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Autore: Alyssia Black    03/08/2014    1 recensioni
Regulus si svegliò di soprassalto, reduce da uno dei suoi incubi ricorrenti. Aveva paura del buio e, proprio per tale motivo, ogni sera poneva una candela accesa ai piedi del letto. Non vedendo il familiare chiarore scoppiò a piangere.
«Io ci sarò sempre per te, non ti preoccupare» lo rassicurò.
***
OneShot - Regulus Black - Narcissa Black
[Storia partecipante al contest "2+2=pesce"]
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, Narcissa Malfoy, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Nickname: Alyssia Black [EFP], PiccolaStellaSenzaMeta [forum]
Titolo della storia: We’ve always been
Pacchetto scelto: Era ed Atlante
Personaggio noto: Narcissa Black in Malfoy
Personaggio meno noto: Regulus Black
Personaggi principali: Regulus e Narcissa Black
Personaggi secondari/comparse: Sirius Black
Rating: Verde
Avvertimenti: fluff, triste
Note dell’autrice: la storia è ambientata in tre parti: la prima durante l’infanzia dei due, approssimativamente intorno al 196; la seconda nel 1972, quando Narcissa è all’ultimo anno di Hogwarts e Regulus al primo; l’ultima, invece, nel 1979, il giorno stesso della morte di Regulus. Nei libri non si fa menzione al rapporto tra i due cugini, ma l’ho voluto immaginare come molto solido e duraturo. Narcissa, infatti, secondo me ha sempre avuto un istinto materno accentuato, che poi gli è rimasto anche nei confronti del figlio e addirittura di Harry, nel settimo libro. Sappiamo, inoltre, che il legame tra i due fratelli Black era molto fragile e con il susseguirsi degli anni diventa pressoché inesistente. Per tale motivo ho ipotizzato che Sirius fosse capace di fare scherzi stupidi o minacce bonarie, da bambini. 
Nell’ultima parte della storia ho inventato il fatto che Regulus avrebbe detto addio soltanto a Cissy, senza però farle sapere cosa stava per accadere. Inoltre quando Regulus si Smaterializza si dirige in cucina, per prendere Kreacher e poi raggiungere, sempre tramite la Materializzazione, la grotta sulla scogliera. 
Per quanto riguarda l’uso della punteggiatura nei dialoghi ho usato il metodo Adelphi. 
Questa è la prima storia che scrivo dopo praticamente un anno di prolungata assenza per diversi motivi. L’ho presa, infatti, come un esperimento; non è all’altezza delle mie vecchie storie, ma mi sono divertita molto a cimentarmi nuovamente nel fandom. Spero ti sia piaciuta.
 




 
 
 
Sirius penetrò, quasi senza far rumore, nella stanza del fratellino. Soffiò velocemente sulla piccola candela accanto al letto per spegnerla. Si percepì un bagliore fioco e poi fu buio. 
Regulus si svegliò di soprassalto, reduce da uno dei suoi incubi ricorrenti. Aveva paura del buio e, proprio per tale motivo, ogni sera poneva una candela accesa ai piedi del letto. Non vedendo il familiare chiarore scoppiò a piangere. 
Nella stanza accanto c’era Narcissa, giunta a Grimmauld Place per trascorrere qualche giorno con i cugini. Aveva un sonno leggero ed ogni rumore la faceva sussultare. Udì i singhiozzi del cugino più piccolo, che sembrava disperato. Scivolò velocemente fuori dalle coperte e prese la lampada ad olio sul suo comodino per rischiarare il corridoio, decisa a capire cosa fosse successo.
«Reg, cos’hai?» chiese, avvicinandosi al giaciglio del cugino.
Il bambino provò sollievo nel vedere Narcissa accorsa ad accertarsi come stesse. Si sentì amato da qualcuno in quella casa resa fredda dai legami familiari privi d’amore. 
«Sirius mi ha spento candela ed io ho tanta paura» confidò alla bambina. 
«Non ti preoccupare, non ti succederà nulla». Regulus le sorrise, felice. 
«Dormi con me, Cissy?» le chiese. 
Ella posò la sua lampada a terra, scostò le coperte che avvolgevano Regulus e si infilò nel letto con lui per poi abbracciarlo. 
«Io per te ci sarò sempre» disse, baciandogli la guancia.
 
***
 
Era il primo settembre 1972 e, come da consuetudine, centinaia di studenti erano in fermento per l’imminente partenza verso Hogwarts. Il Binario 9¾ brulicava di persone di ogni età e famiglia. Alcuni bambini piangevano nostalgicamente alla vista dei genitori, che non avrebbero incontrato fino alle vacanze natalizie, mentre altri erano felici di poter vivere un nuovo anno senza essere controllati costantemente da parenti e familiari. I più piccoli, che si dirigevano nella scuola per la prima volta, avevano tutti un’idea diversa di quel luogo, che tanti definivano incantevole. Taluni sognavano, ascoltando le descrizioni delle aule e delle Sale Comuni in cui avevano vissuto i genitori; altri, invece, non volevano sentire nulla per aspettare di scoprire quel luogo magico con i propri occhi. 
 
«Regulus, dove sei?» urlava una ragazza bionda, che indossava già la divisa di Hogwarts. 
Guardava ansiosamente da ogni lato, cercando di scovare quel bambino che tanto cercava. 
Regulus era seduto a terra, in un angoletto, solo. 
Grosse lacrime gli bagnavano gli occhi verdi per poi rigargli le guance rosee. 
«Reg, ma eri qui?» a quelle parole il bambino fece “sì” con la testa.
«Tra cinque minuti parte l’Espresso, dobbiamo andare!».
Narcissa prese la mano del cugino, come per aiutarlo ad alzarsi. Iniziò a correre verso il treno rosso, le cui porte erano in procinto di chiudersi. Strattonava il bambino, che, ancora singhiozzando, camminava lentamente. 
Salirono gli scalini dell’Espresso pochi attimi prima che gli accessi si serrassero completamente e che l’inizio del loro anno ad Hogwarts fosse rovinato. 
Narcissa trovò due posti liberi in uno degli ultimi vagoni e vi si sedettero.
 «Che cos’hai Reg, perché piangi?» gli chiese, guardando dolcemente il bambino al suo fianco. 
«Non voglio venire a scuola, ho paura» rispose singhiozzando. 
«Devi sapere che tutti i bambini del primo anno hanno paura, ma è normale. Hogwarts è una scuola bellissima e ti farai tantissimi amici». 
«Lo Smistamento fa male?» chiese Regulus, ingenuamente. 
«Assolutamente no, tesoro. Ti poggeranno solo il Cappello Parlante sulla testa e lui deciderà quale sarà la tua Casa».
«E se mi Smista nella Casa sbagliata? Se mi mette in Tassorosso?» gli occhi del bambino smisero di lacrimare. 
«Il Cappello Parlante non sbaglia mai e se dovesse metterti tra i Tassorosso significa che quella è la tua via. Non ti preoccupare di questo, però. Sappiamo tutti che sarai un perfetto Serpeverde». 
Nel sentire quella parola gli occhi del bambino si rabbuiarono. 
«Cissy,» disse, prendendo la mano della cugina «Sirius mi ha detto che se mi Smisteranno in Serpeverde non mi parlerà più» disse, scoppiando nuovamente a piangere. 
«Tu non devi dare ascolto a Sirius, lo sai come è fatto. Vuole soltanto allontanarti da noi e farti star male» Narcissa abbracciò il cugino e gli asciugò deliacamente le lacrime. 
«E se veramente non mi parlerà più?» domandò preoccupato. 
«Vorrà dire che tu chiacchiererai con me e lui rimarrà solo» Narcissa abbracciò il cugino e gli asciugò deliacamente le lacrime. 
«Grazie» replicò Regulus, guardando con gli occhi colmi di tristezza la cugina, l’unica della sua famiglia che lo stava confortando in quel momento tanto difficile. Sirius lo aveva minacciato, ma appena arrivato all’Espresso era corso a salutare i suoi amici Grifondoro, lasciandolo completamente solo. 
Narcissa accarezzò i capelli corvini di Regulus, scompigliandoglieli. 
«Io ci sarò sempre per te, non ti preoccupare» lo rassicurò. 
 
***
 
Narcissa salì velocemente le scale del numero 12 di Grimmauld Place e si avviò verso la camera di suo cugino Regulus. Le pareti erano tappezzate con una carta argento e smeraldo, mentre il parquet era cosparso di decine di pagine della Gazzetta del Profeta. Riportavano tutte articoli simili, aventi un unico protagonista, Colui che Non Deve Essere Nominato. 
La porta era aperta e la giovane donna entrò nella stanza. 
«Reg, mi è arrivato il tuo gufo. Avevi bisogno di vedermi?» chiese, ancora con il fiatone per la corsa. 
Alla vista della cugina, Regulus si alzò dalla poltrona su cui era seduto e le diede un bacio sulla guancia. 
Guardò attentamente quegli occhi che l’avevano consolato tante volte, cercando di cogliere tutte le loro meravigliose sfumature. 
Regulus abbassò la testa, non riuscendo a sopportare lo sguardo indagatore di Narcissa;  una lacrima gli bagnò il volto. 
«Cosa succede, Reg? Mi devo preoccupare?» chiese ella, visibilmente angosciata.
«Non è successo nulla, tranquilla Cissy» Regulus pesava bene le parole e si chiedeva cosa potesse dire all’amata cugina, come salutarla, come dirle addio. 
«Ti ho chiamato per ringraziarti, perché eri con me nei momenti di difficoltà, c’eri quando avevo bisogno di aiuto; tu stavi con me, non mia madre, non mio padre, non Sirius» le parole gli uscirono di bocca come un fiume, incontrollabili. 
«Ti auguro una vita felice, troverai un uomo che ti amerà e con cui formerai una famiglia. Sarai come la dea greca Era, splendida, fedele e solare. Ti voglio bene, cugina» terminò. 
Non erano più due bambini come tanti anni prima, eppure i loro sentimenti di amore fraterno non erano mutati. 
Cissy si avvicinò a lui, abbracciandolo.
Il ragazzo assaporò per l’ultima volta il profumo alla vaniglia di Narcissa. Inspirò più aria che poté, cercando di riempirsi le narici di quella fragranza che gli ricordava i tempi passati, in cui non aveva né preoccupazioni né rimpianti. 
«Addio, Cissy» sussurrò quasi impercettibilmente Regulus. 
Narcissa cercò gli occhi di suo cugino, inorridita e spaventata. Lo smeraldo delle sue iridi era velato dalle lacrime, che scendevano a bagnargli le gote. 
«Pop» si udì. 
Regulus improvvisamente si Smaterializzò.
La giovane si rese conto di essere completamente sola la nella grande casa a Grimmauld Place. 
Narcissa cinse l’aria, abbracciò per l’ultima volta il ricordo di Regulus. 
 
   
 
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