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Autore: ridarosa    01/08/2014    2 recensioni
I suoi baci erano leggeri come nuvole. Le sue mani erano morbide sulle sue guance come piume. I suoi occhi racchiudevano l’infinito, letteralmente. Erano di un marrone intenso, profondo, vagamente luminoso per piccole venature di un castano dorato.
Liam sapeva di paradiso. Liam era il suo paradiso. Il paradiso di un ragazzino acerbo, con occhi troppo grandi e sottile come un giungo.
Intrecciò le loro dita e lo guardò attraverso le ciglia lunghe, il suo ragazzo gli sorrise e annuì sicuro. Si chinò a lasciargli un bacio sulla tempia e sussurrò il suo nome, incoraggiandolo dolcemente.
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Ziam
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aki

Aki



A Federico,
che tanto ha aspettato per averla.
Kimi ga daisuki.



Zayn socchiuse gli occhi e sfiorò con le ciglia lunghissime il petto del suo ragazzo, che si muoveva ritmico sotto il suo volto. Respirò il suo odore, avvertì il suo braccio circondargli i fianchi nudi: era sveglio anche lui.
Liam posò un bacio sui suoi capelli di velluto nero, spettinati, e lo strinse di più nell’abbraccio.
Si sentì soffocato, Zayn, stretto tra quelle braccia muscolose che appartenevano al suo compagno. Si sentì imprigionato contro il corpo di colui che aveva capito di amare a soli quindici anni, esattamente dieci anni prima.
Liam Payne era stata la sua prima, vera cotta alle superiori. Il suo sogno adolescenziale. Il nome da scribacchiare ai bordi delle pagine dei quaderni.
Era bello nei corridoi della scuola, con i libri sotto il braccio. Troppo bello perché Zayn non se ne innamorasse. Troppo bello perché potesse anche minimamente calcolarlo. Eppure, quel contatto che sembrava così impossibile era avvenuto, ed aveva cambiato totalmente la vita di Zayn.
“Tutto merito dei tuoi occhi. Sorridono.” diceva sempre Liam, mentre lo guardava innamorato. E Zayn, puntualmente, abbassava il capo quasi imbarazzato da quella spiegazione così semplice.
Il suo ragazzo era sempre così sincero nei sentimenti. Gli aveva letteralmente consegnato il suo cuore, quando si erano baciati per la prima volta, dieci anni prima, in una sera di metà autunno. Zayn lo sapeva bene, eppure a volte si sentiva gravato dal peso di quel cuore nelle sue mani, a volte voleva solo lasciarlo cadere, facendolo rompere. Ma gli bastava scuotere la testa e guardarlo negli occhi per abbandonarsi totalmente a quell’amore immenso che provava nei suoi confronti.
Ogni mattina si svegliava al suo fianco, lo baciava, lo accarezzava. Viveva il suo amore nello stesso modo con cui viveva la giornata. Amarlo era diventata una routine. Sempre la stessa, ogni giorno.
“Lee..” mormorò con le labbra posate tra le sue clavicole.
Lo sentì mugugnare ancora assonnato e sollevò lo sguardo per incontrare i suoi occhi velati da un sogno. Sorrise meccanicamente vedendolo così fragile e socchiuse gli occhi, abbagliato dai raggi solari che avevano eluso la protezione delle pesanti tende blu.
“Dormi, Zay…” sussurrò assonnato Liam, girando il capo dall’altra parte, evitando la luce. Chiuse gli occhi e sospirò qualcosa nel dormiveglia, prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
Zayn annuì, pur non potendo essere visto da nessuno e soffiò piano sulla pelle vagamente dorata del suo ragazzo. Il calore del suo corpo sembrava opprimente. Ansimò piano, agitandosi piano tra le sue braccia, cercando di poter sentire sulla pelle la fresca atmosfera dell’autunno.
Vide Liam muoversi infastidito sotto di lui, ma non vide i suoi occhi aprirsi o il suo subconscio venir strappato al sogno.
Ripensò per un attimo a quando quel corpo, quando era ancora troppo acerbo per avere quei bicipiti possenti, era la fonte dei suoi sogni, quando non faceva altro che sospirare quando lo vedeva camminare o sorridere.
Il suo sguardo si soffermò sulle sue labbra, rosse e carnose, piegate in un dolce e lieve sorriso, umide di saliva.
Sorrise per un attimo, ritornando con la mente a quando lo aveva baciato per la prima volta e si era sentito in paradiso. Ripensò a quando gli aveva offerto la sua mano, quando aveva fatto delle sue spalle un baluardo.


Liam lasciò scivolare una mano nella sua. Zayn sentì il cuore perdere un battito e le guance arrossarsi. Strinse le sue dita e si sentì improvvisamente al sicuro.
Stavano insieme da tre settimane ed erano stati i giorni più belli della loro vita.
Chiuse gli occhi e strinse la sua mano, ancorandosi a quel paradiso che era Liam Payne.
La storia del paradiso collegato al suo ragazzo era assurdamente strana. E Zayn lo sapeva bene. Ma per lui, Liam sapeva di paradiso.
I suoi baci erano leggeri come nuvole. Le sue mani erano morbide sulle sue guance come piume. I suoi occhi racchiudevano l’infinito, letteralmente. Erano di un marrone intenso, profondo, vagamente luminoso per piccole venature di un castano dorato.
Liam sapeva di paradiso. Liam era il suo paradiso. Il paradiso di un ragazzino acerbo, con occhi troppo grandi e sottile come un giungo.
Intrecciò le loro dita e lo guardò attraverso le ciglia lunghe, il suo ragazzo gli sorrise e annuì sicuro. Si chinò a lasciargli un bacio sulla tempia e sussurrò il suo nome, incoraggiandolo dolcemente.
Erano in una stradina poco illuminata, un piccolo affluente della Main Street di Bradford. Le voci delle persone giungevano chiare e limpide sino a loro, sembrava quasi che fossero lì.
Zayn rabbrividì impercettibilmente, avvertendo uno sbuffo di vento infilarsi sotto la giacca pesante e la felpa grigia. Si avvicinò al suo ragazzo e posò la testa sulla sua spalla, godendo del suo calore corporeo. Liam sorrise e gli accarezzò i capelli con la mano libera.
Quella scelta, la scelta di rivelare la loro relazione per quella che era, era stata pensata e ripensata. Zayn aveva passato veglie intere, di notte, a riflettere su quella decisione, su quel semplice intreccio di mani, che rispecchiava l’intreccio delle loro anime, forse troppo profondo per essere rivelato. Chiudeva gli occhi e posava la testa sul cuscino, lasciando tremare le ciglia e godendo della morsa di adrenalina e paura che gli stringeva lo stomaco. Si sentì così in quel momento, solo che, al posto di lenzuola consumate, c’erano le braccia di Liam a riscaldarlo. Ma le sue ciglia tremarono allo stesso modo, l’adrenalina si era nuovamente mischiata alla pura, e stringeva saldamente il suo stomaco. Lasciò la sua mano e gli cinse il collo, abbracciandolo. Il suo ragazzo strinse i suoi fianchi, sentendoli fragili e appuntiti anche attraverso il jeans.
“Zayn,” mormorò con le labbra premute contro il suo collo, respirando il suo odore. La sua lingua si arricciò sull’ultima lettera, quasi cercando di trattenere quel suono nella sua bocca, assaporandolo come fosse il piatto più prelibato, o forse semplicemente il suo preferito. “E’ tutto okay?”
La sua voce era miele, rompeva quell’atmosfera che sembrava volerlo avvelenare. Zayn annuì, posando la sua fronte contro la sua spalla e lasciando scivolare le sue mani sino al suo petto, stringendo la sua giacca frusciante.
“E’ solo… E’ solo che è strano…” sussurrò, socchiudendo gli occhi e guardandolo attraverso le lunghe ciglia scure. “E’ come quando fai un compito in classe e hai studiato tutto il pomeriggio precedente. Tu sai di averlo fatto, di essere nel giusto, ma continui ad avere paura di quel fottuto compito.” Aprì gli occhi e cercò comprensione nel suo sguardo. Si sentì subito a casa, sprofondando in quel mare color cioccolato, con quella calde sfumature dorate. Avvertì l’odore di Liam sconvolgergli i sensi.
Paradiso.
Lo strinse più forte tra le sue braccia. Zayn abbassò il capo e lo posò nell’incavo tra spalla e voltò, lasciando un bacio sul suo collo. Respirò l’odore dei suoi capelli e si dondolò appena sulle gambe, cullandolo lentamente. Avvertì il suo ragazzo annuire e gemere soddisfatto e sorrise, osservando il sudicio muro di fronte a lui.
“E’ un passo importante, dolcezza. Non c’è affatto bisogno di affrettare i tempi, se non vuoi.” sussurrò calmandolo, disegnando piccoli cerchi invisibili sulla sua schiena.
“No. Voglio farlo. Voglio mostrare a tutti quanto sei importante per me. Deve essere oggi.” esclamò Zayn, con ritrovata veemenza, allontanandosi di poco da lui per poterlo guardare negli occhi.
Liam vide del fuoco bruciargli nelle iridi ambrate. Una determinazione sconosciuta brillava tra quelle pagliuzze d’oro e di bronzo. Ne rimase stupito, piacevolmente stupito. Il suo Zayn era talmente ricco di sfumature che vivere ogni giorno vicino a lui non poteva che essere un dono.
Annuì alle sue parole, posando la fronte sulla sua e le mani sul suo volto, gli baciò la punta del naso e sorrise inarcando dolcemente le labbra. “Okay. Quando vuoi.” sussurrò a pochi millimetri dalle sue labbra, respirando la sua stessa aria.
Zayn annullò in fretta quella distanza, donandogli un bacio dolce e lieve, fragile come ali di farfalla. Afferrò con decisione la sua mano e intrecciò le sue dita, lasciando che il suo ragazzo gli accarezzasse il dorso.
“Sei pronto?” chiese premurosamente, guardandolo con intensi occhi brillanti.
Annuì e gli si avvicinò di nuovo, baciandolo con gli occhi chiusi. Lo guardò con occhi luminosi e gli sorrise, cercando di mascherare la pura folle che stava giocando con il suo stomaco un gioco impari.
Furono colpiti dalla luce di un lampione appena uscirono dalla stradina che era stata il loro rifugio fino a pochi secondi. Le persone si godevano la frescura dolce e croccante di una sera di metà autunno. Zayn e Liam le osservavano temendo un loro giudizio negativo, temendo di essere additati come gli amanti di Prevet. Si fecero forza l’un l’altro, stringendo le mani e condividendo la paura.
Zayn lo guardò e si sentì privo di qualsiasi difesa, sotto il suo sguardo profondo, con le anime in piena collisione, come stelle. Sentì i suoi muri cadere; le fortificazioni che aveva eretto in tutti quegli anni, furono abbattute da quel ragazzo che lo aveva stordita con il primo sorriso che gli aveva rivolto. Si sentì debole e subito dopo forte, protetto da Liam, dal suo ragazzo.
Chinò il capo, cercando di nascondere il rossore per averlo definito suo. Suo come mai nessuno prima.
Non gli importava più dei giudizi altrui. Lui aveva Liam e lui era la cosa che più gli stava a cuore al mondo.



Zayn scivolò piano dalle sue braccia e controllò che non lo avesse svegliato. Sospirò piano e si guardò intorno, osservando tutti i particolari di quella stanza ch era stata il cuore della loro casa. Osservò i raggi filtrare dalle pesanti tende e si girò dall’altra parte, dando le spalle alla finestra. Vide con la coda dell’occhio il suo riflesso nel grande specchio di fronte al letto. Un ragazzo magro, con capelli spettinati e barba non fatta, costole sporgenti e tatuaggi a coprirgli il fragile incarnato caffellatte. Le gambe sottili e lunghe, le ginocchia segnate da vecchie cicatrici, il lupo disegnato sul polpaccio. Le braccia magre ed esili si strinsero attorno ai fianchi appuntiti in un abbraccio solitario, cercando quel vago senso di calore e protezione che aveva trovato stando in quel letto, il loro letto, con Liam.
Alzò lo sguardo sulla sua figura, scostando i capelli dalla fronte con un gesto abituale e meccanico. Alle sue spalle lo specchio rifletteva la figura di Liam addormentato.
La barba incolta lo rendeva più affascinante, delineando la mascella quadrata. Aveva infilato le mani sotto il cuscino e aveva socchiuso la bocca, rossa come ciliegie mature. I bicipiti possenti, che lo avevano stretto fino a poco prima, erano magistralmente disegnati dal gioco di luce ed ombre del primo mattino. Un lenzuolo, bianco e stropicciato, gli copriva parzialmente le gambe, accentuando l’innocenza del suo sonno.
Strinse di più le braccia attorno al suo corpo nudo e sospirò frustato. Diede le spalle allo specchio, cercando di evitare che il suo sguardo si posasse di nuovo sul corpo del suo ragazzo. Notò i vestiti, che aveva indossato la sera prima, appoggiati allo schienale della poltrona beige posta in un angolo. Si avvicinò titubante e si sedette sull’imbottitura cedevole. Accarezzò, pensoso, con la punta delle dita, il jeans scuro, saggiandone la morbidezza. Li afferrò all’improvviso, chiudendo la mano a pugno e portandoli sulle sue gambe nude. Li infilò lentamente, stando attento a non far frusciare la stoffa o a far tintinnare la fibbia della cintura contro il bottone del pantalone. Si alzò in piedi e indossò la maglia nera, del giorno precedente.
Si girò a guardare Liam e gli si avvicinò lentamente, sentendo la morbidezza le moquette sotto i piedi nudi. S’inginocchiò di fronte a lui, posando il mento sul materasso. Si sedette sulle gambe e lo studiò, ammirando i tratti di quel volto che aveva tanto amato nella sua vita. Socchiuse gli occhi e si concentrò sull’ombra delle sue ciglia sugli zigomi.
Si chiese per la prima volta se stesse facendo la cosa giusta. Scappare di casa come fosse un ladro, abbandonarlo mentre lui era totalmente incosciente, evitare il suo sguardo. Liam non si meritava di essere trattato in quel modo.
Chinò il capo e una lacrima bagnò il coprimaterasso candido, mentre il suo cuore si stringeva al pensiero di non riuscire più a rispettare la persona che aveva amato. Stette in silenzio, cercando di percepire nel profondo della sua anima anche solo una pallida imitazione di quello che in passato aveva provato.
Si alzò in piedi, facendo leva sulle ginocchia e cercò di non fare rumore. Si piegò sul corpo di Liam e gli baciò la guancia, trattenendo un gemito.
Uscì dalla stanza in punta di piedi, guardando per un’ultima volta l’aria pacifica e rilassata di quello che era stato il suo ragazzo, prima di chiudere la porta e darle le spalle.


Liam lo baciò con gli occhi chiusi, gustandosi le sue labbra carnose e spaccate per il freddo di un autunno che giungeva a termine, cedendo man mano il passo all’inverno.
Zayn si alzò in punta di piedi, cercando di annullare la loro differenza di altezza, inclinò il capo di lato e socchiuse le labbra. Liam gli leccò piano il labbro inferiore, succhiandolo come fosse una caramella. Sfiorò con la lingua i denti quasi perfetti e piano, con una lentezza che sapeva di miele, toccò la sua lingua, calda e fremente per quel contatto.
Gli cinse i fianchi, attirandolo più vicino al suo corpo bollente come un tizzone nella serata gelida. Zayn gli circondò il collo con le braccia, appoggiandosi alle sue spalle per tenersi in equilibrio in punta di piedi.
Sbuffi freddi di vento entravano dalla finestra aperta, permettendo alla tenda azzurra di volteggiare libera nella stanza. Zayn rabbrividì e si strinse maggiormente contro il corpo del suo ragazzo, stringendo la presa sulle sue spalle. Liam sfiorò la pelle scoperta dei suoi fianchi, affondando le dita in quella seta liscia e profumata. Lasciò la sua bocca, arrossata dai troppi baci, e fece scorrere le sue labbra sulla guancia, sfiorandola con estrema dolcezza. Zayn fremette tra le sue braccia e gli toccò la nuca, muovendo piano le dita.
Le mani di Liam risalirono sulla sua schiena, sotto la maglietta leggere. Saggiarono la morbidezza della pelle, il morbido incavo della spina dorsale, le scapole sporgenti, i muscoli rilassati. Toccarono le fossette, sfiorarono le costole magre. Zayn le sentì come piume sulla schiena e rabbrividì di piacere, gettando la testa all’indietro e socchiudendo la bocca rossa come bacche.
Liam gli morse la pelle morbida de collo, succhiando appena sopra la giugulare. Sentì il suo respiro affannoso, il battito cardiaco folle, le sue mani stringergli i capelli e la sua bocca mormorare il suo nome come fosse nenia. Marchiò la sua pelle con le labbra, sporcando l’elegante caffellatte del suo collo. Il suo nome era sulla sua pelle, ora, segno visibile dell’appartenenza che avevano sancito al loro primo bacio.
Affondò un dito nelle sue fossette di Venere, appena sopra il jeans a vita bassa che indossava.
La sua bocca risalì sino al suo orecchio, soffiandogli piano, fermando il movimento rilassante delle sue mani sulla sua schiena.
“Sei sicuro?” gli sussurrò, ansimando lentamente. Si allontanò di poco per poterlo guardare negli occhi.
Zayn si perse nel suo sguardo liquido per l’eccitazione e profondo, illuminato dalla sua premura. Vide le sue labbra arrossate, gonfie per i baci che lui gli aveva dato, le guance rosse per l’entusiasmo. Abbassò lo sguardo e notò la sua erezione, quella che lui, con il suo corpo, gli aveva provocato.
Si sentì improvvisamente bello e speciale e vivo, mentre vedeva per la prima volta il suo riflesso negli occhi di Liam, mentre capiva per la prima volta il modo in cui Liam lo vedeva. E si sentì amato, percependo il suo calore quasi febbrile sulla sua pelle, le sue mani sui suoi fianchi e i suoi occhi sul suo viso, a scrutare la sua volontà.
Si sentì prezioso, mentre arrossiva sotto il suo sguardo e abbassava il capo, cercando di non mostrare il suo sorriso radioso.
Lo baciò all’improvviso, con una passione particolare ad animargli i gesti. Gli sfiorò le guance con i pollici e annuì piano nel bacio, toccando la sua lingua e sentendo le sue mani toccare prepotentemente i suoi fianchi, quasi cercando di imprimere la forma delle dita nella pelle morbida.
“Io ti voglio, Liam.” affermò risoluto, allontanandosi di poco dalle sue labbra e respirando la sua stessa aria, confondendo i sospiri e i gemiti. Gli sfiorò il naso con il suo, mentre Liam lo prendeva velocemente in braccio e lo posava sul suo letto, perfettamente fatto, con le coperte ben piegate.
Zayn si posò con dolcezza sul letto, inspirando l’odore famigliare della sua camera, nella quale aveva vissuto sogni e pianti, aveva disegnato e aveva studiato. Capì, in un lampo di lucidità, priva della febbrile eccitazione degli ultimi minuti, che lì, in quella stessa camera che lo aveva visto bambino, e poi un adolescente chiuso, e poi lo aveva visto innamorato, tutto stava cambiando. Liam stava per segnare la sua vita più di quanto non avesse già fatto. Stava per diventare completamente suo. Stava per mostrare a Liam tutte le imperfezioni del suo corpo, tutte le mancanze che solo lui poteva colmare.
Sorrise, mentre gli lasciava spazio per sistemarsi meglio tra le sue gambe. Chiuse gli occhi e lo baciò, sentendo nella bocca un sapore nuovo, diverso ma non fastidioso. Gli toccò i capelli, giocando con le ciocche più lunghe e arrotolandole sulle dita.
Liam gli tolse la maglietta con lentezza, scendendo a baciargli il petto magro e acerbo, mentre Zayn rabbrividiva per il vento gelido che ancora entrava dalla finestra aperta, che nessuno aveva chiuso, troppo presi dallo scoprirsi a vicenda.
Gemette quando Liam gli sfiorò con la fronte l’erezione ancora costretta dai jeans. Glieli abbassò, assieme ai boxer, e soffiò piano sulla punta arrossata, prima di baciarla con dolcezza. Zayn, inarcò la schiena e trattenne a stendo un’esclamazione di piacere, mugugnando con le labbra morse e gli occhi sgranati. Sentì la sua risata vibrare sulla sua cappella e si rilassò, per poi sentirsi improvvisamente in una stanza troppo calda, come un forno ad alta temperatura. Liam godette dei suoi fremiti innocenti e inglobò totalmente il suo pene nella sua bocca.
Lo amò con pazienza e dolcezza, toccandolo con la leggerezza e la morbidezza delle nuvole estive. Seguì i suoi tempi e cercò di non fargli male, dilatandolo con zelo, prima di penetrarlo. Asciugò le sue lacrime con gli occhi grandi che chiedevano scusa e lo baciò, per distrarlo dal dolore.
Lo tenne stretto, mentre si stendeva al suo fianco, entrambi stremati dai rispettivi coiti. Zayn posò la sua testa sul suo petto, permettendogli di stringere i suoi fianchi.
Incrociò il suo guardo e annegò nelle sue pupille dilatate, circondate da un sottilissimo cerchio di un marrone intenso. Vide, in quell’immensità, il modo in cui Liam lo vedeva, ora, stravolto dal coito e ancora ansimante per la folle eccitazione delle ultime ore.
E si sentì di nuovo prezioso, come fosse la sua perla, il gioiello da custodire gelosamente. Si sentì bene, completo come mai prima, unico nelle sue braccia. Si sentì giusto, sentendo il suo cuore battere sotto la sua guancia.
E ora, per lui, tutto l’universo seguiva una chiara legge.



Zayn scese lentamente le scale, con le ciglia ancora appesantite dalle lacrime che non aveva mai avuto il coraggio di asciugare. La sua bocca era secca, come cartavetro le labbra, inaridite. Sfiorò con le punta delle dita i muri color nocciola e sentì il freddo di novembre sin nelle ossa. Rabbrividì, e avvolse le braccia attorno al busto.
Si guardò intorno stordito, mentre studiava per quella che sembrava la prima volta, quella casa che non gli era affatto estranea.
Si avvicinò lentamente, calpestando con i piedi nudi il parquet lucido, alla grande libreria che la sorella di Liam aveva regalato loro, quando erano andati a vivere insieme. I suoi libri preferiti e quelli di Liam erano mischiati senza una logica ben precisa. Toccò i dorsi dei libri più consumati, mentre lampi di ricordi lo assalivano senza pietà. Ad ogni libro era legato un particolare momento vissuto insieme, sia bello che brutto.
Disse loro addio con lo sguardo, non li avrebbe portati con lui, sarebbero restati lì, ad accumulare polvere, a riempire una libreria.
Vide il divano che avevano scelto insieme, con quel particolare sfumatura chiara del color nocciola, che Liam tanto amava. Sfiorò il tessuto con mano leggera, ricordando quante volte si era addormentato su di lui, dopo una giornata troppo pesante all’università.
Si avvicinò piano alla mensola, al centro esatto della libreria, piena di fotografie incorniciate e di souvenir dei loro viaggi. Il loro volti sorridenti, i loro baci, i loro ricordi bloccati in una fotografia, attimi di vita a colori che campeggiavano nella loro casa, oltre che nella loro mente.
Prese in mano la foto più nascosta e sorrise, riconoscendola. Avevano diciassette anni ciascuno. Sorridevano felici all’obbiettivo della vecchia polaroid di Zayn, abbracciati e con le gote arrossate per le lunghissime giornate passate al mare.
Zayn si rese conto in quel momento del motivo che lo aveva spinto a scappare di casa in quel modo vile. La sua vita si era fermata al momento in cui aveva incontrato Liam, in cui si era innamorato di lui.
Era cresciuto con la sua presenza al suo fianco. Era caduto e lui lo aveva aiutato a rialzarsi. Aveva conseguito successi scolastici e lui era il primo ad abbracciarlo. La sua vita si era fermata con Liam. Lui era diventato la sua vita. Monocolore.
Non esisteva uno Zayn senza un Liam.
E non era questo quello che lui voleva.
Lui voleva essere Zayn, indipendente da Liam. Vivo anche senza Liam. Prezioso anche senza Liam. Giusto anche senza Liam. Speciale anche senza Liam.
Indossò le scarpe e cercò la giacca e la sciarpa. Posò una mano sulla maniglia della porta e l’aprì con lentezza, badando a non far rumore.
Zayn capì, in quel momento, uscendo di soppiatto dalla casa ordinata, che non avrebbero mai avuto il futuro che avevano immaginato quando erano ancora semplici adolescenti innamorati.
Dedicò un’ultima occhiata a tutto questo che stava per lascarsi alle spalle, osservò l’arredamento semplice e chiaro che avevano scelto insieme, i libri, i ricordi, le foto. Vide la sua vita con Liam e per un attimo la rimpianse. Rimpianse il modo in cui si erano evolute le cose, in cui il loro amore aveva perso la bellezza originale, come un dipinto mal restaurato. Rimpianse i suoi baci al mattino, e i suoi sussurri sulla pelle. Sentì il suo cuore stringersi dolorosamente e serrò la presa sulla maniglia della porta, mentre le ciglia, ormai asciutte, trattenevano le lacrime che minacciavano di bagnarli le guance magre.
Uscì da quella casa, mordendosi le labbra per non piangere, muovendosi lentamente, cercando di non cadere a pezzi. Si allontanò dal portone e da quel palazzo, alzando il capo per pochi secondi e scrutando il cielo lattiginoso.
Si fermò in un piccolo parco, a un isolato di distanza da quella che poteva oramai definire casa di Liam.
Gli alberi avevano perso quasi del tutto le loro foglie e Zayn ne osservò una volteggiare nell’aria, prima di ricadere vicino alle compagne, subito seguita da altre due più piccole. E per un attimo, Zayn si ritrovò di nuovo adolescente, mentre fantasticava nella sua stanza sulle voci dei suoi figli, accompagnati dalla risata gioiosa di Liam.
S’inginocchiò ai piedi di un albero, sotto lo sguardo incuriosito di alcuni viandanti mattutini. Chinò il capo e alcune lacrime scolorarono dalle sue guance, bagnando le foglie morte sotto di lui. Ne prese alcune tra le mani e iniziò a strapparle, disperato, gemendo per il suo cuore rotto, per il dolore che stava provocando a Liam e per quello a cui aveva coscientemente rinunciato, cercando di ritrovare se stesso lontano da colui che lo aveva, pur senza saperlo, bloccato.
Strinse le foglie al petto e le sentì scricchiolare, per poi spezzarsi con un rumore secco e grave, che risuonò nelle sue orecchie cupamente. Si sentì autunno in quel momento, con un cielo grigio sulla testa, alberi spogli a tenergli compagnia e foglie morte strette al petto.
Si sentì autunno, Zayn, vuoto come quel cielo, spoglio come quegl’alberi e secco come quelle foglie.





NdA.
Questa storia è stata una vera e propria prova, per me. E' stato difficilissimo scriverla, sia per il pairing (Federico, possa tu essere benedetto da Atena!), sia per il prompt, che è appunto "Autunno".
Ammetto anche di aver pianto mentre la scrivevo. Ho pianto tantissimo. E mi sono sentita uno schifo mentre facevo soffrire Zayn. Ma nulla è eterno, solo gli dei. Tutto ha una sua fine e questa è la fine che ho voluto dare agli Ziam. Una fine che io stessa ho sofferto.
Questa storia partecipa a "La Scalata" del Wanki!Fic.
Anyway, cos'altro devo dirvi?
Ah, si. Inviatemi una recensione e ditemi cosa ne pensate degli Ziam, della loro storia, e dell'angst, seppur pessimo, lo riconosco.
Segnalatemi gli eventuali errori, non ho controllato molto attentamente.
Grazie per esser arrivati sin qui.
Baci,
Giulia.

  
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