, prendo l'asciugamano, ne scelgo uno più piccolino da mettere attorno ai capelli.
Velocemente mi asciugo: sono molto freddolosa. Mi asciugo anche i capelli, me li piastro frettolosamente.
Sono ancora mezza nuda, quando il mio telefono squilla, lo prendo. ''Lorenzo'', il mio manager.
- Hey Lollo!-
- Ciao Deborah! Come va? Dormito bene? -.
- Si si, perfettamente! -.
- Mi fa piacere. Senti c'è stato un problema: mi sono ricordato ora che devo finire di incontrare un produttore per un disco importante. Non che tu non lo sia, ma posso farlo solo oggi, perché il responsabile domani parte per Londra... è un'occasione importante, e non posso lasciarmela scappare!-.
- Ah... non ti preoccupare! Chiamerò un taxi, e ti aspetterò al check-in... -.
- No Debby, non hai capito: non posso proprio venire con te! Volerai da sola!- dice con aria dispiaciuta.
- ... ah.-
- Mi dispiace! So che ce la farai lo stesso! Appena arrivi a Milano c'è un mio amico che ti aspetta, andrai con lui!-.
- Stai tranquillo Lo, tutto sotto controllo!-
- Grazie mille! Sei fantastica! Baci!- e attacca.
Diamine. Io non so neanche se c'è il fuso orario a Milano! Dover affrontare un viaggio così da sola ... non ci voleva! Mi sdraio sul letto, fissando il soffitto.
Speriamo che vada tutto bene: non voglio creare casini! Sono felice per Lorenzo, ma così, senza nessun avvertimento!
Prendo il telefono, guardo l'ora: le tre e mezzo! Oh cavolo devo sbrigarmi, altrimenti non ci arrivo proprio a Milano! Infilo i jeans chiari, una maglietta a mezze maniche bianca con alcune stampe di fiori.
Chiamo velocemente un taxi, sperando che arrivi in tempo.
Di corsa prendo la mia valigia, già pronta accanto alla porta. Prendo alla rinfusa il telefono, le sigarette e l'accendino dal letto e le metto nella borsa. Prendo gli occhiali da sole, la camicia di jeans, indosso tutto molto velocemente. Prendo la chiave, apro la porta: mi giro un'ultima volta per vedere se non ho lasciato niente. Bene, ho tutto.
Chiudo, sbattendo la porta, e mi precipito in ascensore. Diamine, ma quanto ci mette a fare tre piani? Arrivo, consegno le chiavi alla signora nella hall, le lascio l’assegno dell’affitto della stanza e corro di fuori.
Il diluvio universale: c'è ancora la grandine ed io non ho neanche un ombrello! Ecco cosa mi ero dimenticata in albergo! Ma adesso non ho tempo di risalire! Menomale che il taxi è qui sotto. Faccio una corsa, l'autista scende e mi prende le valigie. Mi fiondo nel taxi: finalmente.
- Buonasera signorina, dove la porto?- dice con dolcezza.
- All'aeroporto di Fiumicino, grazie -.
Fortunatamente il tragitto non è molto lungo: se non ci fosse il problema che a quest'ora c'è sempre troppo traffico!
Prendo uno specchietto che avevo nella borsa: sono proprio uno spettro, non ho neanche un po' di trucco! Tiro fuori dalla borsa una matita per gli occhi mezza spuntata.
Ah, fa niente! Tento di tracciare una linea decente, in un occhio e poi nell'altro. Non è tanto ma sicuramente meglio di prima.
Passo un po' di terra, anche se è inutile. Diamine, i miei capelli sono tornati tutti mossi! Erano così belli piastrati! Speriamo che non incontri nessuno, con quest'aspetto.
- Siamo arrivati! Sono trenta euro!-. la voce dell'autista interrompe i miei pensieri.
Pago, e prende la mia valigia con la borsa. Indosso gli occhiali da sole, almeno mi riconosceranno meno gente.
Devo fare un piccolo pezzo di strada all'aperto per arrivare dentro: e ovviamente mi sono bagnata tutta. - Diamine, tutte oggi!- impreco. Arrivo al check-in e c'è una fila lunghissima.
Il trucco mi è colato tutto: adesso sembro una specie di piccolo panda. Mi metto in fila, sperando di risolvere tutto velocemente. Prendo il telefono, ne approfitto per controllare le ultime mail.
- Din don. I voli in partenza da Roma Fiumicino e diretti a Milano Stazione Centrale, sono annullati per ovvi motivi climatici. Ci scusiamo per la disdetta, e vi preghiamo di dirigervi nella Cassa numero otto per il rimborso del biglietto. Ci scusiamo ancora per il disguido.- la voce dello speaker attira la mia attenzione.
No, non ci posso credere! Ma io ho bisogno di partire adesso! La casa discografica non accetterà una rinuncia: mi aspettano per firmare il contratto!
Non posso proprio: al diavolo la grandine, io alle otto devo stare davanti la porta della casa discografica. Prendo il trolley, la borsa e mi fiondo alla ''Cassa numero otto''.
Ovviamente c'è un gran caos, gente che si dispera, bambini che urlano, ragazzi che corrono di qua e di là. Mi sento così piccola in questo mare di gente. Fortunatamente nessuno mi ha riconosciuta: non che io sia poi così famosa, ma capita che qualche fan ti fermi in un posto così pieno di gente.
- Scusate, fatemi passare, ho bisogno di un'informazione.- tento di farmi spazio tra la folla. Non so come, ma riesco ad arrivare vicino a una cassa: chiederò spiegazioni qui, sperando nel meglio.
- Mi scusi signorina, ma io devo partire assolutamente! Devo firmare un contratto molto importante, non posso disdire!- tento di dire con aria disperata.
- Mi dispiace, ma come vede, sarebbe impossibile viaggiare con questo tempo: ora scusi ma devo servire gli altri -. Dice stizzita.
- Forse non ha capito: non m'interessa della grandine, tra poco più di tre ore devo stare a Milano, e non posso rinunciare per niente al mondo!- urlo disperata.
- Signora la smetta! Se non se ne va le chiamo la sicurezza!- dice arrabbiata: le urla della gente in fila hanno contribuito. Non so chi mi ha spinto indietro, e sono sbucata fuori dalla folla.
Sono nel bel mezzo dell'aeroporto, da sola, cercando disperatamente di arrivare a Milano, con i vestiti ancora bagnati e la rabbia alle stelle.
Devo chiamare Lorenzo, non posso andare proprio da nessuna parte.
Il telefono squilla, e dopo un po' risponde.
- Pronto Deb?-
- Lorenzo, non puoi capire! Non posso partire, hanno bloccato tutti i voli ed io sono qui da sola... - non riesco a finire la frase che Lorenzo dice:
- Deb ti sento malissimo! Sta tranquilla parlerò io con la casa discografica, tu torna in albergo!- riesco a sentire poco di quello che dice, evidentemente è per strada, e il rumore della pioggia sovrasta le sue parole.
- Non ho un albergo prenotato Lore!- tento di urlare, ma non mi sente.
- Ok, ci sentiamo stasera ciao!- e cade la linea.
Arrabbiata butto il telefono nella borsa: dove vado adesso? Sono completamente da sola, ho pochi soldi, che non basterebbero neanche per chiamare un taxi. Devo calmarmi. Ho bisogno di una Marlboro.
Mi dirigo all'area fumatori, ma improvvisamente inciampo su un borsone che non avevo visto. Boom. Crollo a terra, con tutto il bagaglio.
- Ma io dico, non potresti tenerla in mano la borsa?- impreco arrabbiata. Tento di tirarmi su, ma una voce mi blocca.
- Deborah! -
Oh mio Dio. Io la conosco quella voce. La conosco molto bene. Non può essere, mi starò sicuramente confondendo, infondo tante persone hanno lo stesso timbro di voce. Mi giro di scatto.
- ... Carlo! - urlo alzandomi e correndogli addosso.
 
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction/storia che (provo) a scrivere! Spero che vi piaccia, e intanto ne approfitto per parlarvene un po':
i personaggi pincipali sono appunto Deborah e Carlo, ormai una coppia molto gettonata nelle fanfiction! 
Ho pensato di creare una storia originale, e spero vivamente che la apprezziate! 
Grazie in anticipo a tutti, e mi scuso se per i primi tempi non sarò esperta nell'utilizzare il sito! :)
   
 
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