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Autore: aduial    01/08/2014    3 recensioni
Piccola one-shot sui sentimenti contrastanti di una Rose Weasley piuttosto indecisa tra l’amore sicuro di Lorcan Scamander e il fascino oscuro di Scorpius Malfoy.
Seconda classificata e vincitrice del "Premio velocità" al contest "La Pesca delle Coppie" indetto da Evelyne.13211 sul forum di EFP.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lorcan Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nick su forum e Efp: Aduial95 (forum), aduial(Efp)
Titolo: Irrational
Genere: Romantico
Combinazione scelta (Pacchetti + obbligo): pacchetti 24 e 50, obbligo C
Eventuale citazione: “La mente si lascia sempre abbindolare dal cuore” di François de La Rochefoucauld
Altri personaggi secondari: Scorpius Malfoy, Lysander Scamandro
Rating: Giallo
Breve introduzione: Piccola one-shot sui sentimenti contrastanti di una Rose Weasley piuttosto indecisa tra l’amore sicuro di Lorcan Scamander e il fascino oscuro di Scorpius Malfoy.
NdA: il titolo si riferisce all’irrazionalità del sentimento di Rose per Scorpius e a quella di Lorcan che, nonostante tutto, riesce a perdonare Rose in nome dell’amore che li lega.
 
Irrational
 
Rose diede un bacio sulla guancia alla madre e si affrettò a salire sull’Espresso di Hogwarts, un secondo prima che le porte si chiudessero. Con un sospiro di sollievo lasciò scorrere la mano tra i bei boccoli rossi e si avviò alla ricerca dei cugini. Giunse davanti a uno scompartimento dal quale uscivano rumori di ogni genere e sorrise. Gli altri membri della sua immensa famiglia non potevano che essere lì dentro. Ciononostante continuò a camminare, finché non arrivò alle ultime carrozze del treno, dove i Serpeverde regnavano incontrastati.
«Bene, bene. Cosa ci fai qui Weasley? Ti sei persa per caso?» una voce gelida la fermò.
«Malfoy. Hai per caso visto mio cugino Albus?» chiese, voltandosi a fronteggiare il Serpeverde. Il ragazzo resse il suo sguardo deciso e, con il solito ghigno sfrontato, le indicò lo scompartimento da dove era appena uscito.
Rose entrò, passando vicinissima al giovane Malfoy. Praticamente incastrata tra il suo corpo e la porta, poté sentire il fresco profumo di menta del ragazzo e, per un secondo, ne fu come inebriata. Resasi conto dell’assurdità della situazione, si riscosse e si precipitò all’interno per salutare il suo cugino preferito, ma le penetranti iride grigie di Scorpius Malfoy non la abbandonarono mai.
 
Dopo un po’ la ragazza decise di raggiungere il resto della tribù, come amava definirla lei, e lasciò lo scompartimento con sollievo. Stava per entrare in quello che probabilmente era lo scompartimento più chiassoso di tutto il treno, quando si sentì dolcemente abbracciare da dietro. Un odore familiare la avvolse: bucato fresco, estate, sole. Lorcan. Si voltò e posò le labbra su quelle del ragazzo, sfiorandole in un bacio leggero. Lui le sorrise e la attirò di nuovo a sé, baciandola molto meno castamente.
«Mi sei mancata»
«Ma se ci siamo visti ieri! – ribattè lei ridendo – dai raggiungiamo gli altri». E, mano nella mano, entrarono nello scompartimento.
 
Rose correva per i corridoi, in ritardo per la prima volta in vita sua. E tutto per colpa delle scale. Insomma, qualcuno potrebbe pensare che, dopo ben 6 anni, gli studenti si abituassero alla stressante abitudine della scale di cambiare posizione, ma quando lei si era ritrovata al quinto piano invece che al secondo aveva dovuto semplicemente correre, pregando perché il professore fosse più in ritardo di lei.
Svoltò l’angolo a velocità impressionante e sbatté contro un muro. O almeno questo le parve.
«Weasley. Non mi puoi proprio stare lontana!»
«Smettila e lasciami passare, sono in ritardo» sbottò lei, rialzandosi e sistemandosi la gonna.
Il biondo la guardò sogghignando. Prima che la ragazza se ne rendesse conto, le afferrò i polsi con un movimento repentino, inchiodandola al muro. Lei non abbassò gli occhi, nonostante sul viso fosse ben chiaro l’imbarazzo che stava provando.
«Ammettilo Weasley. Tu mi desideri» soffiò lui, a un millimetro dalle sue labbra.
Ma la ragazza non si lasciò bloccare dal fascino che quegli occhi di piombo fuso emanavano: «Sai, da come ti comporti, sembri essere tu a desiderarmi».
Scorpius si staccò da lei come se si fosse scottato e si allontanò. La ragazza rimase a fissare la sua schiena finché non ebbe girato l’angolo, poi si diresse verso la torre di Grifondoro. Aveva deciso che quel giorno non sarebbe andata a lezione.
 
Quello stesso pomeriggio lo trascorse con il suo bel fidanzato Corvonero, studiando e coccolandosi ogni tanto, all’ombra della grande quercia in riva al Lago Nero. La ragazza si trovava bene con Lorcan, lui le dava sicurezza, protezione. Ma cominciava a dubitare dei sentimenti che provava per lui. Rispetto? Ovvio. Affetto? Sicuramente. Amore? Non lo sapeva. Era confusa, indecisa. Stava bene quando era in sua compagnia, ma significava forse che ne fosse innamorata? Non poteva ignorare la scossa di elettricità che l’attraversava quando Scorpius la toccava o l’eccitazione che provava quando lo scopriva a fissarla, ma nemmeno la presenza sempre costante e la tranquillità che le trasmetteva Lorcan.
«Rosie, tutto bene? Ti vedo distante oggi …»
«Sto bene Lorc, tranquillo. Sono solo un po’ stanca»
A quelle parole il ragazzo si premurò perché tornasse al più presto nel suo dormitorio per riposare, senza immaginare che non era la stanchezza ad annebbiare la mente della sua fidanzata.
 
Quindi eccola lì. A rigirarsi nel letto, con la mente fissa in un unico pensiero. Scorpius, con la sua capacità di farle provare sensazioni incredibili, o Lorcan, con il suo amore fedele? Il Corvonero era sicurezza, stabilità, il Serpeverde, invece, era un salto nel vuoto.
Presa la sua decisione si alzò, decisa ad andare a parlare con Lorcan di quella situazione che le opprimeva il cuore e la mente.
Erano solo le otto, tutti gli studenti si trovavano in Sala Grande per la cena. Rose stava scendendo la prima rampa di scale, quando una voce ben conosciuta la chiamò da dietro. La giovane Weasley si voltò. Scorpius la raggiunse e le prese la mano, iniziando a disegnarvi immaginari cerchi con il pollice. La tensione era altissima. E, semplicemente, Rose non la resse, gettandosi tra le braccia del Serpeverde e baciandolo appassionatamente. Scorpius rispose al bacio con ardore pari a quello della ragazza e la prese in braccio, in modo tale che le lunghe gambe di lei gli artigliassero i fianchi.
Con furia quasi animalesca, aprì la porta della prima aula disponibile e la sigillò dietro di sé. Poi fece distendere la ragazza su un banco e si fermò a osservarla attentamente. La desiderava da anni e ora poteva finalmente farla sua. Ma voleva darle la possibilità di fermarsi.
«Malfoy – la voce della ragazza lo riscosse e sperò con tutto il cuore che non lo cacciasse via – baciami!»
E da quel momento fu solo il piacere di due anime, che imparano a scoprirsi.
 
Rose si sedette e pianse. Man mano che il tempo passava, i singhiozzi sconnessi si trasformavano in lacrime silenziose, che le rigavano le guance, cadendo sui fili d’erba come gocce di rugiada. Dalla sera precedente non aveva avuto il coraggio di parlare con Lorcan, nemmeno di guardarlo in faccia. E questo la distruggeva, perché finalmente aveva capito. Scorpius era stato l’avventura di una notte, il gusto di quel proibito che, una volta assaggiato, non si vuole più assaporare. La voglia di uscire dagli schemi, di ribellarsi, di non essere la sempre perfetta Rose Weasley, figlia di due dei salvatori del Mondo Magico, l’aveva portata a compiere uno sbaglio enorme.
«Rose»
Una voce profonda e familiare la chiamava.
«Vattene Lorcan, non merito nemmeno che tu mi rivolga la parola»
Il ragazzo le rivolse uno sguardo interrogativo e lei, davanti a quegli occhi caldi, profondi, così diversi da quelli di Scorpius, crollò. Gli confessò quello che era successo, ma non ebbe il coraggio di chiedere il suo perdono, pienamente consapevole di non meritarlo. E si sentì completamente abbandonata quando il Corvonero le voltò le spalle, senza dirle una parola e tornò verso il castello, lasciandola in balia della tempesta di sentimenti che infuriava dentro di lei.
 
Il vento si stava alzando, il cielo era coperto da pesanti nubi gonfie di pioggia. Persino la natura la compativa e nel temporale la ragazza vedeva riflesse tutte le emozioni che provava in quel momento. Si accasciò a terra, stringendo quegli stessi fili d’erba che pochi minuti prima avevano accolto le sue lacrime. Ma non pianse, aveva finito le lacrime. Si sentiva sporca e nemmeno la pioggia scrosciante che aveva iniziato a cadere era riusciva lavare via il suo dolore.
 
Fradicia, entrò nella sala d’ingresso, completamente deserta. Incapace di reggersi in piedi, si appoggiò a una parete e chiuse gli occhi, respirando affannosamente. Qualcuno la avvolse gentilmente in un mantello caldo. Rose aprì gli occhi e si lanciò tra le braccia di quel ragazzo che l’aveva amata, protetta, rassicurata e che, in quel momento, la guardava con uno sguardo colmo di preoccupazione e perdono.
«Non posso dimenticare, Rose. Ma ti perdono, perché per me sei troppo importante. La scelta è solo tua e, qualunque essa sia, la rispetterò»
 
Pochi mesi dopo Lorcan Scamandro guardava da lontano due ragazzi seduti in riva al lago. Le chiome, rossa e biondo platino, erano facilmente riconoscibili.
«Cosa stai guardando?»
Lorcan si girò e vide che a parlare era stato il suo gemello, Lysander.
«Dimmi Lys, da quando Malfoy esce con Lily Potter?»
«Meglio Lily che Rose. Mi chiedo ancora come tu abbia fatto a perdonarla …»
«Sai fratellino, quando sei innamorato, la razionalità non conta più nulla. Usare la testa è inutile, perché, ormai è risaputo, in questi casi la mente si lascia sempre abbindolare dal cuore».
E rimasero lì, fianco a fianco, con lo sguardo fisso nell’orizzonte.
   
 
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