Fanfic su artisti musicali > Paramore
Ricorda la storia  |      
Autore: blinka    09/09/2008    1 recensioni
[JoshxHayley]
“Hayley aveva una moltitudine di scarpe, di tute i generi: dalle scarpe di tela disintegrate da anni e anni di uso continuo, a quelle eleganti, riservate per le serate importante – tranne quelle con il tacco. Lei non sopportava i tacchi-. Ma quelle erano sempre state le sue scarpe preferite.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: non conosco i Paramore e questo racconto è tutto frutto della mia piccola testolina bacata. E se pagassero per le fanfic, sarei già milionaria.


Made by yourself.


Hayley aveva una moltitudine di scarpe, di tute i generi: dalle scarpe di tela disintegrate da anni e anni di uso continuo, a quelle eleganti, riservate per le serate importante – tranne quelle con il tacco. Lei non sopportava i tacchi-. Ma quelle erano sempre state le sue scarpe preferite.
Diceva che erano le sue scarpe “FortunaFaiDaTe”.
Le aveva indossate in tutti i momenti più importanti della sua vita: la sua prima prova con i ragazzi, il suo primo concerto, il suo primo contratto discografico e via dicendo. Sorrido ripensando che le indossava anche il giorno che si erano conosciuti.
All’epoca, Hayley era considerata strana, solo perché veniva da un’altra città e portava i capelli di uno sgargiante arancione. In effetti, anche io avevo pensato che la ragazza fosse un po’ tocca la prima volta che la vide, a scuola. Però mi fece tenerezza, immersa in quella felpa grande almeno il triplo più di lei, con le ciocche colorate e ribelli che nascondevano in parte il viso, cosparso qua e la da lentiggini, e gli occhi verdi e vispi.
Poi successe. Un pomeriggio Zac entrò nel nostro garage, mentre io stavo placidamente accordando la mia chitarra ripensando al test di matematica di quella mattina, e si sedette davanti alla batteria.
“Ho conosciuto Hayley.” disse velocemente.
“Chi?” ero sicuro di non aver mai sentito quel nome prima di allora.
“Hayley. Hayley Williams. Quella nuova a scuola, bassa e con i capelli arancioni.”
“Ah.” dissi semplicemente. Poi, non sapendo che altro aggiungere, tornai alla mia chitarra.
“Dice che canta.” continuò mio fratello, e non vedendo reazioni da parte mia, ci mise un po’ più di enfasi. “Che canta! Ti rendi conto?”
“Effettivamente, no.”
Sì, Hayley aveva detto a Zac che cantava, ma non che era già occupata con un altro gruppo. Per questo mio fratello ci rimase molto male: sperava davvero di mettere su una band.
Finché un pomeriggio, mentre noi due eravamo seduti sui gradoni del campo di basket a leggere fumetti, Hayley si parò davanti a lui dicendo: “Ho lasciato i Factory.”
Zac, dapprima rimase sconvolto dalla sua comparsa improvvisa, poi fece un sorrisone. Iniziò a urlare e ad abbracciarla; lei inizialmente fu spaventosamente sorpresa, poi ricambiò titubante.
“Ah, scusa, non ti ho presentato mio fratello. Josh, Hayley; Hayley, Joshua.”
“Ciao.” dissi con un cenno di mano. Lei abbozzò un sorriso e si sistemò il cappello grigio sulla fronte, lasciando libero qualche ciuffo arancione che ricadeva ribelle sulla fronte.

#


“Non mi hai mai detto dove hai comprato le tue FortunaFaiDaTe.” chiede improvvisamente Josh, sdraiato sul divano del tourbus.
Chiudo lentamente il frigobar aprendomi la lattina di Coca Cola.
Le mie FortunaFaiDaTe. Che idiozia. Le avevo comprate una delle prime settimane dopo il mio trasferimento a Franklin. Mamma diceva che ero triste, e quindi mi serviva dello sano shopping da fare – il fatto che io odiassi farlo era del tutto irrilevante. Quel pomeriggio mi aveva trascinato in tutti i negozi di uno stupido centro commerciale, da quello più umile a quello più costoso.
Infine, ero riuscita a scappare liquidandola con una scusa qualsiasi. Ero capitata in un negozio di scarpe, la cosa più inutile a cui potevo pensare in quel momento. Volevo solo tornarmene a casa, distendermi sul letto con la musica a palla del lettore cd nelle orecchie e diventare sorda a furia di numeri smisurati di decibel che torturavano il mio cervellino.
Poi lo vidi. Era davvero lui. Insieme ad un altro paio di ragazzi, ma era lui.
E’ patetico da dire, ma non avevo potuto fare a meno di notarlo non appena misi piede in quella scuola. Lo guardavo ogni volta che era possibile, durante la ricreazione o la pausa pranzo, ad esempio.
Mi calai il cappuccio della felpa sulla testa e vagai per gli scaffali, non smettendo per un attimo di tenerlo d’occhio. Uno dei suoi amici decise di comprare un paio di scarpe, così anch’io presi una scatola a casa e mi precipitai alla cassa per non perderli. Non appena loro furono usciti dal negozio era il mio turno di pagare. Mi resi conto che non avevo la minima idea di cosa stessi prendendo, ma chissene. Io dovevo seguirlo. Gettai delle banconote in mano alla cassiera terribilmente improfumata e truccata e uscii di corsa dal negozio.
Ovviamente, quando mi guardai intorno di loro non c’era più nessuna traccia.
In compenso, l’irritante voce acuta di mia madre che strillava “Ooooooh, Hayleysss, che cosa hai comprato? Hai trovato qualcosa che ti piaceva? Fammi vedeeree…” invadeva l’intero centro commerciale.
“Che importa?” dico bevendo un sorso di Coca.
“Niente, era… Così, per curiosità.” mormora arrossendo leggermente, poi prende l’iPod e inforca le cuffiette.
Scrollo leggermente le spalle e ritorno nella mia cuccetta/letto a dormicchiare, mentre Jeremy mi passa davanti e mi augura una “Buonanotte Spongy”.



_______


Questo è frutto di un colpo di genio ispirazione di ieri notte mentre sistemavo le mie infinite All Star. :°D
Prima fic sui Paramore che scrivo e che pubblico: spero non ne sia uscita una cosa oscena. :mhm:
Il fatto che ci siano così poche fic su di loro è uno scandalo. u.u”
Hope you liked it. <3
Guen'.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Paramore / Vai alla pagina dell'autore: blinka