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Autore: Shanks_D_Jackson    31/07/2014    9 recensioni
[Storia ad OC - ISCRIZIONI CHIUSE][storia scritta a quattro mani con O m e g a]
Questa e una storia ad OC in cui voi potrete impersonare ufficiali della Marina Militare.
Ho scritto questa storia perchè, notando numerose storie su ciurme di pirati, ho pensato di scriverne una sulla Marina.
Se l'idea vi piace leggete!
Dal terzo capitolo:
“Credi che convocare gli ufficiali per una riunione straordinaria sia stata una buona idea?” domandò, secca.
“Prima o poi avremmo dovuto farlo per calcolare i danni. Inoltre io ho fiducia nel Grande Ammiraglio Luke” rispose pacato Kaiser.
Greta sospirò.
“Io credo che sia un pervertito” intervenne una voce.
Aki uscì dall’ombra e si avvicinò ai due colleghi.
Genere: Azione, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Pirati di Barbanera, Rivoluzionari, Tenryubito/Draghi Celesti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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“Un Messaggio Inaspettato.”

 “予期しないメッセージ”

 

L’ammiraglio Greta Mia respirò profondamente.
Gli sembrava di fondersi con la leggera brezza marina che le soffiava in volto.
Chiuse gli occhi e ripensò alla guerra di Marineford e alle cruente battaglie a cui aveva assistito.
Forse, se questa situazione si fosse verificata qualche anno prima, avrebbe combattuto per la controparte, per i pirati di Barbabianca.
In fondo si trattava di un pirata che, inoltre, aveva conosciuto.
Lei e la sua ciurma non avrebbero esitato a gettarsi nella mischia.
Ma lei non era più una piratessa ormai da molto tempo.
Se solo lui non l’avesse tradita.
Il rumore di passi leggeri alle sue spalle la fece sussultare, discostandola dai suoi pensieri.
Riaprì gli occhi color ghiaccio di scatto: si trovava sul ponte della nave della Marina ed era notte fonda.
Alle sue spalle c’era Kaiser. La luce della luna illuminava fiocamente i capelli chiari rasati ai lati e il ciuffo centrale color della pece perfettamente in ordine. I penetranti occhi scuri con striature viola la scrutavano.
Greta tornò a fissare il mare, cercando di controllare la rabbia.
Insomma, si era spaventata come una debole per colpa di quel bellimbusto!
Si lisciò nervosamente la camicia fucsia a quadratini e prese a torturarsi una ciocca dei suoi capelli scuri.
“Credi che convocare gli ufficiali per una riunione straordinaria sia stata una buona idea?” domandò, secca.
“Prima o poi avremmo dovuto farlo per calcolare i danni. Inoltre io ho fiducia nel Grande Ammiraglio Luke” rispose pacato Kaiser.
Greta sospirò.
“Io credo che sia un pervertito” intervenne una voce.
Aki uscì dall’ombra e si avvicinò ai due colleghi. Aveva in mano una scatola di biscotti e se ne ficcava un gran numero in bocca.
Deglutì. “Però” aggiunse “mi sembra un tipo a posto. Volete?” chiese con il sorriso sulle labbra, accennando ai frollini.
Greta scosse la testa decisa, mentre Kaiser lo fulminò con lo sguardo.
Aki si strinse nelle spalle e si accomodò su una botte, continuando ad ingozzarsi.
Nonostante fosse buio la cicatrice a forma di X sulla fronte risaltava incredibilmente e i capelli blu erano mossi dal venticello leggero.
Il silenzio della notte regnava e tutti e tre scelsero di mantenerlo per prepararsi al meglio al collegio straordinario che si sarebbe svolto pochi giorni più tardi.

Era ormai giorno inoltrato e il sole risplendeva donando un’atmosfera paradisiaca al giardino della base del G3, un grazioso vivaio a picco sul mare.
“Ehi, Risa!”
Una ragazza alta, slanciata e dai capelli arancioni intrecciati, intenta nel passeggiare tra i cespugli di rose, si voltò all’udire del suo nome.
Un giovane contrammiraglio non troppo robusto, dai capelli castani striati di blu, con una cicatrice sulla guancia e con un accenno di pizzetto la raggiunse di corsa.
“Hai saputo la novità?” domandò con il fiato corto.
L’altra lo fulminò con lo sguardo. “Di cosa sta parlando, contrammiraglio Sam?” replicò.
Il castano ridacchiò. “Non c’è bisogno di tutta formalità!”
Risa assottigliò lo sguardo. “Parla, Sam” gli ordinò.
“Il grande ammiraglio Luke e gli ammiragli hanno convocato molti ufficiali per una riunione straordinaria, tra una settimana” spiegò l’altro, mostrandogli una lettera.
La giovane lesse in fretta le poche righe scritte sul foglio.
“Perché io non sono stata avvertita?” domandò, brusca.
Sam sorrise. “Sono certo che troverai la lettera sulla tua scrivania, quando tornerai in ufficio” la rassicurò, accompagnando le sue parole con una pacca sulla spalla della collega.
“Ti ringrazio per avermene parlato” concluse l’altra per poi voltarsi e continuare la sua passeggiata.
Dopo qualche passo fu nuovamente interrotta dal collega.
“Ehi, Risa!”
La giovane fece appello a tutta la sua pazienza.
“Dimmi, Sam” rispose.
“Credi che ci sarà anche Smoker?” gridò il ragazzo, senza avvicinarsi.
Risa sospirò. “Smoker è un commodoro” replicò. “l’invito non era solo per i viceammiragli e per i contrammiragli?”
Il ragazzo non poté nascondere la delusione.
L’arancione riprese a camminare e, una volta allungata la distanza, si voltò nuovamente verso di lui.
Sam aveva preso a fumare una sigaretta, come faceva sempre quando era nervoso.
Risa lo conosceva molto bene -avevano frequentato la stessa Accademia Militare- e sapeva che quel comportamento non avrebbe portato nulla di nuovo.
“Contrammiraglio Sam Kyūrū” lo chiamò, atona.
L’altro le rivolse uno sguardo.
“Ti va di prendere un caffè nel mio ufficio?” chiese la giovane.
Il sorriso tornò a splendere sul volto di Sam, che gettò a terra il mozzicone e raggiunse l’amica.
Risa lo attese, immobile: avrebbe dovuto interrompere la sua passeggiata, ma avrebbe anche risollevato il morale all’amico.
In fondo, questo era il viceammiraglio Risa Onymura.
Così fredda ma allo stesso tempo così altruista.

Il marine bussò con discrezione alla porta e senza aspettare risposta entrò.
“Viceammiraglio Destiny, è arrivata una lettera per voi” annunciò, mettendosi sull’attenti.
L’interpellata ridacchiò, lisciandosi la bionda treccia spettinata che le ricadeva su una spalla.
Era accomodata sull’imponente sedia girevole posta dietro alla scrivania e teneva i piedi su quest’ultima.
A causa della sua esilissima corporatura sembrava una bambina che gioca a fare il capo, ma il cadetto si guardò bene dal farglielo notare.
Con un balzo la ragazza si portò in piedi sullo scrittoio, per poi abbassarsi all’altezza del marine.
Il suo volto era a pochi centimetri da quello dell’altro.
“Dimmi” domandò la giovane con un ghigno beffardo dipinto sul viso “ti sembro forse così vecchia?”
Dapprima la recluta non capì. “Assolutamente no” balbettò.
“Allora perché mi parli in modo così formale?” ribatté Destiny con una nota di rabbia nella voce.
Il marine era perso nelle iridi ambrate dell’interlocutrice.
“Non lo so, signorina” mormorò terrorizzato.
Posò la busta bianca con il timbro della marina accanto a Destiny e si dileguò.
Non appena fu uscito, la giovane proruppe in una risata divertita.
“Incuto timore a tutti!” mormorò, rimettendosi nella posizione di prima.
“Così pare” mormorò una ragazza uscendo dall’ombra.
Si trattava di una giovane dai lunghi capelli neri con una frangetta che le ricadeva sulla fronte, di bassa statura e poco formosa.
“Ti sei goduta la scena da lì, Kia?” domandò la bionda. “faccio forse paura anche a te?”
“Inizialmente ti temevo, ma ora non più” replicò l’altra a bassa voce.
Destiny si alzò e le appioppò una sonora pacca sulla spalla.
“Ottimo! Adoro i tipi come te, viceammiraglio Kistra Lucci” si complimentò Destiny.
L’altra abbozzò un sorriso.
Conosceva Destiny ormai da una vita e aveva imparato a capirla e a contrastarla, nonostante la sua indole timida e sottomessa.
“E ora leggiamo questa lettera” sospirò la bionda strappando in malo modo la busta.
Kistra rimase immobile accanto alla scrivania come una bambina che attende che l’adulto le racconti la storia della buonanotte.
Dopo aver letto velocemente la lettera, Destiny assunse la sua solita espressione beffarda e passò il foglio all’amica.
“Una riunione straordinaria … semplicemente ridicoli” commentò nel frattempo la bionda.
Kistra sussultò, sollevando lo sguardo. Riunione straordinaria.
L’altra non si accorse del suo disappunto. “Con quei nuovi ammiragli … mi sorprende che siano arrivati fino a qui! Un ex-pirata, uno schiavo liberato e poi quel Kaiser-faccia-di-pietra” ridacchiò e si lanciò in una pessima imitazione di quest’ultimo: “credo che Marineford rimarrà una battaglia memorabile, nonostante le ingenti perdite” recitò, abbassando il timbro della voce.
Kistra non la stava a sentire. Si era appoggiata al muro ed era crollata a terra in ginocchio, con la testa tra le mani.
Non era pronta per vederlo. Non era ancora abbastanza forte.
Destiny smise di ridere e si alzò. “Kia, stai bene?” chiese.
“Non è ancora il momento” mormorò la mora con voce rotta. “Non voglio vedere Rob!” gridò poi.
“Ehi, calmati” replicò la maggiore in tono stranamente amichevole. “Rob non ci sarà. E’ tutto a posto, Kia.”
Le porse una mano e l’aiutò a rialzarsi.
“Che ne dici di un po’ di frutta? Ti va?” domandò, riacquistando il suo ghigno canzonatorio.
Kistra annuì, avviandosi fuori dall’ufficio con passo lento per prenderla dalla sua stanza.
Probabilmente non sarebbe mai stata pronta per affrontare suo fratello.
“Il sangue è diverso dall’acqua” mormorò la bionda quando l’amica se ne fu andata, fissando un vecchio volantino di ricercato raffigurante Donquijote Doflamingo.


Note Autori:
Beh per questo capitolo dovete ringraziare O m e g a.
In questo capitolo vengono presentati alcuni OC.
Vi e piaciuto?
A presto da Shanks_D_Jackson e O m e g a

  
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