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Autore: Walking_Disaster    02/08/2014    5 recensioni
Attenzione: Wincest.
Una notte passata a cullarsi in ciò che hanno, nell'assaporarsi, nell'aversi. Una notte passata a pensare allo smettere di farsi domande, perché il tempo è relativo e corre molto più veloce di ogni creatura, con la sola consapevolezza che ciò che è giusto è godersi quel che più si avvicina alla felicità.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Terza stagione
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Ancora un giro
di giostra





Era bello guardarlo dormire. Era bello sentire il suo respiro pesante, le gambe intrecciate alle sue, la carne infuocata sotto le dita. Sembrava così libero, così... ragazzo. Sperava che nei suoi sogni trovasse Jessica, che fosse felice, che sorridesse, perché il suo sorriso era bellissimo ed era troppo importante per non accenderlo.
Dean lo guardava in silenzio, la testa sorretta sul pugno chiuso ed il gomito puntellato sul cuscino del letto di quel motel. Aveva cigolato mentre si muovevano, e sospettavano di aver rotto un paio di molle e di aver sciupato la carta da parati dietro la testiera che sbatteva contro il muro a ritmo con la danza delle loro anime. Dovevano anche aver fatto cedere qualche doga, ma d'altra parte non era colpa loro se era un materasso di più che seconda mano. Loro dovevano viversi, comunicare, sentirsi. Il tempo che restava non era mai abbastanza e non avevano né voglia né modo di pensare all'evitare di rompere oggetti. Loro stessi erano giocattoli rotti, arrugginiti, usati troppe volte: ogni tanto dovevano essere egoisti, e loro, almeno in quel momento, erano la priorità. Ai letti ci avrebbero pensato.
Dean, nella penombra della stanza rischiarata ad intermittenza solamente da una squallida insegna al neon all'esterno di quel loro temporaneo rifugio, osservava ciò per cui ancora calcava la Terra: Sam addormentato, con i capelli disastrati dai gesti bisognosi del maggiore. Quei capelli un po' troppo lunghi che venivano continuamente spostati dietro l'orecchio da un gesto distratto, perché lo infastidivano quando gli cadevano sugli occhi. Sam, così intelligente, che nonostante la pacatezza era vita, con quelle piccole rughe di concentrazione proprio al centro delle sopracciglia, le palpebre appena strette in due fessure attente e vivaci. Chi aveva detto che gli occhi grigi potevano risultare piatti? Un coglione, senza dubbio, perché per Dean il grigio era il colore più vivo e luminoso del mondo. Più del giallo. Molto più del giallo.
Le labbra di Sam erano socchiuse e perfino nel sonno non perdeva quel lieve broncio quasi onnipresente su quel viso che ormai era di un adulto. Sam, quando veniva guardato, trasmetteva consapevolezza, anche se Dean era libero di ammetterselo solamente in quei momenti, quando le loro carni si toccavano ed avevano le coperte ed il loro odore di sesso a nasconderli al mondo.
Prese un profondo sospiro e poi tornò ad accomodarsi sotto a quella coltre di sicurezza che riuscivano a crearsi, un languore velenoso e stucchevole al centro della bocca dello stomaco.
Passò un braccio attorno alla vita di Sam, mentre posava la fronte contro la sua guancia e respirava in quella nicchia tra collo e spalla. Oh, c'era un morso violaceo sopra la clavicola del fratellino.
Dean sorrise tra sé, mentre si chinava a baciare quell'ennesimo marchio impresso nella carne del minore, alcuni suoi, alcuni – e perlopiù – dei mostri che si rintanavano negli armadi o sotto ai letti e che loro due erano così cretini da cacciare.
Nel momento stesso in cui chiuse gli occhi, però, la voce impastata e arrochita di Sam si attorcigliò intorno ai loro corpi come volute di fumo agrodolce: «...Dean?» Biascicò, facendo cigolare ancora un po' quel materasso impegnato nel voltarsi verso il maggiore, che tuttavia preferì restare rintanato nel luogo dove tutto gli veniva reso facile e possibile. Restò a casa sua, nonostante i movimenti dell'altro: nella nicchia tra collo e spalla di Sam.
«Torna a dormire.» Gli rispose Dean dopo alcuni istanti, sfiorandogli il profilo della mascella con le labbra appena socchiuse, nel tentativo di riaccompagnarlo a quella tranquillità donata dal sonno che raramente andava a trovare i due fratelli.
«Eri sveglio.» Soggiunse il più piccolo, socchiudendo le palpebre a quei tocchi lievi della bocca del maggiore. Aveva sempre ammirato le labbra di Dean, ed in realtà lo avevano anche sempre un po' incuriosito. Si chiedeva se sarebbe stata contemplabile la possibilità che potesse essere stato lo stesso fantasma del Botticelli a tornare per disegnare le labbra di Dean con la stessa accuratezza con cui aveva disegnato i capelli della Venere. Gli pareva molto plausibile, a vederle.
«Già, ma tu no, quindi chiudi quella bocca e torna a dormire.» Sam sentiva il sorriso dell'altro sulla pelle mentre protestava a quel modo col suo solito "chiudi quella bocca".
Tipico.
«Dean, che ore sono?» Sbadigliò poi, lasciando perdere ogni eroico tentativo di resistere al richiamo dei sogni per stringersi contro il maggiore, che lo accolse con il solo gesto dell'aumentare la presa attorno alla sua vita.
«Le quattro e un quarto... abbiamo ancora qualche ora, Sammy. Sta' tranquillo.» Assicurò Dean con un bisbiglio, mentre posava la fronte contro quella del fratello, osservando il suo viso da sotto le palpebre socchiuse. Già: Sam poteva stare tranquillo. Poteva dormire, per quella notte, perché c'era Dean a vegliare su di lui. Non era un angelo, non era Dio, o altre puttanate di quel genere. Non era niente se non un uomo a cui restava meno di un anno di vita e che non aveva niente se non una mitica Impala ed un rapporto malsano, corrotto, di dipendenza dal suo stesso fratello. Quel fratello che ora giaceva tra le sue braccia e gli respirava sulle labbra, che lo guardava di tanto in tanto da sotto le ciglia mentre tentava pigramente di non cedere al sonno. Ed a ben pensarci – Dean lo realizzò in quel momento – era in quei momenti che si sentiva il più fortunato del mondo. Era il più forte. Più di Batman.
Sorrise tra sé ai suoi stessi pensieri, crogiolandosi nell'odore della pelle sudata di Sam, nell'aria calda e pesante che li circondava.
«Sam, quando pensi che sia cominciato? Perché in realtà non è normale.»
Lo dovette chiedere, però, interrompendo quel languido e denso cullarsi nel torpore del sesso, della notte e dell'amore. Non ci pensava spesso, a quel loro legame. E non gliene fregava un cazzo se si trattava di una cosa normale o della cazzata del secolo, ma era curioso. Perché lui non riusciva a collocarlo in un preciso momento, come si poteva fare con una relazione sana. Non c'era stato un primo bacio, o una prima notte insieme. Era stato normale e naturale, era stato giusto. O almeno, per loro era giusto, e dal momento che erano stati trascinati nella merda fin dal loro primo giorno di vita, se quello era ciò che li faceva stare bene, che avvenisse. Chi se ne fregava se era una cosa inconcepibile a chi era normale. Di normale loro avevano sempre avuto ben poco. Avevano loro stessi e nient'altro, e se questo comprendeva delle scopate col proprio fratello, dei baci ben poco casti ed un amore incomprensibile ai più... i proprietari del motel se ne sarebbero fatti una ragione. Loro di sicuro non avrebbero ripagato i danni alla stanza.
«Io non penso che abbia avuto un inizio, Dean. Si trattava solamente una questione di tempo. E comunque no, non è normale, ma non importa. Ci rende felici, giusto? A me, per esempio, rende felice. A te?»
La voce di Sam era calma. Gli aveva confermato i suoi stessi pensieri con tranquillità e naturalezza, rendendo giusto un qualcosa che di accettabile aveva poco nel mondo altrui.
Lo amava anche per questo.
Dean fece un mezzo sorriso prima di rispondere: «Sì. Mi rende felice.»
Sam gli posò un lievissimo bacio sul pettorale, per spostarsi poi sul pomo d'Adamo e alle labbra, soffiandogli lì una breve risatina, baciandolo un'ultima volta in quel punto.
«Allora smetti di fare domande.»
Il maggiore annuì appena, sporgendosi per spingere le labbra su quelle del fratello, la lingua andò rapida a lambirne i contorni. Si registrò un mugolio, da qualche parte in quel motel. Si registrarono mani a vagare di nuovo sui corpi, un bisogno che si risvegliava, un fratello minore che, nudo, montava a cavalcioni sulla vita del maggiore, con le mani di quest'ultimo che trovavano la carne dei fianchi del compagno, stringendola, le unghie che tornavano ad imprimersi nella pelle già fitta di cicatrici e segni.
Un ansimo ed ancora uno. Ripartì un altro giro di giostra. Uno dei tanti, prima che il tempo di essere felici finisse.







Walking_Disaster's corner:
Buonasera a tutti! Nuova della sezione e del mondo di Supernatural. Sono ancora alla sesta stagione (anche se non volete sapere in quanto tempo ci sono arrivata alla sesta... poco per essere considerato un qualcosa di sano. Davvero poco.), ma non potevo risparmiarmi dallo scrivere un qualcosa Winchest. Quel che hanno Dean e Sam è... non so, io personalmente li amo insieme, anche se ho una non trascurabile preferenza per Dean. Penso che, da slasher incallita, sarò destinata come tanti altri allo shippare la Destiel, ma per me, almeno per il momento, è tutto Winchest e nient'altro, quindi bon, beccatevi questa e recensite, pls.
Alla prossima (yup, molto probabile che scriverò qualcos'altro, conoscendomi) ed un Castiel sex slave a chi mi fa sapere che ne pensa <3

Thanks and so much love,

WD

   
 
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