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Autore: Eleonora999    02/08/2014    5 recensioni
Questa è la storia di un'amica (Nikamia) mi ha chiesto gentilmente di revisionare la sua storia, ripubblicarla a nome mio e continuarla!
Il primo capitolo sarà solo l'unione dei suoi 5 capitoli, quindi dal secondo capitolo in poi il modo di scrivere e raccontare sarà del tutto diverso!
Dal testo:
Ero incinta di un bambino.. e quel bambino era il figlio di Ryan.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come detto nell'introduzione, questa non è una mia storia.
Il progetto inizialmente era carino, infatti io seguivo gli aggiornamenti di Nikamia, ma diciamo che l'esposizione del testo non era dei migliori, ma il tema che includeva era abbastanza coinvolgente, quindi non capisco come mai non abbia avuto molto "successo".
Ho deciso di lasciare il titolo originale della storia, ovvero
EMOZIONI. 
Questa storia è stata eliminata dal profilo dell'autrice originale, per evitare che qualche ignorante ( e ce ne sono tanti ) avrebbe potuto pensare che io avrei plagiato la sua storia.
Quando la storia era online era composta da 5 capitoli, ed io in un unico capitolo vi riassumerò i 5 precedenti, revisionandoli e adattandoli al meglio, non ometterò nulla, almeno che la mia correzione non fosse necessaria!
PS: La storia è incentrata particolarmente sui dialoghi, per poter coinvolgere in tempo reale i nostri lettori. Come detto prima, dal secondo capitolo in poi però sarà diverso.
Ora vi lascio alla lettura, un enorme bacio L999♥.




 
*Emozioni*

 
Come accade spesso, ogni notte non faccio altro che sognarti.
I tuoi occhi blu, profondi come il mare ed io in quel mare mi immergevo ogni qualvolta incontravo il tuo sguardo. I tuoi capelli del color dell'oro così lucenti alla luce del sole, sempre così ordinati anche se li scompigliavi col gel! Quel modo tuo arragante e presuntuoso di prendermi in giro.. Sogno anche quando mi proteggevi, ed eri sempre li al mio fianco.
Da quella notte non faccio che sognarti, ripercorrere i ricordi solo perchè siamo così stupidi e siamo stati colti da una forte emozione, che ci sorride sorniene e ci lancia in un oblio oscuro. Abbiamo avuto paura.. O meglio. Ho avuto paura.

Qualche anno prima:
Mi ero lasciata con Mark da qualche settimana e secondo Mina avrei dovuto svagarmi un po' con la testa, mi disse che ci sarebbe stata una festa e lei mi ci avrebbe trascinata anche contro il mio volere. Mi venne a prendere con la sua Limousine  per portarmi nella discoteca più grande di Tokyo. Ero abbastanza nervosa, non ero mai stata in discoteca, Mark non mi ha mai voluta portare.. e inoltre non sapevo come comportarmi, soprattutto mi sentivo gli sguardi dei ragazzi addosso, vi state chiedendo perchè? Provate ad immaginare. Mina aveva scelto per me un abitino lungo giusto un po' qualche centrimetro sopra il ginocchio, con una fascia nera che mi cingeva la vita. Lo scollo era a barca, mentre la schienza era del tutto nuda. Avevo i capelli sciolti, perchè dopo la guerra mi erano cresciuti molto. Un leggero trucco nero, e liploss che illuminava le mie labra. Mi invece la trovai stupenda, e mi meravigliai di come una ragazza così elegante avrebbe indossato un vestito così.. così selvaggio. Era un abito lungo qualche centimetro sopra il ginocchio ch a diffferenza del mio che scendeva stretto, il suo scendeva a campana. Lo scollo era a barca e anche a lei la schiena era nuda. Anche a lei i capelli le erano cresciuti tanto, quindi li teneva sciolti su un lato, e un trucco leggermente marroncino. Con i suoi colori quelli del vestito avrebbero dovuto sfigurare, invece su di lei era un qualcosa di inspiegabile. Avrebbe fatto di sicuro colpo, pensai. 
Scherzo del destino, in una discoteca così affollata il mio sguardo cadde su Ryan. In effetti quelli erano i posti che lui frequentava. Indossava un paio di jeans grigio scuro stretto e una camicia bianca coi risvolti sugli avambracci, e colpo finale con i primi 4 bottoni lasciati liberi mostrando i suoi pettorali. Lui mi notò, e pensai "Dopotutto è il mio capo, perchè non salutarlo?"

S: "Ehi -  mi avvicinai sorridendo - Ti trovo anche qui?"
R: "Dovrei essere io a chiedertelo non sei una che si vede spesso da queste parti" mi derise
S: "E tu che ne sai - gli dissi tra l'imbarazzo e il divertimento - forse si.. forse no!"
R: "E' un'indovinello?" chiese sarcastico
S: "... Forse" gli feci l'occhiolino. Feci per andarmene ma lui mi bloccò.
R: "Con chi sei?" chiese
S: "Con Mina perchè?" risposi
R: "Stai attenta non ci sono gentiluomini come me che ti vengono sempre a salvare" mi disse deridendomi e facendomi leggermente innervosire.
S: "La bambina che salvavi due anni fa non c'è più mio caro!" Dissi ormai infastidita e me ne andai, sentendo il suo sguardo sulla mia schiena. Mi girai per curiosità e lui mi stava fissando, inoltre mimò con le labbra in un ghigno la frase "Chi lo sa". Girai le spalle indignata e andai alla ricerca di Mina, che puntualmente non riuscì a trovare.
 
Fu una continua ricerca, per poi venire sgridata perchè io ero scomparsa e lei mi stava cercando. Mi misi a ridere, Mina era troppo buffa quando si preoccupava. Le chiesi di ballare, lei accettò e  iniziammo a scatenarci in pista. Io non so da dove uscì quella parte di me, so solo che venni sommersa da un irrefrenabile adrenalina. Non volevo smettere, mi piaceva ballare. Alcuni ragazzi si avvicinavano a noi per ballare, ed io li assecondavo. Non mi importava di nulla. Però poi sentii lo sguardo di Ryan che mi osservava con una strana scintilla negli occhi, seguiva ogni mio movimento per poi rendermi conto che focalizzava molto il suo sguardo sul ragazzo che ballava con me, rivolgendogli sguardi quasi.. assasini (?). Era geloso? IMPOSSIBILE.

S: "Mina io vado al bar a prendermi qualcosa da bere tu vuoi qualcosa?"
M: "No per ora no, forse ci incrociamo dopo"
S: "Ok"
Al bar chesi una Vodka non so perchè ma avevo voglia di ubriacarmi . Volete sapere perchè?! Perchè quando mi girai verso la pista vidi Ryan ballare con una stangona bionda e il sangue mi andò tutto nelle tempie. Mi sentii gelosa. Ma subito lo negai a me stessa dando la colpa all'alcol, e chiesi altri biccheri al barman fino ad ubriacarmi.
Volevo andarmene. Sbattei i soldi sul bancone e feci per andarmene, ma una mano fin troppo familiare mi bloccò. Per l'ennesima volta.
R: "Che diavolo stai facendo?" Disse irritato.
S: "Ryan! - urlai - lasciami - ero furiosa - ora voglio andarmene!" mi liberai, ma il gesto fu così violento che mi venne un giramento di testa per poi dire " vedo due Ryan, uno non è gia troppo, nooo adesso ne vedo due "
R: Sorrise divertito "Non dirmi che sei ubriaca!"
S: "No, ho bevuto qualche bicchirino niente di che" mentii.
R: "Niente di che? Dalla tua faccia non si direbbe e odori di vodka. Andiamo che di così non reggi il passo, vieni ti porto al MewCaffè".
S:Sto bene, poi i miei sanno che sto con Mina.
R: Sbuffò! "Parlo io con mina aspetta qua."
S: "V-Va be-bene."
Ryan dopo aver parlato con Mina, e avergli spiegato la situazione mi accompagna al mewcaffè. In macchina cadde un silenzio imbarazzante. Il viaggio nonostante fosse stato breve pareva infinito. 
R: "Ce la fai a scendere?"
S: "Si si ce la faccio.. Oddio devo andare subito a vomitare!!" Corsi per le scale e mi rinchiusi in bagno a vomitare. Dopo essermi svuotata mi sentivo inevitalbilmente meglio! Mi guardai attorno, c'erano ancora tutti gli effetti personali delle mewmew. Presi il mio spazzolino e mi diedi una rinfrescata all'alito.
R: "Strawberry stai bene, hai bisogno di qualcosa?"
S: "No non voglio niente....grazie lo stesso."
Poco dopo uscii dal bagno e mi stesi sul letto vicino a Ryan. Il cuore mi batteva così forte, quasi da farmi male.!
R: "Senti Strawberry, ti devo dire una cosa molto importante".
S: "Dimmi Ryan ti ascolto."
R: "Io domani parto, ritorno a New York."
S: "Cosa? Perchè?" - ero sconvolta.
R: "Strawberry diciamoci la verità, ormai il progetto è terminato da un anno e passa e purtroppo non ce più niente che mi trattenga qui "notai una leggera puntina di tristezza nel suo tono. Non mi guardava. Guardava il soffitto. Ma avrei messo la mano sul fuoco, i suoi erano cupi.
Ero quasi in lacrime, non sapevo cosa fare.. non riuscivo a parlare
R:  "Strawberry.. " mi chiamò dolcemente
S: "Ti prego.." riuscii solo a dirgli mentre lui mi abbracciò d'istinto e iniziai sfogarmi nella sua maglietta.
Mi diceva di non piangere, ma come potevo non piangere? Lo stavo perdendo! L'amavo, l'amavo davvero troppo.
Iniziai ad avvicinarmi lentamente.. gli diedi un bacio casto, che subito divenne passionale. L'amavo. L'amavo troppo.
S: "Ryan ti prego, fammi tua"
R: "Sei ubriaca potresti pentirtene dopo..."
Non mi importava, non era l'alcol, io volevo lui. Lui e basta.
La punta della sua lingua accarezzò il mio labbro inferiore e schiusi automaticamente la bocca per accoglierla e giocarci.
Mi piaceva come baciava, era passionale ma mai troppo, era istintivo ma rispettoso; gli cinsi il collo con le braccia e accarezzai la sua nuca affondando poi la mano nei suoi capelli corti e morbidi. Le sue mani erano risalite, sempre caute, dai miei fianchi finendo ad accarezzarmi la schiena; sapeva come provocarmi i brividi e sembrava quasi che sapesse che per me era la prima volta. Staccandosi dalle mie labbra era passato al mio collo, cosa che, neanche a farlo apposta, mi faceva letteralmente impazzire, al punto che affondai le dita tra i suoi capelli stringendomi ancora di più al suo corpo. Iniziò a togliermi il mio vestito e rimasi in intimo e ne approfittò per carezzarle solleticandole scendendo verso il basso, dove trovò il mio seno coperto solo dal wonderbra. Lo strinse con enfasi facendomi gemere; si era fatto più ardito, non troppo comunque. Io iniziai a litigare con i bottoni della sua camicia per poi sfilarsela da solo. Lasciai vagare le mie mani sul suo petto nudo per prendere confidenza con il suo corpo, mi fermai un secondo ma stavolta fu lui a prendere l’iniziativa: sganciò il mio reggiseno facendo scorrere le spalline giù dalle mie spalle; fu così che quando tornai alla sua cintura mi decisi e la slacciai per poi sfilarla. Mi spinse delicatamente a coricarmi e probabilmente si chinò davanti a me perché sentii le sue mani accarezzare le mie caviglie per poi sfilarmi le scarpe. Cominciavo ad abituarmi al suo tocco, alla sua presenza, al suo profumo e ai suoi sospiri. Mi strinse tra le sue braccia; il mio seno era premuto contro il suo torace e la sensazione di eccitazione ancora più forte mi spinse a cercare ancora le sue labbra che risposero fameliche al mio bacio. Io iniziai a slacciare i suoi pantaloni, lo ritrovai poco dopo su di me, a baciarmi nuovamente, ma stavolta sentivo il calore del suo corpo infuocare la mia pelle nuda.
La sua erezione, strizzata in un paio di morbidi boxer, premeva sulla mia coscia, causandomi pensieri decisamente poco casti.
Il suo tocco delicato percorreva il mio fianco, solleticava la mia coscia e risaliva a sfiorare il lato del mio seno.
Mi stava facendo impazzire, dal desiderio e dall’eccitazione, dalla brama di sentire le sue mani ancora più decise su di me.
Mossi un po’ la gamba contro il suo bacino e lo sentii trattenere il respiro interrompendo il bacio e spostandosi a lambire il mio collo, scendendo velocemente verso il basso fino a chiudere le sue labbra sul mio seno.
Succhiava, leccava, baciava e accarezzava con premurosa attenzione. Non cercavo più di trattenere sospiri e gemiti, non ci sarei nemmeno riuscita, soprattutto quando la sua mano aveva raggiunto il bordo del mio perizoma. Giocherellava con il bordo di pizzo, con l’elastico, accarezzava lieve il mio inguine, e continuava a dedicare attenzioni al mio seno. Insinuai la mano tra i nostri corpi sfiorando la sua erezione e ottenni l’effetto desiderato perché si staccò da me e mi sfilò l’intimo.
Ero nuda sul suo letto. Su lenzuola fresche di seta, sentii solo le sue mani accarezzarmi le gambe partendo dalle caviglie e risalendo piano verso l’interno coscia.
Pochi istanti dopo avvertii anche il tocco caldo e umido delle sue labbra seguire la scia delle sue dita e mi sentii esplodere dal desiderio e da una cieca lussuria.
Mi lasciai andare completamente tra i morbidi cuscini, chiudendo gli occhi e concentrandomi sulle attenzioni che mi stava riservando.
Non distinsi più nulla, travolta dal piacere intenso che le sue dita e la sua lingua mi stavano causando, alternandosi e operando senza sosta portandomi dritta verso l’estasi completa.
In così pochi minuti, raggiunsi rapidamente un orgasmo che mi scosse completamente, attraversando ogni mia terminazione nervosa.
Tentai di riprendere fiato e lo trovai disteso accanto a me, percepivo il suo respiro, affannato, sulla mia spalla.
Allungai una mano e scoprii che la sua erezione era, se possibile, ancora più tesa e più bollente, probabilmente perché mi ero insinuata sotto lo strato di stoffa.
Cercai di far scendere i boxer e mi aiutò inarcando il bacino e aggiungendo anche le sue mani per accompagnarli verso il basso. Lo accarezzai dalla base alla punta, andata e ritorno, a tratti stringendo più forte per poi passare nuovamente a carezze lievi.
Improvvisamente fermò la mia mano e si sporse a baciarmi, eravamo al limite e volevamo entrambi passare alla fase successiva. Mi avvinghiai a lui stringendolo forte, inspirai l’odore della sua pelle, Mentre lo sentivo muoversi in me, mentre le sue mani mi stringevano a lui e le sue labbra continuavano ad assaggiare senza sosta la mia pelle, inebriandomi di piacere e desiderio.
Mi tenne tra le sue braccia ancora sudati e scossi dall’orgasmo che ci aveva sorpreso a distanza di pochi secondi l’uno dall’altra. Istintivamente mi strinsi a lui sapendo che presto tutto sarebbe finito.
Il giorno dopo la prima a destarsi fui io. Da una parte ero felice.. ma dall'altra si diceva che era tutto sbagliato, lui non mi amava. Quindi mi alzai dal letto, mi rivestii e gli lasciai un piccolo bigliettino:
 Caro Ryan,
Tutto ciò che abbiamo fatto è sbagliato.
Addio.
Strawberry
Mentre scrivevo quel bigliettino enormi gioccioloni di lacrime si facevano spazio tra le mie ciglia perchè per me quella frase era un enorme falsita. La sera prima ero lucida. Capivo. E lo amavo.. lo amavo veramente.
 
Il giorno dopo Ryan Partì, e di lui non abbiamo più avuto notizia per circa un mese.
Continuavo a lavorare al MewCaffè, infondo non avevamo chiuso l'attività e io presto sarei dovuta andare a vivere da sola. Inoltre da un mese dalla sua partenza non stavo tanto bene.. avevo forti capogiri, nause, voglie strane. Mina preoccupata mi convinse di fare una visita ginecologica.
Andai in ospedale dove ad un gentil dottore spiegai la mia situazione. Ero imbarazzata, mi fece delle domande strettamente personali, azzardò un analisi, mi diede un test di gravidanza e in tre minuti avrei saputo la verità.
Andai nel bagno adiacente alla sala del dottore.. e mi cadde il mondo addosso. Ero incinta di un bambino, e quel bambino era il figlio di Ryan.

Nessuno sapeva di chi ero incinta, a parte Mina. Ai miei genitori non avrei voluto dirglielo. Mi avrebbero uccisa.
Il giorno dopo la visita ritornai al Caffè. Ma non pensavo che quella notizia ma avrebbe sconvolta più del dovuto.  Quel giorno il postino portò una lettera che veniva dall'America.
Stavo per perdere dei battiti. Tutti la lessero, mancavo solo io all'appello.
 
Caro Kyle.....
Quando leggerai questa lettera ormai sarò molto lontano da voi, Scusami se, un mese fa, sono andato via senza avvisarti, senza dirti nulla, senza salutare le ragazze, ma credo che sia meglio così.
Ho la sensazione di aver lasciato un pezzo di me, ma forse è solo la voglia di non andare via. Non credo ritornerò in Giappone. Ho lasciato troppo e non credo di riprendermelo. Sono affranto, e mi manchi amico mio, spero tu mi capirai.
Il progetto è concluso da un anno o poco più e ormai non c'è più bisogno di me. So che il tuo desiderio era quello di avere un bar tutto per te, e quindi ti ho trasferito tutte le proprietà.
Qui a NewYork, nella mia terra madre non ci sto bene, ma cercherò di riempire questo vuoto con tutti gli affari che non sono riuscito a portare a termine. 
Spero di rivedervi un giorno.
Ryan
 
In quelle righe leggevo tutto il dolore di Ryan. Ho avuto paura e non avrei potuto riaverlo più.


Quattro anni dopo.

 
TO BE CONTINUED
  
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