Hope pensava che in quella casa non ci abitasse nessuno da anni e, quando la finestra si aprì, dopo che lei rientrò in casa, facendo fuoriuscire un ragazzo all’incirca della sua età, non poté fare a meno di spiarlo.
Si trovò in poco tempo rapita da quello sguardo pensieroso, perso un po’ nel vuoto. Rise quando aggrottò le sopracciglia sentendo le urla dei genitori. Si ritrovò, senza nemmeno rendersene conto, a fissarlo, a captare ogni particolare del suo atteggiamento, del suo corpo, del suo vestiario.
Quando guardò verso la sua finestra si nascose ancora di più e le guance andarono improvvisamente in fiamme. Si ritrovò a voler andare a quella festa e, per sua fortuna, sapeva esattamente il luogo, l’orario e il giorno preciso.
Diede un’ultima occhiata fuori, vedendo il ragazzo attraversare il piccolo balcone e rientrare in casa. Lo guardò per l’ultima volta, quando chiuse la finestra. Poi si lasciò scivolare per terra, alzando la testa e chiudendo gli occhi. La sua mano era sul suo cuore, che batteva forte, probabilmente per lo spavento, si disse Hope. L’immagine di quel ragazzo era ormai impressa nella sua mente.
Cazzo se era bello.