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Autore: Yumeji    01/08/2014    2 recensioni
“Ha cambiato le regole del gioco” ciò che Kirigiri aveva detto era vero
Ancora una volta Monokuma ha stravolto le vite degli ultimi studenti della Kibougamine, è venuto meno alle sue stesse regole - ha ucciso un innocente al posto di un colpevole -, e ciò solo per farli cadere in una Disperazione ancora più profonda.
Ogni atto del preside orso persegue la disperazione, i ragazzi proveranno presto sulla loro pelle quanto questo desiderio può spingere alla follia lo stesso Burattinaio, e rimpiangeranno amaramente gli "incentivi" che Monokuma gli proponeva.
Perché, se prima solletticava i loro desideri (libertà, denaro, ecc..), ora punta al cuore. Nessuno verrà risparmiato.
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Prologo - concluso
Parte I - conclusa (I / V)
Parte II - conclusa (VI / XI)
Parte III - (XII / ???)
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naegi Makoto, Oowada Mondo, Togami Byakuya
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Un cammino privo di speranza, ovvero, come sopravvivere ad una pallottola impazzita.
Prologo.



Per favore non abbandonarmi …

Era questo che gli urlavano la sua voce e il suo sguardo (già colmo di disperazione e di lacrime), pur con parole diverse, poiché era incapace di rivelargli quel segreto, quella paura inconfessabile di abbandono che cosi maldestramente celava. Il suo corpo e i suoi gesti lasciavano trapelare ogni cosa, le mani tremanti, aggrappate cosi saldamente alla giacca che indossava, quasi a strapparla, lo pregavano di restare, di non andarsene.
In quel momento Owada comprese che Ishimaru sarebbe arrivato a perdonargli tutto, persino il terribile assassinio di cui si era macchiato e al quale, presto, lo avrebbero chiamato a fare ammenda. Il risarcimento per la vita di Fujisaki era la sua vita stessa ed, essendo un tipo da occhi per occhi, Mondo la trovava una giustizia equa. Era arrivato a commettere l’atto più efferato e orribile di cui si potesse macchiare un essere umano, non credeva di riuscire sopravvivere a lungo portandosi un simile fardello sulle spalle, il fatto di essere stato scoperto era per lui un sollievo. Se fosse scampato alla propria esecuzione solo per assistere a quella di tutti gli altri, dopo aver trovato e ucciso il Burattinaio (perché il pensiero della vendetta non lo aveva mai abbandonato, come non era accaduto a nessuno dei presenti nell’aula), si sarebbe probabilmente suicidato, mandando in malora tutte le sue idee su quanto deboli e stupidi fossero i suicidi.
No, soffriva troppo per ciò che aveva fatto a quel piccoletto di Fujisaki, non poteva neppure immaginare quanto maggiore sarebbe stata la sua sofferenza e l’odio, il ribrezzo, che provava per se stesso, se per pura fortuna avesse vinto il processo.
Era un bene che avesse perso, lo pensava realmente, ed era questo il motivo per cui non era caduto tanto in basso come Kuwata il quale, terrorizzato dalla prospettiva della morte, aveva cominciato ad arrancare scuse su scuse per evitarsi la pena.
Ovviamente, anche Mondo temeva la morte però l’avrebbe affrontata evitandosi di apparire come un pezzente, era diventato un’omicida, ma teneva ancora l’orgoglio del super ultra motociclista fuorilegge liceale, non avrebbe supplicato, né cercato di fuggire.
Era la giusta punizione, si ripeté. Eppure…
Eppure, per quanto in cuor suo lo sapesse, un momento di esitazione lo ebbe.
Un unico istante in cui avrebbe voluto negare ogni cosa, l’omicidio, il segreto del piccoletto, ecc.
Sarebbe arrivato a mentire su ciò che oramai era divenuto palese a tutti, calpestando il suo orgoglio e il suo “comportamento da uomo”, e lo avrebbe fatto solo per lui. Per quell’unico idiota che era arrivato a votare il colpevole sbagliato durante la sentenza, per quello stupido che ancora adesso, dopo la sua stessa confessione, non credeva ad una sola parola di come era stato ricostruito l’omicidio di Fujisaki.
Per Ishimaru.
Owada avrebbe fatto qualunque cosa per togliere quell’espressione incredula e sofferente dal volto del suo migliore amico. Non capiva come, in cosi poco tempo, il capoclasse fosse riuscito a sviluppare una tale fiducia e attaccamento nei suoi confronti, come se al posto di quei brevi giorni avessero in realtà trascorso anni assieme. E ora si pentiva di non aver condiviso con lui il proprio segreto, quello che l’aveva portato a esplodere di rabbia e ad uccidere Chihiro. Se lo avesse fatto, probabilmente, tutto sarebbe stato diverso. Oltre ad aver ucciso un compagno, doveva aggiungere alla sua già lunga lista di peccati l’aver tradito un amico, non era stato in grado di ricambiare quella fiducia che il Kiyotaka riponeva in lui; e aveva macchiato la memoria di Daiya, suo fratello maggiore, non era riuscito a mantenere la loro promessa.
Nega! Nega, nega...
Lo supplicava Ishimaru con lo sguardo, ancora aggrappato a lui, le guance rigate dal pianto e le labbra serrate, prese a morsi dallo stesso tanta era la frustrazione di cui gli si era colmato il petto. In quel momento appariva fragile come una statuetta di cristallo dalle pareti sottili, un piccolo tocco e sarebbe finita frantumata, ridotta in migliaia di pezzi.
Owada avvertì lo spirito del amico creparsi e sgretolare sotto ai propri occhi senza poter nulla per fermare quel processo, era una reazione inarrestabile e sapeva di esserne lui la causa. Gli aveva causato una ferita insanabile.


Tramutati in un mostro e seppellisci tutti coloro che vogliono farGLI del male.
Il seme della follia si piantò nel suo animo, ma lui non gli diede retta, quella voce invitante sapeva di zucchero e veleno; e il capoclasse, per quanto non lo si pensasse, non era facile da ingannare, ben consapevole di chi avesse sussurrato quelle parole, invitanti e suadenti, al suo animo.
Sul momento però Ishimaru non si chiese come Monokuma fosse stato in grado di penetrare tanto in profondità nella sua psiche, perché quel pensiero gli aveva dato la soluzione.
Un idea tanto disperata che non avrebbe potuto non far gola al pazzo preside-orso.
Il ragazzo si irrigidì, lasciando la presa con cui si era afferrato ad Owada in un inutile tentativo di trattenerlo, dal motociclista non avrebbe più ottenuto nulla ora che il verdetto era stato declamato. Gli si allontanò di qualche passo, cercando di mettere più distanza possibile tra loro, per quanto gli fosse possibile essendo rinchiusi nella medesima stanza, e con gesti impacciati si ripulì il viso dalle lacrime, asciugandosele con movimenti meccanici sulla manica della giacca, fatto assai inconsueto per lui, avendo un ossessione quasi maniacale per la divisa scolastica. Sul viso sembrò accendersi una nuova determinazione, che si propagò simile a delle sottili ma vive fiamme scarlatte dai suoi occhi, le guance ripresero colore.
No, non si era arreso.
Nella canna della pistola di Ishimaru Kiyotaka era caricato ancora un ultimo proiettile, e se anche solo per un secondo si fosse trovato ad esitare per la paura di ciò che stava tentando di fare, sapeva che il colpo con cui avrebbe potuto salvare la vita del suo migliore amico si sarebbe rivelato a salve, completamente inutile. Non doveva avere tentennamenti, dritto per la propria strada, anche se davanti si fosse trovato un muro, in quel caso dall'aspetto di robot-orso semi-indistruttibile.
- Monokuma, permetti una parola? - gli si fermò proprio davanti, quando ormai era chiaro che stava per dare il via all'esecuzione del "cattivo" di quell'ultimo processo, visibilmente annoiato dall'inutile e barboso prolungamento solo per rivelare a tutti il movente di Owada.
- Upupupupu! Ishimaru devo forse ricordati che non è possibile contestare l'esito di un processo solo perché non ci piace la verità che ne è uscita fuori? - rise il sadico e crudele orsacchiotto, probabilmente divertito dall'atteggiamento del capoclasse,
- Non intendo contestare alcunché, il processo si è concluso nel modo più giusto, ovvero con la scoperta del colpevole - negò lui ed era stupefacente quanto la sua voce sembrasse diversa, solo pochi istanti prima le parola che aveva pronunciato erano suonate crepate dal dolore e malferme a causa della angoscia, gli era bastato un attimo per ricomporsi, il suo tono ora risultava totalmente pulito, sicuro e potente, il solito Ishimaru insomma.
E fu quella voce a mettere Owada in allarme, se Kiyotaka aveva voluto allontanarsi da lui era perché sapeva che, a causa di ciò a cui sarebbe arrivato poi, avrebbe tentato di fermalo.
-... avrei però una proposta per rendere la faccenda più "interessante" - il gelo calò nella stanza. Associare l'aggettivo "interessante" alla loro situazione di reclusione, omicidi, processi ed esecuzioni era qualcosa di grottesco ed impensabile, terribile e orrendo come il trovarsi davanti ai cadaveri dei loro compagni. - Sempre se ha voglia di ascoltarla, naturalmente - gli propose, avvertendo uno strato di sudore freddo bagnargli la fronte, con il prolungarsi del silenzio cominciò a trattenere il fiato.
Bene! Aveva trovato la forza per tirare il sassolino, ora doveva solo sperare di aver colpito l'interesse di Monokuma e che lo raccogliesse.
- Cosa c'è di più interessante di un esecuzione?! Tu mi stai prendendo in giro Kiyo! E io odio perdere tempo! - si infuriò l'orso meccanico mostrandogli rabbioso gli artigli, avvicinandoli così tanto al suo viso che quasi immediatamente il capoclasse poté avvertire il familiare calore del sangue strisciargli in una sottile linea scarlatta lungo la guancia, poi più giù, per il mento, andandogli infine a macchiare l'impeccabile e candida divisa scolastica.
Ishimaru però non arretrò di un singolo passo, anche se avvertì il panico che si creò alle proprie spalle, l'ira di Monokuma aveva messo in subbuglio i suoi compagni e distintamente riuscì ad udire i richiami di Naegi e Owada, i quali si erano subito preoccupati per la sua incolumità (Fukawa era invece svenuta, alla vista del vitale liquido rosso).
"Non posso ritirarmi adesso" pensava, deciso a non demordere,
- Io credevo che l'obbiettivo del preside-orso meccanico Monokuma fosse quello di far piombare ognuno di noi nella più profonda disperazione - riprese a parlare, quasi non avesse udito le sue repliche e non vedesse le lame in acciaio che lo minacciavano, pericolosamente vicine all'occhio sinistro.
- Certo CHE è IL MIO OBBIETTIVO! Cos'è credi che non sia in grado di fare il mio lavoro!!?-  replicò lui, all'apparenza ancora più arrabbiato, e per reazione Ishimaru sbarrò gli occhi, certo che la sua testa sarebbe partita (prendendo il volo), avendo osato tanto, e non era il solo a crederlo. Hagakure cominciò ad urlare, convinto di star per assistere ad un altro omicidio in diretta, Asahina si era coperta il volto con le mani, Oogami e Owada si prepararono invece a scattare, forse credendo di poter sottrarre il corvino alle grinfie del pazzo orso preside appena in tempo per salvargli la vita; Naegi era impallidito cosi come Yamada, il cui urlo si era unito a quello dello sciamano. Le reazioni dei rimanenti erano più trattenute, sui loro volti era però mal celato un certo disagio e disgusto.
Invece, contro tutte le aspettative, Monokuma ritirò gli artigli e, con fare seccato, tornò a sedersi comodamente sul proprio trono, - Sentiamo - sbuffò -... però se ciò che mi dirai non mi piacerà, ti punirò per tutto il tempo che mi hai fatto perdere strappandoti un orecchio - precisò, e Ishimaru non mise in dubbio che avrebbe messo in pratica una simile minaccia, se la sua proposta si fosse rivelata una bufala. A causa di un leggero shock, essendo convinto di star per essere decapitato, al capoclasse ci volle qualche momento per riprendere il controllo di se, frenò il tremolio alle mani e ispirò profondamente. Il suo sassolino aveva fatto centro!
- Io non metto di certo in dubbio il suo lavoro, d’altronde basta che guardi il suo fantastico operato: in due settimane che siamo chiusi qui dentro sono già avvenuti due omicidi...- provò ad adularlo cosi da evitarsi di essere messo subito a tacere da un secondo scatto d'ira, e Monokuma sembrava apprezzare, trovandosi ad annuire compiaciuto e gongolante. - e con l'esecuzione di Kuwata, certo, vi siete superato, la sua disperazione mentre veniva trascinato via non aveva paragoni, però...-
- Però.?- reagì subito l'orso, mettendosi sull'attenti, la sua attenzione non aveva però la carica omicida di poco prima, adesso sembrava solo interessato nel sapere cosa, nella sua strabiliante opera di disperazione, stesse andando storta rovinandone la perfezione.
- Però, guardi Owada - indicò il motociclista, il quale si stupì di essere tirato in causa, ancora non capiva dove l'amico stesse andando a parare, - e pensi invece a Kuwata quando è stato nelle veci del colpevole. Non nota alcuna differenza? -
- In effetti, Kuwata mi ha dato più soddisfazione. Quel suo inutile aggrapparsi alla vita arrancando scuse ridicole l'una sull'altra, era assai spassoso - convenne Monokuma con fare pensieroso, la mano con gli artigli ancora sfoderati a grattarsi il mento, - lui almeno aveva cercato di negare tutto fino all'ultimo, Owada invece dopo un primo momento ha subito ceduto -
- Questo perché Kuwata voleva farla franca, kyoo-... ehm, Owada invece si sente in colpa per aver ucciso Fujisaki e desuidera ricevere una punizione (almeno è ciò che suggerisce il suo carattere) - e fu quel commento detto tra parentesi in un leggero sussurro, più per parlare a se stesso che ad altri, a decidere tutto.
- E quindi? - si spazientì Monokuma, e un leggero sorriso si dipinse sul volto di Ishimaru, ma era forzato e del tutto innaturale,
- Conosco un modo per far raggiungere ad Owada una disperazione ben più profonda e deleteria di quella che toccherebbe con una semplice esecuzione - in quell'ammissione terrificante c'era una nota strana, nel sentirlo parlare Makoto l'avvertì subito, ma non comprese di cosa si trattasse, non fatico però a afferrare il significato delle sue parole. “Impossibile” pensò, non la credeva una cosa vera. Dopo l'aver ucciso un compagno ed essere stato costretto ad ascoltare Monokuma mentre rivelava a tutti il suo segreto, cosa poteva esserci di peggio per Owada se non la morte?
- La morte è la suprema disperazione per ogni essere umano, pensi che gli potrebbe capitare di peggio? - fu la stessa obiezione dell'orso robot,
- Per alcuni però la morte può rivelarsi un sollievo o una liberazione, per esempio, anche se questo non è il caso di Owada, ogni giorno molte persone decidono di sfuggire alla vita perché la ritengono un onere troppo grande da sopportare. Per Owada subire la punizione (l'esecuzione), significa espiare la propria colpa. Avendo rubato la vita di Fujisaki lui lo ripaga dandogli la propria, non sembra l'atteggiamento di qualcuno caduto nella disperazione, ma di chi è dilaniato dal senso di colpa - osservò Ishimaru, e Monokuma non trovò modo per replicare, anzi, sembrava in evidente difficoltà dopo l'arringa del capoclasse, ora era comprensibile da dovere arrivase il suo titolo di super ultra liceale, il suo ragionamento era inattaccabile. Sopratutto perché si basa sulla verità, lo stesso Owada aveva ammesso di non aver voluto uccidere Chihiro, ma di essere stato accecato da una folle rabbia, il suo senso di colpa non era affatto una farsa.
- Quindi, quale sarebbe la tua idea? - cedette una seconda volta Monokuma, allettato dalla possibilità di spargere ancora più disperazione tra loro,
- Per far cadere Owada in una disperazione ancora maggiore basta aumentare il suo senso di colpa...- ammise candidamente, quasi fosse la cosa più ovvia del mondo e, con quella sua ultima affermazione, finalmente il motociclista compresre la malsana idea balzata nella mente del suo migliore amico.
- Ohi, Bro'!..- ma era troppo tardi per fermalo,
- Basta un semplice scambio - lo ignorò Ishimaru, - si potrebbe far subire la sua esecuzione a qualcun altro, cosi che sulle sue spalle si trovi il peso di ben tre vite: quella di suo fratello Daiya che gli ha salvato la vita, quella di Fujisaki che ha ucciso e quella di un suo compagnio morto per evitargli quella sorte; in questo caso potrebbe impazzire letteralmente dalla disperazione -
Tornò il silenzio più assoluto, in cui sembrò che ogni persona presente nella stanza stesse trattenendo il fiato, nessuno degli altri otto compagni rimasti (Fukawa era ancora svenuta), temeva per la propria sorte, perché tutti avevano compreso quale vita Ishimaru volesse scambiare con quella di Owada.
- Upupupupu! Ma questo significherebbe che qualcuno di voi bastardi dovrebbe sacrificarsi per parare il culo di Owada - rise divertito Monokuma, - Non credo che ci sia tra voi qualcuno cosi stupido da...-
- IO MI OFFRO VOLONTARIO! - affermò immediatamente Kiyotaka, confermando i sospetti e le paure dei suoi compagni,
- Non sparare cazzate, Bro'!!- lo ammonì Owada, un evidente panico nella voce, lo sguardo spalancato dal terrore puro, ma quel richiamo fu il suo più grande errore.
A Monokuma non sfuggì l'angoscia malcelata in quella reazione,
- Upupupupu! È vero, qui dentro voi due bastardi avete fatto amicizia, me ne ero scordato...- si prese un momento, fingendo di riflettere, solo per il gusto di aumentare la suspense, - Upupupupu! Sei un bastardo intelligente Kiyotaka Ishimaru, quando mi hai proposto lo scambio sapevi già di essere il candidato perfetto per la sostituzione - ammise, e se la stava ridendo di gusto, quasi avesse trovato l'atteggiamento del ragazzo assurdamente comico, - Essendo la persona che ha legato di più con lui la disperazione in cui sprofonderebbe se dovessi morire si rivelerà maggiore che con la morte di chiunque altro... E va bene Ishimaru, mi piace la tua proposta, mi cederai a tua vita per salvare quella del colpevole Owada - accettò Monokuma e gli occhi scarlatti di Ishimaru si riempirono rapidamente di lacrime.
Il suo ultimo proiettile aveva fatto centro! Quella piccola speranza, una minuscola fiammella, aveva infine causato un incendio. Owada sarebbe sopravvissuto!
Lui, invece, sarebbe morto... Sarebbe stato da sciocchi dire che non era minimamente spaventato, ma non credeva di poter sopravvivere a lungo alla morte del motociclista, quindi, se era per salvarlo, preferiva morire così. Per il suo migliore amico. Perché, anche se Owada fosse caduto nella più buia e profonda disperazione, presto il peso delle vite che teneva sulle spalle, la sua compresa (le quali inizialmente lo avevano spinto a terra), lo avrebbero portato a rialzarsi. Perché Owada non era il tipo da sprecare un dono cosi importate come una seconda opportunità, lo avrebbe sfruttato in modo da poter pagare il debito che aveva contratto nei loro confronti. Ishimaru era certo che, quando si fosse ripreso, Mondo con la sua forza sarebbe stato in grado di proteggere tutti gli altri sopravvissuti e, insieme a loro, sarebbero riuscito a fuggire da lì. Di questo era sicuro, per questo quando Monokuma tirò fuori il martelletto per dare il via all'esecuzione, Ishimaru poteva dire di non avere rimpianti per aver fatto una simile scelta.
- No! Aspetta Monokuma, non puoi fare una cosa simile! Va... va contro le regole!- cominciò a sbraitare il motociclista avvicinandosi di corsa all'orso, questi però non gli dava retta,
- Upupupupu! Nel regolamento non c'è scritto nulla riguardo alle sostituzione in una esecuzione - gli fece notare,
- Ma... ma - cercò ancora di replicare per evitare una simile ingiustizia all'amico, però era tardi.

[GAME OVER]
OWADA è stato giudicato colpevole.
La sua esecuzione sarà subita da ISHIMARU e avrà inizio tra breve.


Monument Man
Rigido e immobile Ishimaru li salutava in cima ad una piattaforma simile ad un piedistallo, il braccio destro piegato nel suo solito saluto militare, perfettamente dritto come la sua schiena. Quella rigidità non sembrava però naturale, non era causata dalla compostezza che tanto lo caratterizzava. Ben visibile era lo strato di sudore freddo che gli ricopriva la fronte e il nervosismo nello sguardo era palpabile, il petto gli si alzava e abbassava freneticamente, il volto pervaso da un innaturale pallore, doveva essere colto da un violento panico, una paura folle, ma stava mettendo tutto se stesso nel tentativo di celarla, di soffocarla. Sapeva di non poter tornare indietro, poiché era stato proprio lui a scegliersi un simile destino, non poteva rimangiarsi la parola, né lo desiderava. Temeva la morte, sì, ma come tutti. Però non avrebbe dato Owada in pasto ai leoni dopo che era riuscito a salvarlo. Aveva raccolto ogni briciola del proprio coraggio per quello scambio, non era ammissibile cadere sulla dirittura d'arrivo.
"Tra poco sarà finita..." pensò, non senza una punta di gelo ad attraversargli la spina dorsale, "tra poco morirò" realizzò avvertendo gli occhi inumidirsi di pianto, ma non una singola lacrima gli scivolò sulle guance. Quello era il suo orgoglio.
L'ambiente intorno al ragazzo cambiò di colpo, con una velocità incredibile si creò la scenografia personalizzata che Monokuma aveva creato appositamente per lui, dal nulla si alzarono un appatentenmente infinito numero di alti palazzi di cartone, dalle finestre malamente dipinte d'azzurro, e insieme ad essi arrivò anche una folla, una miriade di piccoli monokuma, sempre di cartone, gli vorticavano attorno innalzando cartelloni con su scritto il suo nome, sembravano fare il tifo per lui, lo inneggiavano tra urla festose.
"Che bastardo" fu l'ultimo pensiero con cui Kiyotaka si rivolse all'orso robot prima che i suoi occhi venissero avvolti dal buio grigiore di una pesante colata di cemento.
Il tema che Monokuma aveva scelto per il super ultra capoclasse liceale era la raffigurazione di una città in festa per l'inaugurazione del monumento dedicato al loro famoso e rispettato sindaco, Ishimaru per l’appunto, il quale avrebbe fatto da base alla statua.
Il corpo del ragazzo venne presto tramutato in un perfetto blocco rettangolare, del tutto ricoperto da uno spesso strato di cemento, poi la velocità cambiò di nuovo, l'orso cominciò a correre come un forsennato intorno al basamento, armato di picca e martello. Una nuvola di polvere si alzò, coprendo per un momento tutto l'ambiente, rendendo invisibile ogni cosa e, quando finalmente i detriti si dispersero, una grottesca raffigurazione con i tratti somatici del capoclasse si presentò davanti ai sopravvissuti della Kibougamine.
I ragazzi credettero che fosse finita, per loro quell'orrore era già abbastanza, ma sbagliavano. L'assenza di Monokuma dalla scena non faceva presagire nulla di buono, difatti, l'orso psicopatico si ripresentò alla guidava di una ruspa da demolizione (indossava persino un casco giallo anti-infortuni), con la quale, senza troppi complimenti, distrusse in un sol colpo la statua appena creata, riducendola in una miriade di frammenti.
Ora, l'esecuzione si era realmente conclusa.

Era la fine di Kiyotaka Ishimaru.

- Bro'...- non aveva smesso per un secondo di chiamarlo Owada, letteralmente sconvolto, l'espressione incredula, gli occhi sgranati, dai quali continuava ad uscire un silenzioso ma copioso fiume di lacrime.



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NDA: di solito non mi perdo in spiegazioni, ma (visto che quello che ho in mente), in questo caso credo che si meglio mettere in chiaro alcuni punti sin da ora.
1_ Questa FanFiction è stata creata da un enorme, gigantesco [What if..?], al quale pian piano si sono aggiunte vari supposizioni che l'hanno seguito simile ad un effetto domino.
2_ Credo che tutti i fan della serie abbiano fantasticato di come fosse la vita dei nostri cari studenti PRIMA del più grande e terribile disastro che ha colpito l'umanità, ripescando varie fan art per il web mi sono creata la mia teoria personale, potrebbe non essere in linea con la vostra, ma non essendoci dati certi sui legami passati dei personaggi si può dire che ogni teoria è buona xD xD


Parlando del capitolo: questo è il prologo (il gigantesco What if..? a cui accennavo prima).
Ho scelto di iniziare con due brevi paragrafi introspettivi (di mia interpretazione), per dare cosi una più chiara idea di come IO veda questi personaggi (e quindi spiegare perché secondo me potrebbe comportarsi in questo o in quell'altro modo... visto che un interpretazione, potrei aver sforato nell'OOC, sorry xP ). Coomuque, in questo caso non volevo dare un tono "amoroso" alla relazione tra Owada e Ishimaru, ma essendo un amante della coppia potrei non essere riuscita nell'intento, ci tengo a specificare cmq che la mia FF (per una rara volta), non vuole contenere dello Yaoi
(ma forse mi sfuggirà qualche scena shonen-ai xD xD)

p.s: Grazie di aver letto la mia fanfiction, al prossimo capitolo ;-)))
p.p.s: lo so che tanto nessuno legge gli Nda xD xD
  
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