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Autore: arklaychild_1998    02/08/2014    0 recensioni
"Io mi mordo le labbra e vibro di piacere ed emozioni travolgenti si estendono lungo il mio corpo.
Sento brividi ovunque, come se delle piccole scariche elettriche viaggino attraverso il mio sangue.
Quando ha finito, mi bacia ancora e poi si sporge verso il cassetto e vedo che tira fuori un preservativo ed una mascherina.
Mi appoggia la maschera delicatamente sugli occhi e me la fissa bene alla nuca, e rimango nel buio totale, sapendo quello che sta per succedere."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I miei capelli sono davvero intrattabili, più mi guardo allo specchio, più me lo dico. Dannazione Cassie! La mia coinquilina mi ha costretto a partecipare a un assurdo appuntamento a quattro con il suo ragazzo Tom. Certe volte, faccio davvero fatica a dormire quando viene qua. Continuo a pettinarmi i capelli ribelli, mettendo in mostra i miei colpi di luce biondi, quando entra nel bagno e comincia a mettersi il mascara. “Oh, sono così eccitata! Finalmente conoscerai George” Io rispondo col mio solito “Wow” e continuo a pettinarmi. “Oh, che palle Adam! Per una volta che faccio una cosa giusta! Ti ho trovato il ragazzo perfetto” Mi giro di scatto e la guardo in faccia: “Ah si! Come gli ultimi tre, il primo non sapeva neanche di che sponda era, il secondo idem, il terzo era un coglione, col cazzo più grosso del cervello e questo?!” faccio una pausa “E poi che razza di nome è George?” Lei mi fa il verso, imita il mio “wow” e poi mi dice che se continuo a pettinarmi in maniera così maniacale i capelli, un giorno di questi me li ritroverò in mano. Ci vestiamo e scendiamo, chiamiamo un taxi che ci porta nel centro di Manhattan. Andiamo tutti al Planet, un locale molto in voga sulla sesta che alla sua apertura aveva attirato le più alte sfere sociali della città. Facciamo presente alla direttrice di sala chi ci sta aspettando e ci guida al tavolo prenotato. Noto subito la mano di Tom che si agita per farsi vedere e subito dopo un bellissimo ragazzo coi capelli color mogano seduto, posato ed elegante, vicino a lui. “Ciao amore” urla Cassie che si butta sulle labbra di Tom, mentre lo strano ragazzo continua a fissarmi e a sorridere. La cosa strana è che non sorride a me, sorride a qualcosa di più lontano, qualcosa che non riesco a vedere e che forse non voglio nemmeno scoprire. “Adam, questo è George” dice Cassie “George, questo è Adam” “Il piacere è infinitamente mio” Il suo tono di voce è solare, quasi angelico, come il suo volto, ma con una leggera sfumatura di qualcosa che non riesco ancora a captare. Ci stringiamo le mani e subito sento una scossa di emozioni, un vortice di passione che mi circonda. “Piacere” dico imbarazzato. Tom rompe il silenzio che si è formato: “Abbiamo ordinato anche per voi, se non è un problema” “Affatto” faccio presente. Passiamo una bella serata, tra calici di Champagne, discorsi che variano dalla politica, all’economia fino a discorsi stupidi come le celebrità e lo shopping. George parla in modo scorrevole, misurato ed elegantemente svogliato, è un ragazzo con la testa sulle spalle, sembra responsabile e sicuro di sé, come se non avesse paura di nulla. Per tutta la serata mi osserva, come per inquadrarmi, per capire che tipo di persona sono, ma anche come per indovinare la mia taglia, il mio peso o semplicemente il modo in cui gesticolo o la frequenza con cui sbatto le palpebre. Sinceramente mi imbarazza e mi inquieta, ma mi affascina allo stesso tempo e mi fa sentire quasi interessante e non il patetico ragazzo di Bristol trasferitosi a New York senza sogni da inseguire. Usciamo dal locale e George chiama un taxi che ci porti fino a casa. È il momento dei saluti. Abbraccio Tom e mentre la coppietta felice limona appassionatamente per la strada, io e George ci guardiamo e poi ci abbracciamo. “A presto caro” mi dice e salgo sul taxi spiazzato. “Com’è andata?” mi chiede Cassie tutta eccitata. Le rispondo bene, ma in realtà sono inquietato perché tra “a presto” e “caro” George mi ha sfiorato il lobo dell’orecchio con la lingua e una parte di me, la più impulsiva e selvaggia, non vede l’ora di vederlo.
  
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