Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: roseblack13    02/08/2014    2 recensioni
Ibiza! Feste ..alcool...sesso...Rachele incontra un ragazzo ...una notte folle...ancor più folle se si pensa che quel tipo gli h detto di essere Orlando Bloom. Una notte di cui non ha ricordi chiari, ma che le lascerà il segno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Spazio autrice

Ho scritto questa one shot di getto e l'ho pubblicata così come è venuta, ispirata dalle vicende di questi giorni. Spero vi piaccia! 


Welcome to Ibiza!

Rachele si svegliò e lentamente aprì gli occhi. Il sole caldo che penetrava dalla finestra l'abbagliò.
Doveva essere già tardi. Subito dopo si rese conto che quella non era la sua stanza. Dove cavolo era?
Si voltò e quasi sussultò alla vista dell'uomo che dormiva accanto a lei.
Si strinse nel lenzuolo e piano cercò di alzarsi. Si guardò meglio intorno. Non era neanche in una stanza d'hotel. Senza dubbio si trovava in una barca, uno yacht probabilmente.
Quanto cavolo aveva bevuto la sera prima? Non si ricordava neanche di esserci arrivata lì!
Tornò a guardare l'uomo che dormiva ancora profondamente. I capelli castani scompigliati li ricadevano sul viso. Era davvero bello, anche quando dormiva.
Peccato che non si ricordasse minimamente di come fosse stato a letto. Di sicuro avevano fatto sesso. Più volte anche. C'erano due involucri di preservativi aperti sopra il comodino.
Si alzò e piano cerco i suoi vestiti. Trovo tutto meno che gli slip.
“Almeno gli lasciò un ricordo di me...” pensò.
Trovò la borsa ed estrasse il cellulare. Un milione di chiamate perse! Le sue amiche l'avevano cercata tutta la notte! Sperò con tutto il cuore che non avessero allertato anche la polizia. Velocemente digito un messaggio all'ultimo numero che l'aveva cercata, Sofia.
Poi iniziò a vestirsi cercando di non fare rumore.


Orlando a fatica aprì gli occhi. Ebbe la visione di una schiena nuda e un bel sedere davanti agli occhi. Li richiuse pensando di stare ancora sognando. Tornò ad aprirli e adesso vide una ragazza mora che si stava sistemando il vestito.
“Hey...” la chiamò “che diavolo...” la testa gli faceva un male cane. Aveva di nuovo alzato il gomito la sera prima.
La ragazza lo fissò quasi spaventata e borbottò qualcosa che lui non capì.
Cerco di tirarsi su per poi ricadere pesantemente tra le lenzuola.
“Oddio la testa! Hai mica un aspirina o qualcosa del genere! Cazzo!”
Poco dopo gli giunse la voce della ragazza.
“Tieni...ho questa!” e gli diede una pasticca bianca e una bottiglietta d'acqua.
“Grazie....”
“Rachele..”
“Cosa?”
“Mi chiamo Rachele...”
“Si si certo Rachele” in realtà non se lo ricordava. L'ennesima ragazza per l'ennesima notte. Quando sarebbe tornato da quella vacanza avrebbe avuto bisogno di un altra vacanza per riprendersi.
Ingoiò la pillola e bevve un lungo sorso d'acqua.
“Bè..io vado...” disse la ragazza in evidente imbarazzo.
Orlando le diede un ultima occhiata. Era molto carina nonostante il post sbronza. E si! Se le sapeva scegliere bene.
“Oh si ...certo.. grazie..di tutto..”
La ragazza fece  uno smorfia che voleva dire “Che stronzo imbecille!” e poi uscì dalla stanza.
Orlando si rimise giù e riprese sonno.

Rachele scese dallo yacht, un enorme yacht. Pensò che fortunatamente era ormeggiato al molo e non in mezzo al mare o allora si che sarebbe stato un casino.
Il telefono squillò.
“Sofia...”
“Rachele! Cazzo! Dove cazzo sei!!?? Sei impazzita? Ti abbiamo cercato tutta la notte!”
“Io..emm...scusatemi..devo aver bevuto troppo...sono al molo..adesso prendo un taxi e arrivo”
“Sarà meglio!”
La comunicazione venne chiusa con stizza dall'altra parte.
“Che palle!”
Non le era mai successa una cosa così. Se le sue amiche erano così incavolate voleva dire che era sparita senza dire niente a nessuno.
Fermo il primo taxi e diede l'indirizzo dell'hotel. Cercò di fare mente locale su quello che era successo la sera prima.

 

Lei e le sue amiche erano arrivate in quella discoteca verso mezzanotte.
Erano già alticce. Evviva la sangria!
Avevano ballato e poi lei era andata al bar a prendere da bere. E li aveva incrociato due magnetici occhi scuri. Aveva ricambiato il sorriso che lui le rivolgeva.
Lui si era avvicinato e le aveva offerto da bere.
Le aveva sussurrato qualcosa all'orecchio. In inglese e lei aveva solo capito che era un complimento e gli sorrise ancora.
Al primo drink ne era seguito un altro e poi un altro.
Poi lui l'aveva seguita in pista e si era strusciato su di lei. Lei lo aveva lasciato fare perchè era davvero un bel tipo e anche perchè era ubriaca.
“Come ti chiami?” le aveva urlato all'orecchio.
“Rachele. Tu?”
“Orlando!” gli aveva risposto ridendo.
“Ah come Bloom?”
Lui aveva riso ancora.
“Si..come me!”
Lei lo aveva fissato.
“Cazzo! Sei Orlando Bloom davvero?”
“Sshhh...non voglio che tutti sentano!”
Lei era scoppiata a ridere. Con quel casino che vuoi che sentisse.
“Tu sei quello che l'altra sera ha preso a pugni quel pagliaccio di Bibier?”
Lui sorrise.
“Non l'ho preso a pugni, avrei voluto ma mi hanno fermato...”
“Bè sei un grande! E' odioso!”
Lui rise ancora.
Un altro drink.
Poi le labbra di lui che si incollano a quelle di lei.
“Vieni con me!” e lui la trascina via.
Lei non è mica davvero convinta che lui sia il famoso attore. Ma lo segue lo stesso perchè è bello da morire lo stesso e vuole stare con lui. Anche solo per quella notte.
Passeggiano per un po'. Lui parla e parla. Lei non capisce un quarto di quello che dice. Ha troppo alcool in circolazione per capire una lingua che non è la sua. Ne ha anche troppo per capire la sua stessa lingua in effetti.
Arrivano al molo, salgono sulla barca. Le luci sono accese ma a bordo non c'è nessuno.
Lui ricomincia a baciarla e una volta nella stanza, anche a spogliarla.
Lei poi spoglia lui.
Lui la bacia ovunque.
Lei con la sua bocca carnosa gli regala un piacere infinito.
Lui la desidera da morire. La vuole subito. E la fa sua.

 

Il ritorno dalle vacanze era stato traumatico. Il ritorno in ufficio lo era sempre. Guardò i disegni davanti a lei e le venne voglia di buttarli dalla finestra.
Ormai erano i primi di settembre ma lo voglia di mare , di sole , di olio abbronzante non l'avevano ancora abbandonata.
Il telefono squillò.
“Rachele, gli americani hanno confermato che verranno in Italia il dieci di questo mese. Quindi hai una settimana per finire il progetto. Mayer lo vuole vedere prima”
Cazzo! Dovrò lavorare anche questo week end!
Rachele prese l'agenda e segnò la data sul foglio bianco. Sfogliò distrattamente le pagine prima. L' occhio le cadde su un disegnino. Il simbolo che faceva sempre quando le arriva il ciclo.
Il venticinque luglio. Era il tre settembre.
“Oh merda! Oh merda!”
Senza pensarci un attimo prese le sue cose è uscì dall'ufficio diretta nella vicina farmacia.
“La solita confezione di moment?” gli chiese la farmacista.
“No...mi serve un test di gravidanza...di quelli precisi precisi..”
Non era mai in ritardo. Mai ! Il suo corpo era un orologio svizzero. Quella settimana di ritardo era proprio un brutto segno.
Due invece furono i segni che comparvero sulla finestrella del test. Positivo.
“O cazzo!”
E adesso?
Era anche certa di chi fosse..ehmm il seme. Quello che lei conosceva per Orlando Bloom! Quello di Ibiza. Dopo di lui c'era stato il deserto totale.
Un figlio era proprio quello che non ci voleva in quel momento.. Lei era una donna in carriera. Mica una madre single disperata.


Poche giorni dopo prese appuntamento dal suo ginecologo. La sua decisione l'aveva presa. Mentre aspettava il suo turno entrò una donna con un pancione enorme.
“Ecco quello che non voglio diventare!” pensò alzando un sopracciglio. La donna aveva un altro bimbetto per mano. Un biondino angelico di circa due anni. Si sedettero di fronte a lei. Il bambino si sedette vicino alla madre e posò la testa sul pancione.
“Sento il cuore che fa boom boom..” disse guardando Rachele “ sai che avrò una sorellina? Lei è qui dentro e io le parlo perchè mi sente sai!”
Rachele lo fissò a bocca aperta e sentì gli occhi inumidirsi.
“Lo scusi” disse la madre vedendo la sua espressione.
Rachele scosse la testa e uscì velocemente dallo studio medico.


“Allora lo tieni?” chiese Sofia posandole la tazza di tè davanti.
“Non posso fare altrimenti...non sarei mai più in pace con me stessa...”
“Ma dove cavolo avevi la testa quella notte? E poi sei sicura che è proprio quello il padre del bambino?”
“Intanto..non è il padre del bambino! Un idiota che non sa infilarsi un cavolo di preservativo non può essere il padre di mio figlio! Cazzo c'erano due involucri sopra il comodino! Ne sono sicura?”
“Ma tu....non ti sei accorta?”
“Ma  se a malapena mi ricordo di averci fatto sesso!”
Sorseggiarono il tè in silenzio per qualche minuto.
“Secondo me dovresti cercarlo. In fondo è anche figlio suo. Magari ti può aiutare?”
“A si? E dove lo cerco sulle pagine bianche?” rispose stizzita Rachele all'amica.
“Bè...Orlando Bloom lo trovi sui social!”
“Ma sei seria?” chiese all'amica stupita “No dico, secondo te quello era davvero Orlando Bloom? E  se anche fosse vado a cercarlo su Facebook? Dì ma che droghe usi?”
“E se fosse davvero Orlando Bloom? Fai qualche ricerca...se vuoi dare un padre a tuo figlio o fai a meno e fagli anche da padre oltre che da madre!”


Effettivamente Orlando Bloom era a Ibiza in quel periodo. Effettivamente il ricordo che aveva era uguale all'attore. Ma se anche fosse? Dove lo vado a cercare? E cosa gli dico?
“Salve Mister Bloom, so che non si ricorderà minimamente di me, con tutte quelle che avrà avuto...bè ma io sarei incinta di suo figlio...ecco glielo volevo far sapere...arrivederci e grazie!”
Non avrebbe mai funzionato.
Ci pensò e ripensò per settimane.
La pancia iniziò a essere presente.
Seguiva ogni passo di Bloom dalle notizie su internet. Avrebbe dovuto coinvolgerlo o no? Cosa avrebbe detto a suo figlio quando avrebbe chiesto di suo padre? Che era un pirata costretto a comandare una nave maledetta e non poteva tornare sulla terra ferma? O che era un elfo millenario ed era a caccia di orchi e goblin?
Rise di se stessa.
“Facciamo un tentativo. Al limite mi prendo della pazza mitomane e morta lì!”

 

Il giorno di San Valentino, Orlando si prese un po' di tempo per girovagare su internet.
Squillò il telefono. Un messaggio del suo amico Dom.
“C'è una pazza che mi assilla chiedendomi di te. Dice che sa che siamo amici e non riesce a contattarti in nessun modo. Dice che vi siete conosciuti a Ibiza e che ha urgente bisogno di contattarti! Mi ha lasciato la sua mail. Ti prego arrangiati che questa mi ha intasato twitter!”
Orlando rilesse il messaggio e fece una smorfia. Un altra fan fuori di testa.

Poi lesse l'indirizzo mail. Rachelep_777@....
Rachele....vagamente il nome gli suonò famigliare.
Si concentrò. Rachele, Ibiza.....Rachele......
“A si, quella che si è persa le mutande che ho ritrovato sotto il cuscino...chissà che vuole..”
Chiuse il telefono e continuò a navigare tranquillamente su internet.
Per giorni si dimenticò di quel messaggio.
“Orlando fammi il piacere! Scollami sta tizia di dosso! Non ne posso più!” un altro messaggio di Dom.
Poveretto. Questa doveva essere pazza davvero. Ecco carine e pazze.
Cercò l'indirizzo mail nei vecchi messaggi e mise giù poche righe.
“Ciao...mi ricordo vagamente di te. Non so cosa tu voglia ma lascia in pace il mio amico Dom. Non so che dirti ma non ho tempo da perdere con una fan fuori di testa come te.”
Molto poco diplomatico. Ma chi se ne frega.
Premette il tasto invio.


Qualche giorno dopo gli arrivò la mail di risposta della tipa fuori di testa.
“Non sono una tua fan. Mio malgrado sono stata la tua scopata di una notte. Una notte molto alcolica per entrambi  lo ammetto. Mi prendo le mie colpe. Tu avevi un unica importante da fare e non l'hai fatta, o l'hai fatta male. E io mi ritrovo al settimo mese di gravidanza! E si! Il figlio è tuo. Ma mettiamo bene in chiaro che te lo dico solo per correttezza ma non voglio niente da te. Nessuno saprà mai che sei tu il padre. A meni che tu non voglia il contrario. Ecco, questo è quello che ti dovevo dire. Ciao”
Orlando lesse quelle parole migliaia di volte.
“Questa è fuori! In figlio mio? Se....”
Ci pensò e ripenso. Poteva essere. Non era neanche sicuro di esserlo infilato il preservativo.
Ma quella forse voleva incastrarlo per soldi! Certo! Non era mica la prima a fare una cosa del genere! Figurarsi se lui ci cascava. Avrebbe imposto il test del DNA. Chissà quanti si era ripassata.
Quella dannata stronza!
Non ci provare con me bella! Voglio il test del DNA! E se anche fosse mio non lo riconoscerei! Non ti darò un centesimo Puoi pure sputtanarmi con la stampa. Io sputtanerò te!”


Per un po' non ricevette risposta. Pensò che la stronza si fosse presa paura e non l'avrebbe  mai più sentita.
Dopo qualche mese ricevette un altra mail da un altro indirizzo.
Oggetto: Rachele.
Sono Sofia , un amica di Rachele.
Lei non sa che ti sto scrivendo. Comunque sappi che sei un imbecille! Lei mica ti ha chiesto niente. Non ha bisogno ne di te ne dei tuoi soldi. E' stata solo onesta con te.
Ti volevo solo informare che tuo figlio Ayden è nato il 4 aprile  e pesa 4,350. Un bel ometto pieno di capelli neri! Per fortuna assomiglia alla madre.
Buona giornata”

Ayden. Un altro maschio. Potevano almeno mandargli una foto.
Rispose alla mail, chiedendo di avere una foto del bambino o di poterlo vedere. E avere il test del DNA.

Forse il test del DNA non gli serviva neanche. Quel bambino era il suo ritratto preciso. E assomigliava in modo sconcertante a Flynn da piccolo.
Si chiese cosa doveva fare adesso. Non aveva calcolato un altro figlio. Non così per lo meno. Non da una madre di cui ricordava a mala pena il volto.
Adesso doveva decidere lui cosa fare del suo destino.

 

Il bambini gorgogliò felice mentre stringeva il dito di Orlando.
Rachele lo osservò in silenzio. Era una bella immagine,ma lei era infastidita. Avrebbe voluto ammazzare Sofia. Come aveva potuto contattarlo a sua insaputa, dirgli del bambino e sopratutto farlo venire a  trovarlo?
“Non sei obbligato a fare il test. A me non interessa che tu lo riconosca a meno. Non vorrei nemmeno che fossi qui!” gli disse acida.
Lui la guardò.
“Non voglio fare il test. Lo sento lo stesso che è mio. Ci ho pensato su e voglio riconoscerlo.”
Rachele restò di sasso.
“No!”
“Cosa scusa? Hai fatto tanto per trovarmi e non è questo che vuoi?”
“No! Non dopo come mi hai trattata! Per quanto mi riguarda è solo figlio mio! Tu sei stato una botta e via!”
“Bè grazie..”
“Dai non fare la vittima offesa! Io non voglio che mi porti via mia figlio!”
“Ma chi ha detto che voglio portarlo via? Che razza di uomo pensi che io sia?”
“E' questo il punto! Io non ti conosco!”
“E allora conosciamoci”
“Intanto ho capito che sei uno stronzo! Non voglio che mio figlio diventi un pacco postale e faccia avanti indietro per il mondo per poter stare un po' con suo padre!”
“Verrò io...non è necessario...”
“Io ...io ...cazzo! Ti prego vattene adesso!”
“Ma...”
“No...non ne voglio parlare adesso! Vai via!”

 


“Tanti auguri a teee! Tanti auguri a teee ! Tanti auguri a Yaden..tanti auguri a teee!”
Rachele reggeva il bambino e lo fermò prima che andasse a spegnere la sua prima candelina con le manine.
Sentì il campanello suonare e poco dopo vide comparire Orlando sulla porta.
“Hey ometto!” e si precipitò a baciare il bambino.
“Non pensavo che saresti venuto..” gli disse piano Rachele.
“Non potevo mancare..non lo avrei mai fatto.”
Poi si andò a sedere tenendo in braccio il bambino e Rachele tagliò la torta.
In quell'anno aveva rivalutato quell'uomo. Non ci avrebbe scommesso una lira, ma era stato davvero un padre presente. Aveva preso casa vicino a loro e appena poteva veniva e stava con loro, con Yaden per un po'.
Se solo le cose fossero andate diversamente. Ma almeno adesso si potevano definire amici.
Dopo la festa, Yaden crollò esausto e Orlando rimase e aiutò Rachele a pulire casa.
“Non è necessario..sarai stanco immagino..”
“No, lo faccio volentieri..”
“Ok allora.”
“Vorrei chiederti se posso portare Yaden con me a Londra  una volta. Vorrei farlo conoscere alla mia famiglia. Puoi venire anche tu.”
“Vedremo...”
Non voleva essere dura, voleva solo difendersi.
Accompagnò Orlando alla porta.
“Rachele..”
“Si”
“Io...ecco ..io pensavo...”
“Cosa?”
“Sei una persona stupenda...mi piacerebbe che noi provassimo a conoscerci meglio...chissà ...potrebbe funzionare..”
“Potrebbe..si..forse..”
“Sarebbe bello, anche per Yaden....”
“Si..sarebbe bello...ma..”
“Rachele...ricominciamo da capo? So che è stupido dal momento che abbiamo un figlio...ma vorresti uscire con me? Niente drink lo prometto!”
Rachele si lasciò sfuggire un sorriso.
“Ok..niente drink...”
“Ok...a stasera allora . Va bene alle otto?”
“Alle otto...”
Orlando le si avvicinò goffamente e le diede un bacio impacciato sulla guancia.
“Sarà bello vedrai...” le disse piano.
“Lo so..” gli rispose lei.

  
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