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Autore: jeanny991    02/08/2014    2 recensioni
E se Akane, dopo il matrimonio fallito, in preda allo sconforto finisce per pensare che sarebbe stato meglio non aver mai incontrato Ranma? E se Akane si ritrova improvvisamente in una realtà, nella quale questo suo pensiero si realizza, dove vi sono tutti i personaggi che Ranma ha portato a Nerima ma nessuno di questi ha mai conosciuto il ragazzo col codino e lei è l'unica che ne conserva il ricordo? Come potrebbe reagire la nostra protagonista?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo nono
 

La stretta di mano tra i due giovani sugellava un patto: Ranma avrebbe aiutato Akane senza esitazione. Il problema era dove cominciare. La ragazza aveva espresso il bisogno di far nuovamente visita a Mouss, l’unica persona che sembrava aver percepito il cambiamento di realtà e che aveva promesso di aiutarla. Tuttavia non si era più fatto vivo e Akane aveva iniziato a sospettare che nascondesse qualcosa. Dopotutto aveva riversato le proprie frustrazioni legate al fallimento del matrimonio alla sola presenza del ragazzo cinese. Dunque una vocina nella testa della bella mora suggeriva che fosse proprio Mouss costituiva la chiave per ritornare alla normalità.
Per poter far visita al cinese, Akane avrebbe dovuto affrontare nuovamente le amazzoni cinesi proprietarie del Neko Haten. Grosso ostacolo. Sicuramente Obaba non era ancora ben disposta nei confronti della Tendo vista la confusione creatasi la volta nella quale si era recata al locale. Era necessario un diversivo e Ranma poteva costituirne uno.
- Ranma… avrei bisogno di verificare una cosa. –
- Cioè? – il giovane Saotome aveva un’espressione alquanto dubbiosa sul volto, come se stesse per percepire la stranezza della richiesta.
- Fammi vedere il modo in cui combatti. –
- Che?! Ti ho ripetuto diverse volte che non pratico le arti marziali!! –
- Questo l’ho capito! Però saprai fare a botte no?! Tutti sanno più o meno tirare qualche pugno o qualche calcio! – Akane doveva assolutamente capire se il moro era in grado di attirare un minimo l’attenzione di Shan-pu e della sua bisnonna. Nonostante alcune rimostranze alla fine Ranma accettò e condusse la ragazza nel piccolo cortile sul retro della casa. Akane giunga a fronteggiarsi nuovamente con Ranma, provò un brivido d’emozione, le mancava tanto anche quell’aspetto del loro rapporto. Tuttavia, diversamente dal Ranma originale, il Saotome che la si era posizionato di fronte aveva modi goffi nel mettersi in guardia.
- Prova ad attaccarmi. – propose la giovane.
Ranma lanciò un pugno che fu molto prevedibile per Akane, la quale lo schivò abilmente. Poi fu la volta di provare un calcio che ovviamente non andò a segno. Effettivamente quel Ranma Saotome non era in grado di coordinarsi. Di certo non avrebbe attirato l’attenzione di Shan-pu visto che la cinesina tendeva ad innamorarsi solo di ragazzi più forti di lei. Akane cambiò tattica, cercò di testare la capacità di schivare i colpi ma anche quella faceva piuttosto cilecca.
- Io mi sono proposto di aiutarti e tu vuoi mettermi in ridicolo? -  sbottò il ragazzo, stufo di essere messo K.O.
- No! Scusami adesso ti spiego il piano…-
Ranma avrebbe dovuto catturare l’attenzione delle amazzoni, sfidando Shan-pu al fine di ottenerla in sposa. Soltanto in questo modo, la Tendo era sicura che anche la vecchia Cologne si sarebbe distratta, permettendole di raggiungere le cucine dove, in genere, veniva confinato Mouss.
- Beh sono un artista marziale e non posso lottare ma posso sempre affascinare la cinese in un’altra maniera. – sorrise divertito il moro.
- Sarebbe? – lo squadrò Akane con aria interrogativa. Il coetaneo in risposta si sfilò la maglietta e la canottiera rimanendo a petto nudo e mostrando il fisico scolpito, una sua caratteristica universale in qualsiasi dimensione si trovasse. La Tendo non riuscì a non arrossire.
- Inoltre sono pur sempre un atleta, corro molto velocemente, posso scappare! –
Akane non sapeva se la strategia avrebbe funzionato, però era la sola speranza rimastale, doveva fidarsi di lui esattamente come il moro aveva creduto in lei. Decisero che si sarebbero recati al Neko Haten, all’orario di chiusura, dopo le undici di sera.
  
Al tramonto Akane, Ranma e Nodoka fecero una rapida cena durante la quale nessuno osò aprir bocca, tutti persi nei propri pensieri. Successivamente le due donne si occuparono di rassettare la cucina, Akane si sentiva in debito con la signora Saotome, le sarebbe piaciuto poter contribuire alla preparazione delle vivande, tuttavia aveva preferito evitare brutte figure. Non fu facile per i due ragazzi attendere l’ora cruciale, aleggiava una certa tensione in tutta la casa. Dopo un periodo che parve interminabile, finalmente arrivò il momento di mettersi in marcia, Ranma e Akane uscirono dalla villettina spinti dall’adrenalina pulsante in tutto il corpo. Meccanicamente si misero a correre e in breve tempo sparirono dalla vista di Nodoka Saotome che sulla soglia di casa li aveva salutati calorosamente, conscia del fatto che il mattino seguente si sarebbe risvegliata una universo nuovo, una realtà dove il luccichio negli occhi del figlio sarebbe rimasto permanentemente.

Ranma era effettivamente un ottimo corridore. Akane aveva qualche difficoltà a reggere il suo ritmo e se avesse conosciuto la strada per il ristorante cinese, probabilmente il ragazzo l’avrebbe lasciata indietro. Raggiunta la meta, perfezionarono gli ultimi dettagli e misero in atto il piano. Ranma entrò nel locale, ormai vuoto, con spavalderia ed annunciò di essersi innamorato della bella cinesina e di volerla sposare. Ovviamente non fu un’impresa semplice per il giovane che assunse un colorito porpora. Inoltre Akane, nel sentire quelle parole che lei stessa aveva studiato, avvertì un moto di stizza e nascosta dietro la porta dovette reprimere la propria gelosia.
Shan-pu e Obaba, intente a sparecchiare gli ultimi tavoli, guardarono stranite lo sconosciuto. La vecchia analizzò la muscolatura del ragazzo e con voce gracchiante lo informò che se proprio voleva prendere in sposa la sua bisnipote doveva batterla in uno scontro di arti marziali. Seguendo il copione, Ranma accettò. La vecchia, non volendo creare disastri all’interno del ristorante, suggerì di spostarsi nel cortiletto sul retro. Akane attese che la sala rimanesse vuota per entrare facendo meno rumore possibile. Si diresse verso la cucina, aspettandosi di trovare Mouss impegnato a lavare i piatti ma non c’era. Allora provò a guardare nel magazzino, ancora nessuno. Decise, dunque, di salire al piano superiore. Non era mai stata al secondo piano del Neko Haten e non aveva idea di quale potesse essere la stanza del cinese. Tuttavia un particolare colpì la ragazza: tutte le porte erano chiuse tranne una al fondo del corridoio. Attirata da ciò, si intrufolò nell’unica camera accessibile, scoprendo poi di ritrovarsi in un terrazzino che dava proprio sul cortile dove stavano combattendo. Al centro vi era una giara cinese di medie dimensioni che non aveva alcuna decorazione a parte degli ideogrammi cinesi:祝愿瓶. Era chiusa da un coperchio tenuto legato da alcune corde. Mouss era voltato di spalle e guardava ciò che stava accadendo al piano inferiore. Non era un bello spettacolo, Ranma le stava prendendo, anche se riusciva a schivare qualche colpo. In cuor suo Akane chiedeva scusa al ragazzo. Per velocizzare le cose e porre fine alla lotta, si rivolse direttamente al cinese.
- Ti aspettavo da un po’ di giorni Akane Tendo. – la anticipò lui, avendo avvertito la sua presenza. Si voltò, gli occhiali spessi calati sul naso non nascondevano l’espressione seria.
- Avevi detto che ti saresti fatto sentire se avessi avuto notizie importanti per me! –
- È vero. Tuttavia, avevo un ruolo da svolgere e non potevo aiutarti. Dovevi essere tu ad arrivare alla soluzione del problema, impiegando le tue sole forze. –
Nel sentire quelle parole, la mora rimase impietrita. Allora era stato veramente Mouss ad organizzare tutto quello e le aveva mentito? Eppure quando si erano parlati la prima volta le era sembrato sincero! Mossa da un impeto di rabbia, lo afferrò per la casacca e lo strattonò, urlando talmente forte da farsi sentire da Shan-pu, Obaba e Ranma, i quali sospesero il combattimento e guardarono stupefatti la scena.
- SEI STATO TU A CREARE QUESTO CAOS E MI HAI MENTITO!!! MALEDETTO BUGIARDO!!! –
Stava per sferrargli un pugno quando il ragazzo le bloccò la mano. Il suo sguardo rimaneva impassibile.
- Prima di saltare alle conclusioni, leggi questo. – disse porgendole un quaderno. Akane lo prese e iniziò la lettura. Gli ideogrammi della prima pagina erano in cinese per lei incomprensibili. Dalla seconda pagina invece era tutto scritto in giapponese.

“ Akane Tendo se stai leggendo, significa che sei riuscita a ricongiungerti con il Ranma di questo mondo e che ti sei recata dal mio omologo per ripristinare la normalità. Ti spiegherò brevemente quello che è successo. La sera della nostra chiacchierata al parco, ti ho visto molto confusa e agitata. Ho architettato questo piano per permetterti di chiarire i tuoi sentimenti verso quell’ottuso di Saotome. Tempo fa trovai nel magazzino del Neko Haten la giara che ti è stata mostrata dall’altro Mouss. Gli ideogrammi significano Giara dei Desideri. In Cina ne avevo sentito parlare ma non credevo esistesse veramente. Subito pensai di utilizzarla per far innamorare Shan-pu di me. Poi mi sono reso conto che non avrei voluto un amore fasullo senza essere ricambiato veramente. Questo l’ho capito guardando te e Saotome. Ho sempre sostenuto la vostra relazione per il mio interesse, tuttavia con i fatti del monte Hooh ho visto quello che avrei voluto avere io: un amore sincero da parte di entrambi, disposti addirittura a sacrificare voi stessi per salvarvi. Lì vi ho ammirati davvero. Tu non hai potuto vedere lo sguardo di puro dolore di Saotome quando pensava di averti perso per sempre. Io invece l’ho osservato bene. Sentire la tua mancanza di fiducia verso Ranma, quella sera al parco, mi ha dato fastidio, sebbene abbia capito la tua frustrazione. Ranma Saotome è uno stupido ma tiene a te più che a chiunque altro. Nel udire pronunciare quel desiderio di non averlo mai incontrato, ho deciso di metterti alla prova, dandoti la possibilità di scegliere a quale dimensione appartenere. Per realizzare la tua richiesta era necessario possedere un oggetto che la rappresentasse. Quella sera avevi pianto sulla mia casacca, lacrime di rabbia. Niente di più appropriato. Ho buttato il mio vestito nel vaso però ho espresso a mia volta un desiderio: Ranma Saotome non doveva essere capace di praticare le arti marziali. Era l’unico modo per impedire che noi tutti l’avessimo conosciuto. Ho desiderato, inoltre, che io stesso perdessi la memoria per evitare di influenzare la tua scelta. Tu saresti stata l’unica a conservare i ricordi. Per rappresentare il mio desiderio mi sono strappato una penna della mia trasformazione in papera. Ho preparato questo quaderno, lasciando al mio omologo le indicazioni su come comportarsi se gli avessi chiesto aiuto. Infine a ridosso della mezzanotte ho agito, così come prevede la leggenda. Questa è la verità, ti prego di non prendertela. Spero che tale esperienza sia riuscita a renderti chiari i sentimenti che provi per Ranma. A presto. Mouss”

Ad Akane veniva da piangere. Come era riuscito il ragazzo cinese a comprenderla nel profondo? In quei giorni aveva potuto riflettere veramente in profondità sui propri sentimenti ed era giunta alla conclusione che per poter essere felice necessitava di avere il suo Ranma, con pregi e difetti inclusi, accanto a sé. Non aveva più dubbi. Il mondo che sceglieva era quello originario.
- Mouss ho fatto la mia scelta. Voglio tornare indietro. Dimmi solo una cosa: il giorno in cui ci incontrammo e tu mi offristi la tua collaborazione stavi già recitando il tuo ruolo? –
- No. Il lunedì di due settimane fa, mi sveglia nel magazzino tenendo in mano il quaderno. Lessi la prima pagina, nella quale veniva annunciato un tuo possibile arrivo al Neko Haten, chiedendo di un certo Ranma. La cosa mi parve strana, eppure quelle parole erano state scritte da me, ne ero certo. Tu sei arrivata veramente, allora lì ho capito che qualcosa di importante stava per accadere e ho deciso di seguire il copione. Mi spiace di non averti più contattata. -  Akane abbozzò un sorriso e le sorse spontaneo abbracciarlo come segno di gratitudine. Mouss ricambiò per poco, infine, con aria solenne annunciò:
- È giunto per te il momento di tornare a casa. La mezzanotte si avvicina. –
- Sì.-
- Devi offrire un pegno che realizzi il desiderio. - 

Akane pensò quale oggetto potesse rappresentare il suo amore per Ranma. Poi un flashback le attraversò la mente.
Il complimento che Ranma le aveva fatto quando era stata costretta a tagliarsi i capelli. Lo aveva apprezzato ed era stata veramente contenta. Con il taglio di capelli, la sua infatuazione per Tofu era finita e aveva iniziato a provare dell’affetto per quello strambo ragazzo con il codino.
- Mouss hai delle forbici? O qualcosa di simile? –
Il cinese frugò nelle maniche ed estrasse un piccolo pugnale. Akane lo prese e con gesto sicuro lo posiziono sotto la coda di cavallo. Un taglio netto e i capelli ancora legati nel nastro giallo caddero a terra, esattamente come quella volta.
Nel frattempo Ranma e le due amazzoni cinesi li avevano raggiunti sul terrazzo, assistendo attoniti alla scena. Akane raccolse i suoi capelli e fece segno a Mouss di togliere il coperchio alla giara. La ragazza si avvicinò per un ultima volta al Ranma non praticante arti marziali e accarezzandogli la guancia, arrossata per un pugno, gli sussurrò:
- Grazie di tutto. – poi si diresse verso la giara. Il fondo non si riusciva ad intravvedere. Era proprio un pozzo dei desideri. Vi buttò con sicurezza i capelli.
Immediatamente lo spazio intorno alla ragazza prese a dissolversi in un vortice. L’ultima cosa che guardo furono gli occhi blu del suo fidanzato, sicura che li avrebbe presto rivisti dall’altra parte del vortice. Infine chiuse i propri e attese che quella sensazione di inconsistenza cessasse.

 

Angolo autrice:
Eccoci al penultimo capitolo della storia. Ci tenevo tanto a postarlo prima di andare in vacanza perché dopo sarò impegnata con la preparazione della tesi e  non avrò più molto tempo libero. Siccome parto proprio tra qualche ora, non ho fatto in tempo a rileggerlo bene come avrei voluto quindi è possibilissimo che ci siano degli errori. Appena torno oltre che scrivere l’ultimo capitolo revisionerò anche questo. Grazie di cuore a tutti coloro che seguono la mia storia e soprattutto a chi mi fa sapere il proprio parere con una recensione! Buone vacanze a tutti!
 

 

  
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